martedì 29 dicembre 2015

Aggressione nell'abitazione di collaboratori del CIDECI – Unitierramedios



-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Ezln-it] Aggressione nell'abitazione di collaboratori del CIDECI – Unitierramedios
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
CC:

AGGREDITI NELLA LORO ABITAZIONE JULIO CESAR ORTEGA E SUO FIGLIO CESAR IVAN ORTEGA, COLLABORATORI DEL CIDECI E MEMBRI DELLA SQUADRA DI APPOGGIO DELLA COMMISSIONE SEXTA DELL'EZLN



Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, AC
San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México
29 de diciembre de 2015
Boletín No. 35

Allanamiento al domicilio y hostigamiento a colaboradores de CIDECI – Unitierra
Chiapas y parte del equipo de apoyo de la Comisión Sexta del EZLN

El Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, manifiesta su preocupación
por el hostigamiento y allanamiento al domicilio del Sr. Julio César Ortega Oseguera y las
agresiones a su hijo César Iván Ortega Salinas. El Sr. Julio César ha sido en varias ocasiones
chofer y parte del Equipo de Apoyo de la Comisión Sexta del EZLN, (Comisión Sexta del
EZLN), es adherente a la Sexta Declaración de la Selva Lacandona del Ejército Zapatista de
Liberación Nacional (Adherente a la Sexta del EZLN), y colaborador del Centro Indígena de
Capacitación Integral Fray Bartolomé de Las Casas – Unitierra Chiapas (CIDECI – Unitierra
Chiapas) su hijo Cesar Iván es también colaborador del CIDECI-Unitierra Chiapas y adherente
a la Sexta Declaración del EZLN.

Según información proporcionada a este Centro de Derechos Humanos, el día 14 de
diciembre, alrededor de las 10:00 hrs. Por lo menos cuatro personas vestidas de civil ingresan
al domicilio de manera violenta, forzando la puerta de entrada de la casa de Julio César, en el
lugar solamente se encontraba su hijo César Iván de 25 años.
Las personas que ingresaron al domicilio golpearon y sometieron al joven amarrándole las
manos con cables, posteriormente los individuos registraron la casa. Uno de los hombres le
preguntó a César Iván: "¿en dónde está tu papá?, ¡ya se los cargó la chingada! A mí ya me
pagaron para que me lo eche y aquí vamos a esperar hasta que llegue". Después de registrar
toda la casa y de robar cosas de poco valor, los hombres salieron del domicilio. César Iván
logró desatarse y avisar a su padre.

Es importante mencionar que durante los últimos tres meses, en varias ocasiones abrieron el
vehículo del Sr. Julio César, sin que se llevaran cosas de mucho valor, solamente revolvieron
las pertenencias que se encontraban al interior. También en diversas ocasiones ha sido objeto
de vigilancia y de seguimiento por varias y diferentes personas abordo de vehículos
sospechosos, algunos de ellos sin placas.

Por tanto exigimos al gobierno mexicano el cese inmediato del hostigamiento, vigilancia y
agresiones a defensores de derechos humanos en relación al caso denunciado, así como el
cumplimiento de respeto y garantía a los derechos humanos; Que se investiguen a fondo
los hechos referidos, llevando a juicio a los responsables; y se garantice el derecho a la
integridad y seguridad personal a Julio César, a su hijo César Iván y a su familia.

La Comisión Interamericana de Derechos Humanos ha reiterado en varias ocasiones al Estado
mexicano el riesgo que corren las y los defensores comunitarios de derechos humanos, que
trabajan en la linea de frente en la defensa de la tierra, el territorio, la autonomía, la defensa
de sus espacios sagrados y recursos naturales.

Reiteramos nuestra solidaridad a las y los colaboradores del CIDECI - Unitierra Chiapas, a
Julio César y a su hijo César Ivan, y solicitamos a los adherentes a la Sexta estar atentos a los
hostigamientos y agresiones que últimamente están recibiendo las compañeras y
compañeros adherentes, así mismo a la solidaridad internacional y nacional que este
pendiente a lo que aquí denunciamos.
*-*

Jorge L. HERNÁNDEZ CASTRO
Coordinación Sistematización e Incidencia
Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, AC
Brasil No. 14 Barrio de Mexicanos
San Cristóbal de Las Casas, 29240 Chiapas, México
Telfax: 967 6787395 / 967 6787396
jhernandez@frayba.org.mx
Skype: internacional.frayba
www.frayba.org.mx
www.rostrosdeldespojo.org
Facebook: Frayba Derechos Humanos
Twitter: @CdhFrayba



venerdì 20 novembre 2015

Esce in Italia il libro “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

Esce in Italia il libro "Il Pensiero Critico di fronte all'Idra Capitalista - Contributi della Commissione Sexta dell'EZLN"
Traduzione italiana degli interventi del SupGaleano, Sub Comandante Insurgentes Moises, Comandanta Miriam, Comandanta Rosalinda, Comandanta Dalia, Base de Apoyo Lizbeth, Escucha Selena, maggio 2015.
 
Non si tratta di giudicare, ma di capire. E qui c'è un problema che richiede del pensiero critico, non si tratta solo di arrivare a una conoscenza scientifica, ma di definire una strategia di resistenza, di sopravvivenza, di vita.
Sup Galeano
Noi, zapatiste e zapatisti, vi diciamo per esperienza, che ci vuole ORGANIZZAZIONE, lavoro e lotta, sforzo e sacrificio, resistenza e ribellione.
Subcomandante Insurgente Moisés
Il volume racchiude gli interventi dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) presentati in "Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano", evento realizzato nel Caracol di Oventic il 2 maggio 2015, e durante il Seminario "El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista" che si è svolto dal 3 al 9 maggio 2015 presso il CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas – Messico, con la partecipazione di numerose organizzazioni, realtà di base, attivisti e studiosi dal Messico e dal mondo.
Costo 14,90 Euro più 1,60 Euro per spese di spedizione, TOTALE 16,50 Euro
Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto alle comunità zapatiste.
Per acquistare il volume, per qualsiasi informazione e per organizzare presentazioni potete rivolgervi a:
Bergamo – Comitato Chiapas "Maribel" – mail: maribel_1994@yahoo.it – tel. 035 881746
Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com - tel. 051 6493234
Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista - mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org– tel. 0571931021
Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com - tel. 3202160435
Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli - mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com - tel. 335 78 88 115
Padova - Associazione Ya Basta Caminantes - mail: padova@yabasta.it - tel. 049 8751003
Roma - Associazione Ya Basta! Moltitudia - mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 3394784890


domenica 27 settembre 2015

Ayotzinapa, un anno dopo



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

Ayotzinapa,un anno dopo

Pubblicato il 27 settembre 2015
di Fabrizio Lorusso
WP_20150926_015 (Small) (2)La manifestazione del 26 settembre 2015, a un anno dalla strage di Iguala e dalla desapariciondei 43 studenti di Ayotzinapa, è stata un successo. Nonostante la pioggia oltre 100.000 persone hanno riempito le piazze e le strade del centro storico di Città del Messico e di decine di altre città per tutto il pomeriggio. Il corteo, lunghissimo e animato da bande musicali improvvisate, cori, performance teatrali e striscioni di centinaia di collettivi, facoltà, associazioni e gruppi organizzati, con in testa i genitori dei ragazzi di Ayotzinapa, ha raggiunto la piazza centrale della capitale verso le cinque del pomeriggio, dopo cinque ore di marcia. La polizia, seppur presente nelle strade intorno alle principale in cui sono passati i manifestanti, è rimasta in disparte e non ci sono stati né attacchi né incapsulamenti, come invece era accaduto praticamente in ogni manifestazione del 2014. Più che le mie parole, descriveranno meglio la giornata alcune fotografie (foto-galleria qui e alla fine dell'articolo) e alcuni video (inseriti nel testo e in fondo). Il sostegno per il movimento che chiede giustizia e chiarimento delle responsabilità, oltre che la "restituzione in vita" degli studenti e la realizzazione di indagini trasparenti e complete, ha mostrato la sua forza e vitalità dopo alcuni mesi di relativo declino nelle piazze (ma non nelle iniziative politiche e nelle pressioni in Messico e all'estero per smascherare le complicità e le menzogne del governo e della procura). Anche dall'estero arrivano messaggi di solidarietà e prese di posizione decise. I collettivi e le associazioni che formano "La Otra Europa, Abajo y a la Izquierda" (L'altra Europa, dal basso e a sinistra) sul blog EuroCaravana 43 hanno pubblicato un comunicato che rinnova il sostegno alla lotta dei genitori dei normalisti, dichiara che "non dimentichiamo" e che va fatta chiarezza sul crimine di stato del 26 settembre dell'anno scorso.

sabato 26 settembre 2015

Re: [Ezln-it] EZLN: PER IL DOLORE, PER LA RABBIA, PER LA VERITA’, PER LA GIUSTIZIA



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

 
Settembre 2015
Compagne, compagnei e compagni della Sexta del Messico e del Mondo:
Sorelle e fratelli dei popoli della Terra:
Sa il nostro collettivo cuore, di prima e di ora, che il nostro dolore non è lamento sterile.
Sa che la nostra rabbia non è sfogo inutile.
Sappiamo che siamo ciò che siamo, che i nostri dolori e rabbie nascono e si alimentano a partire da menzogne e ingiustizie.
Perché chi sta di sopra ai danni di noi che siamo ciò che siamo, mente come modalità di far politica e adorna la morte, la sparizione forzata, il carcere, la persecuzione e l'assassinio con lo scandalo della sua corruzione.
E' criminale per legge e senza vergogna chi sopra sta, al di là del colore della sua politica. Al di là che pretenda di nascondersi dietro a un cambio di nome e di bandiera.
Sempre lo stesso volto, la stessa superbia, la stessa ambizione e la stessa stupidità.
Come se facendo sparire e assassinando volessero anche far sparire e assassinare la memoria.
Da sopra e da coloro che lì annidano le loro perversioni e bassezze, riceveremo soltanto la menzogna come salario e l'ingiustizia come stipendio.
Puntuali giungono l'ingiustizia e la menzogna, tutti i giorni, a tutte le ore, in tutti i luoghi.
Non li sazia il sottrarci lavoro, vita, terra, natura.
Ci rubano anche chi è con noi: figli, figlie, sorelle, fratelli, padri, madri, familiari, compagni, amiche e amici.
Perseguita chi sopra sta. Incarcera. Sequestra. Fa scomparire. Uccide.
Non pone fine soltanto ai corpi, alle vite.
Distrugge anche storie.
Sulla smemoratezza costruisce chi sta sopra la sua impunità.
L'oblio è il giudice che non solo lo assolve, ma lo premia pure.
Perciò, e per altro, i nostri dolori e rabbie cercano la verità e la giustizia.
Presto o tardi impariamo che non si trovano da nessuna parte, che non c'è libro, né discorso, né sistema giuridico, né istituzione, né promessa, né tempo, né luogo per esse.
Che bisogna costruirle, impariamo.
Come se il mondo non fosse ancora completo, come se un vuoto gli ferisse il ventre, lacerato il cuore del colore che siamo, della Terra.
Così impariamo che senza verità e senza giustizia, non c'è giorno completo né notte. Non trova mai pace il calendario, non riposa la geografia.
In molte lingue, idiomi, segni, nominiamo chi manca.
E ogni dolore e ogni rabbia prende un nome, un volto, una storia, un vuoto che fa male e indigna.
Il mondo e la sua storia si riempiono così di assenze.
E queste assenze si fanno mormorio, parola forte, grido, ululato.
Non gridiamo per lamento. Non piangiamo di pena. Non mormoriamo per rassegnazione.
E' perché chi manca trovi la strada del ritorno.
Perché sappiano che ci sono, anche se mancano.
Perché non dimentichino che non dimentichiamo.
Per questo: per il dolore, per la rabbia, per la verità, per la giustizia.
Per Ayotzinapa e tutti gli Ayotzinapa che feriscono i calendari e le geografie di sotto.
Per questo la resistenza.
Per questo la ribellione.
Perché arriverà il tempo in cui pagheranno tutto ciò che ci devono.
Pagherà chi ha perseguitato, pagherà chi ha incarcerato, pagherà chi ha picchiato e torturato. Pagherà chi ha imposto la disperazione della sparizione forzata. Pagherà chi ha ucciso.
Perché il sistema che ha creato, alimentato, coperto e protetto il crimine che si veste di malgoverno, sarà distrutto. Non imbellettato, non riformato, non modernizzato: demolito, distrutto, terminato, sepolto sarà.
Per questo in questo momento il nostro messaggio non è di consolazione né di rassegnazione per chi è addolorato per una o molte assenze.
Di rabbia è il nostro messaggio, di accoramento.
Perché conosciamo lo stesso dolore.
Perché abbiamo nelle viscere la stessa rabbia.
Perché, essendo differenti, così ci assomigliamo.
Per questo la nostra resistenza, per questo la nostra ribellione.
Per il dolore e la rabbia.
Per la verità e la giustizia.
Per questo:
Non claudicare. Non vendersi. Non arrendersi.
Per questo:
Verità e Giustizia!
Dalle montagne del sudest messicano
Subcomandante Insurgente Moisés Subcomandante Insurgente Galeano
In un angolo del pianeta chiamato "Terra", settembre 2015
Questo 26 settembre, migliaia di zapatisti, bambini, bambine, giovani, donne, uomini, altrei, anziani e anziane, vivi e morti, manifesteranno nei nostri territori per abbracciare in questo modo tutte le persone che sentono dolore e rabbia a causa del carcere, della sparizione e della morte imposti da chi sta sopra.
Le abbracceremo anche perché così ci abbracceremo noi zapatisti.
E così chiamiamo tutte le persone oneste e integre del pianeta perché facciano lo stesso, nei loro calendari e geografie, secondo i loro tempi e modi.
Perché finché si vorrà supplire con le menzogne e i raggiri alla mancanza di verità e giustizia, l'umanità continuerà a essere solo una smorfia grottesca sulla faccia della Terra.
 
Traduzione a cura dell'Associazione Ya Basta! Milano
 

domenica 13 settembre 2015

Re: [Ezln-it] Frayba: Minacce e aggressioni contro BAEZLN



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

 
CENTRO DIRITTI UMANI FRAY BARTOLOME DE LAS CASAS

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico
9 settembre 2015

Comunicato stampa N. 22



Il Centro die Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, A.C. (Frayba) ha documentato i fatti sulle minacce di morte, aggressioni fisiche e vessazioni contro Basi di Appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN) nella comunità Tzakukum, municipio ufficiale di Chalchihuitán; informazioni fornite dalla Giunta di Buon Governo di Oventik, Corazón Céntrico de los Zapatistas delante del Mundo, (JBG Oventik), appartenente al Caracol II, Resistencia y Rebeldía por la Humanidad.


I testimoni riferiscono che il giorno 10 agosto 2015, la BAEZLN, Aurelio Gómez Girón era stato minacciato di morte da una donna di nome Catarina Girón Díaz Segundo, del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI). Lo stesso giorno il signor Ramón López García del partito PRI tagliava la conduttura dell'acqua di Mariano García Núñez, BAEZLN, anch'egli minacciato di morte con un machete.
Il 14 agosto, alle ore 20:30 circa, Librado Pérez Núñez, BAEZLN, veniva insultato ed aggredito per strada da Hermelindo García Núñez, dirigente del partito PRI, che gli disse: - sporco zapatista, siete degli assassini.....
Il 15 agosto, il priísta Juan Antonio Pérez Girón, minacciava di morte con un machete le BAEZLN María Gómez López e Catarina Girón Díaz, mentre si stavano recando ad una riunione.
Il 26 luglio, un gruppo di affiliati ai partiti aveva fermato quattro persone BAEZLN nella comunità Tzakukum minacciandole di bruciarli con la benzina: Martín García Núñez, Sebastián Gómez Pérez, Jorge López Núnez, Mario Núñez García. Altre otto persone erano state ferite: María Girón López, Mariana Girón López, María López García, Martín Díaz Pérez, María Gómez Pérez, Aurelio Gómez Girón, Rafael García Gómez, María López Núñez.
Martedì 18 agosto, l'affifliato al partito Raymundo García Pérez, ha picchiato violentemente Manuel Núñez López procurandogli ferite molto gravi al viso e in tutto il corpo ed ha aggredito altre quattro persone BAEZLN: Librado Pérez Núñez, Margarita Gómez Sánchez, Mariano García Núñez e Lorenzo Gómez Pérez. L'aggressore ha minacciato di ucciderli dicendo "ho un R15 ed un gruppo di paramilitari". La JBG di Oventik informa che le condizionidi salute di Manuel sono gravi. Questo Centro dei Diritti Umani è in possesso di foto che documentano le ferite provocate.
Il 2 settembre, Agustín López Núñez, BAEZLN,è stato picchiato da Mario García Núñez che dal 1° ottobre sarà il direttore delle opere pubbliche del partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e da Marcos Núñez Sánchez, attuale agende del comitato di educazione, i quali dopo averlo pestato l'hanno caricato nel rimorchio di un veicolo tsuru di proprietà di Marío García Nuñez, abbandonandolo gravemente ferito a circa un chilometro da Tzakukum dopo averlo nuovamente pestato.
Secoondo le testimonianze delle vittime, i responsabili di queste aggressioni sono Flavio Girón Hernández, agente rurale della comunità Tzakukum; Manuel García Núñez, Sindaco di Chalchihuitan, e Hermelindo Garcia Núñez dirigente del PRI delle stessa città.
Ci preoccupa che le autorità dello stato del Chiapas incorrano in violazioni dei diritti umani per negligenza di fronte alla serie di aggressioni contro le BAEZLN. Le vittime segnalano un gruppo di circa 25 persone che le minacciano, tra le quali Domingo García Girón, Maurelio García Núñez, Marcos García Núñez, Efraín García Núñez, Florentino García Núñez, Mario Gómez García, Angelina Gómez Girón, Mariano Pérez Núñez, Rafael Núñez López, Moíses Núñez Sánchez, Nicolás Hernández García, Juan Antonio Pérez Girón, Julio Núñez Girón, Jesús Núñez Girón, Marcos Núñez Girón, Santiago García Nuñez, Mariano Girón Pérez, Manuel García López, Ricardo Núñez López, Martín Núñez Pérez; comprese personeche occupano cariche ed altre che occuperanno cariche pubbliche nella Giunta di Chalchihuitán a partire dal 1º ottobre prossimo: Mario García Núñez- opere pubbliche; Gerardo Domínguez López- Presidente Comitato di Educazione Prescolare e Primaria; Mario García López- Assessore; Nicolás Pérez Núñez- Assessore; Omar Gómez Pérez- funzionario Diconsa, Marcos Pérez López- polizia municipale, Mariana Pérez López- portavoce Procampo.
Queste violazioni dei diritti umani a Tzakukum si inquadrano nel contesto di Contrainsurgencia implementat dallo Stato messicano contro l'autonomia zapatista, recentemente sono state registrate diverse aggressioni contro BAEZLN, come l'omicidio del Maestro Zapatista Galeano il 2 maggio 20141 e la recente liberazione delle due sole persone arrestate per questo omicidio2, così come le aggressioni a El Rosario e le incursioni militari a La Realidad3 contro le BAEZLN.
Come Centro dei Diritti Umani chiediamo al governo del Chiapas di indagare e fermare le azioni di questo gruppo aggressore in maniera URGENTE e di agire di conseguenza rispetto alle violazioni dei diritti umani in quanto a minacce di morte, aggressioni fisiche e vessazioni contro le BAEZLN; Che si rispetti l'autonomia zapatista, secondo il Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni e gli Accordi di San Andrés.

Precedenti:
Il 23 luglio 2015 i priisti hanno costruito aule nell'appezzamento della scuola materna e nel campo di uso comune senza consultare le BAEZLN che chiedevano di rispettare gli accordi relativi agli spazi che sono anche della Scuola Autonoma sul terreno di un'integrante BAEZLN. Al riguardo, il 24 luglio 2015 questo Centro dei Diritti Umani ha inviato un esposto a: Vice-segreteria di Governo della Regione V. Altos Tsotsil-Tseltal, C. Juan Díaz Pérez, Presidente Municipale di Chalchihuitán, C. Alfonso Girón Velasco, Delegación Chalchihuitán edAltri affinché ci si occupasse dei fatti denunciati. Per questo i priisti sono arrabbiati ed aggrediscono perché sono stati costretti a liberare il terreno.


1Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas. Boletín 16, 5 de mayo 2014. Agresión a Bases del EZLN en la sede de la Junta de Buen Gobierno de La Realidad. Disponible en: http://www.frayba.org.mx/archivo/boletines/140505_boletin_16_agresiones_jbg.pdf
2Ejército Zapatista de Liberación Nacional. Comunicado. 16 de agosto 2015. De arriba, nunca jamás llegarán la verdad y la justicia. Disponible en: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2015/08/18/16380/
3Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas. Boletín 7, 10 de marzo 2015. Ejército mexicano hostiga a la Junta de Buen Gobierno de La Realidad. Disponible en: http://www.frayba.org.mx/archivo/boletines/150311_boletin_07_incursiones_militares.pdf


--
Comunicación Social
Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas AC
Brasil 14, Barrio de Mexicanos, 29240 San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México
tel: (+52)(967)678 7395
chiapasdenuncia.blogspot.mx


domenica 6 settembre 2015

Violenza estrema in Messico - #MéxicoNosUrge



-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Ezln-it] Violenza estrema in Messico - #MéxicoNosUrge
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
CC:



Gli omicidi del fotogiornalista Rubén Espinosa, dell'attivista Nadia Vera, della studentessa Yesenia Quiroz Alfaro e di altre due donne che si trovavano con loro, Nicole Simon e Alejandra, avvenuti a Città del Messico, venerdì 31 luglio scorso, ci impongono di non rimanere in silenzio. Dinanzi alla condizione che vive chi vuole denunciare la situazione che subiscono milioni di persone in un paese, il Messico, che l'Italia e l'Unione Europea riconoscono soltanto come importante socio commerciale, rimanere in silenzio sarebbe una forma di complicità.
Per aderire scrivere a mexiconosurge2015@gmail.com
 

mercoledì 19 agosto 2015

EZLN: Da sopra, mai e poi mai arriveranno verità e giustizia



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

 
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
16 Agosto 2015
Alla Sexta Nazionale e Internazionale:
Al Congresso Nazionale Indigeno:
A quelle e quelli di sotto nel mondo:
A chi di dovere:
Una volta di più si sottolinea che, da sopra, non arriveranno la verità e la giustizia.
Mai.
E poi mai.
Da sopra bisogna solo aspettarsi simulazione, inganno, impunità, cinismo.
Il criminale di sopra riceverà sempre assoluzione e ricompensa. Perché chi lo giudica è lo stesso che lo paga. Sono gli stessi criminali e giudici. Sono teste velenose della stessa Idra.
E ora ne abbiamo un nuovo esempio.
Come zapatisti che siamo, ci siamo accorti che, belli grassi e contenti, sono tornati nelle loro case nel villaggio de La Realidad due degli autori intellettuali dell'assassinio del compagno maestro Galeano. In teoria, sono stati arrestati per l'assassinio del nostro maestro e compagno. Sappiamo già che sono stati dichiarati innocenti dagli stessi che li hanno finanziati e appoggiati: il governo federale e quello statale del Chiapas. L'autodenominato "giudice" Víctor Manuel Zepeda López, del ramo penale di Comitán de Domínguez, Chiapas, il giorno 12 agosto di quest'anno, ha sentenziato che i signori Carmelino Rodríguez Jiménez e Javier López Rodríguez sono innocenti, nonostante essi e i loro complici della CIOAC-Histórica sappiano di essere colpevoli di aver organizzato il crimine. Non sono gli unici, ma lo sono anche loro.
Di nascosto li hanno riportati a La Realidad. Gli hanno detto di non mostrarsi troppo e di essere discreti, ma la superbia di chi si sa impune dinanzi alla giustizia di sopra, gli ha sciolto la lingua. E dichiarano, a chi li voglia ascoltare, che non sono stati arrestati, bensì protetti in una casa in cui hanno ricevuto tutte le attenzioni e le congratulazioni del governo statale di Manuel Velasco e dei leader della CIOAC-Histórica per l'assassinio del maestro Galeano, e che è stato loro detto che avrebbero dovuto aspettare qualche tempo prima di tornare al loro villaggio e "proseguire con ciò che è rimasto in sospeso".
Ora manca che se ne escano a dichiarare in loro favore i loro complici: Pablo Salazar Mendeguchía, Luis H. Álvarez, Jaime Martínez Veloz, Juan Sabines Guerrero, Manuel Velasco, Manuel Culebro Gordillo, Vicente Fox, Felipe Calderón, Enrique Peña Nieto e Rosario Robles. Queste persone sono alcune di quelle che hanno addomesticato la CIOAC-Histórica e l'hanno convertita in ciò che è ora: una banda paramilitare utile a raccattare voti e assassinare lottatori sociali.
Manca anche che i giornalisti prog li intervistino e li presentino come vittime del "feroce" Galeano (lui solo contro più di due dozzine di criminali cioaquisti), rieditino la menzogna di uno scontro, pubblichino le sue foto contraffatte, e riscuotano con la mano destra il servizio prestato, automezzi con autista inclusi, mentre nei loro media esaltano il "grande" sviluppo del sudorientale stato messicano del Chiapas e, con la mano sinistra, celebrano il loro "impegno nelle lotte sociali".
Ma…
Come zapatisti che siamo, guardiamo e ascoltiamo non soltanto la nostra rabbia, il nostro risentimento, il nostro odio contro chi là sopra si sente padrone e signore di vite e destini, di terre e sottosuoli, e contro chi si vende, con i suoi movimenti e organizzazioni, tradendo la propria storia e i propri principi.
Come zapatisti che siamo, guardiamo e ascoltiamo anche altri dolori, altre rabbie, altri odi.
Guardiamo e ascoltiamo il dolore e la rabbia, che si fanno reclamo nei familiari di migliaia di desaparecid@s e assassinati nazionali e migranti.
Guardiamo e ascoltiamo la tenace ricerca di giustizia dei familiari dei bambini e delle bambine assassinati nell'asilo ABC in Sonora.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia che si fa degno e ribelle sciopero della fame delle e degli anarchici arrestati in Messico e in altre parti del mondo.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia nei passi instancabili dei familiari dei 47assenti di Ayotzinapa.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia nel popolo fratello Nahua di Ostula, aggredito dall'esercito.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia nel popolo fratello Ñahtó di San Francisco Xochicuautla per la spoliazione dei suoi boschi.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia del popolo fratello Yaqui per gli arrestati ingiustamente e per il saccheggio sfacciato del suo territorio.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia per la farsa che è l'indagine per l'assassinio di Olivia Alejandra Negrete Avilés, Yesenia Atziry Quiroz Alfaro, Nadia Dominicque Vera Pérez, Mile Virginia Martin Gordillo y Rubén Espinosa Becerril, a Città del Messico.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia degli insegnanti democratici che resistono alla guerra mediatica, poliziesca e militare di cui soffrono per il delitto di non arrendersi.
Guardiamo e ascoltiamo l'indignazione di chi, nel nord sconvolto e brutale, è attaccato per il colore della propria pelle e per tale colore riceve una sentenza di condanna.
Guardiamo e ascoltiamo la rabbia e il dolore per le donne scomparse, assassinate per il delitto di essere donne; per le diverse e i diversi attaccati perché il Potere non tollera quel che non rientra nel suo ristretto modo di pensare; per l'infanzia che è annullata senza che nemmeno gli venga dedicata una cifra nelle statistiche della macroeconomia.
Guardiamo e ascoltiamo che si ricevono solo menzogne e beffe da chi dice di amministrare la giustizia e in realtà amministra soltanto l'impunità e fomenta il crimine.
Guardiamo e ascoltiamo dappertutto le stesse promesse di verità e giustizia, e le stesse menzogne. Non cambiano più nemmeno le parole, come ci fosse già uno scritto che leggessero, e male, tutti quelli di sopra.
E' ormai il tempo in cui, quando chi sta sotto chiede perché lo si attacca, la risposta di chi sta sopra è "per essere ciò che sei".
Perché in questo mondo che compatiamo, il criminale è libero e il giusto è incarcerato. Chi ammazza è premiato e chi muore è calunniato.
Ma guardiamo e ascoltiamo che ogni volta sono di più le voci che non si fidano, che non lasciano fare, che si ribellano.
Noi, come zapatiste e zapatisti che siamo, non ci fidavamo prima, né ci fidiamo ora, né ci fideremo poi di chi sta sopra, qualunque sia il colore della sua bandiera, qualunque sia il suo modo di parlare, qualunque sia la sua razza. Se sta di sopra, ci sta perché opprime chi sta sotto.
Non è di parola chi sta sopra, non ha onore, non ha vergogna, non ha dignità.
Da sopra, mai e poi mai arriveranno la verità e la giustizia.
Dovremo costruirle dal basso. E allora il criminale pagherà finché saranno pareggiati i conti.
Perché ciò che non sanno di sopra, è che ogni crimine impunito non fa che esacerbare l'odio e la rabbia.
E ogni ingiustizia commessa non fa che aprire la strada affinché quell'odio e quella rabbia si organizzino.
E sulla bilancia dei nostri dolori, peseremo quel che ci devono.
E presenteremo il conto… e lo incasseremo.
Allora avremo, sì, la verità e la giustizia. Non come un'elemosina di sopra, ma come una conquista di sotto.
Il carcere sarà allora per i criminali e non per i giusti.
E la vita, degna, giusta e in pace, sarà per tutte e tutti.
Questo, solo questo.
Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Insurgente Moisés               Subcomandante Insurgente Galeano
Messico, agosto 2015
Traduzione a cura dell'Associazione Ya Basta! Milano

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