lunedì 7 febbraio 2011

Frayba accusa il governo di criminalizzare L'AltraCampagna

 

La Jornada – Lunedì 7 febbraio 2011

Il Frayba accusa il governo di criminalizzare L'Altra Campagna

Elio Henríquez. Corrispondente . San Cristóbal de Las Casas, Chis., 6 febbraio. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba) ha documentato "violazioni al giusto processo" durante il fermo dei 116 indigeni dell'Altra Campagna del municipio de Chilón, nel centro turistico delle cascate di Agua Azul, 10 dei quali sono stati arrestati la notte di sabato come presunti omicidi e rinchiusi nel Carcere di Playas de Catazajá.

In un comunicato, segnala che secondo le testimonianze degli indigeni, è falsa la versione ufficiale secondo la quale avrebbero bloccato la strada San Cristóbal-Palenque e che ci fossero 17 turisti in ostaggio. 

L'organizzazione presieduta dal vescovo di Saltillo, Coahuila, Raúl Vera López, sostiene che i fermati non sono 116, come assicurato dalla Procura Generale di Giustizia dello Stato (PGJE), bensì 117, quindi le persone liberate sabato sono 107, tra queste un minorenne.

Sostiene che le autorità statali "perseguono e criminalizzano gli ejidatarios, aderenti all'Altra Campagna, ogni volta che sono loro stessi ad essere aggrediti e derubati in maniera violenta della cabina di riscossione da parte di un gruppo numeroso di ejidatarios priisti". 

Aderenti e priisti dell'ejido San Sebastián Bachajón, Chilón, si sono scontrati il 2 febbraio scorso ad Agua Azul - a circa 150 chilometri da questa città - per il controllo della cabina di riscossione, con risultato di un morto ed almeno due feriti, militanti del PRI.

Il Frayba afferma che "il fermo delle 117 persone è avvenuto il 3 febbraio, alle 11:30 circa, quando il gruppo di ejidatarios si trovava in strada, all'altezza dell'entrata alle cascate di Agua Azul, per concordare la risposta da dare al governo statale riguardo l'offerta di dialogo e negoziazione che gli operatori politici della zona avevano presentato loro".

Citando gli aderenti, aggiunge che erano in riunione quando "si sono avvicinati circa 300 poliziotti che hanno lanciato un lacrimogeno che è caduto in una dalle pentole di fagioli che stavano cuocendo, e poi un comandante del corpo si è avvicinato per chiedere la risposta", che è stata negativa, nel senso di non accettare il dialogo proposto dal governo.

Segnala che "la risposta negativa degli ejidatarios era dovuta al fatto che prima avevano denunciato pubblicamente i piani del governo statale di creare uno scenario di scontro per reprimere e poi gestire il conflitto, prendendo il controllo definitivo della zona, perché ci sono interessi territoriali strategici di investimenti turistici e di esproprio contro le comunità che abitano in questo luogo".

"Sulla base delle informazioni documentata che possiede, questo Centro conferma le violazioni al giusto processo che tutte le persone fermate hanno subito, consistenti nel non avere un avvocato o un rappresentante legale, né un traduttore, tra le altre. È chiara l'azione repressiva del governo dello stato, il quale agisce insieme alle autorità ufficiali (priiste) per segnalare e fermare in maniera arbitraria gli ejidatarios aderentiall'Altra Campagna", conclude. http://www.jornada.unam.mx/2011/02/07/index.php?section=politica&article=017n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


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