-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Ezln-it] Il Congresso Nazionale Indigeno si rafforza
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
CC:
Congresso Nazionale Indigeno
Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) ha allungato il passo a partire dalla riunione che ad agosto, a San Cristóal de las Casas, Chiapas, ha riunito rappresentanti da tutto il paese. Nella riunione sono stati analizzati i conflitti che vivono i popoli, nazioni, comunità, tribù e quartieri, come diceva don Juan Chávez Alonso. Da allora, dagli angoli più insospettati, fervono le riunioni per privilegiare quello che è sempre stato il cuore della sua proposta: rafforzare uno dei pochi spazi di dialogo libero dove la gente può riconoscersi cercando di comprendere insieme.
Fino ad ora si sono realizzate molte riunioni regionali ad Hopelchén, Campeche, il 12 ottobre; a San Lorenzo de Azqueltán, Jalisco, il 9 e 10 novembre; a San Ignacio Arareco, Chihuahua, il 14 e 15 novembre; a Villa de Ayala, Morelos, il 30 novembre; ed a Xpujil, Campeche, il 7 dicembre.
Ci saranno altre riunioni in altre regioni dove la gente possa sistematizzare quanto gli accade e promuovere legami a vari livelli, ma già si consolidano convinzioni e certezze.
Ad Hopelchén il CNI ha dichiarato: "Alziamo la voce per denunciare la sottrazione di terre ejidali in tutta la penisola (dello Yucatan) e delle nostre sementi native da parte delle grandi imprese transnazionali che ce le rubano scambiandole con prodotti transgenici che inquinano la terra ed il miele; denunciamo la discriminazione storica dei popoli maya della penisola che si traduce nella mancanza di riconoscimento dei diritti sanciti dalla Costituzione del nostro paese; denunciamo che i programmi che il governo implementa sono un insulto alla nostra memoria e dignità ed hanno come unica finalità quella di dividerci come popolo; denunciamo la persecuzione e repressione dei governi federale, statali e municipali contro chi lotta per recuperare la memoria".
A San Lorenzo de Azqueltán il CNI ha affermato: "Denunciamo che gli interessi capitalisti che minacciano e colpiscono i nostri territori sono collusi con gruppi del crimine organizzato nazionale e internazionale insieme ai diversi ordini e livelli di governo che formano un fenomeno complesso che si dota di forme legali e illegali per spogliarci delle nostre risorse e dei nostri territori".
A San Ignacio Arareco ha detto: "Vediamo che mettono in pratica le loro politiche di disprezzo, di sopruso, di discriminazione e distruzione. Vediamo anche che i partiti politici coi loro deputati e senatori (PAN, PRD, PRI, eccetera) approvano leggi a favore dei capitalisti, come nel caso della riforma all'articolo 27 della Costituzione nel 1992; la legge agraria riformata nel 1992 il cui fine è separare la terra dai contadini, la terra da noi indigeni. Hanno abrogato la legge federale della riforma agraria e con essa gli articoli relativi alla dotazione di terra e bosco ejidali e comunali. Hanno approvato il trattato di libero commercio, la legge del settore minerario a beneficio dei grandi consorzi nazionali e stranieri, la legge sulla biosicurezza degli organismi geneticamente modificati (Legge Monsanto), la legge per la protezione e lo stimolo dei semi migliorati e varietà native messicane (per la coltivazione di transgenici), la legge federale di accesso ed utilizzo delle risorse genetiche (per legalizzare la biopirateria), la legge sulle acque nazionali che legalizza la privatizzazione dell'acqua, la legge sulla proprietà industriale che permette il brevetto di conoscenze e saperi indigeni".
A Villa de Ayala, Morelos, il CNI ci ha ricordato che "il seme gettato dal nostro generale e capo Emiliano Zapata continua a fiorire". Ha commemorato il 102° anniversario della promulgazione del Plan de Ayala, "del quale siamo i eredi", ed ha esortato le donne, bambini, giovani, nonne e nonni, gli uomini di buon cuore, "ad unire la nostra parola per continuare nella difesa della madre terra, dell'acqua, del bosco, degli animali che che la abitano".
In ultimo a Xpujil, i rappresentanti indigeni hanno ratificato il riconoscimento degli Accordi di San Andrés "come legge suprema nel seno dei nostri popoli ed organizzazioni per vivere l'autonomia". Ed hanno aggiunto: "Siamo solidali con tutte le lotte degne che si appellano alla vita, alla convivenza ed al rispetto delle differenze. La nostra lotta è permanente e condivideremo la nostra parola, la nostra proposta ancestrale e le nostre esperienze di lotta e resistenza per rafforzarci come popoli, fino al raggiungimento della vita degna che sappiamo essere possibile".
Ojarasca – Gennaio 2014