venerdì 16 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 16/mar/2018 16:38
Oggetto: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> A Renza.
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> 12 Donnenell'Anno 12 (il secondo della guerra)11 marzo 1996Nell'anno 12 dell'EZLN, lontano, amigliaia di chilometri da Pechino, 12 donne arrivano all'8 marzo 1996 con iloro volti cancellati…1.              Ieri…Dal volto fasciato di nero si vedonosolo gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza di chicerca. Una carabina M-1 al petto, in posizione "d'assalto", ed unapistola in vita. Sul petto, a sinistra, luogo di speranze e convinzioni, portai gradi di Maggiore di Fanteria di un esercito insorto che, da quell'albagelida del primo gennaio 1994, si chiama Esercito Zapatista di LiberazioneNazionale. Sotto il suo comando c'è la colonna ribelle che prende d'assaltol'antica capitale dello stato sudorientale messicano del Chiapas, San Cristóbalde Lasas Casas. Il parco centrale di San Cristóbal è deserto. Solo gli uomini ele donne indigene che comanda sono testimoni del momento in cui il Maggiore,donna, indigena tzotzil e ribelle, raccoglie la bandiera nazionale e laconsegna ai capi della ribellione, il "Comitato Clandestino RivoluzionarioIndigeno". Via radio, il Maggiore comunica: "Abbiamo preso labandiera. 10-23 passo". Le ore 02:00, ora sudorientale del primo gennaio1994. Le ore 01:00 dell'anno nuovo per il resto del mondo. Ha atteso dieci anniper dire quelle sette parole. Era arrivata sulle montagne dalla Selva Lacandonanel dicembre del 1984, a meno di venti anni e con in corpo tutta la storia diumiliazioni degli indigeni. A dicembre del 1984 questa donna dalla pelle brunadice "Basta!", ma lo dice così piano che solo lei lo sente. A gennaiodel 1994 questa donna ed altre decine di migliaia di indigeni non dicono più,ma gridano "Basta!", lo dicono tanto forte che tutto il mondo li sente…Alla periferia di San Cristóbalun'altra colonna ribelle comandata da un uomo, l'unico di pelle chiara e nasogrande tra gli indigeni che assaltano la città, ha appena occupato la stazionedi polizia. Liberano dalle prigioni clandestine gli indigeni che trascorrevanol'anno nuovo rinchiusi per il reato più grave che esista nel sudest chiapaneco:essere povero. Il nome del Capitano Insurgente è Eugenio Asparuk, indigenotzeltal e ribelle che, con quel naso enorme, guida la presa della stazione dipolizia. Quando arriva il messaggio della Maggiore, il Capitano InsurgentePedro, indigeno chol e ribelle, ha appena completato la presa del quartieredella Polizia Federale Stradale ed assicurato la strada che comunica SanCristóbal con Tuxtla Gutiérrez; il Capitano Insurgente Ubilio, indigeno tzeltale ribelle, ha controllato gli accessi dal nord della città e preso il simbolodelle elemosine del governo agli indigeni, l'Istituto Nazionale Indigenista; ilCapitano Insurgente Guglielmo, indigeno chol e ribelle, ha preso l'altura piùimportante della città, da lì domina a vista il silenzio stupefatto che siaffaccia dalle finestre di case ed edifici; i capitani insurgentes Gilberto eNoé, indigeni tzotzil e tzeltal rispettivamente, ribelli allo stesso modo,prendono il quartiere della polizia giudiziaria statale, lo incendiano e vannoa mettere al sicuro la parte estrema della città che corrisponde al quartieredella 31a zona militare di Rancho Nuevo.Alle 02:00, ora sudorientale delprimo gennaio 1994, cinque ufficiali insurgentes, maschi, indigeni e ribelli,ascoltano via radio la voce del loro comandante, donna, indigena e ribelle, chedice "Abbiamo preso la bandiera, 10-23 passo". Lo ripetono alle lorotruppe, uomini e donne, tutti indigeni e ribelli, e traducono. "Cominciamo…"Nel palazzo municipale, la Maggioreorganizza la difesa della posizione e la protezione degli uomini e delle donneche in quel momento controllano la città, tutti sono indigeni e ribelli. Unadonna in armi li protegge.Tra i capi indigeni della ribellionec'è una donna piccola, la più piccola tra le piccole. Del viso fasciato di nerosi vedono gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza dichi cerca. Un fucile corto calibro 12 a tracolla s

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