La Jornada – Giovedì 4 ottobre 2012
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 3 ottobre. I familiari di Alberto Patishtán Gómez, prigioniero indigeno dell'Altra Campagna in Chiapas, hanno informato che nel pomeriggio di oggi, verso le ore 17, il professore è stato portato in ambulanza all'aeroporto Ángel Albino Corzo. Non è stato comunicata la sua destinazione, ma una delle guardie ha commentato che è andato dove voleva andare. Questo fa pensare che si tratti di Città del Messico.
Nei giorni scorsi lo stesso professore indigeno aveva segnalato in una lettera alle autorità governative il suo rifiuto di essere curato nell'ospedale di Tuxtla dove, in un ricevero precedente nel 2010, non ricevette assistenza adeguata e gli fu fatto una diagnosi sbagliata. Chiedeva di essere curato all'Istituto Nazionale di Neurologia Manuel Velasco Suárez, per un tumore cerebrale che gli ha colpito la vista in maniera graduale ed oggi è quasi cieco.
Patishtán, ce è diventato un importante prigioniero di coscienza e difensore dei diritti umani nelle prigioni del Chiapas, da 12 anni sta scontando una condanna di 60, accusato di aver partecipato all'uccisione di sette poliziotti nel giugno del 2000 sulla strada Simojovel-El Bosque. Convinti della sua innocenza, collettivi ed organizzazioni sociali del Messico e di numerosi Paesi hanno chiesto la sua liberazione, così come personalità come Pablo González Casanova, Luis Villoro, John Berger, Adolfo Gilly e Raúl Zibechi. (…)
Il MPJD - Piattaforma Chiapas del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità - denuncia: È palese che è stato condannato per un omicidio che non ha commesso, ma per motivi politici. Ha scontato 12 anni in diverse prigioni e gliene mancano altri 48. È stato incatenato ad un letto d'ospedale per sei mesi. Al meno in tre occasioni è stato in sciopero della fame con altri compagni e varie volte a digiuno per chiedere il riconoscimento della sua innocenza. http://www.jornada.unam.mx/2012/10/04/politica/021n1pol