giovedì 15 marzo 2012

Liberazione immediata per Alberto Patishtan

 

La Jornada – Martedì 13 marzo 2012
HERMANN BELLINGHAUSEN
Con l'eccezionale sostegno di più di 60 organizzazioni, comitati e commissioni indipendenti per i diritti umani di tutto il paese, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) ed i familiari del professore tzotzil Alberto Patishtán Gómez questo lunedì hanno chiesto la liberazione immediata del forse più importante prigioniero di coscienza del paese. Hanno inoltre comunicato che il 29 febbraio scorso Patishtán ha vinto un ricorso per essere riportato a San Cristóbal de las Casas.
Hanno denunciato che il governo del Chiapas è responsabile della "punizione" inflitta al docente ed attivista indigeno, che dopo 11 anni trascorsi nelle prigioni statali scontando una condanna a 60 anni, è stato trasferito per punizione alla lontana prigione federale di Guasave, Sinaloa. Questo, per uno sciopero della fame dei detenuti dell'Altra Campagna in tre prigioni chiapaneche, del quale era portavoce. Le organizzazioni sostengono che le autorità statali volevano spedirlo alle isole Marías.
"Il governo del Chiapas ha sempre negato di aver chiesto questo trasferimento" segnalano. "Tuttavia, nelle carte del ricorso appare chiaramente che il segretario generale di Governo, Noé Castañón León, sollecitava il suo trasferimento 'al complesso penitenziario isole Marías o ad altro centro penitenziario fuori dal Chiapas', mostrando chiaramente l'intenzione di allontanarlo dalla degna lotta per la sua libertà".
Ricordano che "come punizione per questa lotta e per difendere i diritti umani, il 20 ottobre del 2011, per uno sciopero della fame della Voz del Amate e dei Solidarios de La Voz del Amate in Chiapas, è stato trasferito al Centro Federale di Reinserimento Sociale numero 8 di Guasave, dove si trova attualmente".
In conferenza stampa, con la presenza , tra altri, del direttore del Frayba, Víctor Hugo López, e della figlia del professore, Gabriela Patishtán, avvocatessa, è stato diffuso un pronunciamento in cui si sottolinea: "Questo caso è un chiaro esempio del grave problema nell'amministrazione della giustizia in Messico". L'arresto risale al 19  giugno 2000, "condannato a 60 anni con l'accusa di imboscata ed omicidio di poliziotti del municipio di El Bosque".
Oggi è stata decretata la sua innocenza. Durante la sua detenzione, "Patishtán ha sempre partecipato attivamente alla vita politica del suo municipio", e denunciato la corruzione dell'allora giunta, sollecitando le dimissioni del sindaco "e la creazione di un consiglio municipale", raccontano gli organismi dei diritti umani.
In quegli anni era in auge la contrainsurgencia del governo federale e del governatore Roberto Albores Guillén, proprio in questo municipio, dove nel 1998 soldati e poliziotti misero a ferro e fuoco il municipio autonomo zapatista San Juan de la Libertad, imponendo un sindaco priista complice di molti delitti. Il massacro di poliziotti del quale Patishtán è unico accusato non è mai stato chiarito in maniera soddisfacente. Come neppure il massacro precedente di zapatisti e perfino priisti.
Sottoscrivono il documento il vescovo Raúl Vera, Javier Sicilia, Gustavo Esteva, Magdalena Gómez e decine di altre persone, insieme a numerose organizzazioni nazionali e di una decina di paesi che dicono di unirsi alla "degna lotta" di Patishtán. "Dalla prigione ha lavorato per la difesa dei diritti delle persone private della libertà, denunciando le violazioni delle garanzie che avvengono nel sistema penitenziario in Chiapas", sostiene la denuncia collettiva.
Il 29 febbraio, il giudice di distretto di Tuxtla Gutiérrez, "ha ordinato il ritorno di Patishtán nel Carcere N. 5 di San Cristóbal de Las Casas, dove si trovava prima". Questo, "in restituzione dei suoi diritti umani violati". 
Il pronunciamento conclude: "Per la sua azione politica prima della sua detenzione e per la sua difesa dei diritti umani è un prigioniero politico, per questo chiediamo al governo messicano la sua immediata liberazione". http://www.jornada.unam.mx/2012/03/13/politica/016n2pol


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