mercoledì 14 novembre 2012

Frayba: Il governo persiste nel favorire la riattivazionedei gruppi paramilitari

 

La Jornada – Mercoledì 14 dicembre 2012
Hermann Bellinghausen
In Chiapas, gli sfollati interni a causa del conflitto armato e della contrainsurgencia non sono riconosciuti dal governo. Inoltre, la pesante militarizzazione nello stato fa parte degli scenari della strategia dell'Alleanza per la Sicurezza e la Prosperità dell'America del Nord (Aspan), attraverso l'Iniziativa Mérida, e comprende posti di blocco permanenti e volanti che violano il diritto alla libertà di transito, con particolare presenza nella zona di confine e nel territorio zapatista, sostiene il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) in una valutazione del conflitto.
Continuano ad essere militarizzate le comunità nelle zone di influenza dell'EZLN (l'obiettivo da distruggere). A questo si somma l'implementazione di progetti sociali del governo che, insieme ad organismi come il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) e l'ONU, sono stati complici della contrainsurgencia in questi ultimi sei anni, afferma lo studio apparso nel nuovo numero di Yorail Maya, pubblicazione periodica del Frayba.
Il governo vuole inibire i movimenti di resistenza con programmi sociali per dividere le comunità, immobilizzando i popoli mediante l'occupazione militare e le azioni delle autorità in complicità con organizzazioni di stampo paramilitare e gruppi legati al governo di Juan Sabines Guerrero, allo scopo di sconfiggere le comunità in resistenza. Sulla ripresa dei gruppi armati, si identifica un modello di organizzazione filo-governativa con curriculum paramilitare, come Paz y Justicia, che aggredisce le comunità del municipio autonomo La Dignidad.
Nel corso degli anni, le autorità hanno negato lo sfollamento in conseguenza della guerra e l'esistenza di questi sfollati. E' stato solo per un'azione contraddittoria e utilitarista, su iniziativa del governatore, che il Congresso il 14 di febbraio approvasse una Legge per la Prevenzione e l'Assistenza degli Sfollati Interni nello stato, con l'appoggio del PNUD, con l'intenzione di rispondere a questa problematica storicamente pendente che ha lasciato una ferita aperta, perdite irreparabili e impunità.
Tuttavia, testimonianze raccolte dal Frayba denunciano che il PNUD e l'Unesco hanno causato divisioni comunitarie a causa della continuità di una politica contrainsurgente promossa dai governi federale e statale per favorire lo scontro e l'esclusione degli sfollati interni e degli sfollati che ritornano. Così rispondono le autorità all'esigenza di questi di un'assistenza che rispetti i principi delle Nazioni Unite riguardo i rifugiati.
Nel Censimento di Assistenza agli Sfollati, il PNUD ed il governo del Chiapas calcolano che ci sono da 24 a 30 mila persone in questa situazione. Questo censimento, chiarisce il Frayba, è stato realizzato dal governo con gruppi vicini a lui, ma in realtà bisognosi di terra con una storia di esclusione ed emarginazione diametralmente distinta da chi ha subito lo sgombero forzato dalla contrainsurgencia dello Stato. Le istituzioni coinvolte cercano di tergiversare sui crimini di lesa umanità commessi negli Altos e nella selva del Chiapas e mantenerli impuni.
Tra gli altri, cita come sfollati non riconosciuti i 170 zapatisti di San Marcos Avilés, gli 87 di Comandante Abel e molte famiglie di Unión Hidalgo. Inoltre, quattro famiglie di Banavil, 36 persone di Viejo Velasco Suárez - dove nel 2006 ci fu un massacro -, quattro famiglie di Busiljá ed una minorenne rapita dai paramilitari nonostante le misure cautelari richieste dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani.
Il Frayba sottolinea che questi sfollati non sono mai stati considerati tali, e conclude: Lo sfollamento interno non è un evento isolato, bensì la manifestazione della strategia militare e contrainsurgente applicata in Chiapas, che colpisce direttamente il territorio dei popoli indigeni. http://www.jornada.unam.mx/2012/11/14/politica/023n1pol
 


Inviato dal mio telefono Huawei