venerdì 27 giugno 2014

Chiapas: Militarizzazione e Saccheggio

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Contralínea
Nancy Flores
17 giugno 2014
 
Con la “guerra” al narcotraffico il Chiapas è stato di nuovo militarizzato. Le tensioni tra l’EZLN, le basi di appoggio, la società civile in generale ed il governo sono aumentate al pari della criminalizzazione della protesta pacifica. Nell’intervista, Víctor Hugo López – direttore del Centro dei Diritti Umani Frayba – segnala che con la militarizzazione è aumentato il saccheggio delle risorse naturali, minerali, energetiche
Durante il governo di Felipe Calderón Hinojosa, strade rurali e comunità indigene del Chiapas, poco alla volta sono state occupate da elementi dell'Esercito Messicano e dell'Armata del Messico. Oggi, ancora col pretesto di combattere il narcotraffico, i militari tengono sotto il loro controllo zone che erano state liberate durante la gestione di Vicente Fox Quesada come dimostrazione della "volontà governativa" di pacificare la regione.
Così, il massimo risultato della "guerra" calderonista in questa entità del Sudest messicano non è stato lo sterminio del crimine organizzato, ma il riposizionamento dei militari al punto che la situazione attuale è equiparabile a quella di 20 anni fa, quando l'Esercito Zapatista da Liberazione Nazionale (EZLN) si sollevò in armi. 
Nell'intervista con Contralínea, il direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba), Víctor Hugo López, spiega che, sebbenin Chiapas non si siano viste "scene spettacolari di violenza" e di scontri per le strade, la strategia della "guerra" al narcotraffico ha avuto serie ripercussioni nelle comunità. In principio, perché ha ottenuto il riposizionamento dell'Esercito Messicano e dell'Armata nei diversi territori indigeni ed in tutti i punti di confine dell'entità, caratterizzata da miseria ed emarginazione.
Il giovane difensore dei diritti umani ricorda che una delle condizioni che l'amministrazione foxista mise in campo per mantenere il dialogo con l'EZLN fu la smilitarizzazione: furono eliminate alcune delle zone militari più importanti, dice. Tuttavia, "questa situazione si è persa con la strategia di Calderón: mentre elementi dell'Esercito pattugliano e montano blocchi in tutto il territorio, quelli dell'Armata presidiano i punti di confine, compreso quello con il Guatemala".
Attualmente, spiega, elementi dell'Esercito Messicano sono presenti in molte comunità e strade rurali dove prima non si erano mai visti. "Realizzano ronde e perfino operativi di sequesto di armi. Discreti [operativi], dicono, ma proprio sulla frontiera o la linea di fuoco qui in Chiapas. Questo è grave, perché sembra che non stiano per nulla valutando la possibilità che si registrare nuovamente uno scontro [armato]". 
Víctor Hugo López osserva che la strategia antidroga ha avuto altre gravi ripercussioni in Chiapas. Una di queste si riferisce alla politica di sicurezza dello stato, perché ora i poliziotti civili sono sotto il comando dei militari.
Riferisce inoltre dell'aumentò della criminalizzazione della società nel suo insieme. E fa l'esempio degli operativi delle unità miste (militari accompagnati da poliziotti municipali e statali). Questi, indica, sono quelli che commettono il maggior numero di detenzioni arbitrarie di giovani (uomini e donne) per le strade solo per il loro modo di essere; commettono anche abusi e torture.
In questo senso sono state rafforzate le leggi e sono state legalizzate forme di violenza e meccanismi di violazione dei diritti umani: "Per esempio, sebbene sia stato eliminato il fermo in Chiapas e questo sia stato pubblicizzato come un successo del governo statale precedente, sono aumentate le case [di sicurezza] della Procura dove si fanno sparire le persone, vengono torturate e fermate in maniera illegale". 
E malgrado sia gli operativi poliziesco-militari sia le riforme legali siano state giustificate come una strategia contro il narcotraffico, il difensore dei diritti umani osserva che la vendita ed il consumo di alcool e di ogni tipo di droga non sono stati affatto sconfitti. 
"Contraddicendo il discorso della lotta al narcotraffico ed alla criminalità organizzata, abbiamo visto che, in diverse comunità ed in maniera esponenziale, viene autorizzata e perfino promossa, perché in alcuni casi i padroni sono i sindaci, la proliferazione di locali dove avviene un consumo indiscriminato di droghe, ed ovviamente perfino la tratta delle persone".
Víctor Hugo López avverte che si stanno creando le condizioni per mantenere lo stato di insicurezza. Esempio di ciò è l'alleanza tra i governi del Messico, Stati Uniti e Guatemala: "il pretesto è che i gruppi della criminalità organizzata ed il narcotraffico non operino tra Chiapas e Guatemala; ma queste politiche hanno indurito non le misure contro la delinquenza, ma contro la popolazione". In particolare, segnala, dei migranti.
"Per noi, la blindatura della frontiera, il rafforzamento della sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata hanno provocato un maggior controllo sociale e maggiore indice di repressione contro la popolazione nel suo insieme. E questo ha colpito in maniera apparentemente invisibile, ma reale. Lo vediamo di continuo qui nei casi che riceviamo ogni di detenzioni arbitrarie.
"Al Frayba riceviamo attualmente una media di tra 900 e 1000 casi in generale; ma 3 anni fa ne ricevevamo da 400 a 500 casi. Ora, di questi 900/1000 casi, circa 400, cioè, il 40%, hanno a che vedere con la criminalizzazione, l'accesso alla giustizia, la detenzione arbitraria, la privazione arbitraria della vita, tortura e processi. Nella nostra analisi vediamo che sono effetti della strategia della guerra contro il narcotraffico e la criminalità organizzata: potremmo dire che un 40% di questi casi è il risultato di questa strategia". 
Megaprogetti, l’altra minaccia
Nonostante le prove raccolte dal Frayba relative all'aumento delle violazioni dei diritti umani, i governi federale e statale assicurano che in Chiapas questi diritti sono rispettati. Questi discorsi non solo vorrebbero nascondere la situazione nelle comunità, ma promuovere inoltre gli investimenti stranieri nella regione...... prosegui la lettura





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