martedì 23 aprile 2013

Guatemala: invalidato il processo per genocidio control'ex dittatore Montt

 

traduzione di e. intra e s. gliedman

 

Il recente processo per genocidio e crimini contro l'umanità ai danni dell'ex dittatore Efraín Ríos Montt, uno degli eventi più attesi e seguiti nella storia del Guatemala, è stato invalidato dalla Corte Costituzionale. Ore di strazianti testimonianze da parte di decine dei sopravvissuti e delle vittime di massacri e sparizioni forzate dovranno essere ripresentate.   

Efraín Ríos Montt, alla guida del Paese tra il 1982 e il 1983 e il capo dei servizi segreti José Mauricio Rodríguez Sánchez sono accusati del massacro di 1700 indigeni Maya Ixiles durante la guerra civile. Da decenni le vittime del conflitto cercano di ottenere giustizia: solo per arrivare al processo c'erano volute dodici anni. Ora si teme che gli imputati, entrambi in età inoltrata, muoiano prima della prossima causa. Il giornalista investigativo Allan Nairn commenta così sul suo blog: «Molti Maya sopravvissuti al massacro hanno rischiato la vita per testimoniare. Ma ora i verbali a cui avevano così coraggiosamente contribuito sono stati cancellati dall'alto».   

Il 18 aprile il giudice Carol Patricia Flores ha dichiarato nullo il procedimento a causa di "apparenti violazioni procedurali". Quest'ultima ha spiegato che la decisione arriva dai massimi tribunali del Paese per le molte critiche seguite alla sua illeggittima esclusione dal procedimento e che definivano la vicenda una presa in giro per la giustizia.

 

Nel gennaio 2012, Rios Montt era stato formalmente accusato da Flores, la quale aveva poi abbandonato il caso fino a cinque settimane fa, per via di un suo coinvolgimento in un altro processo sempre contro Rios Montt. Nella seconda settimana di aprile gli avvocati di Montt si erano così concentrati su Flores, richiedendo l'annullamento in base a tali errori procedurali.  

 Il 17 aprile la difesa ha presentato un'istanza di sospensione, e il giorno successivo Flores ha riportato il processo alla fase preparatoria: il procedimento è nuovamente soggetto a ricorsi e tutte le testimonianze dovranno essere ripresentate. Secondo il giudice Julio Prado, invece l'ordine della Corte Costituzionale avrebbe dovuto ammettere le prove presentate, limitandosi a riportare il caso al tribunale di origine per garantirne il proseguimento.  

 Due giorni prima alcuni ex funzionari firmatari dei trattati di pace con cui si era chiusa la guerra civile, avevano pubblicamente dichiarato che il processo rappresentava  "una minaccia per la pace e l'unità del Guatemala", trovando l'immediato appoggio del Presidente Perez Molina, anch'egli intervenuto durante il processo in qualità di testimone. Molina è un ex generale dell'esercito, fondatore della scuola militare di Kaibil, istituzione le cui pratiche sono molto simili alla tortura.   

Allan Nairn era uno dei testimoni proposti dall'accusa, in quanto aveva intervistato Molina nella regione degli Ixile nel 1983. ecentemente il giornalista investigativo aveva scritto un resoconto personale sul caso, chiedendo però che questo "rimanesse privato fino a quando non fosse stato raggiunto un verdetto sul processo". Nairn ha invece deciso di pubblicare ora sul suo blog il post " I retroscena su come l'attuale Presidente del Guatemala e le minacce di violenza hanno distrutto il caso giudiziario -- dove si legge fra l'altro: «Sarebbe sbagliato pensare che questo caso avrà ripercussioni sul immagine di coloro che governano il Guatemala. Gli è stato imposto dal basso. L'ultima cosa che vogliono è la giustizia. Hanno però acconsentito a ingoiarne una parte solo perchè costretti dalle forze politiche, pensando di potersela cavare sacrificando Rios Montt e salvare così la pelle. Sono stato chiamato a testimoniare, mi hanno inserito nella lista come 'testimone qualificato,' e avrei dovuto deporre lunedì 15 aprile. Ma mi hanno lasciato fuori all'ultimo minuto 'per evitare un confronto con l'esecutivo'».   

Immediatamente sui social network sono apparse le reazioni alla decisione del tribunale. L'International Center for Transitional Justice rilancia la notizia sotto l'hashtag GenocideGT@theICTJ: «Il giudice Flores ordina l'annullamento del processo al genocidio e di tutte le relative azioni legali».   

La professoressa di storia latino-americana, Kirsten Weld ( @kirstenweld) scrive: «Tutti noi ci siamo sentiti emozionati e ispirati dalle testimonianze; abbiamo però dimenticato quanto potesse essere diabolicamente furbo l'esercito».   

Il @NISGUA_Guate riporta la reazione di Marilena Bustamante, sorella di Emil Bustamante, uno dei tanti scomparsi durante la guerra: «Mentre la corte legge la decisione, M. Bustamante inizia a gridare "INGIUSTIZIA!" Altri presenti urlano, "perchè non le sparate"».   

Cultural Survival ( @CSORG) cita la regista di documentari Pamela Yates: «Sono senza parole davanti a questa decisione; questioni procedurali che fermano il processo adesso è scioccante. E forse illegale».   

Xeni Jardin ( @xeni), che ha segutio il caso per il noto sito Usa Boing Boing, le fa da eco: «"Questa decisione significa farsi beffe e prendere in giro le vittime." L'accusa del processo per genocidio chiede al giudice di riconsiderare l'annullamento».   

E poi aggiunge: «Una veglia a lume di candela sta avendo luogo ora fuori dalla Corte Suprema. In testa i rappresentanti del popolo Ixil».  

Sebbene a questo punto il futuro del processo sia incerto, i cittadini stanno utilizzando i social media per far sentire la propria voce e organizzare proteste sia online che offline, tramite un altro hashtag,  sihubogenocidio (Sì, è stato un genocidio).   

Thijs Bouwknegt  ( @thijsbouwknegt): «I gruppi a difesa dei diritti umani chiedono il completamento del processo per il genocidio in Guatemala Genocide». http://feedly.com/k/11euME2   

Omar ( @adverse101): «Una commissione di tre giudici nel processo per genocidio contro Rios-Montt si è rifiutata di riconoscere l'annullamento del processo da parte di un tribunale esterno».   

Ursula Roldan ( @ursularol): «Come potrà mai riprendersi il Guatemala, se non riesce a prendere coscienza del suo passato?».   

Adri Aguilar ( @adrinoname_): «Perchè è vero e non venga dimenticato SiHuboGenocidio».  

 KuntiToXiKa ( @KuntiShaw): «La giustizia si è persa nel sorriso di Ríos Montt e nella mano pesante di Otto Sihubogenocidio, mi sento impotente perchè il mio Paese mi fa star male!».   

UDEFEGUA ( @UDEFEGUA): Dalle 11 del mattino terremo una manifestazione pacifica davanti alla Corte Suprema, venite con noi SiHuboGenocidio pic.twitter.com/FRDnmtqlNx».  

I prossimi giorni saranno cruciali per il futuro della giustizia in Guatemala e non solo. Per saperne di più, qui ci sono stralci del dibattito in aula e qui la cronologia degli eventi che documentano la lunga lotta dei sopravvissuti.  

[ Post originale: Guatemala's Genocide Trial Declared Invalid 

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