lunedì 31 dicembre 2007

Il ricordo delle zapatiste cadute segna la riunione delledonne a La Garrucha - La Jornada 30dic07

 

La Jornada – Domenica 30 dicembre 2007
Machete in mano, le atenquensi gridano "Non siamo qui tutte; mancano le nostre prigionioniere!"

Il ricordo delle zapatiste cadute segna la riunione femminile in Chiapas

Di fronte a donne di 30 paesi, narrano l'evoluzione della vita dopo l'insurrezione del 1994
Hermann Bellinghausen (Inviato)
La Garrucha, Chis., 29 dicembre. Ci sono assenze che trionfano, e per le donne zapatiste le loro compagne morte "sono qui", come dice questo pomeriggio Monica, rappresentante regionale proveniente dal caracol di Morelia. E non è solo per il ricordo della comandante Ramona, ma per quello delle "guerriere" cadute durante l'insurrezione del 1994 e le donne che hanno perso la vita nella resistenza pacifica. 
L'incontro delle zapatiste con le donne del mondo nel caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer è iniziato la sera di venerdì con una cerimonia dal nuovo ed alto palco al centro della sede zapatista della selva tzeltal. Sandra, a nome della giunta di buon governo (JBG) El camino del futuro, ha dato il benvenuto alle presenti giunte da di più di 30 paesi.
La comandanta Dalia, in rappresentanza dell'EZLN, ha salutato in maniera particolare le donne di San Salvador Atenco, stato di México, e Oaxaca qui presenti, e la comandanta Susana ha condiviso il suo emozionato ricordo della comandanta Ramona. Entrambe pioniere del movimento ribelle, sono state spesso citate come le principali autrici della Legge Rivoluzionaria delle Donne, che data 1993. Per le basi di appoggio, la giovane Jessica ha salutato i comandanti militari dell'EZLN di tutte le regioni.
Un cartello si ripete in diverse parti del caracol con la scritta: "In questo incontro non possono partecipare gli uomini in qualità di: relatore, traduttore, esponente, portavoce né rappresentante delle plenarie nei giorni 29, 30 e 31 dicembre. Il 1º gennaio 2008 torneranno alla normalità". Questo dà luogo a commenti più o meno scherzosi, ma per il momento queste regole sono osservate scrupolosamente. Gli uomini, prosegue il cartello, "possono solo lavorare, cucinare, spazzare e pulire le latrine ed il caracol, curarsi dei bambini e delle bambine, portare legna".
Per tutto il giorno hanno parlato le rappresentanti delle regioni e dei caracoles di La Garrucha e Morelia. Questa mattina si sono succedute negli interventi quattro generazioni di donne zapatiste. La "nonnina" Avinia ha ricordato com'era la vita ai tempi dei finqueros di El Chaparral e Las Delicias; come i padroni abusavano delle domestiche, le violentavano, mettevano famiglia con loro, come nel caso di Javier Albores Guillén, discendente da queste famiglie e che sarebbe diventato governatore per incarico dell'ex presidente Ernesto Zedillo non tanto tempo fa.
La "compagna più grande" Elisa ha raccontato dell'organizzazione clandestina delle comunità per realizzare l'insurrezione 1º gennaio 14 anni fa. La "giovane madre e moglie" Mireya ha fatto riferimento all'esperienza della guerra e della vita in resistenza di allora, con il progressivo inserimento delle donne nella vita politica, agraria, di educazione, salute e partecipazione comunitaria nei municipi autonomi. Ha denunciato la Opddic "che vuole toglierci i terreni che abbiamo recuperato dopo il 1994, perché segue le brutte idee del malgoverno".
Ha dichiarato che "non tradiremo mai il sangue versato, continueremo a resistere". Alla fine, la "giovane nubile" Adriana ha parlato dell'educazione autonoma e dei cambiamenti nelle famiglie rispetto alla condizione ed alla partecipazione delle donne "che non vanno più ai balli solo per cercare marito", perché hanno più libertà.
In presenza delle comandantas Dalia e Rosalina, e delle capitanas insurgentes Gabriela, Elena e Hortencia, una bambina di nove anni, Marina, della comunità San Rafael, ha dichiarato: "Noi non accettiamo elemosine né briciole dal malgoverno" e si è proclamata "orgogliosamente zapatista"; ne ha approfittato anche per chiedere alla JBG maggiore appoggio alla scuola primaria della sua comunità. La comandante Rosalina ha raccontato che la violenza domestica era molto comune nelle comunità indigene, ma che a partire dall'insurrezione e con la resistenza, la situazione è migliorata.
Straripante di partecipanti, l'auditorium del caracol ha accolto durante il giorno oltre 500 donne, sia indigene delle differenti regioni ribelli sia provenienti dal Messico e dai cinque continenti. Molte altre e tutti gli uomini presenti all'incontro, si affollavano fuori dall'auditorium o ascoltavano a distanza grazie all'impanto audio installato nella spianata.
La comandanta Dalia ha letto un messaggio a nome dell'EZLN rivolto all'altra campagna ed alle tante lotte. Tra loro, un'importante presenza delle delegate di Vía Campesina di Asia, Europa, Nord, Centro e Sudamerica, così come i Sin Tierra del Brasile e vari collettivi femminili. "La nostra lotta è per gli e le indigene e non indigene", ha detto Dalia. "Dobbiamo mostrare nei fatti che siamo davvero ribelli. È necessario, è giusto che siamo organizzate per difendere le nostre terre. Non perdoneremo mai quello che ci ha fatto il capitalismo".  
Nelle sessioni pomeridiana e serale si sono ascoltati gli interventi delle delegate del caracol di Morelia. Hanno rivolto un riconoscimento speciale alle prigioniere politiche di Atenco, Oaxaca e del resto del paese. Un gruppo di donne di Atenco tra le quali c'era Trinidad Ramírez, moglie di Ignacio del Valle, hanno innalzato i loro machete al grido di "Non siamo qui tutte, mancano le nostre prigioniere!". 
Nelle pause, un gruppo musicale ha suonato cumbias rivoluzionarie, come la Canción de las mujeres, che celebra "la speranza di tutte le dimenticate".
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

sabato 29 dicembre 2007

Si apre oggi in Chiapas il Terzo Incontro dei PopoliZapatisti - La Jornada 29dic07


– Sabato 29 dicembre 2007
 
- L'evento riunirà donne dell'EZLN con "compagne" di tutti i continenti
 
Si apre oggi in Chiapas il Terzo Incontro dei Popoli Zapatisti
 
- Si discuterà, tra altri argomenti, sulle azioni collettive all'interno della vita autonoma di villaggi, cooperative, municipi ribelli e giunte di buon governo
 
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
San Cristóbal de las Casas, Chis. 28 dicembre. Come annunciato il 28 luglio scorso dalla "compagna" Everilda nel caracol di La Realidad, questo sabato comincia il Terzo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo. La nuova riunione internazionale in territorio ribelle avrà la particolarità di riunire esclusivamente donne delle comunità in resistenza con le loro compagne di tutti i continenti. 
  
Dal giovedì hanno cominciato ad arrivare le (ed i) partecipanti nel caracol Hacia un nuevo amanecer, di La Garrucha, nel municipio autonomo ribelle Francisco Gómez. Gruppi, collettivi, organizzazioni di tutta la Repubblica e di diversi paesi si danno appuntamento in questa comunità tzeltal per ascoltare le zapatiste raccontare e riflettere sulle loro azioni collettive all'interno della vita autonoma dei loro villaggi, cooperative, municipi ribelli e giunte di buon governo.
 
Everilda, che sei mesi fa si era presentata come "candidata a membro del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno", disse allora che la riunione delle donne avrebbe avuto il nome della comandante Ramona e sarebbe stata dedicata a lei. Morta nel gennaio del 2006, Ramona è stata una delle pioniere della resistenza pacifica e civile delle donne dentro la ribellione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). 
 
La giovane Everilda disse: "Chiediamo ai compagni uomini che ci aiutino per la parte logistica e che ci ascoltino, ma stando zitti". Raccomandò alle future partecipanti di "dire ai loro mariti di restare a casa a badare ai figli ed agli animali". Le donne si riuniranno, aggiunse, "per organizzare la lotta contro il capitalismo ed il neoliberalismo".
 
In questi mesi, in tutte le regioni zapatiste si sono svolte assemblee, laboratori e lavori collettivi in preparazione di questo incontro delle donne zapatiste con le loro sorelle del mondo. 
 
L'incontro affronterà come vivevano prima e come stanno ora le zapatiste; come si sono organizzate per ottenre i loro diritti; che responsabilità hanno acquisito; come si sostengono nella lotta; che cambiamenti vivono ora; come lottano con le loro bambine e bambini zapatisti. L'esposizione corale di queste esperienze sarà a cura di comandanti dell'EZLN e di responsabili regionali e locali, agenti autonome e commmissarie, componenti dei consigli autonomi e delle giunte di buon governo (JBG), così come commissioni, dirigenti, amministratrici e promotrici di salute ed educazione.
 
Si prevede che le zapatiste raccontino le loro attività e realtà come donne e come parte di un processo di resistenza e ribellione che compie ora 14 anni ininterrotti, forse l'esperienza di autonomia ed autogestione più lunga della storia. Parleranno della loro partecipazione nell'altra campagna e della lotta quotidiana per i loro diritti di donne, incluso dentro la resistenza zapatista, nelle loro case, scuole e campi.
 
Inoltre, si parlerà di come è stata tessuta la lotta dentro i villaggi e le regioni e la sua dinamica relazione con organizzazioni, collettivi e gruppi di diverse parti del mondo. Si tratta di un'esperienza in costruzione, dove c'è ancora molto da fare, a giudizio degli stessi zapatisti, ma nella quale sono stati raggiunti progressi inusitati di partecipazione ugualitaria nei compiti di governo all'interno di culture indigene a forte tradizione patriarcale (come, per il resto, anche nella società del paese). 
 
Tutto questo ed altro a partire dalle 10 del mattino di questo sabato 29. A La Garrucha si incontrano non solo persone e gruppi che appoggiano le e gli zapatisti e che condividono le loro lotte. Come disse il tenente colonnello Moisés ai presenti al secondo incontro, svolto nel luglio scorso: "Non siete soli. Gli zapatisti sono con voi".
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

 

martedì 25 dicembre 2007

Empoli Delegazione toscana in Chiapas in sostegno degli zapatisti due serate al csa intifada 28/29 dic


COMUNICATO STAMPA

 

Dalla fine di dicembre alla metà di gennaio una delegazione del Coordinamento Toscano di sostegno alla Lotta Zapatista sarà in Chiapas per partecipare alla carovana "L'Autonomia Possibile", organizzata insieme all'associazione Ya Basta.

Sarà un'ulteriore occasione per continuare a sostenere l'organizzazione autonoma delle comunità zapatiste e rafforzare i nostri rapporti di fratellanza con loro. E' importante la nostra presenza soprattutto in questo momento in cui da alcuni mesi le comunità indigene stanno soffrendo quotidiani attacchi e minacce da parte dell'esercito messicano e dei gruppi paramilitari, per la sola colpa di proporre una nuova forma di democrazia veramente dal "basso", fondata sullo spirito collettivo e comunitario invece che sul profitto e lo sfruttamento.

Saremo in Chiapas:

per partecipare al 3° Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, dedicato alla Comandanta Ramona. Incontro che vedrà come protagoniste le donne zapatiste che racconteranno le loro esperienze di emancipazione e di organizzazione nelle comunità.

per consegnare alla Giunta di Buon Governo del Caracol di Oventik un appoggio economico inviato dal Comune di Empoli  e dal coordinamento per continuare a sostenere il Sistema Educativo Autonomo nel progetto della biblioteca del Caracol.

per consegnare alla Giunta di Buon Governo del Caracol di Roberto Barrios un appoggio economico per il Sistema Educativo Autonomo e una lettera del consiglio comunale del Comune di Bucine che ufficializza il Patto di Amicizia nato tra il Comune e il Caracol.

per partecipare alla brigata sanitaria di cooperazione con i promotori e le promotrici di salute del Sistema Sanitario Autonomo con una compagna del CSA Intifada assistente dentista .

AL CSA INTIFADA DI EMPOLI Venerdi 28 E Sabato 29

DUE SERATE ZAPATISTE

LE ZAPATISTE SI RACCONTANO

Gli uomini e le donne zapatisti hanno dedicato il 2007 a raccontare al mondo come si stanno organizzando nelle comunità e come prosegue la dignitosa pratica dell'autonomia e dell'autogoverno.

A gennaio, col Primo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, e a luglio, col Secondo Incontro, uomini e donne delle comunità, da autorità di tutti i livelli a promotori e promotrici della salute e dell'educazione, ci hanno raccontato del loro lavoro e dell'organizzazione.

Adesso tocca alle donne, per parlare di se stesse, con il Terzo Incontro dei Popoli Zapatisti e i Popoli del Mondo, intitolato alla "Comandante Ramona", 29, 30, 31 di Dicembre.

Consapevoli dell'importanza di quest'occasione organizziamo al CSA INTIFADA 2 serate per seguire l'incontro, e parlare di donne e zapatismo.

 

Venerdi 28: alle ore 22.15 proiezioni dei video:

"Construir autonomia">> _immagini_voci_ lotte_ >> dal "II Incontro Internazionale dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo" di luglio 2007

"Mujeres en resistencia" >>_le donne di una comunità zapatista della selva si raccontano

Sabato 29: alle ore 22 proiezione del video di denuncia sul feminicidio a Ciudad Juarez:

"Bordertown"

 

Durante le due serate:

- dalle 19:30 aperta l'osteria sociale OTRO MUNDO cucina biologica toscana

- info e sabato diretta radio degli incontri

- dalle 23:30 DJ SET

Coordinamento Toscano di sostegno alla Lotta Zapatista

X INFO  http://dignidad-rebelde.blogspot.com/

 

Scheda di presentazione dei video:

CONSTRUIR AUTONOMIA

regia_montaggio: Riot Generation Video -

riprese_ Daniele Laudato e Federico Pinna - produzione_Associazione Ya Basta 2007 - 35‚ / dv

Luglio 2007, Chiapas, Pianeta Terra Secondo Incontro Internazionale dei popoli zapatisti con I popoli del mondo. Il video racconta questo straordinario momento di confronto tra diverse esperienze di ribellione nel mondo, seguendo il percorso di dibattiti e incontri proposto dal EZLN che si sono sviluppati nei giorni dell' incontro intorno a 8 temi: salute –educazione – organizzazione delle comunità- lavoro collettivo – la lotta della donna- autonomia – buon governo-bilancio del processo di costruzione dell' autonomia. Le parole delle comunità indigene zapatiste del Chiapas e il loro percorso di costruzione incessante di autonomia si intreccia con la narrazione degli ospiti speciali dell' incontro: il Movimento dei Sim Terra del Brasile, il Movimento Contadino della Corea, il Movimento contadino del Madagascar, il Movimento contadino degli Stati Uniti, e 'organizzazione Via Campesina in Europa, Asia, Africa, e America. Queste esperienze a lora volta si intersecano con persone, gruppi, collettivi, organizzazioni che lottano contro il neoliberismo in Messico e in tutto il mondo, tra cui la Carovana Italiana "Construir Autonomia" promossa dell' Associazione Ya Basta. Immagini_ parole_azioni_conessioni possibili di una moltitudine di persone e lotte che continuano a creare reti e ponti oltre gli oceani. Contro vento e marea "l'anomalia" zapatista che qualcuno credeva solo "in resistenza" costruisce un altro mondo possibile che ha ispirato il mondo intero, e durante l'incontro di luglio 2007 racconta ai popoli di tutto il mondo la propria incredibile e potente traiettoria.

MUJERES EN RESISTENCIA

Video prodotto dall'associazione PROMEDIO di San Cristobal de Las Casas, Chiapas. un'associazione che lavora nelle comunità indigene formando del personale del luogo all'utilizzo delle tecnologie di comunicazione. Il video è stato girato in una comunità della selva Lacandona con delle interviste a delle donne che raccontano sulla loro situazione di donne, del processo di emancipazione che stanno sviluppando grazie al movimento zapatista, dei tanti problemi che ancora restano.

BORDER TOWN

Titolo originale: 

Bordertown

Nazione: 

U.S.A., Messico

Anno: 

2005

Genere: 

Drammatico, Thriller

Regia: 

Gregory Nava

Mentre da una parte si parla di innalzare una specie di grande muraglia che tenga lontani dagli Stati Uniti le folle di disperati che dal Messico scelgono la via dell'emigrazione clandestina nella speranza di condizioni di vita migliori, d'altro canto i trattati commerciali hanno permesso la creazione di fiorenti industrie che basano i loro profitti su una manodopera economica e non sindacalizzata. Le "maquilladoras" sono fabbriche a ciclo continuo in territorio messicano che impiegano prevalentemente operai di sesso femminile perché più adattabili a condizioni di lavoro difficili e meno organizzate. Nella città di Juarez però molte di queste donne sono in pericolo di vita: negli ultimi 10 anni sono morte più di 400 giovani e circa 600 sono scomparse.

Una giornalista del Chicago Sentinel, Lauren Adrian (Jennifer Lopez) viene inviata contro la sua volontà ad indagare su questa serie di omicidi, e si imbatte in una ragazza che è sopravvissuta miracolosamente alle orribili violenza cui è stata sottoposta e che soprattutto è in grado di riconoscere i suoi aggressori. Inizia così una lotta senza quartiere contro l'omertà della polizia e contro dei nemici che nascondono il proprio volto dietro il potere economico e la collusione con forze politiche in Messico e negli Stati Uniti.

domenica 23 dicembre 2007

Gloria Munoz Ramirez: Il mondo non dimentica il massacro



Los de Abajo

Gloria Muñoz Ramírez
losylasdeabajo@yaoo.com.mx

Il mondo non dimentica il massacro

Acteal non è solo una ferita. Acteal è un avvertimento. Acteal si coniuga al presente e, se non si agisce in tempo, al futuro ignominioso. Il massacro di 45 indigeni che stavano pregando per la pace in Chiapas ha rivelato agli occhi del mondo la perversione della macchina governativa a tutti i suoi livelli. Ed il mondo non rimase a guardare in silenzio, nemmeno ora, anche le manifestazioni hanno meno risonanza.

A Napoli, Parigi, Barcellona, Los Angeles, Monaco ed in molte altre città si ricorderà oggi il massacro commesso in questa comunità degli Altos del Chiapas. Si insiste sull'impunità e, soprattutto, si allerta sull'attuale offensiva paramilitare che, come dieci anni fa, minaccia le comunità indigene zapatiste. Incendio di milpas, aggressioni con armi da fuoco ed armi bianche, detenzioni, invasioni, distruzione di case e di beni, sono parte delle aggressioni quotidiane che subiscono i villaggi zapatisti in questi momenti, decisi a non lasciarsi strappare le terre recuperate coll'insurrezione armata del 1994, cioè, decisi a resistere.

Questo 22 dicembre, a Parigi, il Comitato di Solidarietà con i Popoli del Chiapas in Lotta, Altreculture, la Confederazione Nazionale del Lavoro, Alternativa Libertaria ed il Partito Comunista francese, tra altri, convocano una riunione informativa presso al Fonte degli Innocente, per dire che "oggi questo crimine e molti altri in Messico sono impuniti". È annunciata inoltre per febbraio la sesta visita della Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani (CCIODH) "per monitorare la situazione attuale in Chiapas visti i segnali preoccupanti di aumento della violenza e di conflittualità nella zona". Vi parteciperanno osservatori di Francia, Italia, Germania, Svizzera, Danimarca, Stati Uniti, Canada e lo Stato spagnolo, tra altri.

A Napoli, a sud d'Italia, alcuni attivisti organizzano, questo sabato, un'installazione sulla spiaggia per ricordare le 45 vittime dei paramilitari; nell'est di Los Angeles, California, si prepara un memoriale ed un incontro su Acteal e le recenti repressioni in Chiapas, Atenco ed Oaxaca.  

Da Monaco, Germania, circola una lettere in cui si chiede "la sospensione immediata delle aggressioni contro le comunità zapatiste ed altre comunità ribelli", mentre a Barcellona si organizza una fiaccolata lungo la Rambla de Canaletas per richiamare l'attenzione "sull'odore di guerra" che si respira nel sudest messicano.

Il massacro di Acteal e la violenza successiva contro le comunità in resistenza provocò, senza dubbio, l'ondata di proteste internazionali più grande dallo scoppio del conflitto. Solo dal 22 dicembre 1997 al 13 gennaio 1998 si svolsero mobilitazioni in 130 città di 27 paesi del mondo.  

Dieci anni dopo le proteste continuano, anche se con minore forza a causa del silenzio mediatico che rende la situazione ancora più preoccupante rispetto a momenti in cui gli sguardi erano attenti. Le comunità zapatiste resistono e fanno la loro parte…

 (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

giovedì 20 dicembre 2007

La società di ecoturismo di Agua Azul si dissocia dalla Opddic HERMANN BELLINGHAUSEN

La Jornada – Giovedì 20 dicembre 2007

San Cristóbal de las Casas, Chis. 19 dicembre. La società Ecoturismo Indígena
Tzeltal de Cascadas de Agua Azul SC de RL ha diffuso oggi una dichiarazione in cui
si dissocia dall'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini
(Opddic) e dagli "atteggiamenti aggressivi e negativi che danneggino le famiglie
indigene poiché anche noi lo siamo, siamo quindi nella migliore disposizione per
dialogare, concertare ed essere noi stessi che risolviamo i nostri problemi e non
persone estranee alla nostra comunità".
In un comunicato, la società ecoturistica ha dichiarato "la disposizione che hanno
gli abitanti di Agua Azul che vivono e lavorano su queste terre dal 1952, e che
hanno smesso di coltivare per decreto ministeriale di conservazione della terra
del 1980, dedicandosi alla cura della selva e degli animali che vivono nelle
montagne, e dedicandosi attualmente alle attività turistiche delle quali vive e
mangia la nostra gente".
Con frasi simili a quelle impiegate in una comunicazione anonima della stessa
società (La Jornada, 9 e 10 dicembre), ma ora con un tono apparentemente più
conciliatore, la società (con sede nell'ejido Agua Azul, municipio di Tumbalá)
afferma: "La nostra lotta è stata sempre pacifica e nel rispetto delle garanzie
che ci concedono le leggi messicane, e sebbene sia vero che l'Organizzazione Per
la Difesa degli Indigeni e Contadini (sic) esiste e che raggruppa varie
organizzazioni contadine indigene dello stato, comunichiamo che la Opdic (sic) non
è mai intervenuta nelle questioni in relazione alla problematica di Bolonahu (sic)
e che nemmeno noi abbiamo permesso che altre organizzazioni estranee alla nostra
intervengano in questioni interne alla nostra comunità turistica di Agua Azul".
Firmano il documento Alberto López Urbina (presidente), Jeremías López Hernández
(commisario ejidale), Juan García Luna (segretario) e Salomone Bruno López
(tesoriere).

(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

mercoledì 19 dicembre 2007

Rientro del leader zapatista


 
 

La Jornada – Domenica 17 dicembre 2007

 

Rientro per il leader ribelle

 

Blanche Petrich  

 

San Cristobal de las Casa, Chis., 16 dicembre. Il subcomandante Marcos ha annunciato ieri sera che la sua presenza all'Incontro Internazionale in Memoria di Andrés Aubry sarà "l'ultima occasione, per un bel po' di tempo", in cui sarà presente a questo tipo di forum o incontri.  

 

Pronunciando il suo settimo messaggio - il rosso, "il colore della guerra" - ha denunciato che le comunità dell'EZLN in Chiapas "sono sotto aggressione" con attacchi perpetrati per la prima volta salla sinistra o con l'appoggio della sinistra. "La guerra ha odore - ha detto - ed ora noi sentiamo il fetido odore della guerra".

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

ARTICOLO DI NAVARRO SULL'ATTUALE FASE ZAPATISTA

 

La Jornada – Martedì 18 dicembre 2007

 

Luis Hernández Navarro

Il nuevo nadir zapatista

Da 13 anni è diventata una moda ricorrente tra diversi analisti politici quella di proclamare la debolezza e l'esaurimento dello zapatismo. Gli ultimi mesi del 2007 non fanno eccezione. Studiosi, giornalisti e diversi mezzi di comunicazione stampati annunciano il declino inevitabile della ribellione del sudest messicano.

Curiosamente, ogni volta che si profetizza il nadir dell'EZLN, questo rinasce con particolare impeto su terreni insospettati della scena pubblica nazionale o internazionale. Incapaci di comprendere la natura, il vigore e le radici della rivolta indigena, i detrattori confondono spesso il suo dispetto, i suoi rancori, i suoi desideri e l'opinione pubblicata con quello che veramente sta accadendo. Il mondo della politica è molto più ampio di quello che accade nel campo istituzionale e diffondono i mezzi di comunicazione.

È indubbio che la rottura dello zapatismo con l'insieme della classe politica, Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) e lopezobradorismo compresi, gli ha sottratto l'appoggio di vecchi alleati. Intellettuali ed attivisti della sinistra istituzionale lo criticano aspramente. La sua presenza sui mezzi di comunicazione è sensibilmente diminuita. Il discreto fascino di cui godeva tra alcuni settori delle classi medie è svanito. Tuttavia, questi bassi reali non implicano che non respiro, sostegni e capacità di convocazione.

Durante 13 anni, al di là dei suoi settarismi, errori e sfortune politiche, i ribelli hanno saputo re-inventarsi genuinamente più di una volta ed hanno conservato vivo il loro principale capitale: la loro forza etica.  

L'ultima dimostrazione di questo impeto è la realizzazione dell'incontro Pianeta Terra, in omaggio ad Andrés Aubry. A questo partecipano alcuni degli intellettuali antisistema più importanti del movimento contro la globalizzazione neoliberale, al fianco di pensatori nazionali di livello internazionale e rappresentanti di Vía Campesina. Tutti condividono un miscuglio molto originale di eterodossia teorica con la ricerca di alternative al capitalismo.

L'evento è un momento privilegiato per il dialogo tra chi nuota controcorrente rispetto alle tendenze dominanti. Un luogo di incontro tra forze politiche di sinistra "in carne ed ossa" e pensatori critici che non sono caduti al canto delle sirene del potere.  

A differenza di altri seminari accademici, coloro che assistono a questo devono pagare le proprie spese per arrivare fino a San Cristóbal de Las Casas. I partecipanti, intellettuali che brillano di luce propria nel mondo delle scienze sociali e delle arti, lo fanno felici di associare il loro nome a quello della causa zapatista.

Ma l'incontro non è un fatto isolato. Solo ad ottobre di questo stesso anno si è svolto, con grande successo, a Vícam, Sonora, l'Incontro dei Popoli Indigeni d'America. La riunione, convocata dall'EZLN, ha segnato il punto di avvio di un processo di organizzazione continentale di profonde radici nel continente. Solo alla sua inaugurazione hanno assistito 537 delegati indigeni (il numero è cresciuto col passare dei giorni) provenienti da 12 paesi americani, appartenenti a 54 popoli.

Senza borse di studio né viatici, i rappresentanti indigeni hanno percorso migliaia di chilometri per darsi appuntamento in mezzo al deserto. Con una logistica precaria e la persecuzione del governo; con sobrietà, avvolti da un forte sentimento anticapitalista, hanno superato parte delle loro differenze ancestrali e fatto passi avanti nell'unità.

Anche lo zapatismo ha fatto passi avanti, significativamente, nel tessuto di un'alleanza di lungo respiro con Vía Campesina, la più importante e combattiva organizzazione internazionale di agricoltori del pianeta. Con lei, i ribelli messicani hanno ampliato il loro tradizionale campo di relazioni, concentrate nell'altromondismo europeo. Si tratta di una convergenza annunciata pubblicamente a marzo di questo anno, durante l'inizio delle attività della seconda tappa dell' altra campagna a San Cristóbal de Las Casas, quando Joao Pedro Stedile, dirigente del Movimento dei Sim Terra del Brasile, e Rafael Alegría, della Campagna per la Riforma Agraria, hanno mandato messaggi videoregistrati all'EZLN.

La convergenza tra Vía Campesina e lo zapatismo ha come sfondo il ritorno della riforma agraria in Asia, Africa ed America Latina o, più propriamente, dell'intensificazione della resistenza contadina (ed indigena) contro la sottrazione delle loro terre, territori e risorse naturali. Fiorisce al margine - ed a volte contro - delle controparti dell'internazionale contadina in Messico.

Nessuna di queste iniziative internazionali sarebbe possibile se non si fosse consolidata e diffusa la costruzione dell'autonomia di fatto nelle comunità zapatiste, materializzata nelle giunte di buon governo e nei municipi ribelli.

Alcuni recenti studi accademici antizapatisti ha voluto documentare una presunta diserzione delle basi di appoggio ribelli, argomentando la lealtà intermittente del mondo indio verso distinti progetti politici (PRI, diocesi di San Cristóbal, organizzazioni produttive, EZLN) e la recente ascrizione ad una leadership non ribelle. La cosa vera è che la realtà è molto più complessa di quello che questi studi concludono e lo zapatismo continua a godere di ottima salute e radicamento tra gli indigeni chiapanechi.

Procedendo in senso contrario alla dinamica nazionale egemone, sfidando l'insieme della classe politica, lo zapatismo per tutto il 2007 ha mantenuto l'iniziativa di realizzare un'altra politica che gli ha permesso di fare crescere il suo progetto autonomistico in un ampio territorio, resistere alla persecuzione governativa nella sua zona di influenza, tessere nuove solide alleanze internazionali con forze subalterne e dialogare con un ampio ventaglio di rilevanti intellettuali altromondisti europei e latinoamericani. Niente a che vedere con l'apocalittico annuncio del suo nadir che i suoi detrattori diffondono.

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

domenica 16 dicembre 2007

EZLN e le JBG sono l'alternativa - La Jornada 16dic07

 

La Jornada – Domenica 16 dicembre 2007

 

 

- Sono d'esempio per costruire "dal basso senza entrare in un vicolo cieco", affermano

 

Attivisti internazionali: L'EZLN e le giunte di buon governo sono l'alternativa

 

- Marcos, criticando governanti e leader del PRD: "stiamo parlando dei nostri carnefici" 

 

- Peter Rosset afferma che "c'è un processo di appropriazione della natura come non si era mai visto"

 

BLANCHE PETRICH E HERMANN BELLINGHAUSEN

 

San Cristóbal de las Casas, Chis., 15 dicembre. Di fronte al portavoce ed ideologo dello zapatismo il subcomandante Marcos, un teorico dei movimenti di resistenza belga, Francois Houtart, e due organizzatori di movimenti di massA, Ricardo Gebrim, del Movimento dei Sim Terra del Brasile, e Peter Rosset, di Vía Campesina, hanno riconosciuto nell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e le sue giunte di buon governo, l'alternativa del futuro per costruire "dal basso e senza entrare in un vicolo cieco" nuove forme di lotta per affrontare il capitalismo ed i suoi effetti di distruzione della terra e del lavoro.

 

Questo, nella terza giornata dell'Incontro Internazionale in Memoria di Andrés Aubry, l'intellettuale francese che decenni fa mise le radici in terre chiapaneche e che è stato, per tutti i conferenzieri, un riferimento chiave dei loro studi. Questo sabato, a mezzogiorno, sempre con una grande partecipazione nella boscosa sede dell'Università della Terra, alla periferia di questa città, si è parlato delle opzioni del socialismo del XXI° secolo e del modo in cui il processo delle autonomie zapatiste o "l'antilulismo" del Movimento dei Sim Terra affontano il attacco del capitale, in cui tutto si compra e si vende, comprese le persone e la natura, ed alle contraddizioni proprie delle nuove e vecchie sinistre.  

 

Houtart, con molto tatto, ha messo il dito nella piaga che pare disturbare molti: l'aperta avversione del subcomandante verso i gialli, i perredisti.

 

È stato a proposito di quello che il sacerdote belga dell'Università di Lovaina e segretario della Forum Mondiale Alternativo, ha descritto come la sfida del potere mediare e conciliare tra "l'ottimismo antisistema e la necessità di istituzionalizzare le ribellioni". Ed ha affrontato lo spinoso tema di Brasile e Nicaragua. " È stato difficile per i movimenti in resistenza di questi paesi scegliere di votare per Luiz Inacio Lula dà Silva o per il Fronte Sandinista, nonostante le loro devianze, per evitare l'avanzata della destra, tanto all'interno che a livello regionale. Con tutto il rispetto, mi domando se in Messico un ragionamento simile avesse potuto impedire l'ascesa di un governo di destra ed illegittimo". Cauto ha precisato: " È solo una domanda".

 

Con lo stesso tatto, la domanda non è rimase senza risposta da parte di Marcos. Quando è arrivato il suo turno di parlare ha ricordato che quando gli zapatisti criticano i governanti e leader del PRD "non stiamo parlando di persone in generale. Stiamo parlando dei nostri carnefici, i nostri persecutori". Ed ha ripreso un tema che ha affrontato più volte. "Se noi avessimo appoggiato l'opzione di destra, oggi ci troveremmo in un gran pasticcio. Noi siamo solo riusciti ad intuire quello che stava succedendo".

 

Houtart, il primo ad intervenire, ha parlato del fallimento del socialismo del XX° secolo, "che ha dovuto camminare con le gambe del capitalismo" e che non ha raggiunto le minime premesse, come lo sviluppo dell'uso sostenibile delle risorse, privilegiare il valore d'uso sul valore di scmbio, creare una democrazia generalizzata e permettere la multiculturalità. Questi sono, ha aggiunto , alcuni degli assi del socialismo del XXI° secolo che, ha osservato, "non potrà essere raggiunto per decreto". Al contrario, ha concluso, le lotte antisistema dovranno non solo criticare ma contrastare "i processi di accumulazione ed i loro effetti distruttivi sulla terra e sul lavoro".

 

Ricardo Gebrim, del Brasil, ha rilevato che quando nel 2002 l'insieme della sinistra brasiliana raggiunse il suo sogno - Lula al potere - si è esaurito il ciclo nel quale tutti credevano che sarebbe cominciata la trasformazione ed è subentrata la delusione. "Lula non si è mai prefisso di costruire una forza sociale del cambiamento". Nonostante la frustrazione, ha aggiunto, 25 anni di lotta non si smontano tanto facilmente ed una parte di quella sinistra, il MST, hanno iniziato un nuovo ciclo riconoscendo "che la democrazia elettorale è un meccanismo di riproduzione dell'imperialismo".

 

Ha citato l'esperienza bolivariana del Venezuela come "la conquista di una sollevazione per la via elettorale", e quella della Bolivia, "ancora più chiara, un'azione insurrezionale che ha combinato la sua mobilitazione con la lotta istituzionale". Ha spiegato la nuova fase che vive il MST del Brasile con una consultazione popolare tra i movimenti popolari per cercare una nuova forma di organizzazione politica al margine del Partito del Lavoro ufficiale. Ed ha concluso con una frase di speranza: "Ogni brutto momento a la sua fine. Bisogna essere preparati e guardare l'orizzonte".

 

Peter Rosset, del Centro di Studi per il Cambiamento nella Campagna Messicana e frequentatore degli incontri zapatisti, ha ricordato che l'attacco delle multinazionali per appropriarsi delle risorse naturali si è acutizzato nella misura in cui si sono esaurite altre sfere di affari. "Oggi è in atto un processo di appropriazione della natura come non l'avevamo mai visto dal periodo coloniale", ha rilevato. E per raggiungere i suoi scopi, il capitale prima caccia la gente dalle sue terre e poi ristruttura i territori.

 

In Messico, ha citato, ci sono 6,2 milioni di contadini derubati da quando è entrato in vigore il Trattato di Libero Commercio, nel 1994. In Brasile, ogni anno vengono cacciate dalle campagne 200 mila famiglie. In India si sono creati territori speciali enormi, che occupano le migliori terre, per progetti industriali ed agroindustriali. E dove c'è resistenza all'abuso, la risposta dello Stato è la stessa: militarizzazione, paramilitarizzazione, guerra. Inoltre, ha avvertito sulla nuova trappola, nella quale stanno George Bush, "l'ex compagno Lula" e molti altri governi: le riserve ecologiche che sono "svuotate" delle comunità rurali per essere consegnate a progetti di biotecnologia, turismo o biocombustibili. "Oggi - ha detto - il capitalismo si veste di verde, ma non è altro che parte del genocidio stesso".

 

Ma a queste tendenze si oppongono, in tutto il mondo, movimenti rurali di nuovo tipo, autonomi, alcuni antisistema ed altri ancora con vincoli istituzionali, ma tutti che provano forme di lotta "che vanno dal pacifismo gandhiano, passando per l'azione diretta, fino, in alcuni casi, alla lotta armata".  

 

Ha citato molti esempi. Il MST, i cui organizzazioni in Brasile abbracciano già una superficie simile a quella dell'Italia, lo zapatismo, l'Associazione di Contadini di Cuba e movimenti molto diversi come quelli dell'Indonesia, Zimbawe, Paraguay e Tailandia, dove si sono organizzati alcuni caracoles di ispirazione chiapaneca.

 

In sintesi, ha concluso Rosset, non abbiamo perso la guerra. Ma non solo, credo che possiamo vincerla".

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

mercoledì 12 dicembre 2007

Carovana di donne verso l'Incontro delle Zapatiste

>
>
> Riceviamo, traduciamo e inoltriamo:
>
> A tutti i media liberi, alle organizzazioni sociali nazionali e
> internazionali, agli individui.
>
> Chiediamo un'appoggio economico per sostenere le spese di viaggio della
> delegazione composta da 20 compagne nominata "Carovana America del Valle"
> diretta in Chiapas all'Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del
> Mondo
> con tema riguardante le donne, che comincera' il 29 dicembre e che si
> concludera' il 31 nel Caracol La Garrucha.
>
> Noi, compagne e compagni di diversi collettivi sia del Distretto Federale,
> sia di Oaxaca, ci stiamo organizzando per garantire il trasporto di 20
> compagne di diverse parti del Messico e del mondo. Le donne che
> accompagneremo avranno compiti ben precisi in rappresentanza di un settore
> o di una regione, come il caso delle compagne di Oaxaca, le quali molte
> rappresenteranno le comunita' indigene. Queste donne non hanno le risorse
> economiche per poter affrontare questo viaggio ed e' di grande importanza
> per la lotta dell'Altra Campagna che le donne si incontrino e scambino le
> loro idee e parole.
>
> Donne indigene, studentesse, lavoratrici sessuali, operaie, contadine,
> detenute politiche, si daranno appuntamento in questo incontro con
> l'obiettivo di creare collegamenti, momenti di analisi, discussioni e
> scambio di esperienze di lotta con la finalita' di creare vincoli che ci
> permettano di conoscere le nostre richieste, le prospettive e soprattutto
> le proposte per combattere l'attuale politica di sterminio sostenuta da
> questo governo capitalista, neoliberista e patriarcale.
>
> Nell'invitare le compagne che faranno parte della "Carovana America del
> Valle" si stanno tenendo una serie di riunioni delle donne dell'Altra
> Campagna, da cui stiamo cercando di ottenere il riconoscimento di piu'
> donne possibili, costruendo cosi' un'opportunita' e un cammino verso
> l'Incontro delle Donne Zapatiste.
>
> Abbiamo scelto di dare alla carovana il nome di America del Valle in
> omaggio alla nostra compagna dell'Altra Campagna che attualmente e'
> costretta all'esilio a causa della persecuzione politica cominciata dopo i
> fatti del 3 e 4 maggio del 2006 ad Atenco e Texcoco, nello stato del
> Messico
>
> Maggiori informazioni su Atenco in italiano:
> http://www.tmcrew.org/chiapas/2007/atenco/atenco06.htm
>
> Maggiori informazioni in spagnolo su Atenco:
> http://es.wikipedia.org/wiki/San_Salvador_Atenco
> http://en.wikipedia.org/wiki/Atenco
>
> Chiunque volesse partecipare con una sottoscrizione e' pregato di
> contattarci alla mail:
> caravanaamericadelvalle@riseup.net
>
> ---
>
> Trascrizione delle parole della compagna Everilda, candidata al Comitato
> Clandestino Rivoluzionario Indigeno, il 28 luglio del 2007 a La Realidad,
> Chiapas, come invito al Terzo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli
> del Mondo.
>
> Compagni e compagne del Messico e del mondo.
>
> Buona sera a tutti e tutte. Con questo Secondo Incontro dei Popoli
> Zapatisti con i Popoli del Mondo ci siamo incoraggiate molto, sentiamo una
> grande responsabilita' e questo ci inquieta abbastanza. Ci fa pensare.
> Dato
> che e' molto quello che vogliamo dirvi in questo incontro, a mala pena ci
> basta il tempo per parlarvi di quello che stiamo facendo come popoli
> zapatisti e non c'e' tempo per discutere di altre cose, specialmente di
> noialtre zapatiste.
>
> Per questo vogliamo dirvi in anticipo che resteranno riguardate con cura
> tra noi queste parole mentre andrete a informare i/le nostri/e compagni/e
> nei vostri villaggi riguardo quello che avete visto e ascoltato, affinche'
> siano informati anche i/le compagni/e che ora mancano.
>
> Pero' pensiamo che sia meglio che gia' portiate anche il messaggio di
> invito che noi zapatiste facciamo per convocare il Terzo Incontro dei
> Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, cui principale e unico tema sara'
> "le zapatiste", cioe' l'incontro di noialtre con le compagne donne del
> Messico e del mondo.
>
> Parleremo noi zapatiste con le compagne del mondo e ci potranno fare
> domande su come ci organizziamo, piu' direttamente in quanto donne.
>
> Chiediamo ai compagni zapatisti, uomini, che ci aiutino nelle questioni
> logistiche. Potranno participare anche i compagni del Messico e del mondo
> per ascoltarci, pero' in silenzio, uguale come i nostri uomini, i compagni
> zapatisti.
>
> Questo Terzo Incontro, dato che sara' dedicato specialmente alle donne
> zapatiste, sara' dedicato alla comandante Ramona, portandone il suo nome.
>
> Allora rimaniamo cosi': Terzo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli
> del Mondo: la comandante Ramona e le zapatiste. Cosi' che portiate il
> messaggio alle altre compagne. Che possano prepararsi. Allo stesso tempo,
> che dicano ai propri sposi che devono restare qualche giorno a casa a
> prendersi cura della faccende domestiche, dei figli e degli animali,
> mentre
> le loro mogli usciranno e si incontreranno con le zapatiste per
> organizzarsi su come lottare contro il capitalismo e il neoliberismo.
>
> Questo incontro pensiamo di portarlo a termine negli ultimi giorni di
> dicembre 2007. Stiamo consultando le compagne e i compagni della Giunta di
> Buon Governo della comunita' de La Garrucha, cioe' della sede del Caracol,
> se ci permettono di realizzare questo evento. Confermeremo [data e luogo
> confermato, ndt]. Vi chiediamo quindi di visitare le pagine del sito
> internet della Zezta Internacional e dell'Enlace Zapatista, Commissione
> Intergalattica della Commissione Sesta dell'Altra Campagna.
>
> I giorni dovrebbero essere: il 28 dicembre l'arrivo al Caracol de La
> Garrucha per registrarsi. 29, 30 e 31 dicembre, tavoli plenari di lavoro
> delle donne zapatiste con momenti per le domande delle donne del mondo. Il
> primo gennaio, celebrazione del nostro quattordicesimo anniversario del
> sollevamento di queste degne terre. Questo e' l'invito, compagni e
> compagne. Qui vi aspetteremo come da sempre a porte aperte.
>
> dal Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comandania Generale
> dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, la Commissione Sesta e
> la
> Commissione Intergalattica dell'EZLN, Tenente Colonello Insurgente Moises
> e
> Subcomandante Insurgente Marcos.
>
> (Tradotto da Nodo Solidale - www.autistici.org/nodosolidale)
>
> Informazioni in italiano sul Primo Incontro dei Popoli Zapatisti con i
> Popoli del mondo:
> http://www.tmcrew.org/chiapas/2007/incontro_01.htm
>
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martedì 11 dicembre 2007

abines: Rispetto per il valore morale dell’EZLN - La Jornada 11dic07

 
 

(...che cosa si starà preparando...?)
 
 
La Jornada – Martedì 11 dicembre 2007

 

- Nella sua prima Relazione di governo riconosce "la profondità delle rivendicazioni" dell'EZLN

 

Sabines: Il Chiapas mai più sarà lo scenario di crimini di lesa umanità

 

- "La sfida più importante che abbiamo dovuto affrontare è stata la contingenza per le piogge"

- Risalta le azioni per liberare 60 imputati considerati detenuti politici

 

ÁNGELES MARISCAL

 

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 10 dicembre . Nel contesto della sua prima Relazione di governo, Juan Sabines Guerrero ha riconosciuto all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) "rispetto profondo per il suo valore morale e la profondità delle sue rivendicazioni". Si è impegnato, inoltre, a far sì che "il Chiapas non torni mai più ad essere lo scenario di crimini di lesa umanità, come quello di Acteal.

"In Chiapas convergono tutte le religioni, tutti i partiti, tutte le classi sociali, tutte le lingue e tutte le idee, sia di chi crede nella legge del più forte sia di chi depone le armi per rappresentare una nuova tappa della sua lotta.

"Saluto il promettente progetto, la provocatoria realtà dello zapatismo, ed insisto, il silenzio delle sue armi non è il silenzio della sua causa. Quello che offro all'EZLN è rispetto, rispetto profondo per il suo valore morale, rispetto per la profondità delle sue rivendicazioni", ha dichiarato il mandatario davanti ai rappresentanti dei tre poteri del governo statale, al segretario di Governo federale, Francisco Ramírez Acuña, ad altri politici e leader dei diversi settori sociali e produttivi.

Quasi alla fine del suo discorso, Juan Sabines Guerrero ha affermato che i chiapanechi devono essere orgogliosi della diversità presente nello stato, se questa è vissuta nel rispetto, libertà ed unità.

(…….)

http://www.jornada.unam.mx/texto/017n1pol.htm

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

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