La  Jornada – Giovedì 2 maggio 2013
    Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de Las Casas, Chis. 1º maggio. In  Chiapas seguono a cascata i pronunciamenti di organizzazioni e comunità per la  morte di Juan Vázquez Guzmán, dirigente della Sesta dell'ejido San Sebastián Bachajón,  e per ripudiare la violenza e le minacce contro le basi di appoggio zapatiste a  San Marcos Avilés, e l'urgente domanda di libertà di Alberto Patishtán Gómez,  che doveva già essere risolta martedì 30 aprile.
  L'ejido  di Tila, nella zona chol a nord dello stato, segnala come il vero responsabile  della morte del dirigente tzeltal il governo dello stato, insieme alla  Segreteria Generale di Governo, perché da anni sta cercando di distruggere  l'organizzazione degli aderenti alla Sesta di San Sebastián e la loro difesa  della terra e del territorio delle cascate di Agua Azul. I contadini di Tila  affermano: "Loro chiamano leader corrotti e malviventi per offrire programmi e  soldi condizionati a provocare scontri contro chi è organizzato e si oppone al  loro progetto di morte." Ricordano che nel dicembre del 2011 volevano mettere in  prigione Juan ma non ci riuscirono, per questo ora l'hanno fatto  ammazzare.
  Questo  vigliacco omicidio è perché il governo ci vuole intimorire e distruggerci per  mezzo delle sue mafie. Non vuol vedere crescere la nostra lotta, ma noi lottiamo  per i nostri figli, come hanno fatto i nostri genitori e nonni, ed andremo   avanti nonostante tutto".   
  Il  Consiglio Regionale Autonomo della Zona Costa ha chiesto al Tribunale Superiore  di Giustizia dello Stato l'immediata liberazione del professor Patisthán Gómez,  accusato di reati che non ha commesso, com'è stato pienamente dimostrato, perché  sappiamo che il 30 aprile era il termine ultimo del tribunale per dettare la  sentenza.  
  Il  consiglio condanna l'assassinio di Vázquez Guzmán a Bachajón e chiede la  punizione dei responsabili materiali e intellettuali. In particolare,  l'organizzazione della costa, da Tonalá, Pijijiapan, Mapastepec e Jiquipilas  dichiara: Condanniamo le aggressioni e gli attacchi dei malgoverni contro i  nostri fratelli e sorelle zapatiste di San Marcos Avilés, ed esigiamo la  sospensione degli attacchi.
  Le  ejidatarios di Tila aderenti alla Sesta, che non hanno mai smesso di  mobilitarsi per la restituzione delle loro terre, usurpate per abuso storico del  governo chiapaneco con la complicità permanente dei tribunali federali e delle  successive legislature statali, si sono detti tristi e addolorati per la morte  di Juan, perché col cuore in mano ha difeso il territorio ed imparato a lottare  appoggiando i suoi compagni. Vázquez è caduto nella difesa della terra e del  territorio, dichiarano, e si identificano con gli ejidatarios aderenti alla  Sesta di San Sebastián: Ci siamo rispecchiati nella stessa lotta come popoli  tzeltal e chol, condividiamo la stessa storia con gli stessi oppressori che sono  i mal governi, i latifondisti ed i grandi impresari che condividono l'ambizione  di essere padroni delle nostre terre e della nostra gente.  
  Da  parte sua, la decina di organizzazioni della Red por la Paz Chiapas ha sottolineato  che dal 2007 il leader ucciso partecipava alla difesa del suo ejido, situazione  per la quale aveva in corso una causa, e riferiscono che lo scorso 17 aprile,  gli ejidatarios di San Sebastián hanno reso pubbliche nuove minacce da parte di  autorità dell'attuale governo del Chiapas.
  Infine,  la Red contra la Represión denuncia  "gli interessi delle grandi compagnie alberghiere e di turismo 'ecologico' per  saccheggiare la zona e spogliare del loro territorio agli abitanti originari",  perché esistono impegni tra questi capi del capitalismo, chiamati pomposamente  impresari, ed i governi federale e locali. Le istanze governative faranno il  possibile per mantenere impunito il crimine contro Juan Vázquez. Sappiamo che il  governatore Manuel Velasco Coello preferirebbe che gli indigeni lo portino in  spalla per le strade, come successo a metà di aprile ad Oxchuc. http://www.jornada.unam.mx/2013/05/02/politica/027n1pol