venerdì 27 giugno 2014

Chiapas: Militarizzazione e Saccheggio

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Contralínea
Nancy Flores
17 giugno 2014
 
Con la “guerra” al narcotraffico il Chiapas è stato di nuovo militarizzato. Le tensioni tra l’EZLN, le basi di appoggio, la società civile in generale ed il governo sono aumentate al pari della criminalizzazione della protesta pacifica. Nell’intervista, Víctor Hugo López – direttore del Centro dei Diritti Umani Frayba – segnala che con la militarizzazione è aumentato il saccheggio delle risorse naturali, minerali, energetiche
Durante il governo di Felipe Calderón Hinojosa, strade rurali e comunità indigene del Chiapas, poco alla volta sono state occupate da elementi dell'Esercito Messicano e dell'Armata del Messico. Oggi, ancora col pretesto di combattere il narcotraffico, i militari tengono sotto il loro controllo zone che erano state liberate durante la gestione di Vicente Fox Quesada come dimostrazione della "volontà governativa" di pacificare la regione.
Così, il massimo risultato della "guerra" calderonista in questa entità del Sudest messicano non è stato lo sterminio del crimine organizzato, ma il riposizionamento dei militari al punto che la situazione attuale è equiparabile a quella di 20 anni fa, quando l'Esercito Zapatista da Liberazione Nazionale (EZLN) si sollevò in armi. 
Nell'intervista con Contralínea, il direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba), Víctor Hugo López, spiega che, sebbenin Chiapas non si siano viste "scene spettacolari di violenza" e di scontri per le strade, la strategia della "guerra" al narcotraffico ha avuto serie ripercussioni nelle comunità. In principio, perché ha ottenuto il riposizionamento dell'Esercito Messicano e dell'Armata nei diversi territori indigeni ed in tutti i punti di confine dell'entità, caratterizzata da miseria ed emarginazione.
Il giovane difensore dei diritti umani ricorda che una delle condizioni che l'amministrazione foxista mise in campo per mantenere il dialogo con l'EZLN fu la smilitarizzazione: furono eliminate alcune delle zone militari più importanti, dice. Tuttavia, "questa situazione si è persa con la strategia di Calderón: mentre elementi dell'Esercito pattugliano e montano blocchi in tutto il territorio, quelli dell'Armata presidiano i punti di confine, compreso quello con il Guatemala".
Attualmente, spiega, elementi dell'Esercito Messicano sono presenti in molte comunità e strade rurali dove prima non si erano mai visti. "Realizzano ronde e perfino operativi di sequesto di armi. Discreti [operativi], dicono, ma proprio sulla frontiera o la linea di fuoco qui in Chiapas. Questo è grave, perché sembra che non stiano per nulla valutando la possibilità che si registrare nuovamente uno scontro [armato]". 
Víctor Hugo López osserva che la strategia antidroga ha avuto altre gravi ripercussioni in Chiapas. Una di queste si riferisce alla politica di sicurezza dello stato, perché ora i poliziotti civili sono sotto il comando dei militari.
Riferisce inoltre dell'aumentò della criminalizzazione della società nel suo insieme. E fa l'esempio degli operativi delle unità miste (militari accompagnati da poliziotti municipali e statali). Questi, indica, sono quelli che commettono il maggior numero di detenzioni arbitrarie di giovani (uomini e donne) per le strade solo per il loro modo di essere; commettono anche abusi e torture.
In questo senso sono state rafforzate le leggi e sono state legalizzate forme di violenza e meccanismi di violazione dei diritti umani: "Per esempio, sebbene sia stato eliminato il fermo in Chiapas e questo sia stato pubblicizzato come un successo del governo statale precedente, sono aumentate le case [di sicurezza] della Procura dove si fanno sparire le persone, vengono torturate e fermate in maniera illegale". 
E malgrado sia gli operativi poliziesco-militari sia le riforme legali siano state giustificate come una strategia contro il narcotraffico, il difensore dei diritti umani osserva che la vendita ed il consumo di alcool e di ogni tipo di droga non sono stati affatto sconfitti. 
"Contraddicendo il discorso della lotta al narcotraffico ed alla criminalità organizzata, abbiamo visto che, in diverse comunità ed in maniera esponenziale, viene autorizzata e perfino promossa, perché in alcuni casi i padroni sono i sindaci, la proliferazione di locali dove avviene un consumo indiscriminato di droghe, ed ovviamente perfino la tratta delle persone".
Víctor Hugo López avverte che si stanno creando le condizioni per mantenere lo stato di insicurezza. Esempio di ciò è l'alleanza tra i governi del Messico, Stati Uniti e Guatemala: "il pretesto è che i gruppi della criminalità organizzata ed il narcotraffico non operino tra Chiapas e Guatemala; ma queste politiche hanno indurito non le misure contro la delinquenza, ma contro la popolazione". In particolare, segnala, dei migranti.
"Per noi, la blindatura della frontiera, il rafforzamento della sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata hanno provocato un maggior controllo sociale e maggiore indice di repressione contro la popolazione nel suo insieme. E questo ha colpito in maniera apparentemente invisibile, ma reale. Lo vediamo di continuo qui nei casi che riceviamo ogni di detenzioni arbitrarie.
"Al Frayba riceviamo attualmente una media di tra 900 e 1000 casi in generale; ma 3 anni fa ne ricevevamo da 400 a 500 casi. Ora, di questi 900/1000 casi, circa 400, cioè, il 40%, hanno a che vedere con la criminalizzazione, l'accesso alla giustizia, la detenzione arbitraria, la privazione arbitraria della vita, tortura e processi. Nella nostra analisi vediamo che sono effetti della strategia della guerra contro il narcotraffico e la criminalità organizzata: potremmo dire che un 40% di questi casi è il risultato di questa strategia". 
Megaprogetti, l’altra minaccia
Nonostante le prove raccolte dal Frayba relative all'aumento delle violazioni dei diritti umani, i governi federale e statale assicurano che in Chiapas questi diritti sono rispettati. Questi discorsi non solo vorrebbero nascondere la situazione nelle comunità, ma promuovere inoltre gli investimenti stranieri nella regione...... prosegui la lettura





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mercoledì 25 giugno 2014

Raul Zibechi: L'addio illuminante del Subcomandante Marcos

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L’addio illuminante del Subcomandante Marcos
di Raúl Zibechi 
Il comunicato di addio del subcomandante insurgente Marcos, letto all'alba del 25 maggio nel caracol della Realidad davanti a migliaia di basi di appoggio e di sostenitori di tutto il mondo, che annunciava la sua morte e reincarnazione (desentierro nelle parole dell'EZLN) è uno dei testi più solidi e potenti emessi in venti anni dalla sua apparizione pubblica il 1° gennaio del 1994.
L'assassinio del maestro Galeano, avvenuto il 2 maggio alla Ralidad per mano di membri della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos Histórica (CIOAC-H), un'organizzazione divenuta gruppo paramilitare per opera e grazie alle politiche sociali contrainsurgentes che comprano persone ed intere collettività, ha fatto precipitare il processo di cambiamento in corso da tempo. La massiccia marcia silenziosa delle 40.000 basi di appoggio zapatiste il 21 dicembre 2012 nelle principali città del Chiapas, e la successiva escuelita 'La Libertad según l@s zapatistas', sono stati alcuni degli assi di questo cambiamento che abbiamo potuto apprezzare.
La terza parte del comunicato del 25 maggio, intitolato L’Avvicendamento, descrive molto brevemente quattro cambiamenti interni avvenuti in questi due decenni. Il primo è generazionale, il più visibile dato che la metà degli zapatisti ha meno di 20 anni ed "erano piccoli o non erano nati al momento dell'insurrezione".
Il secondo è di classe: “Dall'originale classe media istruita, all'indigeno contadino”. Ed il terzo è di razza: “Dalla dirigenza meticcia alla dirigenza nettamente indigena”. Questi due aspetti si manifestano da tempo con la costante e crescente apparizione dei comandanti e delle comandanti nelle diverse apparizioni pubbliche dell'EZLN. Ma la comparsa del subcomandante inurgente Moisés, con lo stesso grado militare di Marcos, ha segnato senza dubbio un punto di svolta che ora si completa con Moisés come portavoce del movimento.
Il comunicato di addio di Marcos rivela che il più importante dei cambiamenti è stato quello di pensiero: “Dall'avanguardismo rivoluzionario al comandare ubbidendo; dalla presa del Potere dell'Alto alla creazione del potere del basso; dalla politica professionista alla politica quotidiana; dai leader, ai popoli”.
Infine, sottolinea la questione di genere, poiché le donne sono passate dall'emarginazione alla partecipazione diretta, e l'insieme del movimento è passato “dal rifiuto dell'altro, alla celebrazione della differenza”.
Come si può vedere, l'anti-avanguardismo va di pari passo all'insieme dei cambiamenti che si possono riassumere così: le basi del movimento comandano e la comandancia ubbidisce. Non ci sono più dubbi su chi siano i soggetti. In qualche modo, da fuori questi avvicendamenti diventano visibili nel ruolo preponderante che ora gioca Moisés, la cui figura già risaltava nei suoi comunicati sulla escuelita, ma ora acquisisce tutta la sua rilevanza.
In questo modo - in una congiuntura complessa nella quale il governo nazionale messicano e quello dello Stato del Chiapas lanciano una forte offensiva contro i caracol e l'insieme dello zapatismo, nella cornice del recupero di potere da parte dello Stato di fronte ai gruppi di autodifesa di Michoacán ed alla Polizia Comunitaria di Guerrero - l'EZLN completo la svolta plebea, di lungo respiro, di enorme profondità strategica, che mostra ciò di cui sono capaci quelli che stanno in basso.
Scompare la figura mediatica di Marcos, simpatica alle classi medie ed ai mezzi di comunicazione di massa, la personalità in grado di dialogare con intellettuali di tutto il mondo e di farlo da pari a pari, sostituita da indigeni e contadini, gente comune e ribelle. È una sfida politica ed etica di enorme portata che mette con le spalle al muro gli analisti, le vecchie sinistre e gli accademici. D'ora in poi non ci saranno interlocutori colti, ma indigeni e contadini.
“Personalmente – scrive Marcos – non capisco perché gente pensante che afferma che la storia la fanno i popoli si spaventa tanto di fronte all'esistenza di un governo del popolo dove non ci sono gli 'specialisti' nel governare”. La risposta la fornisce lui stesso: “Perché c'è razzismo anche nella sinistra, soprattutto in quella che si pretende rivoluzionaria”.
Molto forte. Molto azzeccato e molto necessario. Lo zapatismo non dialoga coi politici del sistema, né con quelli di destra né con quelli di sinistra. Si rivolge a chi vuole cambiare il mondo, a chi aspira a costruire un mondo nuovo e, pertanto, decide di non percorre la strada delle istituzioni ma lavorare in basso, con chi sta in basso. E trova che una delle maggiori difficoltà incontrate è la superbia, l'individualismo che definisce come perfettamente compatibili con l'avanguardismo.
Con questo passaggio lo zapatismo colloca l'asticella molto alta, così in alto come non aveva mai fatto nessuna forza politica. Infine, l'individualismo e l'avanguardismo sono due espressioni centrali della cultura occidentale; modi di fare imparentati con il colonialismo ed il patriarcato, dai quali ci costa tanto staccarci nella vita quotidiana e nella politica.






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venerdì 20 giugno 2014

solidarietà NOTAV all'EZLN

http://www.notav.info/senza-categoria/solidarieta-notav-per-lesercito-zapatista-di-liberazione-nazionale/

Nel mese di maggio 2014, nella località di Las Margaritas nello stato
messicano del Chiapas, un gruppo armato di ejidatarios ha aggredito 60
indigeni e ucciso il compañero José Luis Solís López "Galeano", maestro
di scuola e promotore di comunità dell'Esercito Zapatista di Liberazione
Nazionale.

Emerge chiaramente il progetto di attaccare e distruggere l'intero
progetto comunitario zapatista e l'autodeterminazione delle popolazioni
indigene del Chiapas che rivendicano il diritto di vivere nella loro
terra.

La lotta del Movimento No TAV è in sintonia con la loro lotta.

Questo il messaggio inviato al movimento Zapatista:

"Da più di venti anni il movimento Zapatista lotta per Democracia,
justicia y libertad, per l'autodeterminazione delle popolazioni indigene
del Chiapas, a difesa delle vostre terre contro il neoliberismo, il
malgoverno, la rapina indiscriminata delle risorse, lo sfruttamento
delle persone, la discriminazione e la violenza sulla popolazione da
parte dell'esercito messicano e dei gruppi paramilitari.

La vostra determinazione, ispirata da ideali per un mondo più giusto in
cui non vi siano esclusi, vi ha permesso di resistere e costruire nelle
comunità Zapatiste educazione, salute, dignità, coltivando la vostra
terra e la vostra libertà.

Noi, attivisti del movimento No TAV della Valle di Susa, condividiamo la
vostra lotta e esprimiamo solidarietà, dolore e rabbia per tutte le
violenze da voi subite e in ultimo per l'assassinio di Galeano, amato e
indimenticabile maestro.

Esprimiamo il nostro sostegno a favore del vostro diritto di libertà e
giustizia, nella consapevolezza che la vostra lotta è anche la nostra.

Anche noi stiamo lottando a difesa della nostra terra e dell'economia
locale e per un altro modello di società, contro la devastazione delle
Grandi Opere Inutili e Imposte che portano vantaggi economici alle
banche, alle grandi imprese e alle mafie.

Anche noi subiamo continui attacchi repressivi, mediatici e giudiziari.

Ci sentiamo fraternamente uniti in queste lotte e vi inviamo un grande
abbraccio."
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Fwd: [Ezln-it] Carlos Fazio: La breccia, Galeano, la degna rabbia

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Carlos Fazio
Dall'insurrezione contadino-indigena dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) nel 1994, la Segreteria della Difesa Nazionale (SEDENA) ed il suo principale ideologo, socio e patrocinatore, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sono andati modificando ed adattando le loro concezioni riguardo al nemico interno e le modalità della guerra. Dalle politiche di contrainsurgencia contenute nel Plan de Campaña Chiapas 94 della SEDENA, 20 anni dopo assistiamo a nuove variabili della guerra irregolare o asimmetrica.
Con specificità ed adattamenti regionali (Valle di Juárez, Tamaulipas, Michoacán, Chiapas), la guerra non convenzionale nel Messico attuale si svolge nella cornice di una strategia di occupazione a completo spettro (full spectrum) che comprende la politica territoriale-spaziale combinata, dove l'ambito militare, economico, mediatico e culturale hanno obiettivi comuni. In questo contesto, e date le sue particolari caratteristiche, il Chiapas occupa un posto centrale sulla mappa del Pentagono. La geografia chiapaneca fa parte della breccia (the gap) in cui si trovano le zone di pericolo sulle quali il soggetto egemone del sistema capitalista mondiale deve avere una politica aggressiva di prevenzione, dissuasione, controllo ed imposizione di norme di funzionamento affini agli interessi corporativi con casa madre negli Stati Uniti, ma anche di persecuzione, disarticolazione ed eliminazione di dissidenti o insorti, considerati nemici.
Il capitalismo non si può capire e spiegare senza il concetto di guerra. La guerra è la forma essenziale di riproduzione dell'attuale sistema di dominio; la guerra è consustanziale all'attuale fase di riconquista neocoloniale di territori e spazi sociali. Ma è anche un affare; un modo di imporre la produzione di nuove merci ed aprire mercati con la finalità del profitto. La breccia chiapaneca è collocata in un'area ricca di biodiversità (compresa la Riserva della Biosfera dei Montes Azules) dove sono presenti anche grandi risorse idriche, petrolio e minerali di uso strategico, tutto quello che dà senso pratico redditizio alla loro appropriazione in termini di territorio e spazio.
Inoltre, il Chiapas, ed in particolare l'area dove sono collocate le autonomie zapatiste, è una zona creativa e di resistenza civile pacifica al progetto neoliberale. Cioè, all'imperialismo del saccheggio. Un'area dove si stanno sviluppando nuove forme di emancipazione, di costruzione di libertà in senso collettivo da parte di diversi soggetti sociali e movimenti antisistemici che esprimono un pensiero critico, etico, anticapitalista, antiegemonico. Forze che agiscono al margine dalle regole imposte dal sistema plutocratico messicano - e dagli usi e costumi dei suoi amministratori di turno e dalla classe politica parlamentare, segnati dalla corruzione e dall'impunità - e che danno battaglia in campo culturale, dove radicano la memoria storica, le cosmovisioni e le utopie. Si tratta di un nuovo soggetto storico che non crede più nelle toppe né nelle riforme del sistema e che alieno alle vecchie e nuove forme di assimilazione e cooptazione, prova un altro modo di fare politica e costruire un potere alternativo dal basso. Un vero potere popolare, autogestito, plurale, di vera democrazia partecipativa con le sue giunte di buon governo, i suoi municipi autonomi e le sue autorità comunitarie.
Per tutto questo l'EZLN, le sue basi di appoggio ed alleati congiunturali rappresentano un pericolo reale; una sfida strategica per Washington e le corporazioni dei settori militare, petrolifero, minerario, biotecnologico, agroalimentare, farmaceutico, alberghiero, dell'imbottigliamento e del falso ecoturismo. Da qui che la guerra asimmetrica sia l'asse portante di una strategia di pulizia e controllo territoriale che vuole sgomberare la popolazione per facilitare l'appropriazione e mercificazione della terra e delle risorse naturali da parte dei grandi capitali. Chi si trova negli spazi e nei territori dove ci sono acqua, boschi, conoscenze ancestrali, codici genetici ed altre merci, è, che lo voglia o no, nemico del capitale. Per questo assistiamo ad un'offensiva conservatrice che nella forma di una guerra integrale occultata, irregolare, prolungata e di usura vuole disciplinare, piegare e/o eliminare la resistenza dei contadini indigeni ribelli per portare a termine una ristrutturazione del territorio secondo gli interessi e le richieste monopolistiche classiste.
Si tratta di una guerra privatizzatrice, di pulizia territoriale e depredazione sociale che utilizza la militarizzazione e la paramilitarizzazione per tentare di scomporre un prolungato conflitto armato irrisolto, che comprende il contenimento dei movimenti sociali e la criminalizzazione della protesta con ulteriori misure eccezionali. Per esempio, il codice per l'uso legittimo della forza (ley bala) approvato dal Congresso chiapaneco, che ha l'obiettivo di favorire il libero accumulo delle multinazionali.
Nel dicembre del 2007 di fronte all'offensiva che preparava Felipe Calderón, il subcomandante Marcos avvertì della ripresa delle aggressioni militari e paramilitari nella zona di influenza zapatista. Disse: Chi ha fatto la guerra sa riconoscere le strade sulle quali si prepara ed avvicina. I segni di guerra all'orizzonte sono chiari. La guerra, la paura, hanno un odore. Ed ora nelle nostre terre si comincia a respirare il suo fetido odore. Non si sbagliava. L'episodio più recente è il vile assassinio del votán-maestro José Luis Solís (compagno Galeano) per mano del gruppo paramilitare Los Luises, il 2 maggio. La provocazione-trappola alla Realidad, luogo emblematico della resistenza pacifica zapatista, è avvenuta sotto lo scudo della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos Histórica (Cioac-H), che ha agito come strumento della contrainsurgencia. Il paramilitarismo risponde ad una logica di Stato, nella cornice della guerra asimmetrica della SEDENA.






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domenica 15 giugno 2014

L'urgenza della Realidad: da 20zln.noblogs.org

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http://20zln.noblogs.org/lurgenza-della-realidad/

Ricostruire la Realidad è un urgenza. Il 2 maggio segna una nuova fase.
Non siamo di fronte ad uno dei tanti, troppi, attacchi che le comunità zapatiste hanno subito in questi 20 anni di resistenza. Siamo di fronte ad un atto paradigmatico che somma la pratica della guerra di bassa intensità, le teorie dicontroinsurgencia e la mai risolta paramilitarizzazione del territorio.

Nulla succede per caso!
Anni di programmi governativi volti a dividere le comunità indigene in maniera formalmente pacifica sono il passaggio pubblico, pulito e rivendicabile del potere contro lo zapatismo. Costruire reti indigene nuove e/o corromperne vecchie il secondo passaggio. Creare scuse per conflitti tra famiglie e intere comunità il passaggio finale.
Passaggio semplice da vedere ma facilmente assolvibile come normale “scontro per la terra causato dalla crescita delle comunità”, talmente facilmente che anche alcuni media “amici”, come La Jornada, derubrica l’assalto con modalità paramilitari alla Realidad come “scontro per la terra”. Questa è praticacontroinsurgente; chi la legittima, la assolve, la derubrica e non la denuncia é connivente.
Se aggiungiamo che tutti i gruppi paramilitari formati, finanziari e utilizzati dai partiti messicani nel triplice livello (locale, statale, nazionale) negli anni non sono mai stati smantellati ne disarmati, possiamo capire facilmente come oggi la partita che si sta giocando contro gli zapatisti veda in campo anche questi soggetti, in maniera singola o collettiva, con un’altra divisa.

L’attacco alla Realidad apre una nuova fase del conflitto, una fase che somma gli ultimi 17 anni di politiche e guerra contro l’EZLN e lo Zapatismo. Una nuova fase sporca, violenta e fratricida. Una nuova fase meschina che vede nell’operazione mediatica un’ulteriore strumento di accerchiamento.

Rompere il cerchio é una necessità e un’urgenza. Finanziare la ricostruzione della Realidad e animare l’Accampamento Civile per la Pace della Realidad una necessità. Un segnale forte, che non si fermi all’indignazione, ma di sostegno e denuncia, come dopo il 9 febbraio del ’95 e dopo il massacro di Acteal, sono oggi inevitabili per non cadere nel tranello della controinsurgencia 3.1.



"The Future Is Unwritten", "odio tutto per questo adoro tutto"





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venerdì 13 giugno 2014

Riunione a La Realidad

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Riunione alla Realidad zapatista pochi giorni fa. Subcomandante Insurgente Moisés


ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
MESSICO.
Giugno 2014

Per: La Sexta in Messico e nel Mondo.
 
Compagne e compagni della Sexta del Messico e del mondo. Sorelle e fratelli del Messico e del mondo.
Vi racconto di una riunione che si è tenuta alla Realidad zapatista pochi giorni fa:
Dicono le compagne e compagni zapatisti della Realidad, che i 3 livelli di governo capitalisti che hanno distrutto la loro scuola autonoma e la loro clinica autonoma ed il loro impianto di erogazione dell'acqua, volevano distruggere la lotta zapatista.
Le compagne ed i compagni non dimenticano che distrussero il primo Aguascalientes, e le zapatiste e gli zapatisti ne ricostruirono altri cinque.
E non dimenticano quando distrussero le umili case delle autorità autonome dei MAREZ, Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti, nel 1998, di Tierra y Libertad, per mano del "croquetas" Roberto Albores, che distrusse la casa autonoma del MAREZ di Ricardo Flores Magón, del caracol di La Garrucha, quando era governatore del povero Chiapas, povero per colpa dei malgoverni.
Ma che i MAREZ proseguono sulla loro strada ed ora sono più forti.
Non si dimentichi quello che hanno detto le e gli zapatisti: con la legge o fuori dalla legge realizzeremo l'autonomia, che è un diritto e fa parte della cultura indigena.
Tutti i partiti politici del potere legislativo e del potere esecutivo e del potere giudiziario ci hanno detto di andare al diavolo credendo che così il seme non avrebbe germinato. Al contrario, ha preso forza ed è nei fatti e nella pratica dei popoli zapatisti. Il popolo comanda, il governo ubbidisce.
I compagni basi di appoggio dell'EZLN della Realidad dicono che ricostruiranno la loro scuola e la loro clinica col materiale che dà la natura.
Allora io ho detto ai compagni della Realidad, fatemi scrivere ai compas della Sexta del Messico e del mondo.
E per farmi intentendere dai compagni ho detto loro: e se ci accusassero di distruggere la natura perché abbattiamo alberi e palme per costruire il tetto? Mentre i governi capitalisti dicono che loro li proteggono.
Poi ho pensato: - Ma perché ho detto questo.
E parte l'elenco della distruzione degli alberi da parte dei commercianti di legname che hanno il permesso dei governi capitalisti del Chiapas e del Messico.
Trafficanti, dicono i compas, legali per i governi, perché sono loro stessi.
Comprano a pezzi, dice un certo Salomón di Las Margaritas. Comprano in tavole, in lastre, rulli. Quelli che vendono sono dell'ejido Momón, San Francisco, Vicente Guerrero, La Victoria, Pachán, Ejido Tabasco, tutti del municipio di Las Margaritas. E così a San Miguel, municipio di Ocosingo, Carmen Pataté, come a Ocosingo e in tutto il Chiapas.
Per placare la discussione provocata dal mio commento "che i governi capitalisti ci accusano di distruggere la natura", dico alle ed ai compagni che questo non succederà se scrivo ai compas della Sexta del Messico e del mondo per chiedere di organizzarsi per mettere insieme dei soldi per comprare i materiali.
E le basi di appoggio mi rispondono, bene, non sarà certo la fine dei problemi: sta bene compagno, scrivi e speriamo di ricevere qualcosa dai compagni.
E dico loro:
- Di quanto c'è bisogno per la ricostruzione?
- Híjole!, non lo sappiamo.
Un altro dice:
- Dai, portate una calcolatrice che facciamo i conti.
Arriva la calcolatrice. Cominiciano i calcoli ed il compa dice:
- Vaaaleeeee! Ma questa porcheria non ha le pile!
E sento un vecchietto che a vocebassa dice:
- Un quarto e qualcosa -, e conta con le dita delle mani.
E subito mi guarda:
- Fatto compa – mi dice.
- Come!? – dico io.
- Sì, ecco i conti: Per una casa di 2 piani di 19 metri per 7 di largnezza, cioè 19×7, c'è bisogno di: 2000 blocchi di cemento, 50 barre di metallo, 400 aste metalliche di tre-ottavi, 60 sacchi di calce, 520 sacchi di cemento, 100 chili di filo di ormeggio, 400 chili di filo di ferro e 84 fogli di lamiera zincata di 3 metri di lunghezza .
Un'altrocompa interrompe e dice, “Perché non gli diciamo solo il costo totale per questi edifici di due piani?”
“D'accordo”, dice un altro.
E poi in coro, “D'accordo!”
In totale sono $ 200,209. Duecentomiladuecentonove pesos.
Il pianterreno è per la scuola di bambine e bambini, e quello di sopra per clinica.
Per sfruttare il terreno.
È solo l'edificio, mancano gloi strumenti sanitari, termometri, etc. etc. e mancano le medicine.
La riunione si chiude.
Questo è quanto, compas della Sexta. Vedete un po' cosa si può raccogliere.

Dalle montagne del Sudest Messicano.
Subcomandante Insurgente Moisés.
Messico, Giugno 2014.
Nell'anno 20 della guerra contro l'oblio.






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venerdì 6 giugno 2014

] Installato l'Accampamento a La Realidad

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INSTALLATO L’ACCAMPAMENTO CIVILE PER LA PACE A LA REALIDAD
La Realidad, 4 giugno 2014
Installato dal Frayba l’Accampamento ed abbiamo portato la prima risposta all'appello del Subcomandante Moises per la ricostruzione della Escuela.

NF: Campamento de Paz en La Realidad ChiapasPara documentar agresiones a Bases de Apoyo del Ejército Zapatista de Liberación Nacional, el Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas instalará Campamento Permanente de Paz en La Realidad, Chiapas a partir del miércoles 4 de junio de 2014.Ante los recientes ataques a la autonomía zapatista, el Centro Frayba hace un llamado a la sociedad civil nacional e internacional para realizar tareas de observación en derechos humanos. En el Caracol de La Realidad, integrantes de la Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos, asesinaron a José Luis Solís, hirieron a 15 bases zapatistas y destruyeron la clínica y escuela de la comunidad, el pasado 2 de mayo.Las Brigadas civiles de Observación son “un espacio civil que ayuda a mantener la esperanza, conservar la dignidad y tratar de reconstruir el tejido social de las comunidades, con respeto a su dinámica propia y conforme a su autodeterminación de pueblos indígenas.”Alguno de los requisitos para participar en el Campamento por la Paz en La Realidad son:Contar con una carta aval y preparación de una organización solidaria.Hablar fluidamente el español.Tener disponibilidad mínimo de una semana de estancia en una comunidad.Ser mayor de 18 años.Fotocopia de documentosPara mexicanos: credencial de elector, escolar o licencia de conducir vigentes.Para extranjeros: pasaporte y visa vigente.Una fotografía vigente.Llenar la ficha de registro de participantes. (que se te proporcionara a tu llegada) Participar en los talleres de preparación que realiza la coordinación, mismos que son impartidos los lunes a las 11:00 a.m.¿Cumples estos requisitos y quieres participar? Escríbenos abricos@frayba.org.mxLlama al Tel: 967 6787395, 967 6787396O visita directamente las oficinas del Frayba: Brasil 14 Barrio de los Mexicanos, San Cristóbal de las Casas Chiapas Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas. San Cristóbal de Las Casas Chiapas. 2 de junio de 2014.

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lunedì 2 giugno 2014

] Subcomandante Moises: 4-9 agosto 2014 Incontro con CNI

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Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

29 maggio 2014

Al Congresso Nazionale Indigeno ed ai Popoli Originari del Messico.

Alla Sexta.

Compagne e compagni:

A tutte e tutti mandiamo i nostri saluti zapatisti. Vi comunichiamo come siamo rimasti per l'incontro/condivisione tra i popolis zapatisti ed i popoli originari del Congresso Nazionale Indigeno:

PRIMO.- Le/I COMPAGN@ INVITATI A QUESTO PRIMO INCONTRO SARANNO GLI STESSI CHE ERANO STATI INVITATI NELLE DATE CHE SONO ERANO STATE SOSPESE.

SECONDO.- LE NUOVE DATE E LUOGO DELL'INCONTRO SONO:

Luogo: Il caracol di La Realidad.

Arrivo: sabato 2 e domenica 3 agosto del 2014. In modo che possiate muovervi senza fretta ed arrivare con comodo alla Realidad.

Incontro/Condivisione: da lunedì 4 agosto a venerdìs 8 agosto.

Conclusioni e decisioni dell'incontro: sabato 9 agosto.

Partenza: domenica 10 agosto

TERZO.- L'INCONTRO È SOLO TRA POPOLI ZAPATISTI E CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO. NON È PERMESSO L'INGRESSO A NESSUN ALTRO, NEMMENO AI MEDIA LIBERI O COMPAS DELLA SEXTA.

QUARTO.- LA SESEIONE DELLE RISOLUZIONI E DECISIONI SARA' INVECE APERTA AI COMPAS DELLA SEXTA ED AI MEDIA LIBERI.

QUINTO.-LE COMUNITA' ZAPATISTE SI FARANNO CARICO DELL'OSPITALITA' COMPLETA DELLE COMPAGNE E COMPAGNI DEL CNI INVITATI ALL'INCONTRO.

ADESSO STIAMO LAVORANDO DURAMENTE PER PREPARARE TUTTO AFFINCHE' A@ NOSTR@ COMPAS DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO NON MANCHI DOVE PROTEGGERSI DALLA PIOGGIA O DAL SOLE, E PER OFFRIRE LORO IL MIGLIOR VITTO CHE POSSIAMO.

SESTO.- RIVOLGIAMO UN APPELLO A TUTTA LA SEXTA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE AFFINCHÉ DIANO UN AIUTO PER IL TRASPORTO DEI NOSTRI INVITATI. LA MAGGIORANZA DI LORO VIENE DA MOLTO LONTANO E VIAGGIA A PROPRIE SPESE.

IN QUASI TUTTI I POSTI DOVE VIVONO E LOTTANO QUESTI COMPAGNI E COMPAGNE DEL CNI, CI SONO CERTO COMPAGNI DELLA SEXTA CHE TROVERANNO IDEE PER RACCOGLIERE RISORSE PER GARANTIRE UN BUON VIAGGIO A@ INVITAT@.

NOI POPOLI ORIGINARI SIAMO I GUARDIANI DELL TERRA. LA TERRA NON CONTRACCAMBIA CON SOLDI CHI SE NE PRENDE CURA E LA AMA, NÉ DÀ POLTRONE DI GOVERNO, NON FA NOTIZIA, NÉ VOTA, NÉ TI PREMIA. L'UNICA COSA CHE LA TERRA FA È DARE LA VITA.

SETTIMO.- CON GRAN DOLORE SAPPIAMO CHE UN COMPAGNO DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO VENUTO FINO ALLA REALIDAD PER CONDIVIDERE IL NOSTRO DOLORE E LA NOSTRA RIBELLIONE E' MORTO IN UN INCIDENTE STRADALE MENTRE TORNAVA NELLA SUA TERRA.

IL NOME DEL COMPAGNO DECEDUTO E' DAVID RUIZ GARCÍA, DEL POPOLO ORIGINARIO ÑHAÑÚ, DELLA COMUNITA' SAN FRANCISCO XOCHICUATLA, MUNICIPIO DI LERMA, DELL'ESTADO DE MÉXICO, MESSICO.

MANDIAMO UN GRANDE ABBRACCIO ALLA SUA FAMIGLIA, AL SUO VILLAGGIO ED ALLE SUE COMPAGNE E COMPAGNI DI LOTTA DEL CNI.

QUESTO COMPAGNO DAVID NON E' MORTO MENTRE ANDAVA A SPASSO, MA COMPIENDO IL SUO DOVERE NELLA MISSIONE AFFIDATAGLI DALLE SUE COMPAGNE E COMPAGNI DEL SUO VILLAGGIO E DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, QUELLA DI ACCOMPAGNARE NOI ZAPATISTI NELL'OMAGGIO AL NOSTRO COMPA GALEANO.

PER QUESTO ABBIAMO PENSATO DI ONORARE LA MEMORIA DI QUESTO COMPAGNO TITOLANDO CON IL SUO NOME QUESTO PRIMO INCONTRO/CONDIVISIONE DEI POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO E POPOLI ZAPATISTI.

QUINDI QUESTO INCONTRO/CONDIVISIONE SI CHIAMA:

CONDIVISIONE TRA CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E POPOLI ZAPATISTI “COMPAÑERO DAVID RUIZ GARCÍA”

E' IL NOSTRO PICCOLO OMAGGIO PER ABBRACCIARE QUESTO COMPAGNO E FARLO DI NUOVO CAMMINARE A FIANCO DEI POPOLI ORIGINARI DEL NOSTRO PAESE, IL MESSICO.

E' tutto compagne e compagni.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comandancia Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Subcomandante Insurgente Moisés

Nella Realidad Zapatista.

Messico, Maggio 2014

Nell'anno 20 della guerra contro l'oblio.


(Traduzione "Maribel" - Bergamo)







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