domenica 28 giugno 2009

Pattugliamenti militari ad Agua Clara

 

La Jornada – Venerdì 26 giugno 2009

 

 

"Ejidatarios filogovernativi" hanno cercato di impedire il passaggio della carovana di appoggio agli indigeni

Pattugliamento militare nei dintorni del sito turistico di Agua Clara gestito dalle basi zapatiste

Nel 2008 la JBG di Morelia aveva rioccupato le strutture che i priisti avevano trasformato in un motel

HERMANN BELLINGHAUSEN

 

Agua Clara, Chis., 25 giugno. Lo scorso lunedì decine di ejidatarios filogovernativi hanno tentato di impedire il passaggio della carovana civile nazionale ed internazionale arrivata qui per solidarizzare con le basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che montano la guardia in questa località balneare, in difesa del progetto alternativo di turismo avviato qui dal governo autonomo zapatista nell'ottobre scorso.

 

Tanto la carovana come gli indigeni mandati dalla giunta di buon governo (JBG) di Morelia per accompagnarli, hanno deciso di evitare l'inaspettato scontro e si sono rivolti alle autorità della regione autonoma San José en Rebeldía, alla quale appartiene Agua Clara. I rappresentanti priisti sono quindi andati a Tuxtla Gutiérrez per consultarsi col governo statale.

 

Herminio, ejidatario del luogo e responsabile del presidio, racconta che ore dopo la carovana è entrata nello stabilimento balneare accompagnata dalle basi di appoggio zapatiste che hanno impedito un'eventuale aggressione. "Da allora, un'auto del governo passa a chiedere su di noi ai priisti, ma non osa entrare."

 

È un altro episodio delle tensioni nella zona, dove in aprile è stato realizzato un operativo di polizia per cacciare gli ejidatarios dell'Altra Campagna. Attualmente la Polizia Statale Preventiva mantiene una presenza massiccia. Oggi, truppe dell'Esercito federale hanno realizzato inusuali pattugliamenti. "Sono passati nove volte; vanno e vengono", dice Herminio.

 

Situato sul tratto di strada tra il crocevia di AguamAzul e Palenque, lo stabilimento balneare si trova sulle rive del fiume Xumuljá, che nasce dall'unione dei fiumi Pashilá ed Agua Azul che attraversano il municipio di Chilón fino a qui, a Salto de Agua, ma contiguo al tormentato ejido San Sebastián Bachajón, quello dei sette campesinos dell'Altra Campagna arrestati ad aprile con l'accusa di essere "rapinatori di strada".

 

Si tratta di uno stabilimento balneare più modesto e meno frequentato di Agua Azul. Prima faceva parte del podere Agua Clara, di proprietà dell'ingegnere Flavio Coutiño. Gli indigeni che vivevano dentro o nelle vicinanze della proprietà l'hanno occupato dopo l'insurrezione dell'EZLN, nel 1994, anche se, come accaduto in molti casi, non si erano dichiarati zapatisti.

 

Verso il 1996, un'organizzazione civile - sostenuta dal governo - spinse la costruzione di un motel nell'attuale ejido Agua Clara. Herminio imparò a fare lo chef e si incaricò della cucina. Quando lui e altri indigeni si dichiararono apertamente zapatisti, furono cacciati. Siccome sono contadini, si dedicarono a coltivare le generose terre che circondano il fiume.

 

Il gruppo priista trasformò l'immobile in bar e motel per poliziotti e soldati, e cadde nell'abbandono. I turisti smisero di arrivare. Nell'ottobre del 2008 la JBG decise di restaurare le strutture, pulire le rive del fiume e realizzare lo stabilimento balneare El Salvador, portando avanti un progetto di turismo non speculativo che privilegia la conservazione naturale e la preservazione delle rive.

 

Fu allora che i priisti "ricordarono" l'uso turistico del sito e installarono un casello a pagamento vicino alla strada per Palenque, dopo che le basi zapatiste del municipio autonomo Comandanta Ramona ne avevano installato uno per accedere al fiume. Oggi il visitatore paga 20 pesos ai priisti della società Chen Ajaw, e 10 agli zapatisti che si occupano del sito.

 

Le tensioni e le aggressioni contro i simpatizzanti dell'EZLN si acutizzarono, mentre nel tratto di strada di Betel Yochip si moltiplicavano gli assalti agli autobus dei turisti. In diverse occasioni i priisti di quella comunità e di Agua Clara, in combutta con la Polizia Stradale dello Stato, cercarono di incolpare delle rapine le basi zapatiste, coprendo i veri delinquenti.

 

Agli inizi del 2008 erano stati catturati, torturati ed incarcerati gli zapatisti Eliseo Silvano (padre e figlio dello stesso nome). Davanti allo scandalo internazionale, la mobilitazione civile per l'ingiusta detenzione degli indigeni e la flagranza dei poliziotti negli atti di tortura e falsa testimianza, furono presto liberati. Le rapine proseguirono, benché fosse orami evidente la connivenza tra priisti e poliziotti che proteggevano (e proteggono) i veri rapinatori, identificati dalla JBG come abitanti di Agua Clara e Betel Yochip.

 

(Traduzione "Maribel"  - Bergamo)

http://www.jornada.unam.mx/texto/021n1pol.htm


Inviato dal mio telefono Huawei