lunedì 23 maggio 2016

LSe avessimo avuto 22 anni di conflitto armato, non avremmo costruito nulla

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 24/mag/2016 08:24
Oggetto: [Ezln-it] Moises: Se avessimo avuto 22 anni di conflitto armato, non avremmo costruito nulla
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

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>     "Seavessimo avuto 22 anni di conflitti armati, non avremmo costruito quello cheesiste ora"01.05.2016 - Oleg Yasinsky Quest'articolo è disponibile anche in: Spagnolo,Francesehttp://www.pressenza.com/it/2016/05/si-hubieramos-hecho-22-anos-de-balazos-no-hubiesemos-construido-lo-que-hay-ahora/
>  Dettagli su questa intervista Una volta fermi presso il luogo pattuito, dallo specchietto retrovisore delnostro furgoncino arrivò un uccellino simile a un passero, che iniziò a beccaremetodicamente contro il vetro. A volte riposava qualche minuto di fronte,guardandosi da diverse angolature, e con rinnovata energia si lanciava alcombattimento contro il proprio riflesso. E ricordai anche quando, circa 15 annifa, negli stessi luoghi, iniziammo a vedere all'aria aperta il documentario«Caminantes», quello in cui Marcos faceva il gesto di togliere il passamontagnae dalla foresta irrompeva un'enorme farfalla che si posava sul suo viso nelloschermo, coprendolo per intero. A volte gli zapatisti, che non hanno segreti infatto di vita politica aperta, giungono a una sorta di trattato segreto con lanatura locale.Ci troviamo in Chiapas, in attesa dell'intervista con uno degli zapatistiche ha accettato di riceverci. Non sapevamo ancora che quel qualcuno sarebbestato il vicecomandante dei ribelli Moisés, autorità militare e portavocedell'EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) che, nel maggio 2014,aveva rimpiazzato il vicecomandante Marcos, e noi, un gruppo di artisti russidi San Pietroburgo del collettivo politico culturale Chto Delat ed io, a metàtra un traduttore e una guida priva di certificazione dai mondi socialid'America. L'obiettivo del viaggio era conoscere i territori ribelli, le realtàe gli obiettivi raggiunti da parte degli zapatisti a 22 anni dalla loroapparizione pubblica.Cercavamo qualcosa che, secondo quanto diceva un giovane zapatista francesedel secolo scorso, noto come il Principito, non può essere visto con lepupille. Cercavamo di rivendicare il senso di tanti tentativi e fallimentidella nostra storia, russa, ucraina, sovietica, in questi tempi pieni diconfusione generalizzata, o qualcosa talmente assurda come le radici dellasperanza europea in terra americana. Non saprei dare una definizione esatta.Ricordo soltanto che i testi zapatisti giunti in Russia più di 15 anni or sono,inquietarono e risvegliarono migliaia di persone della nostra generazione.Se una volta qualcuno mi avesse detto che la sua voce era la voce dei suoicompagni, non avrei dubitato di trovarmi di fronte a un pazzo o a un eccentricoe avrei di certo risposto con una battuta di pessimo gusto. Ma quando,terminata la riunione, il vicecomandante Moisés pronunciò questa frase, sentiisubito un formicolio alla schiena e un groppo in gola. Mai prima d'ora avevoimmaginato che una cosa simile potessere essere vera, senza metafore, nèesagerazioni. Cioè, lo immaginavo sì, ma in modo molto teorico, in quanto lapresenza dal vivo, vicina e tangibile, di verità come queste, è qualcosa dimolto diverso.Esistono molte interviste di Marcos e poche di Moisés. Sebbene nutra per ilprimo una profonda ammirazione, mi è sembrato più interessante condividere colsecondo per osservare come, dalla tappa romantica e letteraria, lo zapatismodiscenda verso pratiche magari meno vistose ma, senz'ombra di dubbio, molto piùsolide e profonde….senza scordare che all'interno dello zapatismo le ascese ediscese di solito coincidono.Questa volta ho sentito che, senza essere distratti dalla buonaletteratura, è stato possibile sentire meglio il cuore contadino indigenocomunitario dello zapatismo. In tal senso, il viaggio nel Chiapas, più cheun'esperienza politica o intellettuale, è stata una scoperta che si avvicinavaal mistico spirituale, qualcosa che ci connette alla parte più profonda delnostro essere.Quando si entra in una delle case di una delle Giunte del Buon Governo,decorata con murales sulla rivoluzione, in cui improvvisamente nella penombraci si trova davant

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