lunedì 29 aprile 2013
Hermann Bellinghausen: Si scatena la violenzaantizapatista
sabato 27 aprile 2013
Gloria Munoz Ramirez: aggressioni in Chiapas
ASSASSINATO LEADER PRO-ZAPATISTA A BACHAJON
mercoledì 24 aprile 2013
JBG denuncia aggressioni a San Marcos Aviles
martedì 23 aprile 2013
Guatemala: invalidato il processo per genocidio control'ex dittatore Montt
Il recente processo per genocidio e crimini contro l'umanità ai danni dell'ex dittatore Efraín Ríos Montt, uno degli eventi più attesi e seguiti nella storia del Guatemala, è stato invalidato dalla Corte Costituzionale. Ore di strazianti testimonianze da parte di decine dei sopravvissuti e delle vittime di massacri e sparizioni forzate dovranno essere ripresentate.
Efraín Ríos Montt, alla guida del Paese tra il 1982 e il 1983 e il capo dei servizi segreti José Mauricio Rodríguez Sánchez sono accusati del massacro di 1700 indigeni Maya Ixiles durante la guerra civile. Da decenni le vittime del conflitto cercano di ottenere giustizia: solo per arrivare al processo c'erano volute dodici anni. Ora si teme che gli imputati, entrambi in età inoltrata, muoiano prima della prossima causa. Il giornalista investigativo Allan Nairn commenta così sul suo blog: «Molti Maya sopravvissuti al massacro hanno rischiato la vita per testimoniare. Ma ora i verbali a cui avevano così coraggiosamente contribuito sono stati cancellati dall'alto».
Il 18 aprile il giudice Carol Patricia Flores ha dichiarato nullo il procedimento a causa di "apparenti violazioni procedurali". Quest'ultima ha spiegato che la decisione arriva dai massimi tribunali del Paese per le molte critiche seguite alla sua illeggittima esclusione dal procedimento e che definivano la vicenda una presa in giro per la giustizia.
Nel gennaio 2012, Rios Montt era stato formalmente accusato da Flores, la quale aveva poi abbandonato il caso fino a cinque settimane fa, per via di un suo coinvolgimento in un altro processo sempre contro Rios Montt. Nella seconda settimana di aprile gli avvocati di Montt si erano così concentrati su Flores, richiedendo l'annullamento in base a tali errori procedurali.
Il 17 aprile la difesa ha presentato un'istanza di sospensione, e il giorno successivo Flores ha riportato il processo alla fase preparatoria: il procedimento è nuovamente soggetto a ricorsi e tutte le testimonianze dovranno essere ripresentate. Secondo il giudice Julio Prado, invece l'ordine della Corte Costituzionale avrebbe dovuto ammettere le prove presentate, limitandosi a riportare il caso al tribunale di origine per garantirne il proseguimento.
Due giorni prima alcuni ex funzionari firmatari dei trattati di pace con cui si era chiusa la guerra civile, avevano pubblicamente dichiarato che il processo rappresentava "una minaccia per la pace e l'unità del Guatemala", trovando l'immediato appoggio del Presidente Perez Molina, anch'egli intervenuto durante il processo in qualità di testimone. Molina è un ex generale dell'esercito, fondatore della scuola militare di Kaibil, istituzione le cui pratiche sono molto simili alla tortura.
Allan Nairn era uno dei testimoni proposti dall'accusa, in quanto aveva intervistato Molina nella regione degli Ixile nel 1983. ecentemente il giornalista investigativo aveva scritto un resoconto personale sul caso, chiedendo però che questo "rimanesse privato fino a quando non fosse stato raggiunto un verdetto sul processo". Nairn ha invece deciso di pubblicare ora sul suo blog il post " I retroscena su come l'attuale Presidente del Guatemala e le minacce di violenza hanno distrutto il caso giudiziario -- dove si legge fra l'altro: «Sarebbe sbagliato pensare che questo caso avrà ripercussioni sul immagine di coloro che governano il Guatemala. Gli è stato imposto dal basso. L'ultima cosa che vogliono è la giustizia. Hanno però acconsentito a ingoiarne una parte solo perchè costretti dalle forze politiche, pensando di potersela cavare sacrificando Rios Montt e salvare così la pelle. Sono stato chiamato a testimoniare, mi hanno inserito nella lista come 'testimone qualificato,' e avrei dovuto deporre lunedì 15 aprile. Ma mi hanno lasciato fuori all'ultimo minuto 'per evitare un confronto con l'esecutivo'».
Immediatamente sui social network sono apparse le reazioni alla decisione del tribunale. L'International Center for Transitional Justice rilancia la notizia sotto l'hashtag GenocideGT: @theICTJ: «Il giudice Flores ordina l'annullamento del processo al genocidio e di tutte le relative azioni legali».
La professoressa di storia latino-americana, Kirsten Weld ( @kirstenweld) scrive: «Tutti noi ci siamo sentiti emozionati e ispirati dalle testimonianze; abbiamo però dimenticato quanto potesse essere diabolicamente furbo l'esercito».
Il @NISGUA_Guate riporta la reazione di Marilena Bustamante, sorella di Emil Bustamante, uno dei tanti scomparsi durante la guerra: «Mentre la corte legge la decisione, M. Bustamante inizia a gridare "INGIUSTIZIA!" Altri presenti urlano, "perchè non le sparate"».
Cultural Survival ( @CSORG) cita la regista di documentari Pamela Yates: «Sono senza parole davanti a questa decisione; questioni procedurali che fermano il processo adesso è scioccante. E forse illegale».
Xeni Jardin ( @xeni), che ha segutio il caso per il noto sito Usa Boing Boing, le fa da eco: «"Questa decisione significa farsi beffe e prendere in giro le vittime." L'accusa del processo per genocidio chiede al giudice di riconsiderare l'annullamento».
E poi aggiunge: «Una veglia a lume di candela sta avendo luogo ora fuori dalla Corte Suprema. In testa i rappresentanti del popolo Ixil».
Sebbene a questo punto il futuro del processo sia incerto, i cittadini stanno utilizzando i social media per far sentire la propria voce e organizzare proteste sia online che offline, tramite un altro hashtag, sihubogenocidio (Sì, è stato un genocidio).
Thijs Bouwknegt ( @thijsbouwknegt): «I gruppi a difesa dei diritti umani chiedono il completamento del processo per il genocidio in Guatemala Genocide». http://feedly.com/k/11euME2
Omar ( @adverse101): «Una commissione di tre giudici nel processo per genocidio contro Rios-Montt si è rifiutata di riconoscere l'annullamento del processo da parte di un tribunale esterno».
Ursula Roldan ( @ursularol): «Come potrà mai riprendersi il Guatemala, se non riesce a prendere coscienza del suo passato?».
Adri Aguilar ( @adrinoname_): «Perchè è vero e non venga dimenticato SiHuboGenocidio».
KuntiToXiKa ( @KuntiShaw): «La giustizia si è persa nel sorriso di Ríos Montt e nella mano pesante di Otto Sihubogenocidio, mi sento impotente perchè il mio Paese mi fa star male!».
UDEFEGUA ( @UDEFEGUA): Dalle 11 del mattino terremo una manifestazione pacifica davanti alla Corte Suprema, venite con noi SiHuboGenocidio pic.twitter.com/FRDnmtqlNx».
I prossimi giorni saranno cruciali per il futuro della giustizia in Guatemala e non solo. Per saperne di più, qui ci sono stralci del dibattito in aula e qui la cronologia degli eventi che documentano la lunga lotta dei sopravvissuti.
[ Post originale: Guatemala's Genocide Trial Declared Invalid ]
Frayba: Urgente Minacce alla Carovana a San Marcos Avilés
Come Centro dei Diritti Umani esigiamo il pronto e immediato intervento del governo del Chiapas per proteggere e garantire l'integrità personale dei difensori e promotori dei diritti umani della carovana civile.
Infine sollecitiamo la società civile nazionale e internazionale di vigilare sulla situazione
lunedì 22 aprile 2013
Patishtan: Una patata bollente per il governo
Los de Abajo
Gloria Muñoz Ramírez
Nonostante le pressioni esercitate su di lui e contro il suo popolo, questo 19 aprile si è svolta la giornata nazionale ed internazionale da dieci anni più grande per chiedere la liberazione di Alberto Patishtán, il prigioniero politico più emblematico del Messico. La visita del presidente Enrique Peña Nieto a Zinacantán, dove ha lanciato la sua campagna contro la fame, non è riuscita a fermare la grande manifestazione nella capitale del Chiapas, benché il governatore Manuel Velasco ci abbia provato per rendere più amichevole il soggiorno dell'Esecutivo federale.
Le mobilitazioni in tutto il mondo sono state organizzate in concomitanza al 42° compleanno del professor Patishtán, 12 dei quali trascorsi in prigione. Nel DF l'appuntamento è stato di fronte al Consiglio della Magistratura Federale, dove sono arrivati membri della Rete contro la Repressione e Solidarietà, del Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità ed il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra di Atenco, tra altre organizzazioni.
Il caso Patishtán si è trasformato in una patata bollente per i governi federale e statale. La sua liberazione è nelle mani dei giudici del Primo Tribunale Collegiale di Tuxtla Gutiérrez ai qualoi si chiede imparzialità, trasparenza, obiettività e impegno sociale.
In questo momento, spiega Sandino Rivero, avvocato di Patishtán, si chiede ai giudici di risolvere l'incidente di riconoscimento di innocenza con la dovuta indipendenza ed imparzialità. Loro stessi si sono impegnati a vigilare che la risoluzione del primo tribunale collegiale sia conforme al rispetto dei diritti umani del professore, garantendo il diritto di accesso alla giustizia e libertà.
Sulla richiesta della sua liberazione questo venerdì è caduta l'ombra delle minacce contro Patishtán e contro la sua comunità, El Bosque, dove sono arrivati personaggi del governo statale per tentare di dissuadere la manifestazione. Non ci sono riusciti, e con una strategia più simile al controllo dei danni che ad una posizione per la giustizia, il governatore e parte del suo gabinetto hanno deciso di fare visita personalmente al professore ed gli altri detenuti appartenenti a La Voz del Amate, tutti simpatizzanti della causa zapatista.
L'erronea e malriuscita intenzione del governo di fermare le mobilitazioni, segnala Víctor Hugo López, direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, è parte di una costante in Chiapas, nella quale funzionari di livello medio minacciano i componenti dei movimenti sociali.
Il Frayba ha informato che è stata superata la meta prevista di 4 mila 686 lettere di appoggio al professore, una per ogni giorno di prigione. Patishtán ha ricevuto 5 mila 986 lettere per la sua libertà.
venerdì 19 aprile 2013
Manuel Velasco si impegna per la liberta' di Patishtan
martedì 16 aprile 2013
Libro fotografico "Caminando Colombia. Del corazón a la cabeza"
oscar paciencia
fotografías Oscar Paciencia
textos Periferia Prensa Alternativa
ediciones Revista Pueblos – Periferia
Le città con le loro miserie e le loro espressioni di resistenza popolare; Sur de Bolívar con lo sfruttamento minerario, assieme alle comunità indigene e contadine, Arauca, nel mezzo di un intenso conflitto sociale e armato che, tuttavia, non ha del tutto smembrato la speranza della sua gente, il Valle del Cauca, con le sue trecce e le risate, le periferie con la loro espressione di gioia, di lotta e perseveranza. E la Colombia tutta, mostrando apertamente come è stata dissanguata dalle ingiustizie sociali, dalle politiche estrattive dei suoi governi, dalle multinazionali e un conflitto armato che ha travolto la popolazione in quasi ogni angolo del territorio. Un territorio che si riproduce, tuttavia, in ogni sorriso, ballo, canzone, nelle sementi, nei fiumi e nelle montagne, protetto e amato dai suoi abitanti, in una lotta instancabile e dignitosa, in un cammino costante verso il sogno di un futuro differente.
Percorrendo tutto questo, anche, dal cuore alla testa. Facendo salire la grande emozione che la gente di questo paese provoca fino alla testa, alla volontà razionale e trasformativa. Un percorso irreversibile, condiviso, mai concluso.
lunedì 8 aprile 2013
Desinformémonos Lunedì 8 aprile
Reportage Messico
Su Atenco incombe di nuovo la minaccia dell'aeroporto
Gloria Muñoz Ramírez
Foto: Clayton Conn
La Polizia Comunitaria si unisce in difesa dell'educazione, senza armi
Desinformémonos
Lo sgombero degli insegnanti in Guerrero, una prova della repressione futura
Francisco Guerrero
Fuoco su Radio Totopo, una voce libera come il vento
Palabra Radio
Episodi della guerra zapatista nell'Ajusco
Gerardo Camacho de la Rosa
Grida dentro e fuori dal carcere per reclamare la libertà di Patishtán
Alma Sánchez
Audio: Moysés Zúñiga Santiago
Reportage Internazionali
Processo per genocidio in Guatemala, ed attuali attentati contro le comunità
Susana Norman
Foto: Roderico Díaz
Ottantamila grida contro il Treno ad Alta Velocità in Italia
Luca Giacomelli
Traduzione: Alejandro González Ledesma
Tutta la Palestina in rivolta per la morte di un detenuto
HispanTV e Juventud Rebelde
Petrolio a costo dei matsés di Brasile e Perú
Brisa Araujo
Una marcia per vivere in euskera
Adazahira Chávez
Foto: Euskalakari AEK
Los Nadies
Testimonianza raccolta da Estefanía A.P. a Città del Messico
Imagina en Resistencia
"Non fai musica pensando di cambiare il mondo, ma per creare idee"
Alberto Pradilla/ Gara
Fotoreportage
Immagini: Lucía Vidales
Testo: Lucía Vidales, adattamento Roque Dalton e Frantz Fanon, Desinformémonos
Musica: Gung Ho, de Patti Smith
Produzione: Desinformémonos
Video
Atenco, resistenza e nuove minacce
Clayton Conn
Audio
Oaxaca, "non vogliamo essere la Palestina del Messico"
Veredas Autónomas
________________________________________________________
http://www.desinformemonos.org
skype: desinformemonos
________________________________________________________
"...desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos."
Mario Benedetti
Inviato dal mio telefono Huawei
-
Ni una más L'autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre a...
-
La Jornada – Lunedì 7 novembre 2011 Saranno rivisti i casi di otto detenuti dell'Altra Campagna, che sospendono lo sciopero della ...
-
Presenz/Attiva in Chiapas_luglio 2009 Testimonianze dai caracoles di Oventik e Roberto Barrios La Presenz/Attiva prosegue nel mese di ago...