venerdì 10 febbraio 2012

Popoli wixaritari difendono il loro territorio da impresamineraria canadese


La Jornada – Giovedì 9 febbraio 2012
L'intrusione dell'impresa mineraria canadese genera sgomberi violenti sull'altopiano potosino. Provoca forte emozione la mobilitazione dei popoli wixaritari che vogliono difendere il loro territorio
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. Estación Catorce, SLP, 8 febbraio. Ha suscitato forte emozione in tutta la regione dell'Altopiano potosino la mobilitazione dei popoli wixaritari, conclusasi questo martedì sul monte El Quemado. Già da giorni prima, mentre i pellegrini "huicholes" iniziavano il loro viaggio verso Wirikuta, in questi villaggi ed ejidos, fino alle lontate città di Matehuala e Saltillo, la notizia correva di bocca in bocca, per radio, nei sermoni nelle parrocchie, e alle vigilia, nei notiziari. Tutti sapevano il motivo dell'arrivo degli indigeni. Per protestare e difendere le terre del deserto.
I conflitti sono iniziati quando a Santa Gertrudis l'intrusione del Progetto Universo, di un'importante impresa mineraria canadese, Revolution Resources, sta provocando sgomberi violenti, incursioni dell'Esercito federale per reprimere ed espellere i coloni. Uno dei leader è stato fermato dalla polizia statale ed ora si trova in carcere. sembra che proprio sotto il villaggio passi una grande vena d'oro che percorre il deserto all'estremità di ponente.
A differenza dei wixaritari che hanno convissuto con questo deserto per secoli e di questi ejidos stabiliti qui da oltre un secolo che si oppongono in blocco allo sfruttamento minerario e all'industria agroalimentare del pomodoro, molti ejidatarios hanno ceduto alle pressioni del governo e delle imprese e stanno affittando o vendendo le loro terre senza opporre resistenza. Molti di loro sono agricoli ed allevatori di capre, soli e scoraggiati  come le donne, spesso senza marito perché andato "al nord".
- Meglio che arrivino le imprese minerarie a dare lavoro che morire di sete, senza lavoro né soldi. I huicholes non ci danno lavoro, e se tutto questo è per il loro peyote, le terre sono nostre e basta - dice una commerciante in questa stazione ferroviaria dove una volta c'era la vita quando passava il treno del nord.
Pochi ejidos si sono rifiutati di vendere, come Las Margaritas e San Antonio el Coronado. Nelle città, l'opposizione alle miniere viene repressa. A Charcas, che è un insediamento  minerario ma presenta zone rurali, le case degli oppositori, a sud del deserto, sono state incendiate. Mentre all'estremo nord, a Cedral, presunti narcotrafficanti hanno minacciato chi si oppone all'industria dei pomodori, l'altro invasore e devastatore dell'altopiano.
La presenza di gente armata e gruppi dediti all'estorsione hanno fatto sì che a Vanegas ci sia ormai un accampamento militare, ed un paio di mesi fa c'è stato uno scontro a fuoco con inseguimenti che ha raggiunto l'acciottolato che sale a Real de Catorce, dove dopo un nuovo scontro sono morti due presunti criminali. Parlandone in giro, tutti li chiamano Zeta. Questo dicono di essere.
Qui i contadini vivono del taglio e lavorazione dell'agave lechuguilla, allevano capre, sono agricoltori. Ma quest'anno il mais non è cresciuto nemmeno di 20 centimetri. Si tratta di una regione colpita da quelle calamità oggi così diffuse in Messico: siccità cronica, povertà, disoccupazione, settore minerario su vasta scala, abbandono del governo, criminalità organizzata, crescente militarizzazione, delusione e paura tra la popolazione.
Sia gli ejidatarios che i wixaritari dicono che si devono trovare soluzioni che portino beneficio agli agricoltori ed ai commercianti del deserto, che fermino l'emigrazione e si possa avere qui un buon livello di vita, sfruttando questo territorio che è duro, ma è stato anche generoso fino a poco tempo fa. Gli interessi economici sono sul punto di devastarlo.
 
"Un centro cerimoniale molto esteso, di oltrei 140 mila ettari", come lo vede un pellegrino wixárika. Una vera e propria miniera d'oro per gli investitori internazionali. Un luogo senza futuro per molti dei suoi abitanti. Una riserva naturale ineguagliabile, secondo gli scienziati e gli ambientalisti. http://www.jornada.unam.mx/2012/02/09/sociedad/041n1soc

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