domenica 20 novembre 2016

EZLN: UNA STORIA PER CERCARE DI CAPIRE

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 19/nov/2016 13:05
Oggetto: [Ezln-it] EZLN: UNA STORIA PER CERCARE DI CAPIRE
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> Gli zapatisti spiegano l'intera genesi della proposta di candidare una donna indigena del CNI. A quien corresponda: Leggetelo.
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> UNA STORIA PER CERCAREDI CAPIRE
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> 17 novembre 2016
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> Alla Sexta nazionalee internazionale:
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> A chi simpatizzae sostiene la lotta dei popoli originari:
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> A chi è anticapitalista:
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> Compagne, compagni,compagnei:
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> Sorelle e fratelli:
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> Questo estesotesto lo abbiamo fatto insieme io e il Subcomandante Insurgente Moisés, portavocee attuale capo dell'EZLN, consultandoci su alcuni dettagli con alcune delle e deiComandanti della delegazione zapatista che ha assistito alla prima tappa del V CongressoNazionale Indigeno.
>
> Sebbene in questa,come in altre occasioni, spetta a me la redazione, è il Subcomandante InsurgenteMoisés a leggere, aggiungere o togliere, approvare o rifiutare non solo questo testo,ma tutti quelli che compaiono alla luce pubblica come autentici dell'EZLN. Non pochevolte, lungo questi scritti, userò il primo pronome singolare. La ragione di ciòsi capirà più avanti. Sebbene la destinataria principale di queste linee sia laSexta, abbiamo deciso di ampliare i suoi destinatari a chi, senza essere né starecon noi, ha le stesse inquietudini e un analogo impegno. Ecco:
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> NEMMENO I NOSTRIINCUBI
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> Alcuni anni fa,la creatività e l'ingegno di qualche collettivo della Sexta produsse una frase che,con il passare del tempo, venne attribuita allo zapatismo. Sapete bene che siamocontro al copyright, ma non siamo soliti attribuirci né parole né azioni che nonsiano nostre. Senza dubbio, sebbene non ne siamo gli autori, la sentenza riflettein parte il nostro sentire come zapatisti che siamo.
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> Inalberata dallaSexta contro chi, con grossolani ricatti e minacce, attaccava (come ora) lo scetticismodinanzi al "potere" delle urne elettorali istituzionali, la frase va più in là edefinisce i limiti e le carenze di una forma di lotta, quella elettorale:
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> "I nostri sogni non entrano nelle vostre urne", si diceva e si dice.
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> Noi come zapatistee zapatisti che siamo la sottoscrivemmo allora… e la sottoscriviamo ora. Ha la virtùdi dire molto con poche parole (un'arte oramai dimenticata). Ma, da questo latodel passamontagna, dal nostro essere ciò che siamo, aggiungiamo: "nemmeno i nostriincubi".
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> Certo, avremmopotuto metterci "e nemmeno le nostre e i nostri morti", ma risulta che, in questitempi grami, il dolore si è espans

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