domenica 30 gennaio 2011

] Polizia di San Cristobal minaccia i giornalisti


La Jornada – Sabato 29 gennaio 2011

Poliziotti di San Cristóbal de Las Casas minacciano i giornalisti, che presentano un esposto

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, 28 gennaio. Poliziotti municipali hanno aggredito e fermato alcuni giornalisti, tra questi i fotografi Víctor Camacho e Moysés Zúñiga, inviato e collaboratore, rispettivamente, di La Jornada. E' accaduto all'alba di giovedì, mentre transitavano su un'auto privata nelle vicinanze della piazza centrale di questa città, dopo aver concluso il servizio sulle funzioni funebri del vescovo emerito Samuel Ruiz García.

Agenti agli ordini del comandante Adonai Robledo hanno sbarrato la strada mettendo davanti all'auto un Pick up Dodge, targa DA-62-622, numero PC-35, e dietro un'auto di pattuglia Nissan, modello Tiida, targa DPD 55-35, numero PC-26. Erano le 2 del mattino, a mezzo isolato dalla cattedrale, in Calle Guadalupe Victoria.

Sono stati aggrediti anche i giornalisti Carlos Herrera e Manuel de la Cruz, corrispondenti delle agenzie Efe, Ap e Afp, così come quelli dei giornali Cuarto Poder, Expreso, Mirada Sur e La Foja Coleta, tra altri media.

I giornalisti riferiscono che, senza identificarsi quali agenti, gli aggressori hanno cominciato ad interrogarli rispetto alla loro provenienza, destinazione e scopo. A queste domande i giornalisti non hanno risposto ma hanno chiesto che prima fossero informati di cosa li si accusasse. 

Gli agenti accusavano i quattro giornalisti, ben conosciuti in Chiapas, di "prendersi gioco delle autorità", minacciandoli di portarli nella base della polizia municipale, ma hanno desistito quando i fotografi hanno cominciato a scattare foto per documentare l'aggressione.

Successivamente, oltre una decina di professionisti di media statali e nazionali hanno inviato una lettera pubblica al governatore dello stato ed al sindaco di San Cristóbal, Victoria Cecilia Flores Pérez, dove esprimono: "Essendo il Messico uno dei paesi dove il lavoro dei giornalisti è considerato fra i più rischiosi per la quantità di omicidi, detenzioni e sequestri contro la categoria, non è infondato il sospetto di premeditazione nell'aggressione contro chi, in possesso dei suoi strumenti di lavoro, è stato fermato nella zona dove stava lavorando da almeno 48 ore durante un evento al quale erano presenti decine di agenti di vigilanza e sicurezza dei tre livelli di governo".

Aggiungono che anche se i poliziotti di San Cristóbal non conoscevano i fermati, la situazione è "sempre preoccupante, poiché sono molti i cittadini che per lavoro, questioni familiari, per passatempo e turismo si muovono all'alba e sono esposti a subire quanto accaduto ai nostri compagni.

"Siamo a conoscenza della deplorevole situazione presente in diverse entità e regioni messicane dove l'insicurezza ha ristretto di fatto o perfino ufficialmente, la libertà di transito, di espressione e lavoro, ma fino a questo momento non ritenevamo che il primo isolato di questa città rientrasse in dette circostanze", prosegue la lettera al governatore Juan Sabines Guerrero. 

"Per quanto sopra, Le chiediamo di prendere posizione al riguardo e di informarci dei risultati o, in mancanza di questi, di informarci se per caso vi siano misure eccezionali, orari di coprifuoco o territori in Chiapas dove dobbiamo svolgere l'esercizio della nostra professione a nostro proprio rischio e pericolo". http://www.jornada.unam.mx/2011/01/29/index.php?section=politica&article=005n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

 


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