giovedì 29 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Frayba #FirmaEnSolidaridad: Bases de Apoyo Zapatistas en riesgo de desplazamiento forzado

Da: Comunicacion Frayba <comunicacion@frayba.org.mx>


Inviato: Mercoledì 28 Marzo 2018 3:56

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Stampa nazionale e internazionale
Società civile

Gruppi armati di Chenalhó provocano lo sfollamento forzato di due comunità ad Aldama e minacciano la vita, la sicurezza e l'integrità della popolazione, tra cui, a rischio famiglie Basi di Appoggio Zapatiste.
Chiediamo di inviare appelli allo Stato messicano per garantire la vita, la sicurezza e l'integrità delle comunità a rischio nel municipio di Aldama, Chiapas; fornire assistenza integrale urgente alla popolazione sfollata in applicazione immediata dei Principi Rettori dei Profughi Interni delle Nazioni Unite; e per un cessate il fuoco nella regione.
--   Comunicación Social    Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, A.C.  Calle Brasil No. 14  Barrio de Mexicanos  CP 29240 San Cristóbal de Las Casas  Chiapas  México    tel: (+52)967 678 73-95/-96    mail: medios@frayba.org.mx  web: frayba.org.mx    chiapasdenuncia.blogspot.mx    Facebook: Frayba Derechos Humanos  Twitter: @Cdhfrayba
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domenica 18 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Chispas, Incontro delle Donne. Le immagini di Simona Granati

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Più delle parole, la forza delle immagini di Simona Granati.

PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO.
Migliaia di donne provenienti da tutto il mondo si incontrano dall'8 al 10 Marzo 2018 nel Caracol di Morelia con dibattiti e workshops. L'incontro è organizzato dalle donne zapatiste dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. https://simonagranati.photoshelter.com/gallery/PRIMO-INCONTRO-INTERNAZIONALE-POLITICO-ARTISTICO-SPORTIVO-E-CULTURALE-DELLE-DONNE-CHE-LOTTANO/G0000rYfFEyi2.Sw#.Wqo6RjrP1Iw.facebook

 


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venerdì 16 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 16/mar/2018 16:38
Oggetto: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> A Renza.
>
>
> 12 Donnenell'Anno 12 (il secondo della guerra)11 marzo 1996Nell'anno 12 dell'EZLN, lontano, amigliaia di chilometri da Pechino, 12 donne arrivano all'8 marzo 1996 con iloro volti cancellati…1.              Ieri…Dal volto fasciato di nero si vedonosolo gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza di chicerca. Una carabina M-1 al petto, in posizione "d'assalto", ed unapistola in vita. Sul petto, a sinistra, luogo di speranze e convinzioni, portai gradi di Maggiore di Fanteria di un esercito insorto che, da quell'albagelida del primo gennaio 1994, si chiama Esercito Zapatista di LiberazioneNazionale. Sotto il suo comando c'è la colonna ribelle che prende d'assaltol'antica capitale dello stato sudorientale messicano del Chiapas, San Cristóbalde Lasas Casas. Il parco centrale di San Cristóbal è deserto. Solo gli uomini ele donne indigene che comanda sono testimoni del momento in cui il Maggiore,donna, indigena tzotzil e ribelle, raccoglie la bandiera nazionale e laconsegna ai capi della ribellione, il "Comitato Clandestino RivoluzionarioIndigeno". Via radio, il Maggiore comunica: "Abbiamo preso labandiera. 10-23 passo". Le ore 02:00, ora sudorientale del primo gennaio1994. Le ore 01:00 dell'anno nuovo per il resto del mondo. Ha atteso dieci anniper dire quelle sette parole. Era arrivata sulle montagne dalla Selva Lacandonanel dicembre del 1984, a meno di venti anni e con in corpo tutta la storia diumiliazioni degli indigeni. A dicembre del 1984 questa donna dalla pelle brunadice "Basta!", ma lo dice così piano che solo lei lo sente. A gennaiodel 1994 questa donna ed altre decine di migliaia di indigeni non dicono più,ma gridano "Basta!", lo dicono tanto forte che tutto il mondo li sente…Alla periferia di San Cristóbalun'altra colonna ribelle comandata da un uomo, l'unico di pelle chiara e nasogrande tra gli indigeni che assaltano la città, ha appena occupato la stazionedi polizia. Liberano dalle prigioni clandestine gli indigeni che trascorrevanol'anno nuovo rinchiusi per il reato più grave che esista nel sudest chiapaneco:essere povero. Il nome del Capitano Insurgente è Eugenio Asparuk, indigenotzeltal e ribelle che, con quel naso enorme, guida la presa della stazione dipolizia. Quando arriva il messaggio della Maggiore, il Capitano InsurgentePedro, indigeno chol e ribelle, ha appena completato la presa del quartieredella Polizia Federale Stradale ed assicurato la strada che comunica SanCristóbal con Tuxtla Gutiérrez; il Capitano Insurgente Ubilio, indigeno tzeltale ribelle, ha controllato gli accessi dal nord della città e preso il simbolodelle elemosine del governo agli indigeni, l'Istituto Nazionale Indigenista; ilCapitano Insurgente Guglielmo, indigeno chol e ribelle, ha preso l'altura piùimportante della città, da lì domina a vista il silenzio stupefatto che siaffaccia dalle finestre di case ed edifici; i capitani insurgentes Gilberto eNoé, indigeni tzotzil e tzeltal rispettivamente, ribelli allo stesso modo,prendono il quartiere della polizia giudiziaria statale, lo incendiano e vannoa mettere al sicuro la parte estrema della città che corrisponde al quartieredella 31a zona militare di Rancho Nuevo.Alle 02:00, ora sudorientale delprimo gennaio 1994, cinque ufficiali insurgentes, maschi, indigeni e ribelli,ascoltano via radio la voce del loro comandante, donna, indigena e ribelle, chedice "Abbiamo preso la bandiera, 10-23 passo". Lo ripetono alle lorotruppe, uomini e donne, tutti indigeni e ribelli, e traducono. "Cominciamo…"Nel palazzo municipale, la Maggioreorganizza la difesa della posizione e la protezione degli uomini e delle donneche in quel momento controllano la città, tutti sono indigeni e ribelli. Unadonna in armi li protegge.Tra i capi indigeni della ribellionec'è una donna piccola, la più piccola tra le piccole. Del viso fasciato di nerosi vedono gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza dichi cerca. Un fucile corto calibro 12 a tracolla s

giovedì 15 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Chiapas: Parole e Immagini Primo Incontro Internazione delle Donne che Lottano

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 15/mar/2018 13:25
Oggetto: [Ezln-it] Chiapas: Parole e Immagini Primo Incontro Internazione delle Donne che Lottano
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

PAROLE A NOME DELLE DONNE ZAPATISTE ALL'INIZIO DEL PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO. https://chiapasbg.com/2018/03/15/apertura-incontro-internazionale-donne/

PAROLE DELLE DONNE ZAPATISTE IN CHIUSURA DEL PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO NEL CARACOL ZAPATISTA DELLA ZONA TZOTZ CHOJ: 


Q Code Magazine: Le donne che lottano tornano nei loro angoli di mondo con una promessa e un patto: incontrarsi di nuovo il prossimo 8 marzo e continuare a lottare per restare vive e perché nessuna donna abbia più paura. http://www.qcodemag.it/2018/03/15/chiapas-donne-che-lottano/

giovedì 8 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Juan Villoro: Proibito votare per un'indigena

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 07/mar/2018 09:46
Oggetto: [Ezln-it] Juan Villoro: Proibito votare per un'indigena
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> PROIBITOVOTARE PER UN'INDIGENA
>
> María de Jesús Patricio non ha ottenutola registrazione come candidata indipendente alle elezioni per la presidenza delMessico. Tuttavia, la causa a favore delle minoranze e contro la discriminazionecontinuerà con l'obiettivo di cambiare il paese.
>
> Articolo di Juan Villoro, tratto e tradottodal New York Times https://www.nytimes.com/es/2018/02/24/opinion-villoro-marichuy/
>
> CITTÀ DEL MESSICO – Il 14febbraio un furgone attraversava il deserto di Vizcaíno a Sud della Bassa California.Erano le 15.30 del pomeriggio, dopo pranzo, faceva un caldo terribile sull'AutostradaFederale 1 che non ha curve e intorpidisce pericolosamente. Tutto pareva cospirarea favore del rischio, ma la carovana non poteva fermarsi.
>
> Nell'ottobre del 2017, l'indigenaMaría de Jesús Patricio, conosciuta come Marichuy, ha iniziato la sua campagna perdiventare candidata indipendente alla presidenza, sostenuta dal Consiglio Indigenodi Governo. Per quattro mesi ha visitato gli angoli più diversi del paese per ascoltaresessanta gruppi etnici che non sono rappresentati nella politica messicana. Si pensaspesso che gli indigeni rappresentino un blocco monolitico, con costumi e credenzeidentiche; in realtà, si tratta di un mosaico multiculturale che risponde a realtàe progetti diversi. Per ottenere la candidatura, Marichuy doveva prima realizzarequalcosa di ben più complicato: unire le comunità in obiettivi comuni.
>
> Giovedì 14 procedevanelle stesse condizioni precarie che l'hanno accompagnata ovunque. Se i politiciviaggiano su aerei e furgoni blindati, Marichuy affrontava viaggi estenuanti e siaddentrava in regioni inospitali (il 20 gennaio l'auto della stampa che l'accompagnavaèstata aggredita in Michoacan da una banda appartenente alla criminalità organizzata).A cinque giorni dalla scadenza del termine per la registrazione come candidata indipendente,la portavoce faceva proselitismo in una delle regioni meno popolate del paese. Nonscommetteva sul pragmatismo elettorale, ma sulla vicinanza con i più isolati.
>
> Sotto il denso sole pomeridiano,il veicolo è uscito di strada e si è rovesciato sulla terra in cui crescono glihuizaches. Nell'incidente èmorta Eloísa Vega Castro, della rete di supporto per le popolazioni indigene.Diversi membri dell'equipaggio sono rimasti feriti e Marichuy si è rotta un braccioe ha dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico. Sono trascorse circa dodiciore prima che i feriti arrivassero all'ospedale Juan María de Salvatierra, a LaPaz.
>
> Il 15 febbraio, la candidata indigenaha monopolizzato le prime pagine di tutti i giornali. L'impatto della morte ha ricevutol'attenzione che non era stata prestata alle sue idee.
>
> L'assenza è presente
>
> La storia di María de Jesús PatricioMartínez è scritta come una serie di rotture. Nata nella regione Nahuatl di Tuxpan,Jalisco, 54 anni fa, Marichuy ha lavorato la terra fin da bambina in condizionida sfruttamento medievale. All'età di 12 anni, ha esortato suo padre a protestare.Ricevettero più mais, ma l'anno seguente furono lasciati senza terra.
>
> Suo padre spese i pochi soldi a disposizionenell'alcol e la madre l

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