lunedì 28 luglio 2008

dalla carovana Carovana Nazionale e Internazionale di Osservazione e Solidarieta`con le Comunita' Zapatiste.

Ciao a tutti e a tutte

Ormai da alcuni giorni la delegazione del Coordinamento Toscano in sostegno
alla Lotta Zapatista ci troviamo in Messico. La delegazione e`composta da
persone provenienti da esperienze diverse come Centro Sociale Intifada di
Empoli, Collettivi Universitari di Pisa, Ultras Curva Sud Montevarchi ed
Ultras dell'Empoli. Partecipiamo alla Carovana Nazionale e Internazionale di
Osservazione e Solidarieta`con le Comunita' Zapatiste.

Alla Carovana partecipa una numerosa delegazione di europei. Siamo in totale
198 europei, tra cui 78 italiani. Oltre ad italiani ci sono spagnoli, greci,
francesi, svizzeri. Inoltre ci sono messicani e gente che viene da altri
paesi dell'America. In totale circa 300 persone.

La Carovana partira' oggi da Citta del Messico. Arriviamo a San cristobal
dove ci divideremo in 4 gruppi che andranno in 4 differenti Carcoles (I
Caracol sono le zone in cui e`diviso il territorio zapatista). All'interno
del Caracol saremo ricevuti dalla Junta di Buon Governo e nei giorni
successivi pensiamo che saremo inviati a visitare le comunita`che negli
ultimi tempi hanno ricevuto minacce o aggressioni da parte del governo
messicano. Ricordo che la Carovana di questo anno e' nata perche`nell'ultimo
anno sono aumentate le aggressioni nei confronti delle pratiche di autonomía
e di autogoverno messe in atto dalle comunita`dei civili aderenti
all'organizzazione zapatista. La delegazione dei toscani probabilmente
partecipera`al gruppo che andra`nel Caracol di Oventik. Ancora non sappiamo
dove andremo di preciso . Ma pensiamo al Cerro de Huitepec e alla
comunita`di Crutzon.

Il Cerro de Huitepec e`una montagna che sta proprio sopra la famosa
citta`di San Cristobal. Questa montagna e`coperta di boschi e di corsi di
acqua. Ci vivono alcune comunita`zapatiste. Dallo scorso anno il governo sta
cercando di venderé a privati i boschi della montagna, in particolare alla
Coca Cola vuole vendere l'utilizzo dei corsi di acqua. Le comunita`zapatiste
dallo scorso anno sono minacciate di essere sgomberate. Dal marzo dello
scorso anno le basi d'appoggio zapatiste (cioe`i civil delle
comunita`zapatiste) della zona hanno insediato un presidio permanente su
questa montagna di Huitepec per testimoniare la loro contrarieta`alla
svendita della montagna e soprattutto per vigilare ed interporsi físicamente
ad eventuali funzionari del governo o di qualche multinazionale che vadano
li`per iniziare i lavori di distruzione del bosco.

Crutzon e`una comunita`non tutta zapatista. Ci sono alcune famiglie che
aderiscono all'organizzazione zapatista, le altre famiglie non sono
zapatiste ma aderiscono al movimiento della otra campagna (il movimiento a
livello nazionale lanciato nel 2005 dagli zapatisti con la sesta
dichiarazione della selva lacandona. Movimiento al quale aderiscono numerose
organizzazioni e individui messicani che lottano, come dicono qua. "abajo y
a la izquierda" cioe' in basso e a sinistra). Questa comunita`da alcuni
mesi e`entrata sotto l'attenzione di una multinazionale che si chiama
"miniere canadesi" o qualcosa del genere. Questa azienda che gia' sta
estraendo minerali in tutto il centro america e`arrivata adesso in messico e
a Crutzon ha iniziato un lavoro per vedere se si trova oro. Alla
comunita`e`stato proposto questo progetto di costruzione di una miniera,
l'azienda ha parlato agli abitanti che la miniera porterebbe posti di
lavoro, sodli e centri commerciali. La comunita`, che vive del lavoro
agricolo e delle risorse che le da`il bosco che dovrebbe essere trasformato
in miniera (acqua, legna, frutti etc..), si e`rifiutata di lasciare il bosco
in mano all'azienda canadese. Negli ultimi due mesi questa comunita, per i
motivi che ho appena citato, ha subito numerose aggressioni da parte della
polizia e l'esercito. Sono stati arrestati alcuni esponenti della comunita'
(l'ultimo una settimana fa). E' sata assediata dalla polizia e
dall'esercito. L'esercito ha posto una sua base lungo il fiume della
comunita', alcuni km prima, da un mese circa gli abitanti della comunita`si
sono tutti ammalati con forti problemi intestinali e alla pelle. Si pensa
che l'esercito abbia avvelenato il corso d'acqua, dal quale gli abitanti
prendono l'acqua per bere e ci si lavano.

Ieri c'e`stato un incontro prima tra gli europei e poi tra gli europei e i
messicani. Noi europei abbiamo ribadito le motivazioni che ci hanno spinto
in tanti a venire questa estate in Chiapas. Veniamo si`, per
l'osservazionedei diritti umani nel territorio zapatista che sono
continuamente infranti dal governo e dall'esercito messicano. Veniamo anche
a testimoniare agli zapatisti che "non sono soli" . Ma la Carovana di questo
anno l'abbiamo pensata soprattutto per il suo carattere político. Siamo 200
europei in Messico per dire pubblicamente che siamo a fianco dell'esperienza
dell'autonomia e del'autogoverno delle comunita`zapatiste. Per dire che
crediamo in queste esperienza. Per dire che anche i nostri collettivi e
organizzazioni che in Italia e in europa lottano contro il mondo del denaro
e dello sfruttamento per un mondo nuovo e umano, vedono negli zapatisti dei
compagni di lotta. Per dire che lottiamo per le stesse cose, contro nemici
comuni. (se pensiamo agli zapatisti che da piu`di un anno presidiano il
bosco di huitepec per non meterlo in mano di multinazionali e invece
lasciarlo in gestione alle persone che vivono su quel territorio, penso che
troviamo tante analogie con le numerose esperienze di difesa del territorio
e dei beni comuni che ci sono in Italia). Eravamo tutti d'accordo, messicani
ed europei, che gli zapatisti non sono un avanguardia da seguire o da
imitare. I Caracoles non sono laboratori social (come li chiamano tanti
studiosi sociali) in cui trovare delle caratteristiche da esportare. I
Caracoles sono delle forme di organizzazione che le persone che vivono nel
territorio zapatista hanno deciso di darsi in base all'ambiente in cui
vivono ed in base ad i loro costumi, ai loro bisogni e ai loro desideri.
Ogni Caracol zapatista non e`organizzato secondo un modello único, ma ognuno
nel proprio modo secondo come e`stato deciso da coloro che vivono in quelle
comunita`. A livello sia messicano, che italiano, che mondiale, si diceva
ieri che "non dobbiamo far nascere Caracol", non ci interessa che ci siano
"10, 100, 1000 Caracoles" (utlizzando vecchie battute). Bisogna invece che
sui territori la gente si organizzi, secondo i propri modi e i propri
desideri, difendendo il proprio territorio e cercando di cotruire nuove
relazioni tra individui che siano basati sui valori che tutti condividiamo:
la cooperazione, la solidarieta`. Ha parlato il direttore della Rivista
Rebeldia, Sergio Rodriguez che in riferimento a questo ragionamento
raccontava un episodio di un intervento di marcos durante il giro
dell'inizio della otra campagna (nel 2006). Si trovava in una citta del nord
del messico e c'erano circa 15000 persone ad acclamare la delegazione dei
comandanti dell'EZLN. Marcos domando' al pubblico se stavano aspettando un
esercito rivoluzionario che li guidasse. La gente rispose: siiiiiiii. Marcos
domando' se stavano aspettando i comandanti zapatisti che venissero a dire
loro cosa fare. La gente rispose: siiiiiii. Marcos dopo alcune domande di
questo genere rispose: "Male... Noi non siamo venuti a dare nessun ordine
ne`a riportarvi nessuna nostra decisione. Siamo venuti a dirvi che vi
organizziate, che se vi organizzate troverete in noi zapatisti e nella otra
campagna dei compagni di lotta, che noi zapatisti che lottiamo nelle nostre
comunita`in Chiapas lottiamo per noi ma anche per voi, che se voi vi
organizzate per lottare, lottate per voi ma anche per noi."

Questi ragionamenti li vedo molto attuali anche nella nostra societa`. La
gente ormai si e`"arenata" nel pensare che le decisioni che li riguardano
non siano di sua competenza, ma che ci sono altri che ci devono pensare.
L'immagine del pubblico dell'episodio ce ho citato mi sembra molto chiara
per far capire come e`la situazione nella mente delle persone: che tutti
aspettiamo che arrivi qualcuno (un partito, un esercito rivoluzionario
etc..) che ci dica cosa dobbiamo fare e che cambi le cose. Non ci rendiamo
conto che se le cose cambieranno, se riusciremo a cambiare il mondo, questo
avverra`solo se le persone e le comunita`sui territorio cominciano a
diventare consapevoli che sono loro stesse i padroni delle loro vite e del
proprio destino e quindi sono loro stesse che si devono organizzare ed
adoperare per difendere il proprio territorio, per far si che le relzioni
sociali tra persone siano caratterizzate dalla cooperazione e dal rispetto,
in altre parole per autogovernarsi.

Noi europei, utilizzando un immagine non nuova ma chiara, abbiamo detto che
vediamo nell'esperienza zapatista uno specchio in cui si riflettono le
nostre lotte italiane ed europee. Ci sono tante esperienze di lotta per
l'autonomia nel messico, in europa en el mondo. Pero tutti vediamo
nell'esperienza zapatista un riferimento. Non un riferimento da seguire, da
copiare. Un riferimento perche`e`una delle esperienze piu`avanzate e per
questo da difendere. Un riferimento perche`in tanti ci riconosciamo nella
loro lotta.

Vi ricordo che in Messico sono numerose le esperienze di lotta per la difesa
del territorio e per l'autogoverno delle comunita`. Queste esperienze
vengono soprattutto dalla realta`indígena. Solo per fare alcuni esempi.
Nello stato di oaxaca sono numerosi i municipi indigeni che si definiscono
autonomi e in resistenza. In pratica si stanno organizzando secondo i loro
costumi, le autorita`sono elette con i metodi assembleari tipici delle
comunita`indigene, queste autorita`non fanno riferimento a nessun partito e
nemmeno al governo, ma solo alla comunita`. Stanno sviluppando radio
comunitarie in lingua indígena, scuole autonome, reclamano il fatto che sul
loro territorio comanda la comunita`e non i rappresentanti del governo
messicano. Ci sono Comunita`indigene nello stato del Guerrero che da alcuni
anni hanno istituito un corpo di polizia comunitaria composto da persone
scelte nelle loro comunita`, e non riconoscono piu`le polizia del governo
messicano che spesso nel passato abusava del proprio potere contro gli
indigeni (furti, omicidi, stupri) restando sempre impunita. Gli indigeni
Yaqui del nord del messico che stanno combattendo contro il tentativo di
espropio dei propri corsi d'acqua e del proprio territorio da parte del
governo che li vuole vendere ad imprese statunitensi. Gli indigeni Wixarika
(meglio conosciuti come Huicholes) che stanno cercando di praticare delle
forme di autogoverno sul loro territorio stanno combattendo contro la
costruzione di un autostrada che attraverserebbe alcune loro comunita`. Sono
numerose le esperienze di lotta in basso e a sinistra che ci sono in tutto
il messico, ma tutti siamo stati d'accordo che gli zapatisti sono
l'esperienza piu`avanzata e quindi da tutelare. Sono l'esperienza in cui in
molti ci riconosciamo, quindi la solidarieta`a loro serve a tutti noi altri
come luogo e momento per incontrarci, confrontarci e costruire relazioni e
progetti comuni.

Alla Carovana parteciperanno anche alcuni rappresentanti di popoli indigeni
messicani, come ad esempio due autorita`mandate dall'assemblea del popolo
Yaqui. Ieri all'incontro era presente Don Juan Chavez, indigeno Purepecha
rappresentante del CNI Congresso Nazionale Indigeno, personaggio molto
importante per i messicani. Anche lui, oltre a portare i saluti dei popoli
indigeni messicani e del CNI, ribadiva come il dibattito attuale all'interno
del CNI ruota attorno alla difesa della terra e del territorio. La terra,
che gli indigeni considerano come la Madre (che quindi non si
puo`ne`comprare ne`venderé. "chi e`che venderebbe la propia madre?", dicono)
e`dal punto di vista materiale la fonte di sostentamento delle comunita'. Il
territorio, come luogo che da' sostentamento alla comunita`ma allo stesso
tempo luogo sul quale la comunita`deve esercitare le sue decisioni (per
territorio si intende il bosco che da legna e cibo, i fiumi che danno
l'acqua etc..). Gli zapatisti anche in questo ci dimostrano che la terra e
il territorio devono stare in mano alle comunita`. Nel '94 hanno recuperato
le terra ai latifondidti che tenevano gli indigeni a lavorare come schiavi.
Adesso la terra (il mezzo di produzione del mondo contadino) sta in mano
alle comunita`non piu`a pochi ricchi sfruttatori. Anche il territorio
e`continuamente difeso dalle comunita`zapatiste, per fare degli esempi si
puo`pensare al presidio sul cerro de huitepec, alle comunita`della selva che
cercano di impedire alle aziende legnifere di tagliare il bosco per prendere
il legname pregiato, alle comunita`che lottano contro i progetti turistici.

La Carovana anche se ancora non e`formalmente cominciata ha gia`cominciato a
dare i suoi frutti. Tre giorni fa sono stati liberati 13 prigionieri
politici indigeni da un carcere in Chiapas. E inoltre la polizia e
l'esercito si sono ritirati dalla Comunita`di Crutzon. Commentavano ieri
messicani che in política non esistono coincidenze. Cioe`si pensa che questi
due episodi sono avvenuti anche grazie al fatto che fra pochi giorni sarebbe
arrivata in Chiapas questa numerosa delegazione messicana e internazionale.

Alejandro, un rappresentante dell'Unios, un organizzazione di citta del
messico che ha gestito l'organizzazione logística della carovana, che nelle
settimane scorse e`stato nel territorio zapatista per prenedere gli accordi
con le autorita`autonome ci raccontava che gli zapatisti, che in questi mesi
stanno subendo aggressioni, incursioni militari nelle comunita', minacce,
arresti, che gli zapatisti ci tengono a far sapere a i messicani e agli
europei che lottano nei loro territori il seguente messaggio : "Non siete
soli". Gli zapatisti ci dicono a noi che non siamo soli. Se ci pensate e`lo
stesso messaggio intorno al quale avevamo costruito la campagna europea di
solidarieta`. Penso che questa immagine sia quella che renda meglio l'idea
di come noi e loro vediamo il nostro rapporto di solidarieta`e di relazione.
Un a relazione tra compagni consapevoli di lottare per la stessa cosa, e
soprattutto sonsapevoli del fatto che la vittoria di uno ci sara` se ci
sara`la vittoria di tutti. La vittoria di uno non portera` la vittoria di
tutti (come si pensava anni fa). Questo per dire che per cambiare questo
mondo non bisogna puntare le energie solo sull'esperienza zapatista per poi
sperare che questa possa cambiare il mondo. Ma bisogna puntare le energie
sulle numerose lotte e sulle esperienze di autorganizzazione che sorgono a
livello locale, perche`, e di questo se ne rendono davvero conto gli
zapatisti, la vittoria degli zapatisti non ci sara`mai se non ci sara`la
vittoria di tutti.

All'interno di ogni grupo in cui si dividera`la carovana ci sara`una
commissione di comunicazione che dovrebbe ogni giorno scrivere un resoconto
di quello che abbiamo visto e visitato. Quindi se qualcuno e`interessato ad
essere aggiornato sulla carovana potete trovare delle informazioni sui
seguenti siti internet (ricordo che noi toscani dovremmo essere nel grupo
che va a oventik).

Sito della campagna europea >> www.europazapatista.org
<http://www.europazapatista.org/>

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