mercoledì 31 agosto 2011

Rapporto Annuale del Frayba

 

La Jornada – Mercoledì 31 Agosto 2011

Secondo il rapporto del Frayba, i progetti del governo sono un attentato ai diritti degli indigeni

Elio Henríquez. San Cristóbal de Las Casas, Chis., 30 agosto. I diritti collettivi dei popoli indigeni sono "seriamente minacciati dalla presenza di progetti e piani governativi che fomentano il saccheggio del territorio per interessi estranei ai suoi abitanti ancestrali" afferma il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba) nel suo rapporto annuale.

"I popoli indigeni del paese si trovano in una situazione estremamente complessa dovuta, tra le altre ragioni, alla disputa per il controllo territoriale ed alla cultura di violenza generata dallo Stato messicano, che prosegue in un'interminabile voragine", aggiunge nel rapporto Late la tierra en las veredas de la resistencia (La Terra pulsa sui sentieri della resistenza).

Sottolinea che "all'origine di questo scenario ci sono i progetti ed i piani dei governi federale, statale e municipali, come il Centro Integralmente Planeado, che rispondono ad una politica di esclusione, emarginazione e povertà, e che fomentano il saccheggio del territorio".

Secondo l'organizzazione presieduta da Raúl Vera López, vescovo di Saltillo, Coahuila, questi piani, collegati al Proyecto Mesoamérica, prima Plan Puebla-Panamá, "hanno causato in Chiapas conflitti con gravi conseguenze sociali nelle regioni dove si trovano le comunità abitate da basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, che stanno costruendo nuove alternative di fronte a progetti di sviluppo indirizzati allo sfruttamento delle risorse naturali e che sono estranei alla cultura dei popoli indigeni".

Víctor Hugo López, direttore dell'organizzazione, durante la presentazione del rapporto ha detto che col 18% sul totale delle denunce, quelle relative al saccheggio di territori sono state le più ricorrenti nel lasso di tempo che va da marzo 2010 ad aprile 2011.

Ha detto inoltre che l'esercizio dell'autonomia attraverso la libera determinazione "è una questione pendente dello Stato messicano con i popoli indigeni, poiché non c'è la volontà politica del governo di garantire, rispettare e promuovere i diritti collettivi dei popoli, cosa che implica un cambiamento profondo delle basi istituzionali dello Stato, cioè, un cambiamento radicale di sistema di governo".

In presenza di alcuni invitati, ha dichiarato che "di fronte al disordine nazionale politico e sociale i popoli esercitano e recuperano forme ancestrali di autogoverno".

Ha affermato che la costruzione delle autonomie che ha luogo in Messico, in particolare in Chiapas, è "come una casa invisibile", perché "si parla molto dei suoi progressi ma non si guardano o non si vogliono vedere".

Víctor Hugo López ha precisato che il documento presentato oggi nella sede del Frayba ha tra altri obiettivi quello di "dare conto della situazione dei diritti umani e dei processi di difesa ed esercizio del diritto in quattro ambiti: territorio, criminalizzazione della protesta, autonomia e memoria storica".

Ha segnalato che l'organizzazione che dirige "ha documentato gli attacchi ai progetti di autonomia in Chiapas relativi a salute, educazione, comunicazione ed autodeterminazione delle comunità e popoli".

Magdalena Gómez, studiosa dell'argomento, nel suo messaggio ha detto che nelle sue analisi, la relazione "ci pone nella necessità di fare un bilancio a dieci anni dalla controriforma indigena del 2001".

L'articolista di La Jornada ha aggiunto: "Qui ci sono gli elementi base per rimarcare la ragion di Stato che nel 2001 fu fatta prevalere contro gli accordi di San Andrés: l'impatto di questa controriforma è evidente in tutto il documento". http://www.jornada.unam.mx/2011/08/31/politica/019n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

dalla delegazione in Chiapas

La Giunta di Buon Governo di Roberto Barrios saluta il movimento italiano per l'acqua bene comune



La lotta degli zapatisti per la gestione comuniaria delle risorse

La nostra delegazione in Chiapas ha visitato il Caracol di Roberto Barrios, la sede di una delle cinque Giunte del Buon Governo del territorio zapatista. Qui siamo nella regione chiamata Zona Norte, una delle più difficili e violente per le famiglie zapatiste. A fine anni '90 ha operato il gruppo paramilitare Paz y Justicia che si è reso famoso per le innumerevoli aggressioni, omicidi e stupri che hanno provato profondamente molte delle comunità di questa regione.


Il Caracol di Roberto Barrios, e la vicina comunità che porta lo stesso nome, si trovano nella selva tropicale e sono costeggiati da un fiume che forma delle bellissime cascate. Su di esse il governo del Chiapas e alcune imprese private hanno messo gli occhi da tempo, con l'intenzione di sfruttarle per il turismo costruendo alberghi, ristoranti e parcheggi. Gli zapatisti si sono da sempre opposti a questo progetto, che prevede espropri di parte del loro territorio e la devastazione dell'ambiente. Il governo ha sfruttato questa situazione per dividere la comunità ed attaccare le famiglie zapatiste ed il vicino Caracol; ha offerto soldi alle famiglie non zapatiste, addestrando alcuni uomini come paramilitari. Gli zapatisti e gli alunni della scuola secondaria autonoma hanno subito continue vessazioni in questi anni, dalle aggressioni verbali e le minacce di stupro alle donne, fino ad episodi come quello di due anni fa in cui entrarono i paramilitari armati dentro il Caracol minacciando e picchiando gli alunni della scuola. Per adesso il governo ha costruito una strada asfaltata fino alle cascate, i turisti cominciano ad arrivare, ma la lotta continua e le istallazioni turistiche ancora non sono riuscite a costruirle.


Questo delle cascate di Roberto Barrios è solo uno dei tanti esempi di lotta per la difesa del territorio e dei beni comuni che le comunità zapatiste stanno portando avanti nei loro territori. Alle cascate di Agua Azul la situazione è simile. Qua i turisti ci arrivano, e tanti; ma il governo vuole costruire una grande istallazione con numerose strutture. Per realizzare questo progetto ha diviso la comunità di Bachajon, "comprando" alcune famiglie e organizzandole per cacciare dalle proprie terre la vicina comunità zapatista di Bolon Ajaw. Molti degli abitanti di Bachajon, aderenti alla Otra Campagna, si oppongono al progetto del governo e vogliono continuare a gestire loro l'arrivo dei turisti alle cascate, senza che siano costruite grandi istallazioni che devastano il territorio. Questa lotta ha portato negli ultimi anni a vari attacchi da parte dei paramilitari agli zapatisti di Bolon Ajaw, numerosi abitanti di Bachajon arrestati, e il territorio fortemente militarizzato.


Huitepec è una delle montagne che circonda la città di San Cristobal, che nel 2007 è stata dichiarata Riserva Ecologica Comunitaria dalla Giunta di Buon Governo di Oventik. Da allora hanno istallato un presidio in cima al monte, in cui ogni settimana si danno il turno gruppi di basi d'appoggio zapatiste della zona per controllare i 110 ettari di bosco. La Riserva Ecologica Comunitaria è servita per fermare la svendita del bosco, ricco di vegetazione e piante medicinali usate dagli indigeni della zona, ad imprese immobiliari. Ma gli zapatisti hanno istallato la riserva soprattutto per difendere l'acqua bene comune dalla privatizzazione. Da questo monte, infatti, scendono numerosi ruscelli che portano acqua ad alcuni quartieri poveri della periferia di San Cristobal. La Coca Cola aveva comprato i diritti di utilizzo di queste fonti di acqua cioè la sua intenzione era di istallare ai piedi della montagna una fabbrica di imbottigliamento con l'acqua dei ruscelli, che non sarebbe più giunta alla popolazione.


Sono tanti i luoghi in cui gli zapatisti e altre comunità indigene del Chiapas lottano per difendere il territorio ed i beni comuni. Tante lotte per una gestione del territorio e delle sue risorse da parte delle comunità locali contro la privatizzazione e la svendita ad imprese private.


La Giunta di Buon Governo di Roberto Barrios ci ha chiesto di portare il suo saluto a tutti coloro che in questi mesi e anni hanno partecipato in Italia al grande movimento per la difesa dell'acqua bene comune. La lotta tanti indigeni portano avanti in Chiapas per la gestione comunitaria delle risorse e contro la loro mercificazione è la stessa lotta dei milioni di italiani che hanno votato Si per l'acqua bene comune e dei tanti comitati che difendono il territorio dalla devastazione; tante lotte per difendere la vita e per costruire un mondo migliore.

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