sabato 29 settembre 2007

ALLARME OFFENSIVA IN CHIAPAS!

 

 

Los de Abajo – La Jornada 29 settembre 2007

 
Gloria Muñoz Ramírez
losylasdeabajo@yahoo.com.mx
 

Allarme offensiva in Chiapas

 
Attualmente si sta portando avanti nei territori ribelli zapatisti una delle offensive più allarmanti degli ultimi dieci anni, fprse solo paragonabile con quella intrapresa nel periodo 1997-1998, quando i governi priusti guidarono una campagna militare e paramilitare sanguinosa contro le comunità indigene in resistenza. Dopo il massacro di Acteal e del successivo ed inutile tentativo governativo di disarticolare i municipi autonomi zapatisti, migliaia di voci, individuali e collettive, del Messico e del mondo, si sollevarono per respingere la selvaggia aggressione.
 
Oggi il paese e le circostanze sono diverse. I mezzi di comunicazione non ci sono né abbondano le voci che si alzino contro l'impunità, ma il clima in Chiapas è teso come allora. Le autorità autonome del municipio San Andrés Sakamchen de los Pobres sono minacciate di morte dal gruppo paramilitare autodenominato Opddic roja. Il pretesto dei paramilitari è che il consiglio zapatista sta per inaugurare un mercato municipale autonomo ed una scuola primaria in alcuni edifici recuperati nel 1994. Contemporaneamente, nella zona nord dello stato, la giunta di buon governo ha denunciato la persecuzione nel municipio autonomo Ak‚abalna, da parte di un gruppo paramilitare formato da circa 50 persone armate e in divisa appartenenti al PRD ed al PRI, i quali che contano sul sostegno dell'Esercito e della polizia dello stato. Le minacce sono perché vogliono togliere loro le terre recuperate che formano la comunità Nueva Revolución.
 
Un'altra azione contro i territori recuperati è avvenuta a Bolom Ajaw. Qui si è verificata una situazionale allarmante che ha mostrato la strategia unitaria tra i governi federale e statale, i paramilitari ed i mezzi di comunicazione locali (ed alcuni nazionali) che hanno diffuso la versione secondo cui in questa comunità si è verificato uno "scontro" tra "miliziani zapatisti armati" e persone del villaggio. La realtà è che membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (paramilitari) hanno ferito tre zapatisti civili disarmati, come parte di una strategia che ha come ogbiettivo quello di sgomberare 41 famiglie zapatiste da 339 ettari recuperati che il governo vuole destinare a "progetti ecoturistici".
 
Inoltre, questa settimana il PRD chiapaneco è riuscito a mettere insieme zapatisti, perredisti e priisti contro di lui, che hanno denunciato l'inquinamento del fiume della comunità Los Mangos (a Pantelhó) causato dal sistema fognario costruito dal sindaco del PRD, Armando Cruz, famoso per "operare da Cristóbal de las Casas e per i suoi atti di corruzione e per la sua inefficienza". 
 
Il clima in Chiapas è ogni giorno più teso. È preoccupante il silenzio mediatico così come l'indifferenza, deliberata o no, di settori della comunità nazionale ed internazionale. Nel 1997 ci furono avvisaglie allarmanti. Oggi, come 10 anni fa, le comunità zapatiste resistono e costruiscono, contro vento e marea, quell'altro mondo possibile che ha inspirato il mondo intero.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

mercoledì 26 settembre 2007

E' MORTO ANDRES AUBRY - L.H. NAVARRO

 

La Jornada – Martedì 25 settembre 2007
 
Luis Hernández Navarro
 

Andrés Aubry: il destriero slegato

 
Aveva 80 anni. Tornava da una visita medica. Andrés Aubry voleva andare con la sua auto fino a Vicam, Sonora, per partecipare all'incontro indigeno. Stava tornando a San Cristóbal de las Casas. Non vi è giunto. Un tir di colore blu si è scontrato frontalmente con la sua auto bianca tracker.
 
Andrés Aubry si trovava in un momento di grande produttività. Aveva superato il profondo dolore provocatogli dalla perdita della sua compagna, Angélica Inda. Interlocutore privilegiato dell'esperienza autonomista zapatista, manteneva con i suoi dirigenti un dialogo fecondo. La sua era una visione maturata del Chiapas.
 
La sua formazione ortodossa divenne eterodossa. Nato in Francia nel 1927, ha studiato etnosociologia a Beirut, Libano, e sociologia e storia a Parigi. Ha lavorato nel suo paese nativo, in Belgio e Spagna. È stato consulente del Concilio Vaticano II, del Celam, dell'UNESCO e della Conai. Il suo incontro con Samuel Ruiz in Colombia fu fondamentale per il suo trasferimento a vivere in Messico. Arrivò in Chiapas nel 1973, anno dell'ultima storica inondazione di Jovel. La catastrofe – disse – gli insegnò che questa entità è uno stato dimenticato dalla natura e dagli uomini.
 
Partecipò al Congresso Nazionale Indigeno del 1974. Fondò, insieme a Jan Rus, l'Istituto di Consulenza Antropologica per la Regione Maya AC (Inaremac). Con Angélica Inda pubblicò 34 numeri del Bollettino dell'Archivio Diocesano di San Cristóbal de las Casas.
 
Andrés Aubry è stato, simultaneamente, un intellettuale dell'altra Chiesa cattolica chiapaneca e del mondo indigeno. Accompagnò la fucina dell'istituzione ecclesiale popolare di Samuel Ruiz nella diocesi di San Cristóbal, la formulazione della teologia india e la ricostituzione dei popoli originari in Chiapas.
 
In Bartolomé de las Casas trovò la matrice della sua ribellione. "La Chiesa latinoamericana - scrisse - come la lotta indigena, ha 500 anni. In Chiapas nacque ribelle perché il fondatore della diocesi, Fray Bartolomé de las Casas, fu condannato dal re e dall'Inquisizione nel 1570. La ragione? Tra molte altre, ma la principale: la sua tesi secondo cui la sovranità del continente è degli indios…".
 
Questo carattere duale l'ha accompagnato fino alla sua morte. Nella cattedrale di San Cristóbal si è officiato il rito funebre. I suoi resti sono stati vegliati nel tempio di San Nicolás, convertito in camera ardente. Lì sono accorsi gli indigeni ribelli di Oventic. Sul feretro grigio hanno collocato la bandiera rosso-nera dell'EZLN.
 
Contemporaneamente antropologo, storico e geografo, scommise sulla gestazione di una nuova antropologia che processava l'esperienza indigena. Una disciplina che sistematizzava le loro esperienze, teorizzava le loro pratiche e recuperasse il loro sapere, creando le condizioni per riattivare la memoria collettiva. Trovò nell'opera di Ferninand Braudel, Edgar Morin, Inmanuel Wallerstein e Paulo Freire gli strumenti concettuali per intraprendere questa impresa.
 
Critico acerrimo dell'accademia tradizionale, Aubry divenne alunno degli indios. Accusò gli scienziati sociali di compiere il "furto intellettuale" delle conoscenze e della saggezza dei popoli che "studiano", con fini totalmente estranei a quelli dei popoli stessi.
 
"Senza la rivoluzione dell'accademia - affermò - è impensabile un'altra scienza sociale con approcci dettati da quelli che stanno in basso, elaborati e processati da loro e a loro beneficio, non programmata dalle classi accademiche del SNI, Conacyt ed altre burocrazie intellettuali, ma dagli attori sociali, non oggetto di studio, ma programmatori dei nostri studi". L'esperto dovrà realizzare "un compito ed un impegno di dimensione comunitaria o intercomunitaria, rurale o urbana, dove investigherà ascoltando e risolverà investigando".
 
Aubry scriveva regolarmente su La Jornada. Il suo primo articolo, sulla Convenzione Nazionale Democratica, realizzata nella Selva chiapaneca, fu pubblicato nel 1994. L'ultimo: "Terra, luogo di origine, territorio", è del giugno 2007. Nelle sue collaborazioni ha analizzato le questioni relative ai paramilitari, ai disastri naturali nel Soconusco, alla Diocesi di San Cristóbal ed i successivi vescovi,al l'iniziativa Cocopa ed alla trasformazione del Chiapas da repubblica delle banane a repubblica maquiladora.
 
Più che articoli di opinione, i suoi scritti sono saggi e testimonianze illuminanti sulla questione chiapaneca. La sua redazione, sempre erudita, soffriva per doversi adattare alla dimensione richiesta per un quotidiano. Non protestò mai per questo. La sua prosa era disseminata di termini ed immagini originate sia dal minuzioso lavoro negli archivi storici che dal castigliano parlato nelle antiche fincas.
 
Alla fine degli anni '70 coordinò il progetto nel quale giovani indigeni avevano raccolto i ricordi rivoluzionari dei vecchi di Zinacantán e poi pubblicati in tzotzil e spagnolo in Cuando dejamos de ser aplastados. Il suo ultimo libro è una polemica interpretazione della genealogia del suo stato adottivo: Chiapas a contrapelo. Una agenda de trabajo para su historia en perspectiva sistémica.
 
A volte, per spiegare l'importanza degli Accordi di San Andrés e dell'autonomia per i popoli indios, ricorreva all'immagine di un destriero.
 
Secondo il suo racconto, uno splendido cavallo aveva un unico ed imbarazzante problema: non riusciva a correre. Il suo padrone spese fortune per consultare specialisti. Non si arrivò a niente: non correva. Ma il ragazzo che se ne occupava, guardava tutti con un sorrisetto furbo. Disperato, il padrone gli chiese:
 
– Se credi di sapere qualcosa, perché non parli? Cosa credi che abbia?
 
– Davvero lo vuoi sapere? – gli rispose il ragazzo.
 
– Certo, avanti!
 
- Ma, non mi crederai - insistette il sorvegliante. 
 
- Dimmelo, accidenti - ribadì il padrone. 
 
- Non vedi, padrone? - disse il ragazzo - Il fatto è che questo cavallo è legato. Perché non lo sciogliamo?
 
Come il ragazzo del racconto, Andrés Aubry passerà alla storia come l'uomo che ha dedicato la sua vita ad aiutare a sciogliere le corde che impediscono che il destriero dell'autonomia indigena corra, riattivando la memoria storica dei popoli originari.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

lunedì 24 settembre 2007

EZLN


COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDO GENERALE DELL'ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO
22 SETTEMBRE 2007

AL POPOLO DEL MESSICO
AGLI/ALLE ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE ED ALL'ALTRA CAMPAGNA

SORELLE E FRATELLI
COMPAGNI E COMPAGNE

L'EZLN VI COMUNICA LE SEGUENTI RIFLESSIONI E LE DECISIONI PRESE.

I - RIFLESSIONI

CHIAPAS

IN QUESTO MOMENTO, I GOVERNI STATALE DEL CHIAPAS E FEDERALE (RISPETTIVAMENTE DEL PRD-PRI E DEL PAN) PORTANO AVANTI UNA CAMPAGNA CONTRO LE COMUNITÀ ZAPATISTE. SGOMBERI "UFFICIALI", ATTACCHI DI PARAMILITARI, INVASIONI PATROCINATE DA FUNZIONARI, PERSECUZIONI E MINACCE TORNANO A FAR PARTE DEL PANORAMA DELLE COMUNITÀ INDIGENE, QUELLE ZAPATISTE, CHE SI SONO IMPEGNATE NELLA COSTRUZIONE DI UN PROPRIO FUTURO E NEL MIGLIORAMENTO DELLE LORO CONDIZIONI DI VITA, SEMPRE SENZA PERDERE DI VISTA LA LORO IDENTITÀ INDIGENA.

COME AI BRUTTI TEMPI DEL PRI, QUELLI DI ABSALÓN CASTELLANOS E DEL "CROCCHETTE" ALBORES GUILLÉN, IL GOVERNO PERREDISTA DEL CHIAPAS ATTACCA IL POVERO ED IL BISOGNOSO E CORTEGGIA E SERVE IL POTENTE. COME UN QUALSIASI GOVERNO DI DESTRA, QUELLO DI JUAN SABINES IN CHIAPAS PROSEGUE CON LA REPRESSIONE E L'ESPROPRIO, MA ORA SOTTO LA BANDIERA DELLA SINISTRA ED IL DOPPIO AVALLO DELLE DUE "PRESIDENZE" CHE SUBISCE IL NOSTRO PAESE: QUELLA DI FELIPE CALDERÓN (DEL PAN) E QUELLA DI ANDRÉS MANUEL LÓPEZ OBRADOR (DEL PRD E, SOPRATTUTTO, DI SE STESSO).

DIVERSAMENTE DA ALTRE OCCASIONI, QUESTE AGGRESSIONI HANNO POTUTO CONTARE SUL SILENZIO DI VOCI CHE PRIMA SI SOLLEVAVANO PER PROTESTARE E CHIEDERE GIUSTIZIA, E CHE ORA TACCIONO, FORSE PERCHÉ NON SI RICORDI CHE HANNO APPLAUDITO L'APPOGGIO DI AMLO A JUAN SABINES ED IL SUO RECENTE APPELLO AD APPOGGIARE I CANDIDATI DEL PRD PER LE PRESIDENZE MUNICIPALI E PER IL CONGRESSO LOCALE.

SI REALIZZA COSÌ QUELLO CHE, DA 3 ANNI, STIAMO DICENDO: LASSÙ NON CI SONO NÉ PRINCIPI NÉ CONVINZIONI ED INVECE CI SONO AMBIZIONI E CONVENIENZE. E SI REALIZZA QUELLO CHE ABBIAMO DENUNCIATO: LA SINISTRA ISTITUZIONALE NON È CHE UNA DESTRA VERGOGNOSA, UNA DESTRA CON ILLUSTRI AVALLI.

UNO STESSO CRIMINE HA UN GIUDIZIO DIFFERENTE: SE LE REPRESSIONI LE FA IL PAN, ALLORA BISOGNA MOBILITARSI E FERMARE IL FASCISMO; SE LE FANNO LORO DEL PRD, ALLORA BISOGNA CANCELLARE LA MEMORIA, TACERE, FAR GIOCHI DI PRESTIGIO RIDICOLI, O APPLAUDIRE. IN CHIAPAS C'È UN AUTENTICO SALTO ALL'INDIETRO NELLA POLITICA DI GOVERNO, CHE NON SI NASCONDE DIETRO LO SCUDO DELLA DESTRA CONFESSIONALE, MA DIETRO A QUELLO DELLA SINISTRA "MODERNA" E "LEGITTIMA".

NOI FAREMO QUELLO CHE SAPPIAMO FARE: RESISTERE. NON IMPORTA SE SIAMO SOLI. NON È LA PRIMA VOLTA E, PRIMA CHE CI TRASFORMASSIMO IN UNA MODA DA CAFFÉ, LO SIAMO GIÀ STATI.

MESSICO

MOLTI SONO GLI ASPETTI SUI QUALI SI DEVE RIFLETTERE, PENSARE E PRENDERE UNA POSIZIONE. CIÒ AVVERRÀ IN ALTRO LUOGO E IN ALTRI MODI. PER ADESSO DICIAMO SOLO CHE IL PUNTO PIÙ DETERMINANTE PER IL NOSTRO PAESE NON STA NELLA PRESUNTA "NEO INDIPENDENZA" DEL POTERE LEGISLATIVO RISPETTO AI MEZZI DI COMUNICAZIONE. LASSÙ IN ALTO LA POLITICA È L'ARTE DELLA SIMULAZIONE E DELLE AGENDE REALI DEL CRIMINE ORGANIZZATO (CIOÈ DEI GOVERNANTI), CHE NON SONO ENUNCIATE NELLE DICHIARAZIONI DEI POLITICI.

ORA QUELLO CHE VOGLIAMO DIRE, HA A CHE VEDERE CON IL DOPPIO SFORZO, CIVILE E PACIFICO, NEL QUALE SIAMO IMPEGNATI ATTUALMENTE COME ZAPATISTI: L'INCONTRO DEI POPOLI INDIOS D'AMERICA E L'ALTRA CAMPAGNA.

IL PRIMO RAPPRESENTA UN AVVENIMENTO SENZA PRECEDENTI. FUORI DAI CIRCOLI UFFICIALI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI, DELEGATI E RAPPRESENTANTI DEI POPOLI ORIGINARI DEL CONTINENTE AMERICANO SI TROVERANNO PER CONOSCERSI DIRETTAMENTE, PER VEDERSI ED ASCOLTARSI. CIOÈ PER INCOMINCIARE A RISPETTARSI. CHE L'INCONTRO SI REALIZZI NELL'ASSEDIATO TERRITORIO DELLA TRIBÙ YAQUI, NELLO STATO MESSICANO DI SONORA, SIMBOLIZZA LA NOSTRA LOTTA PERMANENTE PER RENDERCI VISIBILI E DARCI DA NOI STESSI LA VOCE E L'ASCOLTO CHE DALL'ALTO CI NEGANO.

I GIORNI 11, 12, 13 E 14 DI OTTOBRE, IN VICAM, SONORA, MESSICO, SAREMO PRESENTI FRA I POPOLI INDIOS: AL NOSTRO SANGUE MORENO, ABBIAMO AGGIUNTO IL COLORE ZAPATISTA.

PER QUANTO RIGUARDA L'ALTRA CAMPAGNA, QUESTA RAPPRESENTA PER NOI L'UNICO SFORZO SERIO PER COSTRUIRE UN MOVIMENTO NAZIONALE DAL BASSO E A SINISTRA.

È STRANO CHE QUELLI/E CHE PRIMA AVEVANO CRITICATO QUESTO SFORZO, USINO ORA LE STESSE PAROLE CHE USIAMO NOI PER RIFERIRSI ALLA CLASSE POLITICA, ALLA NECESSITÀ DI ASCOLTARE E DI ORGANIZZARE DAL BASSO.

COME SEGNALE DEL NOSTRO IMPEGNO CON COLORO CHE ORA SONO LE NOSTRE COMPAGNE ED I NOSTRI COMPAGNI, OLTRE AD ORGANIZZARE INCONTRI NEL NOSTRO TERRITORIO AFFINCHÉ CI CONOSCIAMO DI PIÙ, REGOLARMENTE UNA O VARIE DELEGAZIONI DELL'EZLN VIAGGIANO E VISITANO I LUOGHI DOVE SI LOTTA, PER CONOSCERLI DI PIÙ.

È STATO COSÌ CHE ABBIAMO EFFETTUATO UN PRIMO PERCORSO PER TUTTO IL NOSTRO PAESE ED ORA, CHE STIAMO FACENDO UNA BOZZA DI UN PROGRAMMA NAZIONALE DI LOTTA, NELLA QUALE CI SIANO IL SENTIMENTO ED IL PENSIERO DI COLORO CHE FANNO PARTE CON NOI DELL'ALTRA CAMPAGNA, ABBIAMO REALIZZATO UNA SECONDA VISITA NEL NORD DEL MESSICO.

COME ABBIAMO FATTO IN ALTRE OCCASIONI, OGNI VOLTA CHE SIAMO PARTITI DAL NOSTRO TERRITORIO PER VISITARE ALTRI POSTI DELLA NOSTRA PATRIA, L'EZLN SI È RIVOLTO ALLE ORGANIZZAZIONI POLITICO-MILITARI ESISTENTI PER CHIEDER LORO, RISPETTOSAMENTE, DI NON REALIZZARE AZIONI CHE POSSANO METTERE IN PERICOLO LA VITA E LA LIBERTÀ DEI NOSTRI DELEGATI E DELLE NOSTRE DELEGATE NEL LORO LAVORO CIVILE E PACIFICO.

ABBIAMO SEMPRE RICEVUTO L'ATTENZIONE ED IL RISPETTO DELLE ORGANIZZAZIONI RIVOLUZIONARIE ED IN QUALCHE OCCASIONE LE NOSTRE INIZIATIVE POLITICHE HANNO CONTATO SULLA LORO SIMPATIA.

SONO ORGANIZZAZIONI CON LE QUALI MANTENIAMO DIFFERENZE DI CONCEZIONE, DI STRUTTURA, DI METODO, DI ANALISI, DI STORIA, MA CHE RICONOSCIAMO E RISPETTIAMO. LA LORO ESISTENZA E PERSISTENZA, COME LA NOSTRA, SI DEVE ALLE GRAVI CONDIZIONI DI VITA IN CUI VERSA IL NOSTRO POPOLO ED ALLA MANCANZA DI SPAZI PER LA PARTECIPAZIONE E LA LOTTA POLITICA. ATTUALMENTE, UNA DI QUESTE ORGANIZZAZIONI RIVOLUZIONARIE, QUELLA DELL'ESERCITO POPOLARE RIVOLUZIONARIO (EPR - IN SIGLA), SOSTIENE UNA CAMPAGNA POLITICO-MILITARE PER ESIGERE LA PRESENTAZIONE IN VITA DI DUE DEI SUOI COMPAGNI DI LOTTA.

LA RICHIESTA DI PRESENTAZIONE DI QUESTI DESAPARECIDOS NON SOLO È LEGITTIMA, MA È ANCHE UNA DENUNCIA DELLA GUERRA SPORCA CHE L'AMOROSO AMANTE DELL'UNIFORME MILITARE, FELIPE CALDERÓN HINOJOSA, STA RIEDITANDO.

COME ZAPATISTI PENSIAMO CHE NON SI POSSA CHIEDERE ALL'ESERCITO POPOLARE RIVOLUZIONARIO CHE, PER PERMETTERE ALLA NOSTRA DELEGAZIONE DI PERCORRERE I TERRITORI DOVE È PRESENTE O INFLUENTE, DICHIARI UNA TREGUA E/O SOSPENDA LA CAMPAGNA IN CORSO PER LA GIUSTA E LEGITTIMA RICHIESTA DI PRESENTAZIONE DEI SUOI DESAPARECIDOS.

D'ALTRA PARTE. LA NERVOSA STUPIDITÀ DI CUI PATISCONO GLI ADDETTI ALLA REPRESSIONE UFFICIALE, SI È ACUTIZZATA PER LE RECENTI AZIONI DELL'EPR E QUINDI SI POTREBBE PENSARE CHE, ANCHE SE LA DIREZIONE DELL'ESERCITO POPOLARE RIVOLUZIONARIO. GENEROSAMENTE, ACCEDESSE AD UNA TREGUA AFFINCHÉ LA NOSTRA DELEGAZIONE POSSA COMPIERE IL SUO LAVORO, IL GOVERNO CASTRENSE DI FELIPE CALDERÓN POTREBBE MONTARE UN ATTENTATO E DOPO PRETENDERE DI AGGIUDICARNE LA PATERNITÀ ALL'EPR ARGOMENTANDO DISPUTE INESISTENTI.

È DA POCO CHE UN FUNZIONARIO GOVERNATIVO HA DETTO CHE LE SPARIZIONI DENUNCIATE DALL'EPR NON SONO STATE OPERATE DAL GOVERNO, MA DA UN'ALTRA ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA, ANCHE SE È NOTO A TUTTI CHE È IL GOVERNO CHE LI HA ARRESTATI E LI TRATTIENE E, PERTANTO, È IL GOVERNO CHE DEVE PRESENTARLI IN VITA.

II - DECISIONI

COMPAGNE E COMPAGNI

PER TUTTI QUESTI MOTIVI CHE ABBIAMO CERCATO DI SINTETIZZARE NELLA MISURA DEL POSSIBILE, ABBIAMO DECISO QUANTO SEGUE:

PRIMO - LA COMMISSIONE SESTA DELL'EZLN SOSPENDE IL GIRO DELLA SECONDA TAPPA DELL'ALTRA CAMPAGNA CHE ERA STATO ANNUNCIATO NEGLI STATI E REGIONI DEL CENTRO E DEL SUD DEL PAESE NEI MESI DI OTTOBRE, NOVEMBRE E DICEMBRE 2007, ED AL SUO POSTO REALIZZERÀ AZIONI CIVILI E PACIFICHE IN DIFESA DELLE COMUNITÀ ZAPATISTE.

SECONDO - L'EZLN RISPETTERÀ L'IMPEGNO PRESO, COME MEMBRO DELLA COMMISSIONE ORGANIZZATRICE, PER LA REALIZZAZIONE DELL'INCONTRO DEI POPOLI INDIOS D'AMERICA. UNA DELEGAZIONE DELLA DIREZIONE ZAPATISTA VIAGGERÀ ESPRESSAMENTE PER ESSERE PRESENTE NEL TERRITORIO DELLA TRIBÙ YAQUI, IN VICAM, SONORA, MESSICO, NEI GIORNI 11, 12, 13 E 14 OTTOBRE, PER PARTECIPARE A QUELLA IMPORTANTE RIUNIONE, CHIAVE PER LA LOTTA FUTURA DEI POPOLI ORIGINARI DEL NOSTRO CONTINENTE.

LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER ATENCO!
LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER OAXACA!

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Commissione Sesta dell'EZLN
Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Insurgente Marcos


(traduzione del Comitato Chiapas di Torino - www.ipsnet.it/chiapas)

venerdì 21 settembre 2007

Comunicato dell'EZLN del 16 settembre

 

COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO

COMANDO GENERALE DELL'ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO
16 SETTEMBRE 2007

AL POPOLO DEL MESSICO
AGLI/ALLE ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE ED ALL'ALTRA CAMPAGNA

SORELLE E FRATELLI
COMPAGNI E COMPAGNE

IN QUESTO NUOVO ANNIVERSARIO DELL'INIZIO DELLA LOTTA PER LA PRIMA INDIPENDENZA DEL MESSICO, L'EZLN COMUNICA QUANTO SEGUE.

SULL'INCONTRO DEI POPOLI INDIOS D'AMERICA:

PRIMO - UNA DELEGAZIONE DELLA DIREZIONE ZAPATISTA, COMPOSTA DA TRE COMANDANTAS,TRE COMANDANTI ED UN SUBCOMANDANTE, PARTECIPERÀ ALL'INCONTRO DEI POPOLI INDIOS D'AMERICA CHE SI TERRÀ NEL TERRITORIO DELLA TRIBÙ YAQUI, IN VICAM, SONORA, MESSICO, NEI GIORNI 11, 12, 13 E 14 OTTOBRE 2007.

SECONDO - QUESTA ED ALTRE DELEGAZIONI DELLA DIREZIONE ZAPATISTA PARTECIPERANNO, PER QUANTO POSSIBILE, ALLE RIUNIONI PREPARATORIE DELL'INCONTRO, CHE SI TERRANNO NEI SEGUENTI LUOGHI:

OAXACA, OAXACA, MESSICO - 4 E 5 OTTOBRE 2007

SAN PEDRO ATLAPULCO, STATO DEL MESSICO - 6 E 7 OTTOBRE 2007

NURÍO, TERRITORIO PURÉPECHA, MICHOACÁN, MESSICO - 7 E 8 OTTOBRE 2007

RANCHO EL PEÑASO, TERRITORIO DELLA NAZIONE TOHONO OD´HAM, MAGDALENA DE KINO, SONORA, MESSICO - 8 E 9 OTTOBRE 2007.

TERZO - RICORDIAMO A TUTT@ GLI/LE ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE, SIA A LIVELLO NAZIONALE CHE INTERNAZIONALE, CHE SONO INVITAT@ E CHE, SE PENSANO DI PARTECIPARE, SI DEVONO ISCRIVERE TRAMITE LA PAGINA WEB DELLA COMMISSIONE SESTA DELL'EZLN. LO STESSO CHIEDIAMO ALLE PERSONE CHE SONO STATE INVITATE DALLA COMMISSIONE ORGANIZZATTRICE.

SULLA SECONDA TAPPA DELL'ALTRA CAMPAGNA NELLE ZONE CENTRO E SUD DEL MESSICO:

PRIMO - PER ADEMPIERE AI LAVORI DELLA COMMISSIONE SESTA DELL'EZLN IN QUESTA SECONDA TAPPA, NELLE ZONE CENTRO E SUD DEL NOSTRO PAESE, UNA DELEGAZIONE DI 24 COMANDANTI E COMANDANTAS DELLA DIREZIONE ZAPATISTA PARTIRÀ DALLA CITTÀ DI SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS, CHIAPAS, IL 26 SETTEMBRE 2007, PER RECARSI A CITTÀ DEL MESSICO.
LÌ LA DELEGAZIONE SI ORGANIZZERÀ IN 8 GRUPPI CHE VISITERANNO GLI/LE ADERENTI NEGLI STATI DI NAYARIT, JALISCO, COLIMA, MICHOACÁN, GUERRERO, MORELOS, GUANAJUATO, QUERÉTARO, HIDALGO, LA HUASTECA, PUEBLA, TLAXCALA, VERACRUZ, OAXACA, CHIAPAS, QUINTANA ROO, YUCATÁN, CAMPECHE, TABASCO, STATO DEL MESSICO E DISTRETTO FEDERALE.
LE VISITE SARANNO EFFETTUATE NEI MESI DI OTTOBRE, NOVEMBRE E DICEMBRE DEL 2007 SECONDO UN CALENDARIO DETTAGLIATO CHE SARÀ RESO NOTO.

SECONDO - COME SI RICORDERÀ, L'OBIETTIVO DI QUESTA SECONDA TAPPA È REALIZZARE UNA PRIMA BOZZA DEL PROGRAMMA NAZIONALE DI LOTTA. PER QUESTA RAGIONE, I GRUPPI DELLA COMMISSIONE SESTA DELL'EZLN SI CONCENTRERANNO SPECIALMENTE SULLE RIUNIONI CON ADERENTI NEI DISTINTI PUNTI GEOGRAFICI DEL CENTRO E DEL SUD DEL NOSTRO PAESE.

TERZO - SE NELLA PRIMA TAPPA L'OBIETTIVO È STATO QUELLO DI CONOSCERCI E, PERTANTO, "QUESTO SONO E QUI STO" SONO STATE LE PAROLE PIÙ IMPORTANTI, ORA È ESSENZIALE SAPERE COME VEDIAMO IL MONDO ED IL NOSTRO PAESE, E QUALI SONO LE RICHIESTE ("CHE COSA VOGLIAMO"?) CHE ABBIAMO O CHE ABBIAMO RISCONTRATO A LIVELLO NAZIONALE, REGIONALE E LOCALE.

QUARTO - PER QUESTO, CHIEDIAMO RISPETTOSAMENTE ALLE DIVERSE UNITÀ ORGANIZZATIVE DI LAVORO DELL'ALTRA NEGLI STATI, NELLE REGIONI, SUBREGIONI E LOCALITÀ, CHE L'ORGANIZZAZIONE DELLA VISITA DELLA COMMISSIONE SESTA CONTEMPLI ESCLUSIVAMENTE LE RIUNIONI NECESSARIE PER ASCOLTARE LE RICHIESTE ESPOSTE DAGLI/DALLE ADERENTI E SIMPATIZZANTI.

QUINTO - COL FINE DI AVANZARE NELLA BOZZA DEL PROGRAMMA NAZIONALE DI LOTTA, UNA SQUADRA DI APPOGGIO ACCOMPAGNERÀ OGNI GRUPPO DELLA COMMISSIONE SESTA E SI INCARICHERÀ DI REGISTRARE E DI SCRIVERE RELAZIONI DELLE RIUNIONI.

SESTO - CHIEDIAMO PURE RISPETTOSAMENTE AI/ALLE ADERENTI IL LORO APPOGGIO PER VITTO E ALLOGGIO DEL GRUPPO E DELLA SQUADRA DI APPOGGIO CHE LI VISITERANNO, COSÌ COME UN CONTRIBUTO PER LA BENZINA DEI VEICOLI IN CUI SI TRASFERIRANNO.

SETTIMO - COME È NOTO PUBBLICAMENTE, I NOSTRI POPOLI STANNO SUBENDO UN NUOVO ATTACCO DA PARTE DEI GOVERNI FEDERALE E STATALE (RISPETTIVAMENTE DI ESTRAZIONE PANISTA E PERREDISTA), PER CUI POTREBBE DARSI CHE QUESTA PARTENZA VENGA CANCELLATA E CHE VENGANO PRESE NUOVE DECISIONI.

LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER ATENCO!
LIBERTÀ E GIUSTIZIA PER OAXACA!

Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico - settembre 2007

(traduzione del Comitato Chiapas di Torino - www.ipsnet.it/chiapas)

lunedì 17 settembre 2007

Sabato 22 settembre al csa intifada


Sabato 22 settembre
al csa intifada
via xxv aprile Ponte a Elsa Empoli
ore 22.00
ZAPATISTI!
 
Serata info con la partecipazione della delegazione
del coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista
di ritorno 
dall'incontro dei popoli zapatisti con i popoli del mondo
che si è tenuto in Chiapas dal 21 al 31 luglio
durante la serata video e info
sui progetti di solidarietà con le comuintà in resistenza zapatiste
 
 
coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista

sabato 15 settembre 2007

Zapatisti sotto il fuoco della Oppdic - La Jornada 13set07

 

Giovedì 13 settembre 2007
 
Gli aggressori hanno vincoli con le truppe federali e gli abitanti di Nueva Palestina
 
Zapatisti della comunità 6 de Octubre, sotto il fuoco per proteggere i boschi e le terre
 
Hermann Bellinghausen
 
Dalla sua fondazione, la comunità zapatista 6 de Octubre ha subito saccheggi e minacce da parte degli abitanti di San Antonio Escobar, priisti e membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic). I boschi e le terre della comunità autonoma vengono continuamente danneggiati dai loro vicini che hanno vincoli diretti con le truppe federali ed anche con la comunità lacandona di Nueva Palestina, da dove sono venuti gli assassini dei contadini choles di Viejo Velasco, nel novembre del 2006. Tutto questo, nella parte nordovest dei Montes Azules.
 
La comunità 6 de Octubre, dentro la preziosa riserva della biosfera, è abitata dar 58 famiglie, appartiene al municipio autonomo Ricardo Flores Magón si trova relativamente vicina alla comunità zapatista La Culebra (che resta però fuori dei Montes Azules).
 
Abitanti ed autorità di San Antonio Escobar (anch'esso dentro la riserva) hanno realizzato diverse azioni distruttive nei territori del municipio autonomo. Non è una novità. Persone della comunità priista sono state accusate e sanzionate dal consiglio municipale autonomo, per il saccheggio di legname pregiato avvenuto nei Montes Azules, con permessi "legali" rilasciati da funzionari statali e federali. 
 
Secondo il rapporto Terra e Territorio (settembre 2007), "a differenza delle demarcazioni di terre recuperate dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) in altre zone, quelle realizzate dai caracoles di La Garrucha e La Realidad dentro i Montes Azules hanno lo scopo di proteggere gli alberi, la flora, le risorse naturali e biotiche". La loro attività agricola si realizza sotto questi criteri. Tuttavia, i membri di Opddic "hanno implementato un attacco frontale contro le basi di appoggio zapatiste di 6 de Octubre e contro la riserva della biosfera".
 
Nel 2007 Opddic ha distrutto 30 ettari di alberi di montagna
 
Nel corso di questo anno, quelli di Opddic hanno abbattuto 30 ettari di alberi di montagna. Le basi zapatiste di 6 de Octubre hanno informato di ciò le autorità del municipio autonomo, e queste la Giunta di Buon Governo (JBG). I responsabili sono stati denunciati, incluse le autorità dell'ejido  San Antonio Escobar, tra loro Abraham Peñate Gómez, Miguel Guzmán Silvano, Sebastián Pérez Cruz, Nicolás Gómez Sánchez e Antonio Pérez López, responsabili diretti del disboscamento della montagna, coordinati da José López Gómez e  Julio López Gómez.
 
I danni provocati da Opddic nella regione non "sono minori", secondo il documento in cui il Centro di Analisi Politica ed Investigazioni Sociali ed Economiche (Capise) ricorda che l'anno scorso queste stesse persone bruciarono grandi estensioni di montagna. Gli incendi dolosi furono circoscritti da centinaia di basi zapatiste mediante tagliafuoco ed altre misure. E non è la prima volta che succede.
 
Nei mesi recenti, le ostilità di Opddic "sono incrementate gradualmente e costantemente". Pretendono di "cambiare" i confini di terreni su centinaia di chilometri e tengono sotto controllo i "confini" imposti da loro, distruggendo a loro volta i precedenti. Il disboscamento di alberi ed altra flora dentro i Montes Azules aumenta. Bruciano quello che distruggono per preparare la terra. Seminano in quelle zone. Costruiscono abitazioni nelle vicinanze della laguna Ojos Azules. Rubano banane, mais e fagioli delle famiglie zapatiste di 6 de Octubre e fanno pressioni affinché sgomberino le loro terre.
 
Secondo il rapporto delle Brigadas de Observación de Tierra y Territorio coordinate dalla JBG di La Garrucha, i membri di Opddic di San Antonio Escobar si articolano con l'accampamento militare di Monte Líbano, installato dal 31 Battaglione di Fanteria dell'Esercito federale, così come con l'accampamento di Taniperla. In precedenza si coordinavano con la base di Cintalapa, alla periferia dei Montes Azules, la quale, "per quanto possa sembrare curioso", si è ritirata a maggio de questo anno, come l'accampamento militare di San Caralampio.
 
Questi abitanti priisti dei Montes Azules soni i "buoni" per i governi federale e statale. Funzionari agrari ed ambientali, così come poliziotti dello stato e del municipio ufficiale di Ocosingo, coprono le loro attività illecite, mentre in altri villaggi della zona si perseguono, sgomberano ed imprigionano le famiglie zapatiste.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)


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giovedì 13 settembre 2007

In marcia da dicembre, piano del governo contro membri dell'EZLN

----- Original Message -----
marcia da dicembre, piano del governo contro membri dell'EZLN


> La Jornada - 12 settembre 2007
> Ne fanno parte almeno quattro segreterie, corporazioni poliziesche e
> perfino
> il Congresso
> In marcia da dicembre, piano del governo contro membri dell'EZLN
> Hermann Bellinghausen
>
> Secondo una relazione "di campo" elaborata da brigate indipendenti, a
> partire
> da dicembre si è dispiegata sulle terre recuperate dall'Esercito Zapatista
> di
> Liberazione Nazionale (EZLN) nel 1994 "una escalation di aggressioni e
> intimidazioni", puntellata in un "vertiginoso processo di sottrazione di
> terre", occultato da una presunta "disputa" per il controllo territoriale
> e
> dall'intenzione di praticare "sgomberi forzosi contro centinaia di
> famiglie
> zapatiste" in Chiapas.
>
> Il 25 marzo, la Commissione Sesta dell'EZLN rese pubblica la Campagna
> mondiale per la difesa delle terre e dei territori indigeni e contadini,
> autonomi, del Chiapas, del Messico e del mondo. Di fronte all'attuale
> panorama di repressione e spoliazione, i popoli zapatisti hanno
> implementato
> il programma Brigate di Osservazione Terra e Territorio (BOTT), insieme
> col
> Centro di Analisi Politica ed Investigazioni Sociali ed Economiche
> (CAPISE).
> Il piano consiste nel formare gruppi per "osservare, dialogare con
> autorità
> autonome e famiglie indigene minacciate nelle loro integrità, beni,
> autonomia, terre e territori".
>
> La modalità di lavoro è stata concordata tra le giunte di buon governo
> (JBG)
> e quel centro. "Una volta in campo, le BOTT sono coordinate dalle JBG e
> dalle
> autorità dei municipi autonomi. Le BOTT osservano e documentano le
> aggressioni e minacce che subiscono vari villaggi zapatisti". La strategia
> del governo con la formazione della "contra" e dello "sviluppo" di
> progetti
> previsti dentro territori indigeni, secondo la relazione Terra e
> territorio
> (CAPISE, settembre 2007), sono "attestati, operati ed occultati" da parte
> delle segreterie della Riforma Agraria, della Difesa Nazionale, delle
> Comunicazioni e Trasporti, e del Governo; dalla Procura Agraria; dalla
> Sicurezza Pubblica federale, statale e municipale e dal Congresso
> dell'Unione.
>
> "La strategia si denuncia da sola", visto che parla di "una difesa della
> riserva della biosfera dei Montes Azules". Ma non solo: l'EZLN e la
> costruzione della sua autonomia tradotta in libera determinazione come
> popoli
> indigeni sono "fattori determinanti nella strategia per il controllo
> politico, sociale ed economico del suo territorio".
>
> Il rapporto spiega che "la sfida nazionale" della Sesta dichiarazione
> della
> selva Lacandona non è un tema trascurato dalle autorità. In distinti
> momenti "il governo federale ha mostrato astuzia, goffaggine e brutalità
> contro i movimenti sociali; ma d'altra parte la brutalità poliziesca e
> militare incomincia a permeare il paese, in particolare contro persone ed
> organizzazioni aderenti alla Sesta dichiarazione ed all'altra campagna,
> membri dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) e diverse
> organizzazioni sociali e civili che osano contravvenire i lineamenti dello
> Stato".
>
> Come è normale che in Chiapas famiglie o membri di organizzazioni sociali
> "si
> autodenomino basi di appoggio zapatiste anche se non lo sono, con la
> finalità
> di non restare scoperti", con gli aderenti all'altra campagna
> succede "qualcosa di simile". Questo dà l'idea del "graduale impatto che
> implica la sfida dell'EZLN e dei suoi popoli", malgrado il boicottaggio
> mediatico sia "spaventoso".
>
> Questa prima relazione deriva da un lavoro collettivo tra le JBG, i
> consigli
> comunali autonomi, i popoli zapatisti, i brigatisti ed il CAPISE intorno
> al
> caracol di La Garrucha che comprende gran parte della selva tzeltal
> all'interno del municipio ufficiale di Ocosingo e raggruppa i municipi
> autonomo Francisco Gómez, San Manuel, Francisco Villa e Ricardo Flores
> Magón.
>
> Nel trascorrere degli anni si sono registrati, in diversi modi, ostilità,
> intimidazioni e minacce contro le popolazioni indigene. "Dal 1994 ad oggi,
> per lo Stato messicano il nemico continua ad essere interno: l'EZLN, col
> suo
> progetto, quello che fa e quello che rappresenta, sono temi di sicurezza
> nazionale" - sostiene il CAPISE.
>
> Dopo il lancio della Sesta ed i giri della Commissione Sesta dell'EZLN per
> il
> territorio nazionale, "lo Stato ha implementato una brutale offensiva
> contro
> i popoli zapatisti, le loro autorità ed il progetto di libera
> determinazione
> dei popoli indigeni dentro la demarcazione territoriale compresa dai
> caracol
> e dai municipi autonomi". Da dicembre ad oggi, "la recrudescenza di
> ostilità
> verso i popoli zapatisti è allarmante". L'investigazione delle BOTT
> documenta
> questo "brutale attacco" contro i popoli zapatisti.
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

martedì 11 settembre 2007

Ancora minacce di sgombero per gli zapatisti

> La Jornada - domenica 10 settembre 2007
> Abitanti di Nuevo Oxchuc invadono i campi coltivati, rubano e lanciano
> minacce
> Si acutizza la minaccia di sgombero per gli zapatisti di 20 de Febrero
> Hermann Bellinghausen - Inviato
>
> Poblado 20 de Febrero, Chis. 8 settembre - Il cammino sterrato che va da
> Toniná verso Monte Libano e serve da porta d'ingresso a varie vallate
> della
> selva Lacandona si trasforma velocemente in una strada di due corsie, con
> larghi ponti sui torrenti e fiumi. Lo stesso sta succedendo da altre
> parti.
> Ma qui la costruttrice Fer-Casa, con il vergognoso appoggio della
> Segreteria
> di Comunicazioni e Trasporti e la protezione diretto della Camera dei
> Deputati, invade campi, coltivi, cortili e taglia i pendii affinché i
> veicoli
> non incontrino ostacoli. Nelle terre zapatiste, poi, lo fa senza
> autorizzazione degli indigeni.
>
> Un gruppo di uomini riceve il reporter. è sabato e c'è una sessione di
> barbiere. Il torso nudo di uno di loro è ricoperto di capelli neri. Un
> altro
> ha le forbici in mano. Ed un terzo spiega, tranquillamente, che gli
> ejidatari
> del vicino Nuevo Oxchuc li aggrediscono perché vogliono espellerli dalle
> terre che occupano dal 20 febbraio 1997. Sono terre che furono recuperate
> dall'EZLN nel 1994 e che oggi fanno parte del municipio autonomo San
> Manuel.
>
> "La costruttrice qui ha buttato giù una collina ed ai compagni zapatisti
> di
> Santo Tomás Achín la strada è passata sui loro banani" - riferisce. Quello
> con le forbici spiega che qui ci sono 10 famiglie con 100 ettari di campi
> di
> mais, fagioli ecc. Segnala lo splendido mais che sta maturando intorno.
> "Qui
> arrivano continuamente quelli di Nuevo Oxchuc per derubarci e
> minacciarci".
>
> Secondo il rapporto "Terra e Territorio - caracol La Garrucha" del Centro
> di
> Analisi Politica e d'Indagini Sociali ed Economiche (Capise - settembre di
> 2007), "La maggioranza dei casi di terre recuperate dove si trovano
> comunità
> zapatiste, quelle di 20 de Febrero, sono entrate nel Programma di
> Acquisizioni di Terreni Rustici del Chiapas, denominato Fondo 95. Il 29
> luglio 1997, cinque mesi dopo la creazione del villaggio autonomo, i
> governi
> statale e federale accreditarono il fedecommesso immobiliare Nuevo Oxchuc,
> con i produttori rurali e la Banca di Credito Rurale dell'Istmo,
> designando
> come beneficiarie 46 famiglie dell'ARIC-Unione di Unioni (UU)".
>
> I 100 ettari di questa comunità si aggiunsero nelle 230 di Nuevo Oxchuc.
> Nel
> marzo del 2001, l'ARIC-UU convocò un'assemblea generale di fedecommissari
> per
> convertire in ejido alla presenza di funzionari. Il 7 giugno dello stesso
> anno rimasero all'interno del nuovo ejido le "proprietà rustiche" El
> Triunfo,
> Rancho Nuevo Balaxthé, San Antonio, Miramar, El Pedregal e Dos Hermanos.
>
> Il villaggio 20 de Febrero non "appare da nessuna parte ed in nessun
> momento" - segnala il Capise. "Succede che le famiglie zapatiste che lì
> vivono non esistono per lo Stato messicano né per l'ARIC-UU". Ma se nelle
> scritture non esistono, "nei fatti sì, e questo rappresenta un altro
> problema: la loro presenza, il loro progetto e la loro autonomia non hanno
> spazio. Pertanto, le pressioni e minacce per il loro sgombero aumentato".
> Dal
> 2003, dopo varie riunioni, i membri di ARIC-UU e la giunta di buon governo
> (JBG) de La Garrucha non hanno raggiunto un accordo: la richiesta di
> ARIC-UU
> è che gli zapatisti di 20 de Febrero si sottomettano alle decisioni degli
> ejidatari, del governo federale e di quello statale.
>
> Dal 2005, "dopo il lancio della Sesta Dichiarazione della Selva
> Lacandona" -
> rimarca il rapporto - "si sono incrementate ostilità ed azioni legali
> accompagnate da minacce ed invasioni dal ritmo variabile: ogni tre giorni,
> ogni otto o ogni quindici. Si sono presentati dai 30 ai 50 di Nuevo Oxchuc
> pronunciando frasi minacciose del tipo: 'Se rimanete sui nostri campi,
> arriverà il giorno che proverete i nostri machete'".
>
> Negli ultimi mesi, gli aggressori sono arrivati "accompagnati da un
> funzionario di governo" che rimane "sempre sul veicolo mentre membri di
> ARIC-
> UU invadono i campi". In reiterate occasioni "hanno portato via il
> cartello
> del paese. Il 22 maggio, 25 uomini e cinque donne di Nuevo Oxchuc sono
> arrivati fin nel centro del villaggio ripetendo: 'Siamo già pronti, quando
> ce
> lo dice il governo useremo i fucili'. Le basi di appoggio zapatiste non
> hanno
> risposto alle provocazioni" - sta scritto nel rapporto.
>
> Malgrado i 230 ettari dell'ejido Nuevo Oxchuc siano terra recuperata
> dall'EZLN, quelli del 20 de Febrero accettano di rimanere solo nei loro
> 100
> ettari e di non richiedere i 130 ettari restanti. Ma ARIC-UU "vuole
> tutto".
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
>
>
>
> --
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> 08/09/2007 13.24
>
>

venerdì 7 settembre 2007

I prigionieri politici chiedono la fine delle vessazioni in carcere - La Jornada 6set07


La Jornada – Giovedì 6 Settembre 2007
 

"Prigionieri politici" chiedono che cessino le vessazioni nel carcere di Cintalapa

 
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
San Cristóbal de las Casas, Chis., 5 settembre. I prigionieri politici chiapanechi riuniti ne La Voz del Amate denunciano oggi che il direttore del Centro di Reinserimento Sociale (Cereso) numero 14 in Cintalapa, Fernando Estrada Reyna, minaccia di far sgomberare il presidio che da gennaio 2006 mantengono nel cortile della prigione con dignitosa persistenza, che riceve solo sdegno, maltrattamento e dura ostilità da parte del giudice e del coordinatore statale delle carceri, Juan José Mora Mora, appoggiati da reclusi che lavorano direttamente per loro e come secondini.
 
Aderente dell'altra campagna dal 2005, La Voz del Amate ha portato avanti istante di giustizia e migliori condizioni ed in risposta i suoi membri vedono violati ogni giorno di più i propri diritti come interni e come cittadini.
 
Questa mattina, il coordinatore statale ed il direttore hanno posto loro delle condizioni allo scopo di obbligarli ad abbandonare il presidio entro le prossime 24 ore; in caso contrario, sarebbero rinchiuso con la forza nelle celle in cui rifiutano di entrare da 21 mesi. I secondini, "con sfoggio di prepotenza", hanno cercato di togliere gli striscioni e le cose. Uno che accompagnava Mora Mora "ci ha zittito per non farci esprimere la nostra opinione, ed ha detto che 'non gliene frega niente' delle richieste di Amnesty International e degli organismi non governativi riguardo ai diritti umani e dei poveri"..
 
Più tardi, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha chiesto l'intervento del governatore Juan Sabines Guerrero. Il centro ha documentato "le gravi violazioni dei diritti umani dentro il Carcere 14", e ricorda che "le reiterate aggressioni contro i membri di La Voz del Amate hanno portato a creare il presidio come forma di protesta ed autoprotezione. 
 
"Finché non saranno soddisfatte le loro richieste, non esistono garanzie di protezione all'interno delle celle". Per il resto, sono note le botte e le estorsioni dei reclusi protetti dalle autorità o componenti di gruppi mafiosi, contro la popolazione carceraria, specialmente indigena.
 
Misures precauzionali
 
Il CDHFBC chiede a Sabines di "dare istruzioni per applicare le misure precauzionali necessarie, salvaguardare la vita e l'integrità fisica dei membri di La Voz del Amate ed evitare conseguenze difficilmente rimediabili". Inoltre, che non si costringano i presenti al presidio a ritornare nelle celle "senza prima avere comunicato in maniera pubblica le misure adottate per garantire la protezione ed il trattamento degno a tutti gli interni: cibo adeguato, condizioni sanitarie e servizi medici; la sospensione delle estorsioni da parte di secondini ed autorità, la fine di maltrattamenti e torture, garanzie per la libera comunicazione all'esterno della prigione e libertà alle visite coniugali".
 
I prigionieri politici già il 26 agosto denunciavano gli oltraggi compiuti presumibilmente su ordine del direttore Fernando Estrada Reyna. Il giorno 27 avevano manifestato la loro protesta non assistendo all'atto civico che si realizza ogni lunedì in onore alla bandiera. Gli interni dichiaravano allora che Estrada Reyna ed il coordinatore delle carceri "hanno applicato restrizioni" ingiustificatamente.
 
La Voz del Amate chiedeva: "Com'è possibile che il direttore di El Amate si ubriachi in una stanza dell'area destinata ai coniugi e si faccia accompagnare dall'interno Carlos Farrera ed un altro di nome Hernández Mijares?" (che godono di privilegi, appoggiati dal giudice). Minacciano inoltre di ritorsioni gli altri interni ed il personale tecnico-amministrativo nel caso avessero contatti con i detenuti che protestano.
 
Il CDHFBC sostiene che recentemente sono stati violati gli usi e costumi dei detenuti indigeni, così come i loro diritti al lavoro, alle visite, all'assistenza medica ed all'alimentazione. Ricorda che Sabines Guerrero, nella sua iniziativa per il nuovo Codice di Esecuzione delle Sanzioni e Misure di Libertà Anticipata, disse testualmente: "L'esecuzione di una sentenza non è concepita come una rivincita sociale contro il criminale". 
 
Secondo La Vo<z del Amate, la restrizione delle visite è grave, perché grazie ad esse ricevono ciò di cui hanno bisogno per lavorare, medicine e cibo, poiché la prigione non soddisfa le loro elementari necessità di salute ed alimentazione. Ritiene responsabili le autorità carcerarie e statali di qualsiasi atto di violenza contro di loro.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

giovedì 6 settembre 2007

Il governo ha gettato nella spazzatura gli indios sgomberati dai Montes Azules - La Jornada 5set07

La Jornada – Mercoledì 5 Settembre 2007
 
- Ocosingo, la probabile destinazione degli esiliati dai Montes Azules
 

Confinati in un vecchio bordello i 33 tzeltales sgomberati

 
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
La Trinitaria, Chis., 4 settembre. Gli autoproclamati "amici dell'umanità" che dicono di proteggere per il bene di "tutto" il mondo "le preziose risorse" della mitica selva vergine, nella loro determinazione di svuotare degli indios maya i Montes Azules del Chiapas, hanno gettato le famiglie tzeltales che abitavano Nuevo San Manuel e Buen Samaritano, in una costruzione di legno abbandonata, oltre la discarica municipale di La Trinitaria, ai bordi dell'ultimo tratto della Panamericana, prima del Guatemala. E si sono disinteressati di loro.
 
Una spessa nube di fumo nero nasconde completamente la spazzatura che brucia sprigionando un asfissiante e denso tanfo di plastica. Qualche centinaio di metri più avanti c'è la capanna che fu il "club notturno" Las Vegas, e prima il bar Tío Luis. Li hanno "ricollocati" qui, gli "ambientalisti" del governo. Questo era un bordello per poveracci. L'unico bagno è una latrina e l'acqua disponibile è l'acqua piovana che raccoglie una vasca di cemento. I tetti di lamiera malconcia lasciano passare a fiotti l'acqua quando piove, cioè costantemente. La fila di stanze di legno che erano destinate al "servizio" (quando c'era) corre lungo un corridoio con il pavimento in terra battuta. Da nessuna parte c'è l'indizio di una finestra.
 
In questo posto si trovano, sospesi nel limbo, i 33 indigeni che i poliziotti federali e statali hanno strappato letteralmente dalle loro case e caricato sugli elicotteri più di due settimane fa: due ragazzi, alcune donne e ragazze, ed un mucchio di bambini. I due giovani maschi sono gli unici a non essere scalzi. Uno dei minorenni, non arriva ai due anni, si pianta di fronte al giornalista e, serio, lo controlla dalla testa ai piedi. E' vestito solo di una maglietta con l'eloquentee scritta: "Sono figo come mio zio". Il piccolo si fa un'opinione di quello che vede, ma la tiene per sé.
 
Tutti sembrano in allarme permanente. Nei loro villaggi della selva, dove vivevano da 12 anni, sono rimasti i loro polli, tacchini, cani, utensili domestici, case, raccolti e coltivazioni. Ora sono in esilio. Le autorità statali e federali hanno lasciato il "pacco" al governo del municipio di La Trinitaria, il quale, a sua volta, "ha solo trovato" per gli indigeni questo vecchio antro abbandonato ed una guardia permanente di poliziotti municipali appostati nel boschetto.
 
Nello spazio di quello che fu la sala da ballo e bar (la parete annuncia che "non si fa credito") ci sono due casse di patate ed una di cipolle, piccoli fagotti di tortillas e tostadas, alcune coperte portate dalla parrocchia cattolica del posto e circa 20 bottiglioni sigillati, perché alla fine hanno ottenuto acqua purificata. Gruppi di civili hanno portato i malati dal medico dove hanno ricevuto le cure. 
 
La maggioranza è pallida, preoccupata e triste. Quasi nessuno parla castigliano. I sei capifamiglia sono formalmente arrestati nella prigione El Amate, di Cintalapa, sulla stessa strada ma a 200 km di distanza, nelle valli centrali. I famigliari non hanno loro notizie, né la possibilità di vederli. Le donne ripongono il loro silenzio nel monolinguismo e mantengono vivo il fuoco, anche se non c'è molto da mettere sul comal.
 
Le autorità hanno parlato di portare ad Ocosingo la successiva stazione del loro esilio. Gli indigeni non conoscono le condizioni del loro trasferimento e non l'hanno acconsentito. Comunque, nemmeno è stata chiesta la loro opinione. Se non fosse per la carità cristiana di alcune persone di La Trinitaria e la solidarietà di organismi civili di San Cristóbal de las Casas e Comitán, sarebbero abbandonati, alla mercé delle improvvisazioni e dimenticanze dei funzionari.
 
Gli indigeni diffidano ed aspettano, tra il vecchio parcheggio e la bocca di lupo del tugurio chiuso e dipinto all'esterno con i colori bianco e azzurro della Birreria Modelo, di quando venivano qui a divertirsi camionisti, poliziotti e soldati. Non resta molto spazio all'allegoria: gli indios dei Montes Azules che non sono stati messi in carcere, il governo ha deciso di gettarli nella spazzatura.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)


martedì 4 settembre 2007

DENUNCIA DELLA JBG DEGLI ALTOS DEL CHIAPAS

 
Subject: [ez:] DENUNCIA DELLA JBG DEGLI ALTOS DEL CHIAPAS

DENUNCIA DELLA GIUNTA DI BUON GOVERNO CORAZON CENTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO
30 agosto 2007
 
 
ALL'OPINIONE PUBBLICA 
AlLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE 
AlLA SOCIETÀ CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE 
AI MEZZI DI COMUNICAZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
 
La Giunta di Buon Governo Corazón Céntrico de los Zapatistas delante del Mundo, con sede in Oventic, Caracol 2, Resistencia y Rebeldía por la Humanidad, zona Altos del Chiapas, Messico.
 
Con questa pubblica denuncia rende noti i seguenti fatti relativi alla Riserva Ecologica Comunitaria Zapatista, "HUITEPEC".
 
Come è noto a livello nazionale ed internazionale, la Comunità di Huitepec Ocotal, seconda sezione municipio di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, ha deciso di dichiarare "Area Naturale Protetta e Riserva Ecologica Comunitaria Zapatista "il Huitepec", con il sostegno di questa questa Giunta di Buon Governo, di questa zona Altos, nell'anno 2006, e dal mese di Marzo del presente anno si è stabilito l'accampamento Civile di Osservazione, sia di basi di appoggio zapatiste che della società civile nazionale ed internazionale.
 
Ma questa riserva ecologica comunitaria non è stata rispettata, perché persone estranee entrano in qualunque momento come fosse loro proprietà privata, come avvenuto, per esempio, nei seguenti fatti:
 
1 - Il giorno 2 aprile è stato trovato un signore che tagliava un albero, e quando gli è stato detto di non tagliarlo, quello non ha voluto ascoltare ed è diventato molto aggressivo. Non si è riusciti ad ottenere le sue generalità. 
 
2 - Il 4 aprile elementi dell'esercito sono passati con un veicolo Hummer nell'accampamento della società civile, a scattare foto, sono andati fino alle antenne e si sono trattenuti un'ora.  
 
3 - Il giorno 5 aprile, in una perlustrazione di quelle che si eseguono nella riserva ecologica, sono stati trovati alcuni cartelli tagliati e rotti.
 
4 - Il giorno 8 aprile sono state trovate 7 donne che prendevano legna, loro non si sono comportate in maniera aggressiva, ma è stato detto loro di non tagliare gli alberi. 
 
5 - Il 30 aprile 6 persone stavano cercando legna nella riserva, è stato detto loro di non cercare più legna nella riserva perché si potrebbero danneggiare gli alberi. 
Ma lo stesso giorno, 30 aprile, sono stati trovati 3 ragazzi che lavoravano e cercavano l'acqua.   
 
6 - Il giorno primo di maggio gli stessi 3 ragazzi, con il loro padrone, stavano lavorando per aprire un pozzo per l'acqua. Quando è stato detto loro che si trovavano in una riserva ecologica e che se volevano cercare qualcosa dovevano chiedere il permesso alla Giunta di Buon Governo, loro hanno risposto che stavano cercando acqua per la loro comunità, ma non si sa se questo è vero.
 
7 - Il 6 maggio, una domenica, sono arrivati 2 furgoni carichi di persone sconosciute nell'accampamento della società civile, che dicevano di essere diretti a pregare sulla montagna. Una dei due veicoli era un minibus azzurro senza targa ed un altro un camioncino bianco targato CY-89-451  
 
8 - Il 14 giugno sono state trovate 2 persone a tagliare legna, ed è stato detto loro di non entrare nella riserva perché si danneggiano gli alberi.  
 
9 - Il 15 giugno è stata trovata una tubazione sistemata in un piccolo pozzo, non sapendo chi l'avesse messa, i compagni campamentisti basi di appoggio hanno deciso di scollegare la tubazione. 
 
10 - Il giorno 16 giugno una donna stava seminando nella riserva.
 
11 - Il giorno 21 giugno un gruppo di turisti senza permesso stava camminando nella riserva ecologica, la guida di questo gruppo ha una pensione in San Cristóbal, vicino alla piazza del Cerrillo. 
 
12 - Il giorno 25 giugno in diversi posti all'interno della riserva abbiamo trovato che erano stati piantati circa 500 alberelli, e non sappiano chi abbia seminato questi alberi in così poche ore. 
 
13 - Il giorno 21 agosto è stato trovato uno dei cartelli tagliati con una sega, e non si sa chi lo abbia segato. 
 
14 - Secondo informazioni a noi giunte, sembra che un candidato attuale alla presidenza municipale di San Cristóbal de las Casas, Mariano Diaz Ochoa, durante la sua campagna elettorale va dicendo che quando arriverà al potere alla presidenza municipale, sgombererà la Riserva Ecologico Zapatista.
 
DISTINTAMENTE
 
LA GIUNTA DI BUON GOVERNO
CORAZON CENTRICO DE LOS ZAPATISTA DELANTE DEL MUNDO
ZONA ALTOS DEL CHIAPAS MESSICO
 
Mario Ruiz Arias
Edgar Varera Ortiz
Guadalupe Diaz Diaz
Senayda Luna Lopez
 
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)


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