lunedì 30 novembre 2009

Ancora smentite dalle JBG

 
 

La Jornada – Sabato 28 novembre 2009

 

"Una trappola" la notizia che gli zapatisti abbiano chiesto il riconoscimento del governo

Si indaga sull'identità delle persone che si sono spacciate per rappresentanti ed hanno firmato il documento

 

Hermann Bellinghausen, inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 27 novembre. Le giunte di buon governo (JBG) Hacia la esperanza, di La Realidad (zona selva di confine) e Nueva semilla que va a producir, di Roberto Barrios (zona nord) smentiscono di aver chiesto il "riconoscimento" al Congresso locale ed al governo di Juan Sabines Guerrero.

"È triste che qualcuno diffonda queste cose, secondo noi si tratta di una trappola. Non raggiungeranno i loro scopi, noi sappiamo che pubblicheranno altre cose con le quali non abbiamo niente a che vedere. Ci vogliono schiacciare, ma non ci riusciranno", dichiara la JBG di La Realidad. "Per noi il denaro non vale, non può comprare la nostra dignità".

Il 25 novembre, denunciano le autorità zapatiste, unendosi alle smentite delle altre tre JBG, "la corrispondente di La Jornada ha scritto che rappresentanti delle cinque JBG hanno avuto incontri con un gruppo di legislatori locali. Sono solo bugie con le quali altri si stanno arricchendo".

Da parte sua, la giunta zapatista del caracol Que habla para todos, della zona nord, riferendosi alle "falsità" diffuse, "in cui il giornale sottolinea che gli zapatisti hanno chiesto riconoscimento giuridico, politico, finanziario e sociale", smentisce che una "commissione" guidata dal deputato panista Trinidad Rosales Franco abbia visitato le JBG.

"Questi parassiti imbroglioni e ladri mantengono il potere con la menzogna e vogliono continuare ad esercitare il controllo con la distribuzione delle briciole".

Gli zapatisti chiariscono che i poteri Esecutivo, Legislativo e Giudiziario, insieme ai partiti PRI, PAN e PRD, "hanno tradito gli accordi di San Andrés, che per loro erano solo carta straccia per pulirsi e da gettare nel cesso, e questo vuol dire che non hanno la capacità di governare il popolo ed il paese."

La notizia contestata cita l'esistenza di un documento firmato da individui che si sono spacciati per zapatisti. Secondo la JBG della zona nord, "il malgoverno usa e corrompe gente che si presta e si vende per qualche soldo (....), ma ora indagheremo sulle persone che hanno firmato questo documento e si sono spacciate per membri delle JBG, per punirli e mostrare loro come si applica la giustizia nelle nostre comunità, perché non conosciamo queste persone che non fanno parte delle nostre fila zapatiste".

Le autorità autonome dichiarano: "Il nostro potere è la nostra dignità, non ci vendiamo, non ci arrendiamo né tentenniamo, la nostra lotta è per giustizia, libertà e democrazia e siamo contro le bugie dei malgovernanti. La politica del malgoverno è creare disinformazione e confondere la gente onesta che lotta e resiste, il suo piano di contrainsurgencia è creare terrore e paura nella società".

Di fronte a questa situazione, conclude, "chiediamo ai fratelli onesti che lottano per la giustizia e la democrazia di non lasciarsi ingannare dagli sporchi interessi di questi governi vampiri e dai media che non dicono la verità". http://www.jornada.unam.mx/2009/11/28/index.php?section=politica&article=012n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )





Venerdì 4 dicembre, ore 21.30. Teatro di Bucine. Bucine (AR).

 

IL Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista

e Associazione di Promozione Sociale Diversi Uguali

 presentano:

Corazn del Tiempo. Un film che vi porterà nel cuore dell'esperienza zapatista.

 

Dopo aver partecipato e sorpreso a vari festival (Festival di San Sebastin, Sundance Festival, Viva Fest, Festival Internazionale del Cinema di Guadalajara, Festival del Cinema di Cear), e dopo un breve "tour " italiano (Venezia, Vicenza, Firenze, Roma, Milano, Napoli) in compagnia di Hermann Bellinghausen (scenggiatore della pellicola e giornalista de La Jornada), sbarca in Valdarno Corazon del Tiempo, lungometraggio di Alberto Cortés che racconta la lotta, la resistenza, la quotidianità delle comunità zapatiste.

Attraverso la storia d'amore tra una giovane di una comunità base di appoggio zapatista e un insurgente dell'EZLN, il film mostra le conquiste e le contraddizioni dell'esperienza zapatista, dove la culura indigena, fonte da cui la lotta e resistenza delle comunità del Chiapas attinge etica e dignità, è in continua rivoluzione, costretta dagli avanzamenti della lotta a interrogarsi e ripensarsi.

In un intervista al quotidiano messicano La Jornada il regista afferma: "Il film tocca molti temi, come la situazione delle donne, come una ragazza indigena affronta la decisione di recedere dalla decisione di sposarsi con un ragazzo, come era stato concordato dalla famiglia. Attraverso questo conflitto possiamo scoprire le relazioni che si vivono nelle comunità, la relazione che ha la gente con l'EZLN e quali sono le relazioni di autorità dentro una comunità. Bisogna ricordare che sono passati 15 anni dall'insurrezione e 25 dalla creazione dell'EZLN: ci sono giovani che sono nati ed hanno vissuto nello zapatismo, gli attori principali del film sono giovani che appartengono alla generazione educata nello zapatismo, questa è la gente con cui abbiamo lavorato in questa pellicola".

Il film è stato prodotto, scritto, realizzato insieme a zapatisti e zapatiste. Lo sguardo che Cortés riproduce sulla pellicola non è sguardo dall'esterno, un punto di vista, ma è lo sguardo degli zapatisti su sé stessi. Cortés si lascia attraversare dallo sguardo zapatista, si limita a seguirlo, a registrarlo e realizza un artefatto culturale dove "gli indigeni si rappresentano da soli".

Hermann Bellinghausen, lo sceneggiatore della pellicola, è anche, e soprattutto, giornalista de La Jornada. Da molti anni attraversa quotidianamente l'esperienza zapatista e ne racconta la lotta. Una lotta per il riconoscimento di quei diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni uomo e ad ogni donna e che, invece e purtroppo, lo Stato Messicano continua a negare a coloro che la storia scritta dai potenti ha relegato ai margini. Bellinghausen e Cortés hanno portato sul grande schermo la vita di coloro che si sono ripresi la loro voce e hanno iniziato a riscrivere la propria storia.

venerdì 27 novembre 2009

Traduzione in italiano del comunicato della JBG di Oventic


GIUNTA DEL BUON GOVERNO

CUORE CENTRICO DEGLI ZAPATISTI DAVANTI AL MONDO

 

SNAIL TZOBOMBAIL YU'UN LEKIL J'AMTELETIK

TA O'LOL YO'ON ZAPATISTA TA STUK'IL SAT YELOB SJUNUL BALUMIL

 

26 NOVEMBRE 2009

 

ALL'OPINIONE PUBBLICA

ALLA SOCIETA' CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE 

AI MEDIA ALTERNATIVI

AGLI ADERENTI ALL'ALTRA CAMPAGNA 

AGLI ADERENTI ALLA  ZESTA INTERNACIONAL

AGLI ORGANISMI DEI DIRITTI UMANI

 

Per questo mezzo la Giunta di Buon Governo Corazon Centrico de Los Zapatistas Delante del Mundo, caracol II Resistenza e Ribellione per l'Umanita' Zona Altos del Chiapas.

 

A nome delle Giunte del Buon Governo dei 5 Caracoles smentiamo davanti all'opinione pubblica quanto segue:

 

Il 25 novembre dell'anno in corso, il quotidiano La Jornada pubblica che il congresso locale ha approvato un accordo che sollecita al governo dello stato del Chiapas Juan Sabines Guerrero di accogliere le petizioni delle Giunte del Buon Governo e che secondo i legislatori, gli Zapatisti hanno chiesto il riconoscimento giuridico delle  Giunte del Buon Governo.

 

Noi come Giunte del Buon Governo smentiamo energicamente queste presunte petizioni davanti al mal Governo statale, queste versioni pubblicate, perche' in nessun momento le abbiamo poste ne' a livello verbale o per iscritto per chiedere briciole al mal governo statale e federale.  Noi, gli Zapatisti, non abbiamo bisogno di venire riconosciuti dai mal governi che non sono del popolo  in quanto noi siamo gia' riconosciuti dal nostro popolo che ci ha eletti e siamo gia' riconosciuti da moltissimi popoli a livello nazionale e internazionale.

 

A noi Giunte del Buon Governo, non ci rappresenta nessuno davanti ad alcuna istanza governativa a livello statale, nazionale e internazionale, i presunti:  David Gomez Perez, Daniel Santiz Lopez, Pablo Mendez Cruz, Moises Cantor Decelis e Pedro Gomez Santiz; queste persone non le conosce nessuno in nessuna zona Zapatista, men che meno fanno parte delle nostre fila, sono solo persone che vogliono approfittarsi di risorse economiche che il mal governo promette cosi' tanto., usando il nome delle Giunte del Buon Governo e della nostra organizzazione E.Z.L.N.

 

Nel quotidiano si cita che una commissione governativa abbia gia' visitato le 5 Giunte del Buon Governo per accogliere le richieste che pongono gli Zapatisti sugli aspetti Giuridici, Politici, finanziari e Sociali: questa informazione e' totalmente falsa, perche' noi, gli Zapatisti, non abbiamo bisogno ci vengano a visitare funzionari del mal governo, sappiamo bene che le principali rivendicazioni dei nostri popoli in nessun periodo il mal governo li risolvera', necessita' che da diversi secoli stiamo soffrendo noi popoli originari del nostro paese.

 

Tutte queste menzogne del mal governo, dei suoi deputati e dei suoi complici, sono parte di un piano  di contro insurrezione per confondere l'opinione pubblica e per colpire la resistenza dei nostri popoli in lotta per la costruzione dell'Autonomia.

 

Per tutto questo chiediamo a tutti i popoli, organizzazioni e persone di buona volonta' che lottano per la Liberta', la Giustizia e per i diritti per tutti, di non farsi ingannare dai piani e dagli interessi dei  mal governi e dei loro complici.

 

Questa e' la nostra parola

ATTENTAMENTE

GIUNTA DEL BUON GOVERNO  CUORE CENTRICO DEGLI ZAPATISTI DAVANTI AL MONDO

 EDGAR BARRERA ORTIZ   FRANCISCO MENDEZ CRUZ

GUADALUPE DIAZ DIAZ   VERONICA HERNANDEZ HERNANDEZ

 

(Traduzione Consolato Ribelle del Messico di Brescia)

 

JUNTA DE BUEN GOBIERNO

CORAZÓN CÉNTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO

 

SNAIL TZOBOMBAIL YU'UN LEKIL J'AMTELETIK

TA O'LOL YO'ON ZAPATISTA TA STUK'IL SAT YELOB SJUNUL BALUMIL

 

26 DE NOVIEMBRE DE 2009

 

A LA OPINIÓN PUBLICA

A LA SOCIEDAD CIVIL NACIONAL E INTERNACIONAL

A LOS MEDIOS ALTERNATIVOS

A LOS ADHERENTES DE LA OTRA CAMPAÑA

A LOS ADHERENTES DE LA ZESTA INTERNACIONAL

A LOS ORGANISMOS DERECHOS HUMANOS

 

Por  este medio la Junta de Buen Gobierno Corazón Céntrico de Los Zapatistas Delante del Mundo, caracol II Resistencia y Rebeldía por la Humanidad Zona Altos de Chiapas.

 

A nombre de las Juntas de Buen Gobierno de los 5 caracoles desmentimos ante la opinión pública los siguientes:

 

El 25 de noviembre del presente año, el periódico la jornada publica que el congreso local aprobó un acuerdo que solicita al Gobierno del estado de Chiapas Jun Sabines Guerrero que atienda las peticiones de las Juntas de Buen Gobierno, que según los legisladores, los Zapatistas pidieron el reconocimiento jurídico de las Juntas de Buen Gobierno.

 

Nosotros como Juntas de Buen Gobierno desmentimos enérgicamente esas supuestas peticiones ante el mal Gobierno estatal, de estas versiones publicadas, porque en ningún momento le hemos planteado verbal o por escrito para pedir migajas al mal gobierno estatal ni federal.  Nosotros los Zapatistas no necesitamos que nos reconozca los malos gobiernos que no son del pueblo porque nosotros ya somos reconocidos por nuestro pueblos quienes nos eligieron y somos ya reconocidos por muchísimos pueblos a nivel nacional e internacional.

 

A nosotros las Juntas de Buen Gobierno, no nos representa  nadie, ante ninguna instancia gubernamental a nivel estatal, nacional e internacional, los supuestos representantes: David Gómez Pérez, Daniel Santiz López, Pablo Méndez Cruz, Moisés Cantor Decelis y Pedro Gómez Santiz.  Estas personas nadie lo conoce en ninguna zona Zapatista, menos que formen parte de nuestras filas, solo son personas que quieren aprovechar recursos económicos que tanto promete el mal gobierno, usando el nombre de las Juntas de Buen Gobierno y de nuestra organización E.Z.L.N.

 

En el periódico menciona que una comisión gubernamental ya visitó las 5 Juntas de  Buen Gobierno para atender las demandas que plantean los Zapatistas en los aspectos Jurídicos, Políticos, financieros, y Sociales. Y esta información es totalmente falso, porque nosotros los Zapatistas, no necesitamos que nos visite funcionarios del mal gobierno, además sabemos que las principales demandas de nuestros pueblos ningún periodo del mal  gobierno lo va a resolver las necesidades que desde hace varios siglos que venimos padeciendo los pueblos originarios de nuestro país.

 

Todo estas  mentiras del mal gobierno, de sus diputados y sus cómplices, es parte de un plan de contra insurgente para confundir a la opinión pública y para golpear la resistencia de nuestros pueblos en la lucha por construir su Autonomía.

 

Por todo esto le pedimos a todos los pueblos, organizaciones y personas de buena voluntad que lucha por la Libertad, por la Justicia y por los derechos para todos, que no se dejen engañar por los planes e intereses de los malos gobiernos y sus cómplices.

 

Es toda nuestra palabra.

A T E N T A M E N T E

LA JUNTA DE BUEN GOBIERNO CORAZON CENTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO

EDGAR BARRERA ORTIZ  FRANCISCO MENDEZ CRUZ

GUADALUPE DIAZ DIAZ  VERONICA HERNANDEZ HERNANDEZ


mercoledì 25 novembre 2009

RILASCIATO CHEMA, LEADER DELLA OCEZ

 
 

La Jornada – Mercoledì 25 Novembre 2009

 

Il governatore Juan Sabines propone di riprendere il dialogo e suspende i mandati di cattura

LIBERATO IL DIRIGENTE DELLA OCES

 

ELIO HENRÍQUEZ e ÁNGELES MARISCAL. San Cristóbal de las Casas, Chis., 24 novembre. Ore dopo la sua scarcerazione, il leader dell'Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ), José Manuel Chema Hernández Martínez, ha dichiarato davanti a decine di suoi compagni che per quasi due mesi hanno manifestato per liberarlo, che i contadini non sono "carne da cannone" e che la repressione e la corruzione dei leader non risolvono le domande di terra e giustizia. 

Accogliendolo di fronte alla Cattedrale della Pace di questa città, tra fuochi d'artificio e allegria, molti dei presenti piangevano ricordando la lotta per la terra che in 30 anni è costata la vita a circa 40 compagni e la repressione poliziesca e militare.

Il dirigente era partito dalla sua abitazione nel municipio di Venustiano Carranza - dove l'avevano condotto dei funzionari statali - per San Cristóbal per riunirsi con i suoi compagni in presidio e che hanno occupato gli uffici locali dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per chiedere la sua liberazione e quella di altri due contadini.

Chema era in carcere a Tepic, Nayarit, ed i suoi compagni José Manuel de la Torre e Roselio de la Cruz, nel carcere chiapaneco di Cintalapa. I tre già liberi sono stati portati dal governatore Juan Sabines Guerrero il quale ha chiesto loro di "riprendere i negoziati" ed ha promesso che non saranno eseguiti altri mandati di cattura. I contadini hanno ascoltato ma hanno chiarito che manterranno le loro richieste di terra e indennizzi alle famiglie dei due contadini morti durante uno degli operativi di polizia.

In un'intervista, Chema ha affermato che gruppi di potere dentro il governo chiapaneco vogliono una "repressione di massa" e pensavano di "annichilire la OCEZ". rispetto all'occupazione degli uffici dell'ONU, ha detto di non sapere quando si concluderà, perché deve consultarsi ancora coi tutti i membri dell'organizzazione, ma l'ente internazionale ha fatto sapere che gli occupanti hanno accettato di sedere ad un tavolo di distensione questo giovedì.

Prima di far visita nell'ospedale regionale di San Cristóbal a José Santos Aguilar, ferito durante le operazioni di arresto del dirigente, questi ha precisato che il governo statale ha accettato di pagare la cauzione per i tre detenuti ed ha rinunciato all'azione penale per associazione a delinquere.

Intanto, a Tuxtla Gutiérrez indigeni tzotziles dei municipi di Chenalhó, Rayon e Chalchihuitán hanno chiesto la liberazione di otto contadini detenuti a San Cristóbal, che il 16 novembre hanno iniziato uno sciopero della fame, ha riferito l'agenzia Notimex. http://www.jornada.unam.mx/texto/031n1est.htm

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )





lunedì 23 novembre 2009

Empoli VENERDI 27 Corazón del Tiempo.Un film che vi porterà nel cuore dell'esperienza zapatista.

 
VENERDI 27 NOVEMBRE

 AL CSA INTIFADA VIA XXVAPRILE PONTE A ELSA EMPOLI

DALLE ORE 22.00

IL Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista 

presenta

Corazón del Tiempo.

Un film che vi porterà nel cuore dell'esperienza zapatista.



Dopo aver partecipato e sorpreso a vari festival (Festival di San Sebastián, Sundance Festival, Viva Fest, Festival Internazionale del Cinema di Guadalajara, Festival del Cinema di Ceará), arriva in Italia Corazón del Tiempo, lungometraggio di Alberto Cortés che racconta la lotta, la resistenza, la quotidianità delle comunità zapatiste, Il Film arriva a Empoli, dopo essere stato presentato a Venezia,Vicenza, Firenze, Milano Napoli e Roma. accolto da centinaia di spettatori.

Attraverso la storia d'amore tra una giovane di una comunità base di appoggio zapatista e un insurgente dell'EZLN, il film mostra le conquiste e le contraddizioni dell'esperienza zapatista, dove la tradizione indigena, fonte da cui la lotta e resistenza delle comunità del Chiapas attinge etica e dignità, è in continua rivoluzione, costretta dagli avanzamenti della lotta a interrogarsi e ripensarsi.

In un intervista al quotidiano messicano La Jornada il regista afferma: "Il film tocca molti temi, come la situazione delle donne, come una ragazza indigena affronta la decisione di recedere dalla decisione di sposarsi con un ragazzo, come era stato concordato dalla famiglia. Attraverso questo conflitto possiamo scoprire le relazioni che si vivono nelle comunità, la relazione che ha la gente con l'EZLN e quali sono le relazioni di autorità dentro una comunità. Bisogna ricordare che sono passati 15 anni dall'insurrezione e 25 dalla creazione dell'EZLN: ci sono giovani che sono nati ed hanno vissuto nello zapatismo, gli attori principali del film sono giovani che appartengono alla generazione educata nello zapatismo, questa è la gente con cui abbiamo lavorato in questa pellicola".

Il film è stato prodotto, scritto, realizzato insieme a zapatisti e zapatiste. Lo sguardo che Cortés riproduce sulla pellicola non è sguardo dall'esterno, un punto di vista, ma è lo sguardo degli zapatisti su sé stessi. Cortés si lascia attraversare dallo sguardo zapatista, si limita a seguirlo, a registrarlo e realizza un artefatto culturale dove "gli indigeni si rappresentano da soli".

Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista

X INFO http://dignidad-rebelde.blogspot.com/

 

 



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giovedì 19 novembre 2009

Appello contro la persecuzione degli attivisti in Chiapas

 

La Jornada – Giovedì 19 novembre 2009

 

Petizione degli aderenti all'Altra Campagna per chiedere che cessino le ostilità contro gli attivisti in Chiapas

 

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 18 novembre. Il Consiglio Regionale Autonomo della Costa del Chiapas chiede la sospensione "di persecuzione, repressione e minacce contro gli aderenti all'Altra Campagna nello stato, perpetrate dalle autorità". Dalla città di Tonalá denuncia "l'ondata di atti repressivi contro le basi di appoggio dell'EZLN e gruppi simpatizzante della lotta zapatista" e respinge "la politica adottata dai governi dello stato e federale contro gli attivisti sociali".

Il consiglio che riunisce comunità costiere aderenti all'Altra Campagna, informa che si è mobilitato a Pijijiapan lo scorso venerdì per chiedere la sospensione dei tagli della luce contro i membri della Rete Statale di Resistenza Civile La Voz de Nuestro Corazón in diversi municipi. Esige "tariffe giuste ed il rispetto degli accordi di San Andrés Larráinzar".

Si pronuncia per la libertà dei detenuti politici e di coscienza del paese (Atenco) Campeche, Chiapas) e chiede alle autorità di fermare la persecuzione contro "attivisti sociali, difensori dei diritti umani e militanti in Chiapas". (…….)

Conclude con la richiesta al sindaco di Tonalá, Hilario González Vázquez, di rispettare il Comitato de Diritti Umani Digna Ochoa, poiché la giunta del municipio "nega assistenza e servizi affinché il comitato possa svolgere il suo lavoro", in una zona dell'entità dove non è molto diffusa la difesa delle garanzie individuali e collettive.

Il consiglio ribadisce il suo impegno con L'Altra Campagna: "se toccano uno di noi,  toccano tutti", perché "il dolore che uno sente lo sentiamo tutti noi", e lanciano un appello a "continuare ad organizzarsi". http://www.jornada.unam.mx/2009/11/19/index.php?section=politica&article=016n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

 





mercoledì 18 novembre 2009

Truppe in Chiapas nell'anniversario dell'EZLN

 

La Jornada – Mercoledì 18 novembre 2009

 

Notevole dispiegamento di truppe in Chiapas nel 26° anniversario dell'EZLN

Hermann Bellinghausen, Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 17 novembre. Mentre una dichiarazione pubblica di sacerdoti e religiose ha rivelato oggi il livello di tensione esistente tra la diocesi di San Cristóbal de las Casas ed il governo statale, l'Esercito continua a svolgere un'intensa attività con perquisizioni e pattugliamenti in comunità del centro e la selva di confine, e questo lunedì è stato registrato un eccezionale spostamento di truppe verso gli Altos, secondo le testimonianze raccolte a San Juan Chamula.

A 26 anni dalla fondazione dell'Esercito Zapatista di Liberazione (EZLN) e sottolineando il silenzio zapatista da più di otto mesi, oggi è risaltata l'assenza di qualsiasi manifestazione commemorativa nei caracoles; non c'è stato nemmeno un pronunciamento del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'EZLN, il quale non ha firmato né emesso alcun comunicato  dall'8 marzo scorso. Come avverte da alcune settimane la pagina web di Enlace Zapatista, "qualsiasi testo successivo a questa data che porti la firma dell'EZLN, è apocrifo".

Intanto, sacerdoti, religiose e missionarie della zona sud della diocesi di San Cristóbal hanno protestato "energicamente" contro "la persecuzione scatenata contro la Chiesa cattolica" dal governo statale nei confronti del vescovo Felipe Arizmendi e, "in particolare", del sacerdote Jesús Landín (padre Chuy), parroco di San Bartolomé, a Venustiano Carranza, ed i suoi collaboratori. "Non siamo criminali né stiamo promuovendo la violenza in nessuna forma", sostengono.

I funzionari pastorali denunciano che "l'ossessione persecutoria" contro Landín è arrivata ad un punto tale che il governatore Juan Sabines Guerrero ha tentato di metterci del suo per far espellere il vescovo dalla diocesi e da Chiapas". Tuttavia - aggiungono - "nessuno ha il diritto di espellere un cittadino da nessun posto nel territorio nazionale; se fa questo, si sta procedendo contro la Costituzione".

Il governo "ha scatenato una persecuzione permanente contro Landín, accusandolo di aizzare la gente e promuovere la violenza e l'uso delle armi". Affermano che sono "calunnie" e "bugie". Manifestano la loro solidarietà con i membri della parrocchia di San Bartolomé e ribadiscono il loro impegno sociale, dichiarandosi "a fianco del popolo", che  "vogliono sostenere nei suoi diritti alla libertà ed al rispetto della nostra Madre Terra".

Sulla base all'esperienza delle comunità nella loro zona, dichiarano: "La causa della persecuzione contro la Chiesa ed i popoli del Chiapas sono le concessioni minerarie a compagnie straniere per estrarre i tesori del sottosuolo. Si sa che il governo ha dato loro il permesso di esplorare e sfruttare il sottosuolo chiapaneco per più di un milione di ettari".

I religiosi si ritengono obbligati a protestare "contro la persecuzione e l'indebita ingerenza in questioni proprie della nostra chiesa". Il governatore - affermano - "accusano la chiesa del fatto che gli abitanti di Acteal si siano rifiutati di riceverlo. Questi considerano una presa in giro la presenza di funzionari di un governo che fu complice del massacro e che liberando gli assassini continua ad essere parte di tremendo delitto.

"La diocesi non avrebbe accompagnato il governatore, ma non è stata lei a prendere la decisione di non riceverlo. Queste decisioni spettano unicamente ed esclusivamente alle comunità interessate".

Infine, respingono l'infiltrazione di spie della polizia "in atti di culto e formazione cristiana, che cercano inutilmente di dimostrare reati che non abbiamo mai commesso e che, Dio lo voglia, non commetteremo mai". http://www.jornada.unam.mx/2009/11/18/index.php?section=politica&article=014n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


lunedì 16 novembre 2009

il 21 a firenze cena zapatista

La Cooperativa Zenzero e il Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista invitano tutti e tutte alla CENA REBELDE che si terrà SABATO 21 NOVEMBRE presso la Casa del Popolo di Settignano.

Il ricavato della cena (equa e biologica!) andrà a sostenere il sistema educativo zapatista.

Durante la serata foto, video, e racconti dalle terre zapatiste.

Costo della cena 15 euro.

info e prenotazioni (entro giovedì 19 novembre):
Cooperativa Zenzero: 0552658299 -
info@zenzerocooperativa.it


Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista.

Fw: [Ezln-it] Aggrediti gli alunni di Roberto Barrios

 
 

La Jornada – Lunedì 16 novembre 2009

 

La Giunta zapatista denuncia indimitadioni di paramilitari e militari

Aggrediti e filmati gli alunni del caracol Roberto Barrios. Rotti a colpi di pietre i tetti delle aule e dei dormitori

Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis. 15 novembre. La giunta di buon governo (JBG) "Nueva semilla que va a producir", del caracol Roberto Barrios, nella zona nord, denuncia le costanti minacce ed aggressioni contro le autorità civili zapatiste, e contro gli alunni Della scuola autonoma che si trova dentro il caracol. "La situazione è sempre peggio", avverte allarmata la giunta zapatista.

"Negli ultimi mesi il malgoverno ha intensificato le sue azioni di intimidazione e provocazione attraverso gruppi armati paramilitari che operano nella zona nord, responsabili di sparizioni, violenze, assassini, sgomberi contro i loro stessi fratelli indigeni".

Individui "addestrati dalle istituzioni repressive" provocano "tensioni e violenze dentro il nostro territorio zapatista". Principalmente nel "Caracol que habla para todos". Dal 1994 il governo applica una "guerra di bassa intensità contro i popoli in resistenza, al fine di dividerci, farci arrendere ed annichilirci", sostiene la JBG.

"Il tentativo di sgombero del centro educativo autonomo è dovuto al progetto di ecoturismo per metterci i negozi, perché la scuola si trova proprio all'entrata alle cascate del fiume Bascán".

In realtà, il governo ha spinto la creazione di uno stabilimento balneare nella località, dove si trova un bel gruppo di cascate che da dieci anni hanno risvegliato l'avidità turistica. Questo, "pianificato dalle imprese e dallo stesso malgoverno", attraverso Luis H. Álvarez (ex coordinatore del dialogo di pace del governo federale ed attuale titolare della Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni) ed i suoi subalterni Hugo García e Jesús Caridad.

Lo scorso 20 ottobre sono arrivati nel caracol Carlos e Luciano Méndez Méndez minacciando gli alunni della scuola "con le cartucce di una pistola calibro 9 millimetri". Gli aggressori indossavano uniformi dell'Esercito federale "e passano sempre con una pistola infilata nella cintura". Il giorno 26, degli sconosciuti hanno rubato nel negozio di artigianato delle donne basi di appoggio della comunità Roberto Barrios, che si trova di fronte al portone del caracol.

La JBG segnala: "Lo stesso comandante supremo delle forze armate manda i suoi militari ad addestrare gente delle comunità che si lasciano ingannare e convincere a creare la violenza e la disintegrazione della convivenza comunitaria".

A settembre, "per alcune notti si sono sentiti gruppi di persone marciare gridando slogan militari nell'oscurità, a circa 50 metri dal caracol", nelle cui vicinanze si sono sentiti "continui spari".

La JBG cita altri precedenti: l'8 gennaio 2007 "un gruppo di priisti radicali e violenti occuparono la scuola autonoma, cacciando e spaventando i bambini e le promotrici di educazione". Gli aggressori erano armati di machete. Il 27 agosto 2008, gli stessi priisti occuparono la scuola per la seconda volta capeggiati da José Méndez Méndez e con la partecipazione di tre maestri della scuola ufficiale secondaria. Gli alunni, le promotrici e "i compagni genitori" dovettero sopportare "una sequela di volgarità".

"Le aggressioni contro le autorità civili autonome sono cominciate" da quando si è installata questa JBG. "Gli alunni sono costantemente vessati durante le lezioni, quando si lavano nel fiume, nella pausa pranzo e quando fanno educazione fisica". I tetti delle classi e dei dormitori sono stati rotti a sassate.

Il governo "ha informatori forniti di videocamere e cellulari" che giornalmente vanno a Palenque "a fare rapporto e prendere istruzioni dai loro capi". La persona "più visibile che fa questo lavoro sporco" è Humberto Balcázar Mendoza che filma gli alunni autonomi, il personale che lavora in questo centro e le strutture della JBG. http://www.jornada.unam.mx/2009/11/16/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )



sabato 14 novembre 2009

Criminalizzazione in Chiapas

 
 

La Jornada – Sabato 14 novembre 2009

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La Procura diffonde un documento dal titolo Situazione prevalente nel municipio Venustiano Carranza

"Preparativi di un movimento armato", pretesto per la repressione in Chiapas

La Procura Generale di Giustizia lancia l'allarme su una presunta rete "sovversiva" guidata dal parroco cattolico Jesús Landín

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Hermann Bellinghausen – Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 13 novembre. Le autorità chiapaneche si dicono convinte che in certe zone dell'entità si starebbe forgiando un "movimento armato" per l'anno prossimo. Questo illustra l'eloquente documento Situazione prevalente nel municipio Venustiano Carranza, elaborato dalla Procura Generale di Giustizia dello Stato (PGJE) e diretto specificamente a "documentare" l'esistenza di una presunta rete "sovversiva" il cui asse sarebbe il parroco cattolico Jesús Landín García.

L'ampio documento, datato 27 luglio di questo anno, e del quale La Jornada possiede una copia, è l'origine delle numerose "versioni" e "notizie filtrate" ai media locali e nazionali che hanno giustificato recenti azioni poliziesche e militari, catture, perquisizioni e conrolli sulle strade delle comunità di Carranza e municipi circostanti (Comitán, Nicolás Ruiz, San Cristóbal de las Casas).

Col metodo "taglia e incolla", il documento mette insieme presunti passaggi di omelie del chierico Landín (già parroco di San Andrés Larráinzar) con le foto prese con telefono cellulare di una riunione pastorale a Nicolás Ruiz, la cattura di una banda criminale denominata Los Pelones in possesso di un arsenale a Frontera Comalapa, ed una visita dei fratelli Héctor ed Antonio Cerezo Contreras al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) durante la commemorazione pubblica dei 20 anni di questo centro.

Si aggiungono "considerazioni" sul vescovo emerito Samuel Ruiz García che avrebbe fatto di Landín il "suo successore", non è chiaro in che cosa, ma si deduce come leader di "movimenti antisistema finanziati da diverse organizzazioni non governative che fungono da protezione dei principali leader". Il sacerdote "gode di ampia stima nelle zone emarginate di ascendenza indigena, per il suo carattere radicale ed i suoi discorsi di rifiuto dell'ordine stabilito e delle istituzioni del governo".

L'intento diretto del documento della PGJE è screditare il dirigente della OCEZ-Carranza José Manuel Hernández Martínez, Chema, il quale "se autodefinisce (sic) attivista sociale da 30 anni". Sulla base delle "prove" contenute nel documento, Hernández Martínez ed altri dirigenti della OCEZ-Carranza sono stati poi arrestati. Il primo, in maniera irregolare, è stato trasferito in un carcere federale a Nayarit.

Il documento cita azioni agrarie della OCEZ, soprattutto l'occupazione di fattorie di proprietà dei grandi cacicchi della zona, come la famiglia Orantes, e le mischia con la cattura di Los Pelones, senza provare il legame di questi con la OCEZ. Fa riferimenti al "traffico di droga e clandestini", poiché il centro del Chiapas, dice la PGJE, "è percepito come una regione dove prevalgono condizioni favorevoli per il traffico illecito di qualsiasi merce".

Più avanti descrive i "gruppi avversi allo Stato" con frasi che non lasciano adito a interpretazioni: "La presenza di attori belligeranti sorti dalla lotta contadina e dalla disputa delle terre attrae l'attenzione di leader sociali e religiosi collegati alla sovversione, i quali davanti al dissenso dei coloni, cercano di raccogliere simpatie per comportamenti dottrinari, situazione che contribuisce a generare nuove condizioni di mobilità della protesta".

E aggiunge: "la formazione di un fronte antisistema regionale per raccogliere istanze di carattere strategico quali la protesta per le tariffe dell'energia elettrica, la giustizia sociale indigena ed un maggiore sviluppo delle comunità rurali emarginate" come "principale obiettivo dei gruppi di protesta ".

Presuppone che il Fronte Nazionale di Lotta per il Socialismo (FSLN), starebbe preparando "la convocazione del movimento di disobbedienza civile generalizzata nel 2010", dove "sottolinea la partecipazione della chiesa cattolica che predica il Neoliberismo (sic), così come la Teologia Indigena". 

A questa presunta "rete" parteciperebbe il CDHFBC, perché diffonde denunce "per presunti atti di persecuzione e diventa, insieme al FSLN, il principale mezzo per attrarre l'attenzione della comunità internazionale".

Aggiustando all'uopo fatti isolati, perfino falsi, il documento vuole criminalizzare anche Diego Cadenas Gordillo, direttore del CDHFBC, collegandolo ala presunta struttura della "sovversione antisistema". 

Lo schema della "rete" di padre Landín ritiene un certo Patrocinio González essere il "collegamento con l'EZLN" ed interpreta la presenza in riunioni ecclesiastiche di presunti diaconi zapatisti e membri dell'Altra Campagna di Cruztón, Socoltenango e San Cristóbal de las Casas parte come della trama "sovversiva".

Tutto questo ha generato una tensione inedita tra il governo del Chiapas e la diocesi di San Cristóbal de las Casas, al punto che, come avrebbero dichiarato funzionari statali, "si sta indagando" sullo stesso vescovo Felipe Arizmendi. http://www.jornada.unam.mx/2009/11/14/index.php?section=politica&article=014n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com)

venerdì 13 novembre 2009

Liberati gli aggressori che ora minacciano la comunità

 
 

La Jornada – Venerdì 13 novembre 2009

 

Liberati, gli aggressori degli aderenti all'Altra Campagna ora minacciano la comunità

 

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 12 novembre. Le autorità giudiziarie del Chiapas hanno rilasciato quattro dei responsabili delle aggressioni a spari e percosse contro indigeni aderenti all'Altra Campagna nell'ejido Jotolá (municipio di Chilón) e contro un difensore dei diritti umani avvenuta due mesi fa. Benché la cattura degli aggressori fosse stata molto reclamizzata, sono rimasti in carcere solo una settimana. Ieri sono tornati nella comunità ed ora minacciano di "vendicarsi". 

Sono stati riconosciuti come membri del gruppo priista Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), ripetutamente denunciata come paramilitare. 

Secondo le testimonianze degli ejidatarios di Jotolá, i fratelli Juan, Guadalupe e Rogelio Cruz Méndez, ed Agustín Hernández Sántiz, fermati lo scorso 3 novembre dalla polizia ministeriale per la loro partecipazione nelle aggressioni del 18 settembre, sono stati liberati ieri dal Centro Statale di Reinserimento Sociale numero 14, El Amate, e sono giunti in comunità alle ore 23.

"Tra l'una e le tre del mattino di oggi, i priisti liberati sono stati visti ubriachi e in atteggiamento minaccioso nei dintorni della casa di un'ejidataria aderente all'Altra Campagna, madre di Cándido Cruz, testimone a carico nel procedimento penale istruito contro gli aggressori liberati", riferiscono gli ejidatarios tzeltales. 

Più tardi, quando alcune donne di Jotolá transitavano per strada, i fratelli Cruz Méndez ed altri membri della Opddic hanno gridato loro: "ammazzeremo quelli dell'Altra Campagna uno alla volta e violenteremo le donne".

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha lanciato l'allarme "sul rischio imminente" di un'aggressione contro gli ejidatarios dell'Altra Campagna e delle loro famiglie da parte di quelli della Opddic, ed ha sollecitato il governo statale ad adottare idonei provvedimenti per la comunità.

Il CDHFBC ha espresso "sorpresa al governatore Juan Sabines Guerrero, perché il nuovo evento di impunità conferma l'uso del sistema giudiziario per reprimere la protesta sociale (come nel caso dei detenuti politici Jerónimo ed Antonio Gómez Saragos) e d'altra parte per coprire i paramilitari".

Il 18 settembre erano stati aggrediti con armi, pietre e bastoni, donne e uomini di Jotolá e l'avvocato del CDHFBC Ricardo Lagunes, che era stato minacciato di linciaggio. Gli aggrediti avevano sporto denuncia ed il Pubblico Ministero aveva spiccato mandato di cattura al giudice Carlos Alberto Bello Avendaño, titolare del tribunale penale a Tuxtla Gutiérrez, per i reati di omicidio, privazione illegale della libertà e lesioni.

Il 3 novembre erano stati arrestati Juan, Guadalupe e Rogelio Cruz Méndez ed Agustín Hernández Sántiz. "Tuttavia, il giorno 10, il sopracitato giudice ha decretato il rilascio dei quattro aggressori". Si tratta dello stesso magistrato che ha arrestato i fratelli Gómez Saragos, aderenti all'Altra Campagna di San Sebastián Bachajón, rinchiusi a El Amate da mesi. 

Solo questo sabato, gli ejidatarios hanno denunciato un'incursione della Opddic che minacciava di incendiare le case con le taniche di benzina. Quel pomeriggio, 30 di questi si sono riuniti nella casa dei Cruz Mendez, identificati come i principali aggressori degli ultimi mesi. I 23 ottobre Cándido Cruz fera stato picchiato dai priisti che avevano partecipato all'aggressione di settembre. http://www.jornada.unam.mx/2009/11/13/index.php?section=politica&article=018n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


giovedì 5 novembre 2009

Rilasciati altri 9 condannati per Acteal

 

La Jornada – Giovedì 5 Novembre 2009

La Corte ordina il rilascio di altre 9 persone condannate per il massacro di Acteal

Jesús Aranda

La prima sezione della Corte Suprema di Giustizia della Nazione (SCJN) ha ordinato - per quattro voti contro uno - la liberazione immediata di altri nove accusati per il massacro di Acteal; a 16 ha concesso l'appello affinché un tribunale unitario stabilisca la loro situazione giuridica, ma prendendo in considerazione esclusivamente prove lecite, ed ha archiviato (rifiutato) sei richieste di appello.

Come accaduto il 12 agosto scorso, quando la sezione ordinò il rilascio di 20 indigeni accusati di partecipazione nell'assassinio di 45 tzotziles che si trovavano in una cappella, i magistrati hanno argomentato che la loro decisione si è basata sulla violazione del diritto al processo legale, la Procura Generale della Repubblica (PGR) fabbricò prove ed il Pubblico Ministero Federale non ha mai dimostrato la responsabilità dei presunti colpevoli che erano già stati condannati a 25 anni di carcere. http://www.jornada.unam.mx/texto/017n1pol.htm


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