domenica 15 febbraio 2009

CONFLITTI TRA INDIGENI PER LE TARIFFE ELETTRICHE


La Jornada – Domenica 15 febbraio 2009

- Incita gli abitanti a scontrarsi con i partecipanti alla resistenza contro le elevate tariffe della luce

La CFE provoca conflitti tra gli abitanti indigeni del Chiapas, denuncia un gruppo civile

HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis. 14 febbraio. Rappresentanti di comunità di 50 municipi che formano la Rete Statale di Resistenza Civile La Voce del Nostro Cuore, aderente all'Altra Campagna, accusano la Commissione Federale dell'Elettricità (CFE) di sostenere "una strategia di provocazione di conflitti nelle comunità indigene e contadine del Chiapas, cercando di corrompere diverse autorità ejidali, comunali e municipali affinché incitino una parte della popolazione a scontrarsi con le famiglie che partecipano alla giusta e legittima lotta di resistenza contro le alte tariffe". 

 

La rete denuncia atti di persecuzione, minacce di morte e perfino omicidi, spiti o sostenuti dall'ente parastatale, "in complicità con le autorità municipali." 

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Un morto e diversi feriti a Sitalá

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Durante l'assemblea, iniziata venerdì e conclusasi oggi, La Voce del Nostro Cuore ha riferito dei fatti successi nelle scorse settimane nella comunità La Gloria, municipio di Venustiano Carranza, "perseguitata dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) con mandati di comparizione" contro tre partecipanti alla resistenza, così come lo scontro tra indigeni nella comunità Don Pedro, municipio di Sitalá, provocato dai lavoratori della CFE lo scorso 6 febbraio. 

 

In questo ultimo caso, un gruppo di abitanti filogovernativi, aizzati dai lavoratori della CFE, volevano "tagliare la luce alle famiglie in resistenza, lasciando sul posto un contadino morto e diversi feriti", ha ricordato la rete statale.

Rivolgendosi alla società civile, al presidente Felipe Calderón, al governatore Juan Sabines Guerriro ed al direttore della CFE, Alfredo Elías Ayub, i rappresentanti del movimento civile di resistenza alle alte tariffe elettriche condannano queste azioni e ritengono responsabili "in maniera diretta i governi federale, statale e municipale, così come la CFE, di quello che potrebbe accadere dentro e fuori le nostre comunità indigene e contadine".

Bisogna dire che questa resistenza si è molto diffusa in Chiapas negli ultimi dieci anni. Sulla costa, la frontiera, lo zona nord, gli Altos e la Selva Lacandona si manifesta opposizione al pagamento delle bollette eccessive dell'energia elettrica in comunità povere, mentre vengono esentate o "favorite" le grandi imprese. È uno degli specchi più nitidi della disuguaglianza, e sebbene si manifesti con speciale forza in un importante numero di comunità zapatiste, è una lotta comune per centinaia di comunità e colonie urbane di diverse filiazioni politiche.

Così, il Coordinamento Statale del Chiapas del Fronte Nazionale di Lotta per il Socialismo (FNLS), dopo l'aggressione a Sitalá, questo venerdì ha sottolineato "l'enorme responsabilità della CFE e del governo dello stato nel deplorevole evento", poiché "invece di rispondere ai giusti e legittimi richiami di centinaia di comunità per le elevate tariffe dell'energia elettrica, hanno scelto di criminalizzare la nostra lotta e sono ricorsi ad inganni, come i suoi programmi Luce Amica, Tariffa Vita Migliore ed ora Luce Solidale, cercando con diversi mezzi di far scontrare e dividere le comunità e generare scontri tra chi paga il servizio e chi è in resistenza. Quanto accaduto a Sitalá è un fatto serio degno di attenzione ed una conseguenza di questa criminale politica".

Intanto, l'assemblea della Voce del Nostro Cuore solidarizza con gli abitanti di Candelaria, Campeche, un altro luogo "dove la CFE cerca di usare le leggi per reprimere i popoli che difendono i loro diritti"; anche con i membri del Centro di Ricerche Economiche e Politiche di Azione Comunitaria (Ciepac) "che hanno subito minacce e vessazioni da parte dello Stato". 

Persecuzione 

 

Giovedì scorso Ciepac ha reso noto che Norma Iris Cacho Niño, coordinatrice operativa dell'organizzazione non governativa, con sede a San Cristóbal de las Casas, ha subito spionaggio e minacce telefoniche dopo la marcia-carovana delle donne che ha attraversato il paese da Ciudad Juárez, Chihuahua, fino in Chiapas, realizzata tra il 25 novembre ed il 2 dicembre. Cacho ha partecipato attivamente a questa protesta.

L'assedio "si inserisce in un contesto di aggressioni, minacce e persecuzioni avvenute tra l'ottobre 2008 e gennaio 2009 a San Cristóbal de las Casas, fatti che ricordano il clima repressivo che si viveva in Chiapas dal 1995 al 1997". 

 

Il Ciepac lo considera "parte di una diffusa strategia di repressione contro le comunità, le organizzazioni e le persone, in particolare le donne", dentro una "crescente tendenza repressiva, fomentata dai gruppi di potere e da diverse istituzioni di governo".

(Traduzione "Maribel" – Bergamo)


            

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