venerdì 20 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] Ezln smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato dell’EZLN

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 20/lug/2018 08:44
Oggetto: [Ezln-it] Ezln smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato dell'EZLN
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato del CCRI-CG dell'EZLN


https://20zln.noblogs.org/lesercito-zapatista-di-liberazione-nazionale-smentisce-ogni-contatto-con-amlo-comunicato-del-ccri-cg-dellezln/

martedì 10 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] Daniele Di Stefano: Chi ha vinto le elezioni messicane?

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 10/lug/2018 14:02
Oggetto: [Ezln-it] Daniele Di Stefano: Chi ha vinto le elezioni messicane?
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

>
>
> Chi ha vinto leelezioni messicane?Daniele DiStefano - Lunedì 9 luglio2018Andrés Manuel López Obrador, detto AMLO, dopo vani tentativi inficiati dafrodi elettorali a suo danno, stavolta ha vinto le elezioni in Messico. Ilfatto ha causato un'ondata di interesse anche dalle nostre parti, con articolipiù asciutti e osservatori e altri che vanno dall'esaltato al possibilista: lasinistra latinoamericana rialza la testa. Come già titolano i giornali dilingua spagnola, solo l'EZLN (http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2018/07/09/convocazione-a-un-incontro-di-reti-dappoggio-al-cig-al-comparte-2018-per-la-vita-e-la-liberta-e-al-15-anniversario-dei-caracoles-zapatisti-dipingi-chioccio/)resiste e tiene le distanze dal partito-movimento Morena e dal suo fondatoreneopresidente. E' peraltro noto anche in Italia il tentativo, fallito, diconseguire le numerose firme necessarie alla candidatura di Marichuy a nome delConsiglio Indigeno di Governo, sorto a partire dal Congresso NazionaleIndigeno. L'EZLN starebbe quindi all'angolo, recalcitrante e isolato da unasinistra in trionfo. Il fatto che le firme per Marichuy fossero le sole percentualmenteveritiere e autentiche in un consueto panorama di brogli, non cancella l'amaraconstatazione che il suo risultato, al di sotto delle trecentomila firme e conla conseguente esclusione della candidatura, è stato modesto rispettoall'ambizione di mobilitare i popoli indigeni messicani, che contano milioni diindividui. Il tentativo, del resto, si scontrava con difficoltà logistiche chesono costate anche un grave incidente alla carovana di Marichuy, e non aveva alcunapretesa di competere effettivamente per la presa del potere: è stato utilizzatocome strumento per fare uscire i popoli indigeni dall'isolamento e dalleaggressioni cui sono sottoposti, accendendo su di essi i riflettori. Non sodire, da questo tragicomico paesino mediterraneo che è l'Italia, quanto talerisultato sia stato ottenuto, ma ritengo che non si tratti di un obiettivomisurabile sul breve periodo. Deve comunque aver pesato il posizionamento versoi partiti di molte realtà di base, specialmente cittadine, orientate verso AMLOanche in base a una tendenza di allontanamento delle proprie simpatiedall'EZLN. Frattura che risale alle elezioni del 2006, con l'Altra Campagnalanciata dalle e dagli zapatisti, che per molti messicani di centrosinistra significava"remare contro" AMLO e il PRD e in favore del PRI, ragione per laquale l'intellighenzia simpatizzante con lo zapatismo gli voltò le spalle. Lafrattura continua, con ricorrenti attacchi via social network alla figura delSubcomandante Galeano, chiamato ancora Marcos, senza alcun rispetto per quelmaestro zapatista che rivive nel suo nome: fantoccio, attore, servo del PRI,fratello di una deputata del PRI, burattinaio o burattino, eccetera.Curiosamente, il fatto si ripete ora che esce un comunicato a firma sia diGaleano che di Moisés, come se Moisés stesso, cui fa capo la responsabilitàsull'EZLN, non facesse testo perché lo stile è chiaramente quello di Galeano,che dunque starebbe parlando per sé, strumentalizzando i poveri indigenizapatisti. Un'ennesima prova del razzismo latente in questi attacchi edell'incomprensione delle posizioni che le zapatiste e gli zapatisti hannoripetuto fino alla nausea, e che nuovamente vengono attribuite al soloMarcos-Galeano. Cerchiamo di entrare nel merito del comunicato zapatista. Cosa dice? Sottometafora, nota un fatto strano: la squadra avversaria di Morena, il PRI, si èritirata prima del fischio finale, e ora esulta con i vincitori. Ma nondovevano essere le bestie sconfitte? Come è possibile che nel chiasso generalesiano tutti vincitori? E perché si sono affrettati a riconoscere la vittoriadell'avversario ben prima che essa fosse certa? Perché a un certo punto sonosparite le bandierine degli avversari ed è stato lasciato campo libero aivincitori designati? Perché, aggiungiamo, le felicitazioni di Trump, notoamante dei messicani, che ha così cortesemente permesso il libero procederedella democrazia nel cortile di casa? Ricordo un intervento del Sup Galeano in aprile, che alcuni giorni fa mifece pensare che stavolta gli z

mercoledì 4 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] L.H. Navarro: Il bacio del diavolo

La Jornada, Luis Hernández Navarro, 3 luglio 2018. Nel calendario del potere emerge una data: 20 dicembre 2012. Quel giorno, nel Castello di Chapultepec, raggiante, dopo aver firmato il Patto per il Messico, si fecero fotografare i firmatari: il presidente Enrique Peña Nieto; Gustavo Madero, leader del Partito Azione Nazionale; Cristina Díaz, dirigente ad interim del Partito Rivoluzionario Istituzionale, e Jesús Zambrano, alla guida del Partito della Rivoluzione Democratica.
Cinque anni e mezzo dopo, le cose sono cambiate. Quelle figure politiche ed i loro partiti che allora credevano di avere il futuro nelle proprie mani, sono ridotti quasi in macerie. L'uragano elettorale del primo luglio li ha travolti, in grande parte come risultato di quel patto.
Il patto, in essenza un accordo copulare ed autoritario per intraprendere un nuovo ciclo di riforme neoliberali, quel giorno fu annunciato con grande clamore come il potente strumento per smuovere il Messico e modernizzarlo. La realtà sarebbe stata un'altra. In quell'occasione, oltre alle intenzioni dei suoi promotori, come è successo in ogni occasione in cui una élite ha voluto riformare radicalmente dall'alto il paese contro quelli che stanno in basso, il paese reale ha presentato il conto ai modernizzatori sbaragliando le loro riforme.
Così accadde quando il Messico era ancora la Nuova Spagna, con le riforme borboniche che sfociarono nella Rivoluzione di Indipendenza; così è successo con la modernizzazione e la pax sociale porfirista, deragliata nella Rivoluzione Messicana, e così è avvenuto con la riforma dell'articolo 27 della Costituzione e la firma del Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord durante l'amministrazione di Carlos Salinas de Gortari, severamente contestato dalla sollevazione zapatista del primo gennaio del 1994.
L'implementazione del Patto per il Messico ha lasciato sul suo passaggio una sequela di devastazione sociale e distruzione del tessuto comunitario. Lungi dal potenziare la crescita ed il benessere economico, le nuove norme hanno inaugurato un nuovo ciclo di depredazione ed acutizzazione delle disuguaglianze.
Invece di restare a braccia conserte, i disastrati dalle riforme hanno protestato. Tuttavia, invece di rispondere ai loro reclami, il governo federale e la classe politica li hanno insultati. Hanno seguito la massimo salinista del non li vedo né li sento. Fingendo di non sapere. Di fronte ad ogni nuova protesta, assicuravano che la situazione era sotto controllo. Invece di ascoltare la tempesta che si avvicinava i firmatari del patto ed i loro successori alla guida dei partiti si sono ostinati a continuare a sorridere per le foto.
Per cinque anni e mezzo le vittime delle controriforme del Patto per il Messico hanno resistito. In ondate successive di indignazione organizzata, centinaia di migliaia di insegnanti hanno contestato la riforma della scuola. All'inizio del 2017 moltitudini iraconde hanno saccheggiato i grandi magazzini e bloccato le strade per esprimere il loro scontento col gasolinazo, eredità diretta della riforma energetica. Industriali indignati dalla riforma fiscale hanno fatto tintinnare i gioielli e sventolato portafogli per fare sentire la loro disapprovazione verso le nuove norme. Lungi dall'interrompere il monopolio delle grandi società di telecomunicazione, la riforma del settore ha riunito nelle proteste grandi consorzi.
Nella fotografia del Patto per il Messico di quel 20 dicembre 2012 non c'è Andrés Manuel López Obrador. Non è un piccolo dettaglio. Solo qualche mese prima era arrivato secondo alle elezioni per la presidenza della Repubblica con quasi 16 milioni di voti. A loro non importava. Credevano che lasciandolo fuori dall'accordo e cancellandolo dall'immagine lo avrebbero escluso dalla scena politica nazionale. Se non appare nella foto del potere - si sono detti - non esiste. In realtà, gli hanno fatto un favore.
López Obrador criticò l'accordo. In realtà, il Patto per il Messico – dichiarò in molte occasioni - un Patto contro il Messico. Si tratta - spiegava - di una mera manovra per privatizzare l'industria petrolifera. Si è opposto pubblicamente alla maggioranza delle riforme che l'accompagnavano. Le ha denunciate come parte degli affari della mafia al potere. Tuttavia, salvo nel caso della riforma energetica (e molti anni dopo essere stata approvata, in un'occasione, quella della scuola) non ha mai invitato a mobilitarsi contro di esse. Benché parte dei suoi simpatizzanti si siano inseriti direttamente nella lotta contro quelle riforme, lui non l'ha fatto ed ha concentrato le sue forze ad organizzare il suo partito, Morena, a partecipare alle elezioni e costruire la sua candidatura. È stato un leader politico di partito e non un dirigente sociale.
Ha vinto la scommessa. Senza partecipare direttamente in Morena, e senza che i suoi dirigenti siano stati candidati nelle sue liste, una parte di chi ha organizzato la contestazione nell'ultima fase delle riforme neoliberali si è unita all'onda lopezobradorista. Hanno votato contro i partiti del Patto per il Messico e premiato elettoralmente chi ha preso le distanze criticamente da una modernizzazione verticale, autoritaria ed escludente. Per i suoi firmatari, il Patto per il Messico è risultato essere il bacio del diavolo. http://www.jornada.com.mx/2018/07/03/opinion/019a1pol
Twitter: @lhan55


martedì 3 luglio 2018

La vittoria di Andrés Manuel Lopez

La vittoria di Andrés Manuel Lopez Obrador (Amlo) in Messico è sicuramente una buona notizia.
in un Messico sempre più NarcoStato  dove la violenza l'uccisione di giornalisti è entrata prepotentemente nella quotidianità, dove la corruzione è prassi nelle istituzioni, un presidente storicamente progressista, va a rompere gli schemi politici che fino ad oggi  hanno tenuto imbrigliato qualsiasi ipotesi alternativa ai vecchi partiti (PRI,PRD,PAN).
Questo non vuol dire che le storiche istanze della sinistra messicana, comprese quelle degli zapatisti, rientrino nel progetto del movimento di Obrador "MORENA".
è giusto ricordare che le relazioni tra gli zapatisti e Obrador non sono mai stati rosee, fin dal 1994 anno dell'insurrezione zapatista, rivolta contro il trattato economico nafta, per arrivare alla candidatura della rappresentante indigena Marichuy  vista come un elemento di disturbo e osteggiata da Obrador,
Bisognerà vedere se nell'agenda politica del nuovo presidente messicano entrerà l'autonomia indigena e  il rispetto degli accordi di Sant Andres, se avrà il coraggio di mettere in discussione il Nafta se alla fine farà gli interessi dei milioni di messicani che gli hanno dato il voto sperando in una vita migliore!
comunque almeno con AMLO la speranza ha ritrovato il suo cammino!
QUE VIVA MEXICO QUE VIVA ZAPATA

lunedì 2 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] C. Peverieri, C. Camilli: Messico,il trionfo della speranza

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 02/lug/2018 13:17
Oggetto: [Ezln-it] C. Peverieri, C. Camilli: Messico,il trionfo della speranza
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> Messico,il trionfo della speranza
>
> Christian Peverieri, Camilla Camilli, 2/7/2018. AMLO, come è comunemente chiamato,a spoglio ancora in corso, ha ottenuto oltreil 53% delle preferenze, staccando di quasi trenta punti il successivo candidato,Ricardo Anaya della coalizione PAN-PRD. Ancora più indietro José Antonio Meade,il candidato del PRI, il partito della rivoluzione istituzionale e dell'attualepresidente Enrique Peña Nieto.
>
> Il vantaggio è talmente esagerato che nemmeno i temuti brogli elettorali potrannoeventualmente ribaltare e ha costretto gli avversari a riconoscere la sconfittae ad augurare al nuovo presidente un buon lavoro. A riprova del successo, ancheil presidente degli Stati Uniti, Trump, ha riconosciuto la vittoria di AMLO e siè detto pronto a lavorare con lui in sintonia. A lui si sono aggiunte le congratulazionidel presidente canadese Justin Trudeau, soprattutto in riferimento alla volontàdi lavorare insieme al mantenimento del NAFTA (North American Free Trade Agreement),punto chiave sostenuto anche da AMLO durante la sua campagna elettorale.
>
> In uno Zocalo gremito come solo nelle grandi occasioni, il presidente elettoha festeggiato assieme ai suoi tantissimi sostenitori tutta la notte questa che,comunque la si veda, è una giornata storica per il paese. È la prima volta infattiche il Messico avrà un presidente che non proviene dal PRI o dal PAN dopo oltre70 anni. È una sconfitta storica per il sistema politico e criminale messicano,che negli ultimi dodici anni (dalla vittoria di Felipe Calderón nel 2006 grazieai brogli elettorali proprio su AMLO), ha visto crescere una spirale di violenzainarrestabile che ha prodotto oltre 250 mila morti, 35 mila desaparecidos, 360 milarifugiati interni. In quella che è stata definita da molti come la campagna elettoralepiù violenta della storia, con oltre un centinaio di candidati (o familiari deicandidati) morti ammazzati, anche la giornata di ieri si è caratterizzata per laviolenza che solitamente avvolge la quotidianità messicana. Alcune tensioni si sonoregistrate già la mattina presto quando la gente in coda da alcune ore è stata informatadella mancanza di schede elettorali per tutti, vedendosi così privati della possibilitàdi votare. In altri casi si sono registrati casi di compravendita di voti a favoresoprattutto dei partiti del PRI e del PAN.
>
> In Michoacán è stata uccisa a colpi di pistola fuori dalla porta di casa l'attivistadel Partito del Lavoro (PT) Flora Resendiz, mentre un'altra donna, Jeny Torres,è stata uccisa nello stato di Tabasco mentre si trovava in coda al seggio in attesadi votare da due uomini a bordo di una moto. In totale sembrano essere nove le personeassassinate nella giornata di ieri, tra cui anche un militante del partito di Morena.In altri seggi gruppi di uomini dal volto coperto e armati di bastoni, pietre e,in alcuni casi, anche da armi da fuoco hanno aggredito le persone presenti. Alcunigiornalisti e osservatori denunciano di essere stati detenuti illegalmente da gruppiarmati o da forze di polizia.
>
> Le prime parole dal palco e su twitter del nuovo presidente sono state: «Nonvi tradirò, sarà un governo del popolo, con il popolo, per il popolo».
>
> Nel suo primo discorso di ringraziamento AMLO ha inoltre dichiarato che la missioneprincipale del suo mandato sarà «sradicare la corruzione e l'impunità. La corruzionenon è un fenomeno culturale ma il risultato di un regime politico decadente».
>
> Nella giornata di lunedì si conosceranno i risultati definitivi non so

Inviato dal mio telefono Huawei