martedì 28 settembre 2010

Hermann Bellinghausen: LA DISTRUZIONE DI COPALA

 
 

La distruzione di Copala

Hermann Bellinghausen

Il municipio autonomo indigeno di San Juan Copala, stabilito tre anni fa nel cuore storico della regione triqui, senza diritti municipali da più di 60 anni, è stato finalmente distrutto a ferro e fuoco dai paramilitari, anche triquis, che hanno agito impunemente fino all'ultimo minuto. La complicità dei governi statale e federale è stata assoluta. E determinante da 10 mesi, quando la comunità è stata assediata da gruppi armati che hanno assassinato e ferito molte persone pacifiche. Tutto è precipitato il 13 settembre, quando i paramilitari hanno preso Copala e sparato contro la popolazione, fino a che il giorno 23 i sopravvissuti sono fuggiti, alcuni su carri funebri (l'unica cosa indovinata dal governo che li ha mandati per rimuovere i cadaveri).

Poteva andare peggio. Gli aggressori avevano annunciato un massacro. In ogni modo, è grande il numero degli assassinati nello smantellamento dell'unica autonomia indigena tentata oggi a Oaxaca, a 14 anni dagli Accordi di San Andrés. Molti di più sono i feriti, e gli sfollati, intere famiglie.

Le quotidiane ed angosciate denunce non hanno impedito la conclusione, benché il problema persista. Resta la consolazione di supporre che si è impedito il massacro. L'operativo contro il municipio autonomo fondato nel 2007 è da addebitare alla Unión de Bienestar Social para la Región Triqui (Ubisort), gruppo priista che come tale non esiste più nell'area, ma che guidato da Juxtlahuaca e Oaxaca da Rufino Juárez e dallo stesso governo statale, si è operato nell'annichilimento. Il governatore Ulises Ruiz aveva detto che non avrebbe permesso nessuna autonomia nello stato. Gli è costato poco, non ha dovuto mandare nemmeno i suoi poliziotti. Ora nega che ci siano dei morti (La Jornada, 26/09/10).

Ubisort possiede una milizia meglio armata della polizia, e con addestramento militare. È responsabile dell'imboscata nella quale sono morti mesi fa l'attivista Beatriz Cariño e l'internazionalista finlandese Jiri Jaakkola. Ed anche di molte altre morti, stupri, feriti ed esiliati. Come si sa, tanto gli assassini come i loro capi restano impuniti e sono, ai fini pratici, figure istituzionali.

In maniera reiterata è stata anche denunciata la partecipazione nell'escalation paramilitare di membri armati del Movimiento de Unificación y Lucha Triqui (MULT), del quale il municipio autonomo di Copala è una scissione, come MULT Indipendiente. Dalle file del MULT sono uscite versioni secondo cui nessuno dei suoi ha partecipato alla violenza, accusando dei fatti il MULTI per aver insistito in un'autonomia "minoritaria". Ovvero, come d'abitudine, i morti indigeni sono colpevoli di essere morti.

Tuttavia, Timoteo Alejandro (fondatore del MULTI) e sua moglie Cleriberta, così come Antonio Ramírez López, "leader morale" degli autonomi, sono caduti in condizioni e circostanze che puntano non allaUbisort, ma al molto verticale MULT, che avrebbe "punito" il loro "tradimento". Gli assassini di Ramírez López sono assolutamente identificati, a Yerbasanta, località a maggioranza MULT, dove è avvenuta l'imboscata che gli è costata la vita.

Questa organizzazione proviene dall'esemplare resistenza dei migliori spiriti triquis degli anni '80 del secolo scorso, e che durante gli anni seguenti subì la perdita dei suoi principali leader, pensatori e maestri, come Paulino Martínez Delia, sacrificati dai cacicchi priisti. Nel decennio attuale, il MULT è diventato un'organizzazione filogovernativa ed elettorale, guidata dal suo consulente giuridico Heriberto Pazos, e convertita nel Partido Unidad Popular, con presenza nel congresso di Oaxaca e con legami con Ulises Ruiz, che in più di un'occasione ha dichiarato (secondo fonti attendibili) che "il MULT è l'unica organizzazione con la quale si può negoziare". Piuttosto, gli deve la sua ristretta "vittoria" elettorale nel 2004, quando il PRI si è imposto in maniera fraudolenta.

Non si possono nemmeno ignorare i "ringraziamenti" scritti di Ubisort al MULT in diverse occasioni, per esempio quando nel 2009 "impedì" ad una carovana proveniente da Atenco di arrivare a Copala. Il MULT si dichiara facente parte della APPO, del Congresso Nazionale Indigeno e, nonostante la sua attività elettorale, dell'Altra Campagna; tutti spazi in cui si colloca anche il MULTI.

Il conflitto triqui è vecchio e complesso. Ed è sospetta la persecuzione a morte contro l'autonomia di Copala, nel centro tradizionale di questo popolo storicamente diffamato e negato. Di sicuro, sono state documentate importanti prospezioni di multinazionali minerarie nella regione. È ora che il MULT, sommerso da accuse e diffamazioni, consideri il suo operato nella violenza contro gli autonomi. Certamente esistono contraddizioni al suo interno, ma non può eludere le sue responsabilità di fronte all'indispensabile ed urgente riconciliazione di tutti i triquis (compresa la sua immensa diaspora) per difendere insieme la loro vita come l'ammirabile popolo indigeno che sono sempre stati. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/27/index.php?section=opinion&article=a14a1cul

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


sabato 25 settembre 2010

Cronaca della mobilitazione nel DF dell'Altra Campagnaper le BAZ sgomberate

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>
>
> Cronaca della mobilitazione nel DF dell'Altra Campagna per le BAZ
> sgomberate:
> http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2052
>
>
> VIVA L'AUTONOMIA ZAPATISTA!
>
> Oggi, martedi' 21 settembre, L'Altra Campagna e' andata in piazza per
> esigere il ritorno immediato alle proprie case e terre dei nostr* 170
> compagn* Basi d'Appoggio Zapatiste delle comunita' di San Marcos e Pamala,
> che sono stati cacciati dalle loro case il 9 settembre dai membri dei
> partiti politici (PRI, PRD e Verde Ecologista), i quali con minacce ed
> atti
> violenti pretendono frenare l'avanzamento dell'autonomia zapatista.
>
> La manifestazione che e' partita dalla piazzetta della Diana a
> mezzogiorno, si e' nutrita della rabbia e dell'indignazione degli/lle
> aderenti alla Sesta Dichiarazione che hanno risposto all'appello che la
> solidarieta' fa ogni volta che si commette un'ingiustizia contro qualche
> compagn@. Il corteo ha avuto come prima tappa la sede del governo statale
> del Chiapas, il cui edificio e' pieno di segni delle varie manifestazione
> che l'Altra Campagna ha realizzato per esprimere il ripudio verso le
> azioni
> che, ogni volta, compie il mal governo contro le comunita' zapatiste. Qui
> si e' realizzato un breve sit-in dove si sono denunciati gli ultimi
> avvenimenti e si sono fatti responsabile direttamente i vari livelli di
> de-governo per quanto accaduto e per quello che potrebbe succedere ai/lle
> nostr* compagn*.
>
> Lo spezzone, composto da collettivi ed individui aderenti alla Sesta, ha
> continuato il suo percorso fino alla sede nazionale del PRD (partito della
> sinistra istituzionale, ndt); durante il tragitto i vari collettivi, tra
> cui c'erano i/le compagn* di UNIOS, la Rete Nazionale Contro la
> Repressione, Salute&Coscienza, Redymyz, Donne e La Sesta, Collettivo Donne
> Tessendo Resistenze, Collettivo Avvocati Zapatisti, la UVyD, la Quinta
> Brigata, il collettivo "In La Kech", la Galleria Autonoma, il Comitato di
> Lotta della Scuola Superiore d'Economia del Politecnico, compagn* dei
> Popoli di Milpa Alta ed aderenti a titolo individuale hanno gridato slogan
> che sempre erano accompagnati da quel "Non siete soli!" che fortifica le
> reti di solidarieta' che tra compagn* abbiamo teso duranto questi anni di
> cammino come Altra Campagna. I/le manifestanti hanno espresso la propria
> indignazione unendo le proprie voci in un solo slogan: "Avanza, avanza,
> non
> smettere di avanzare, che i rifugiati devono tornare!". I vari striscioni
> che ci hanno accompagnato durante il percorso hanno riempito di colore la
> mobilitazione e hanno rappresentato la voce silenziosa dell'incondizionato
> appoggio alle comunita' che subiscono l'aggressione del mal governo.
>
> Arrivando alla sede del PRD, gli slogan sono partiti immediatamente ed
> i/le circa 130 aderenti hanno dato voce al ripudio contro la classe
> politica, gridando: Ne' PRI, ne' PAN, ne' PRD, l'Altra Campagna contro il
> Potere! No e' no, si e' si, il PRD e' uguale al PRI!
>
> Si e' aperto il comizio con la partecipazione di un compagno che ha letto
> un documento di denuncia nel quale si e' evidenziato che nel mirino degli
> aggressori si trovano altre comunita' ed altri territori; nello stesso
> documento si legge che gli sgomberi vengono fatti perche' cio' che nelle
> terre zapatiste si coltiva e' la speranza di un Paese migliore e che le
> aggressioni si sono date nel contesto di guerra che vivono quotidianamente
> i popoli zapatisti con il fine di impedire l'avanzamento della loro
> autonomia; il documento firmato da collettivi ed individui aderenti alla
> Sesta ha denunciato che gli sgomberi sono la prova della paura che hanno i
> potenti della lotta zapatista e fa responsabile i corrotti, bugiardi e
> stupratori del potere di qualsiasi azione violenta contro i nostri
> compagni. Zapata vive, la lucha sigue!
>
> Successivamente ha preso parola il Collettivo Avvocati Zapatisti i quali
> ci hanno ricordato che molti di quelli che sono dentro l'edificio (sede
> nazionale del PRD, ndt) hanno usato il movimento zapatista per fare
> successo nella carriera politica. No e' no, si e' si, il PRD e' uguale al
> PRI! E' giunta la musica e i compagni de In La Kech hanno messo suoni e
> silenzi al richiamo di giustizia dei compagni sgomberati. Chiapas, Chiapas
> non e' una caserma, fuori l'esercito di li'! Il collettivo Caracol Matlatl
> di Toluca ha preso la parola per annunciare ai potenti che la faremo
> finita
> con loro, che lo sfruttamento, il disprezzo, l'esproprio e la repressione
> finiranno con loro e ha ricordato l'impegno solidale preso dai/lle
> compagn*
> dell'Altra Campagna quel primo maggio al grido: fino alla morte, se e'
> necessario!
>
> Una compagna del collettivo Donne e La Sesta ha sottolineato le
> aggressioni specifiche ed i tentativi di stupro contro le nostre compagne
> delle comunita' sgomberate e ha fatto un forte appello a rispettare la
> vita
> e l'autonomia zapatista che ci contagia di rabbia e forza per distruggere
> il sistema capitalista. Non siete soli! Non siete sole! Un compagno dei
> Popoli di Milpa Alta ha richiamato alla memoria il tradimento degli
> Accordi
> di San Andres del PRD e di tutti i partiti e che finche' continueranno a
> svolgere il loro ruolo di caporali del popolo ci avranno sempre fuori le
> loro sedi manifestando per la liberta', la giustizia e la democrazia per
> tutti. Viva l'EZLN! Infine i/le compagn* del Comitato di Lotta della
> Scuola
> Superiore d'Economia ci hanno detto: Qui restiamo, siamo stufi e non ci
> fermeranno!
>
> Durante gli interventi dei nostri compagni, i perredisti che si trovavano
> nell'edificio si sono affacciati con cinismo, disprezzo e burla, una
> dimostrazione dell'unica risposta che hanno dall'alto verso i reclami di
> dignita' e liberta' per tutti/e. Allo stesso modo un piccolo gruppo di
> perredisti e' sceso a proporre all'Altra Campagna una trattativa con
> "l'importantissimo (cosi' hanno detto) Jesus Ortega (presidente del PRD,
> ndt)"; fra loro c'era una donna del partito che e' stata vista entrare
> nell'edificio con vestiti normali e riscendere con questo gruppo
> indossando
> un abito tradizionale indigena, per stare piu' in atmosfera con i
> manifestanti. Quello che non potra' mai capire questa gente del potere e'
> che con la dignita' e l'integrita' dei compagni non si tratta.
>
> La mobilitazione e' culminata al grido rabbioso di "Assassini! Assassini!"
> e si e' ricoperto l'edificio con il colore che tante volte ha macchiato le
> mani di tanti perredisti, il colore del sangue che non si dimentica mai.
> L'Altra Campagna si e' poi ritirata con una promessa ai potenti: Se
> toccano
> a uno di noi, ci toccano a tutti!
>
> ---
>
> Tradotto da Nodo Solidale:
> http://www.autistici.org/nodosolidale
>
>

domenica 19 settembre 2010

I paramilitari occupano San Juan Copala

 

La Jornada -  Mercoledì 15 settembre 2010


Paramilitari occupano a colpi d'arma da fuoco San Juan Copala

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Oaxaca, Oax., 14 settembre. Elementi della Unión de Bienestar Social de la Región Triqui (Ubisort) e del Movimiento de Unificación y Lucha Triqui (MULT), accusati di agire come paramilitari, hanno occupano con le armi la sede del municipio autonomo di San Juan Copala, ha denunciato Reina Martínez Sánchez, portavoce del presidio che le donne delletnia del luogo mantengono nelle vicinanze dell'antico convento di Santo Domingo. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/15/index.php?section=politica&article=020n1pol


venerdì 17 settembre 2010

dalla jornada "Aumentano gli omicidi delle donne a juarez"

Aumentan homicidios de mujeres en Juárez por su mayor incursión en narco: PGJE
 
Aunque sólo en septiembre han sido asesinadas 31 féminas, no pueden ser considerados crímenes de misoginia, aseveró la procuradora general de Justicia Estatal, Patricia González Rodríguez.
 
Rubén Villalpando, corresponsal
Publicado: 16/09/2010 17:28
 
Ciudad Juárez, Chih. Se incrementan los homicidios de mujeres en Ciudad Juárez, dado que durante 2010 han matado a 211 mujeres, de las cuales 31 van en septiembre lo que representa dos casos diarios en el mes.
 
Sobre este tipo de homicidios, la procuradora general de Justicia Estatal, Patricia González Rodríguez, dijo que "estos casos no pueden ser procesados como feminicidios a pesar de que es una cifra alta".
 
La funcionaria informa que "los homicidios relacionados con el crimen organizado son investigados como tal, y no como la nueva figura delictiva creada por el congreso del estado de ataque a la mujer, los cuales son conocidos como feminicidios".
 
Dijo que "el feminicidio es un crimen de misoginia y de odio contra la figura femenina, los cuales no corresponden a las características de los asesinatos que últimamente han estado ocurriendo en el estado, principalmente en Chihuahua y Ciudad Juárez, donde se vive una intensa lucha entre los cárteles de la droga".
 
González Rodríguez señaló que "en efecto, se tiene una mayor incursión de la mujer en el narcotráfico y los asesinatos de éstas serán investigados como tales por la Unidad Especializada en Delitos Contra la Vida".
 
De los 211 crímenes de 2010, solamente once son considerados feminicidios y son investigados por la Fiscalía Especial de Homicidios contra Mujeres.
 
La cifra de 31 homicidios en septiembre se alcanzó cuando "un comando armado ingresó a una vivienda y mató a Norma Delia Ramírez Leyva, de 39 años, y sus hijas de Rosa Aidé y Norma Margarita Barraza Ramírez, de 18 y 14 años, así como al esposo y papá de las niñas", dio a conocer la Subprocuraduría de Justicia Estatal, Zona Norte.
 
El martes pasado fueron acribilladas una mujer y sus dos hijas en el interior de su casa, y una adolescente de 14 años que tomó a un bebé en brazos sobrevivió al ataque junto a otros dos niños.
 
Las víctimas fueron identificadas como Yolanda Ramírez Quiroz, de 45 años, y Brenda y Yuridia Guillén Ramírez, de 25 y 23 años, respectivamente.
 
Los datos oficiales de la Procuraduría General de Justicia del Estado precisan que van 890 mujeres asesinadas desde 1993, cuando empezaron a documentarse los crímenes contra mujeres, a la fecha.
 
Del 21 de enero de 1993 al 31 de diciembre de 2007 se tienen registrados 428 homicidios de mujeres, mientras que 2008 hubo 87; en 2009, 164, y de 2010, hasta ayer se habían cometido 211.
 
En los casos anteriores a 2008, la causa principal de los homicidios era la violencia intrafamiliar y los feminicidios, situación que cambió por la guerra entre bandas de narcotraficantes iniciada en 2008.

venerdì 10 settembre 2010

DENUNCIA DALLA JBG DI OVENTIC

 
 

DENUNCIA DELLA JBG DI OVENTIC

 

9 SETTEMBRE 2010

 

ALL'OPINIONE PUBBLICA 

ALLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE 

ALLA SOCIETÀ CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

ALLE ORGANIZZAZIONI DEI DIRITTI UMANI 

AI MEDIA ALTERNATIVI 

AGLI ADERENTI ALL'ALTRA CAMPAGNA 

AGLI ADERENTI ALLA SESTA INTERNAZIONALI

 

FRATELLI E SORELLE.

 

LA GIUNTA DI BUON GOVERNO CORAZON CENTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO, CON SEDE IN OVENTIC, CARACOL II RESISTENCIA Y REBELDIA POR LA HUMANIDAD, ZONA ALTOS DEL CHIAPAS, INFORMIAMO E DENUNCIAMO ENERGICAMENTE GLI ATTEGGIAMENTI PREPOTENTI, AGGRESSIVI E VOLGARI DELLE PERSONE AFFILIATE AI PARTITI POLITICI E DELLE LORO AUTORITÀ DELLA COMUNITÀ DI SAN MARCOS AVILES, MUNICIPIO DI CHILON, E PAMALA MUNICIPIO DI SIT ALA.

 

I nostri compagni. Manuel Vásquez Álvarez della comunità di Pamala Municipio ufficiale di Citala e Pedro Cruz Gómez della comunità Guadalupe el Kaptetaj, municipio di Citala, sono venuti nei nostri uffici di Oventic per informarci che il nostro compagno Manuel Vázquez era stato citato dalle autorità dell'Ejido San Marcos Avilés, Municipio ufficiale di Chilon, e della comunità di Pamala, municipio ufficiale di Citala. Il nostro compagno Manuel si era recato a quell'appuntamento perché da subito l'avevano avvertito che se non fosse andato sarebbe venuta la polizia a prelevarlo con la forza; quando Manuel arriva nella sede dell'Ejido San Marcos Avilés, trova riunite persone affiliate al Partiti Rivoluzionario Istituzionale (PRI), Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) e al Partito Verde Ecologista del Messico, e quell'assemblea intima al compagno di risolvere il problema che è sorto nella comunità di San Marcos a causa dell'avvio del progetto di educazione autonoma.

 

Il nostro compagno allora risponde che l'educazione autonoma non c'è solo a San Marcos, ma in tutti i municipi autonomi dove è presente la nostra organizzazione zapatista, ed è allora che molti dei presenti hanno iniziato ad insultare volgarmente i nostri compagni, l'organizzazione zapatista e le sue autorità autonome, e poi gli hanno detto di firmare un documento dove si dice che deve abbandonare l'organizzazione zapatista, che deve distruggere la scuola appena costruita dalle nostre basi di appoggio nell'ejido San Marcos per l'educazione dei loro figli e che si deve proibire obbligatoriamente l'educazione autonoma.

 

Il nostro compagno ha dunque risposto che non avrebbe firmato nessun documento, che era suo diritto stare nell'organizzazione e che non l'avrebbe lasciata su nessuna pressione di alcuno. Allora hanno cominciato ad interrogarlo per obbligarlo a dire chi sono i dirigenti dell'organizzazione; il nostro compagno ha risposto che non avrebbe tradito i suoi compagni e la sua organizzazione, e per tutta risposta ha ricevuto nuove minacce di portarlo dal Pubblico Ministero ed alle 12:15 della notte del 21 agosto è stato rinchiuso nella prigione della comunità, da dove, a intervalli di tempo, lo tiravano fuori per costringerlo a firmare il documento. Un compagno della comunità Guadalupe el Kaptetaj si è recato sul posto per vedere che cosa stava succedendo al compagno Manuel ed è stato immediatamente messi in prigione. Questo compagno si chiama Pedro Cruz Gómez, al quale hanno tolto le scarpe, la cintura e poi nella tasca dei pantaloni gli hanno infilato un coltello per accusarlo di essere un assassino.

 

Il compagno Manuel si è rifiutato per nove volte di firmare il documento ed allora gli hanno detto che doveva pagare 5000 pesos di multa per uscire di prigione. I compagni hanno risposto che non avrebbero pagato nessuna cifra perché nulla devono e non ricevono nessun aiuto dal malgoverno.

 

Poi i nostri compagni sono stati rilasciati senza pagare la multa ma ricevendo minacce, offese e insulti e l'intimidazione di abbandonare l'organizzazione zapatista e non informare la Giunta di Buon Governo, e che gli avrebbero tolto 23 ettari di terreno che i nostri compagni hanno comperato e dove stanno lavorando da più di 10 anni.

 

Hanno detto ai nostri compagni che sarebbe uscita una commissione per chiedere alla Procura Agraria la cancellazione dei diritti agrari dei 15 compagni ejidatarios della comunità di San Marcos Avilés, questo con l'obiettivo di sgomberarli ed espellerli dalla comunità e se non se ne andranno con le buone maniere, hanno detto che lo faranno in maniera violenta. Queste autorità hanno mantenuto la promessa di togliere le terre dei nostri compagni, perché il 24 e 25 agosto del presente anno, autorità e persone affiliate ai diversi partiti politici, hanno sottratto 29 ettari di terra che i nostri compagni basi di appoggio hanno comperato più di 10 anni fa, in diversi lotti dentro l'ejido stesso, dove ogni famiglia dei compagni venuti a vivere e lavorare qui coltivano: 5.850 piante di caffè, 10 ettari di milpa, piantagioni di fagioli, 7 capi di bestiame, 6 cavalli, 3 abitazioni,  tutto appartenente ai nostri compagni basi di appoggio.

 

In questo momento le terre dei nostri compagni e compagne basi di appoggio sono occupate dalle persone dei partiti e stanno lavorando nelle piantagioni di caffè e nelle milpas dei nostri compagni ed hanno già distrutto 1 ettaro di bananeto che avevano seminato i compagni.

 

Il giorno 22 agosto si sono sentiti diversi spari in aria esplosi per intimorire i nostri compagni ed anche di notte si riuniscono per studiare i loro piani e poi distribuirsi in gruppi in diversi punti della comunità, e portano machete, bastoni, alcuni armi da fuoco.

 

Il giorno 8 settembre gli invasori hanno preso i sette capi di bestiame e sicuramente sono andati a venderli da qualche posto, nello stesso giorno hanno rubato le reti di recinzione e si sono sentiti molti spari.

 

I partiti politici dicono che è il primo passo contro i nostri compagni e che il successivo sarà sgomberare gli uomini e le donne e le bambine resteranno per loro e poi bruceranno le case dei nostri compagni.

 

Di fronte a questa situazione di aggressione e minaccia, la giunta di buon governo di questa zona Altos del Chiapas, abbiamo mandato una lettera alle autorità ed agli abitanti dell'ejido per dire loro in buona maniera di non molestare né aggredire i nostri compagni basi di appoggio e di rispettare le loro proprietà, perché sono anche loro abitanti dello stesso ejido ed hanno gli stessi diritti di tutti. I terreni che hanno i compagni li hanno comperati ed hanno i documenti che lo prova, per questo hanno il diritto di reclamare quello che è loro e non chiedono altro terreno, ma solo quello che è loro.

Purtroppo, la risposta delle autorità dell'ejido e del municipio alla nostra lettera sono stati insulti e minacce contro i nostri compagni, ed è quindi chiaro che questa gente non sente ragione.

 

Ma il giorno 9 settembre alle ore 2:00 del mattino hanno raggiunto il loro obiettivo di sgomberare i nostri compagni e compagne; 30 persone dei partiti politici guidate da Lorenzo Ruiz Gómez e Vicente Ruiz López, sono arrivati con modi aggressivi e violenti armati di machete, bastoni ed altri con armi da fuoco, sono entrati in due case ed hanno tentato di violentare due donne. Per non rispondere alla provocazione ed alla violenza degli aggressori, i nostri compagni e compagne sono scappati di casa abbandonando i loro beni, sono 170 persone tra uomini, donne e bambini che ora sono in montagna al freddo, a patire la fame e con la paura per l'aggressione subita.

 

I dirigenti dei partiti dicono che quando avranno sgomberato le basi zapatiste da San Marcos, continueranno con altre comunità dove ci sono le scuole autonome.

 

Come Giunta di Buon Governo è nostro dovere ed obbligo denunciare all'opinione pubblica tutte le aggressioni, persecuzioni e provocazioni delle persone affiliate ai diversi partiti politici, appoggiati, addestrati e pagati dai malgoverni municipali, Statale e federale, che sono gli autori intellettuali delle violazioni dei diritti umani.

 

Non resteremo in silenzio di fronte a qualsiasi minaccia ed aggressione contro i nostri compagni, non permetteremo che i malgoverni, attraverso persone dei loro partiti, continuino a minacciarci per sottometterci ai loro capricci, perché l'obiettivo di queste violenze ed aggressioni dei tre livelli di governo attraverso i partiti, è farci cadere nelle loro provocazioni, ostacolare l'educazione dei nostri bambini e l'avanzamento della nostra lotta per la costruzione della nostra autonomia.

Perché i malgoverni non sanno come fermare la lotta di liberazione nazionale degli zapatisti, per questo vogliono fermare l'educazione autonoma trasformandola in un problema, perché vogliono continuare a controllarci con la loro educazione ufficiale che non serve ai popoli ma è solo al servizio dei ricchi.

 

Di fronte all'opinione pubblica dichiariamo che proseguiremo con l'educazione autonoma in tutto il territorio zapatista, i nostri figli e figlie non andranno più nelle scuole ufficiali perché lì non insegnano mai la verità su come vivono i popoli indigeni e tutti i poveri del Messico, e se i livelli di governo non prendono questo in seria considerazione è per coprire la loro vergogna.

 

I nostri compagni e compagne cacciati in queste ultime ore devono ritornare nelle loro case e chiediamo che siano rispettati dalla gente dei partiti e dei tre livelli di governo. Esigiamo che siano loro restituiti immediatamente i loro beni che gli sono stati sottratti e che sia rispettato il loro diritto di lavorare la terra come ejidatarios, il loro diritto all'educazione dei figli ed il loro diritto di vivere sulla propria terra.

 

Se non si rispettano i loro diritti e non si risolve questo problema con le buone maniere, i responsabili diretti sono i 3 livelli di governo e qui si dimostra ancora una volta che è solo una bugia quando parlano di diritti, di rispetto, che i problemi tra i popoli si risolvono con il dialogo e con la ragione. 

Chiediamo alla società civile nazionale ed internazionale di seguire con attenzione quello che può succedere ai nostri compagni e compagne dell'ejido San Marcos Avilés municipio ufficiale di Chilon, Chiapas. 

 

Per il momento è tutto quello che abbiamo da dire e continueremo a denunciare quello che accadrà contro le nostre basi di appoggio.

 

Distintamente

LA JUNTA DE BUEN GOBIERNO CORAZÓN CÉNTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO, ZONA ALTOS DE CHIAPAS

Samuel Velásco Sánchez

Sonia Ruiz Ruiz

Flor López Pérez

CARACOL: RESISTENClA Y REBELDíA POR LA HUMANIDAD· TA TZIKEL VOCOLIL XCHIUC JTOYBAIL SVENT A SLEKILAL SJUNUL BALUMIL SAN ANDRÉS SAKAMCH'EN DE LOS POBRES SAN JUAN DE LA LIBERTAD SANPEDRO POLHÓ SANTA CATARINA MAGDALENA DE LA PAZ 16 DE FEBRERO SAN JUAN APóSTOL CANCUC

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)



martedì 7 settembre 2010

Aumentano le aggressioni dei paramilitari

 

La Jornada – Sabato 4 settembre 2010

Aumentano le aggressioni dei paramilitari contro Mitzitón

Hermann Bellinghausen

"In questi momenti temiamo per la nostra sicurezza e quella delle nostre famiglie, perché i paramilitari ci stanno aggredendo sempre più di frequente", denuncia oggi la comunità di Mitzitón, nel municipio di San Cristóbal de las Casas, Chiapas. Dallo scorso 30 agosto si sono acuiti gli attacchi del gruppo di coloni "non cooperanti", identificati con L'Ejército de Dios.

Il pomeriggio del 3 settembre, aggiunge l'assemblea comunitaria, il gruppo paramilitare, riunito nella casa di Gregorio Gómez, ha aggredito con le fionde alcune donne provenienti dalla casa ejidale, "e molte di loro sono state ferite in diverse parti del corpo".

Gli ejidatari di Mitzitón, aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN, sostengono che la loro lotta, "giusta e degna", è in difesa della loro terra e territorio. Da due anni la comunità si oppone al passaggio attraversi i suoi campi, boschi, sorgenti e casolari, della prevista autostrada San Cristóbal-Palenque, cosa che le autorità statali attualmente negano, così come contro l'ampliamento della strada verso Comitán, che permetterebbe il collegamento con la strada per  Palenque.

L'Ejército de Dios, gruppo militarizzato della Chiesa evangelica Alas de Águila, di filiazione priista, si è dichiarato a favore dell'autostrada ed ha ripetutamente violato gli accordi comunicati.

Lunedì scorso la commissione di vigilanza sui boschi dell'assemblea si era riunita per realizzare un'opera comunitaria, precisamente la costruzione di un'aula a Maiszckuric. Lì "sono stati aggrediti dai paramilitari guidati da Francisco Gómez Díaz, Gregorio Gómez Jiménez e Celestino Pérez Hernández".

Questo gruppo "selezionava" gli alberi per abbatterli senza autorizzazione. "Viaggiavano su auto di diversi modelli da cui sono scesi ostentando di andare a prendere le pistole per sparare, e per questo i nostri compagni sono fuggiti". Quello stesso giorno "una commissione di sei persone si è recata a Maiszckuric per chiarire quanto accaduto ed i paramilitari hanno negato tutto e Gómez Jiménez ha dichiarato che anche loro si prendono cura del bosco".

Martedì mattina, "i paramilitari passando da Dos Lagunas sono arrivati a Maiszckuric ed hanno iniziato ad abbattere tre alberi", raccontano gli ejidatari. "Lo stesso Gregorio ha partecipato al taglio ed è poi tornato a casa sua". Gli ejidatari hanno così deciso di chiamarlo "affinché chiarisse il perché di questo, se ha detto che la sua gente sta curando il bosco, mentre ora tagliano gli alberi più grandi". Egli si è rifiutato di presentarsi e la sua gente ha aggredito la commissione con pietre e bastoni, danneggiando un furgoncino, "ma i nostri compagni sono riusciti a prendere Gregorio e portarlo nel carcere rurale".

Successivamente, gli aggressori hanno distrutto un altro veicolo e rubato 5 mila pesos. Hanno picchiato "selvaggiamente" Guadalupe Díaz Heredia. "Erano già sul posto poliziotti di diversi corpi e due elicotteri che volavano bassi sulla nostra comunità; i paramilitari hanno lanciato pietre ai poliziotti e poi si sono picchiati tra loro".

Più tardi gli ejidatari hanno consegnato Gregorio Gómez alla polizia ed hanno chiesto che "i dirigenti Francisco Gómez Díaz e Gregorio Gómez Jiménez se ne vadano dalla comunità". Nella notte, i "non cooperanti" hanno svaligiato un negozio, bruciato steccati e rotto lamiere per i tetti. Poi hanno circondato e cercato di entrare in una casa "dove si trovava sola una delle nostre compagne".

Mercoledì una commissione di ejidatari si è recata a Tuxtla Gutiérrez per presentare prove davanti alle autorità, "sufficienti a far arrestare Gregorio Gómez". Ciò nonostante, la documentazione è stata ritenuta insufficiente, denunciano gli ejidatari, perché il pubblico ministero indigeno Marcos Shilón "non si interessa e non fa il suo lavoro". Il 4 agosto ha archiviato una denuncia di disboscamento di 61 alberi. "Se avesse fatto il suo lavoro avrebbe evitato tutto quello che stiamo subendo. Anche questa volta gli avevamo dato prove sufficienti e nomi affinché aprisse le indagini". http://www.jornada.unam.mx/2010/09/04/index.php?section=politica&article=013n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


venerdì 3 settembre 2010

Frayba: "en Septiembre No Olvidamos"

 
 

"en Septiembre No Olvidamos"

Affinché i crimini commessi non rimangano nell'oblio ed affinché la costruzione di alternative ci incoraggi a continuare a lavorare per un mondo Giusto e degno, invitiamo a scaricare e condividere il calendario completo che da conto delle date e dei luoghi che sono nella memoria storica dei popoli del Chiapas, al seguente link: http://www.frayba.org.mx/educativos.php

Per maggiori informazioni: http://www.frayba.org.mx

Cordiali saluti,

Area de Sistematización e Incidencia / Comunicación

Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas A.C.

Calle Brasil #14, Barrio Mexicanos,

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México

Código Postal: 29240

Tel +52 (967) 6787395, 6787396, 6783548

Fax +52 (967) 6783551

medios@frayba.org.mx

www.frayba.org.mx


mercoledì 1 settembre 2010

] Frayba contro le sparizione forzate in Chiapas

 
 

La Jornada – Mercoledì 1 settembre 2010

Il Centro Frayba esige la punizione dei responsabili delle sparizioni ini Chiapas

Hermann Bellinghausen

In occasione del Giorno Internazionale delle Persone Scomparse, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha rimarcato che in Chiapas, "i crimini di lesa umanità non devono restare impuniti; è necessario che si sappia dove si trovano le vittime, si faccia chiarezza sui fatti, si trovino i responsabili, si prendano provvedimenti affinché non si ripetano, si risarciscano i danni e si faccia giustizia".

Aggiunge che negli ultimi decenni "i governi hanno optato per reprimere ed annichilire le manifestazioni sociali". Come dimostrazione della "strategia di sterminio" contro il popolo, il centro ricorda che a luglio del 1997, nella comunità Miguel Alemán, municipio di Tila, membri dell'organizzazione paramilitare Desarrollo, Paz y Justicia realizzarono imboscate nelle comunità Cruz Palenque e Aguascalientes.

In un "clima di violenza generalizzata e minacce di morte" creato allora dai priisti di Paz y Justicia nella zona chol del Chiapas, all'alba del primo agosto 1997, a Cruz Palenque, persone armate e vestite di nero "come poliziotti" (erano i paramilitari di Paz y Justicia, comandati da Sabelino Torres Martínez), catturarono il giovane Miguel Gutiérrez Peñate, lo portarono in un campo e gli spararono alle spalle. Aveva 15 anni.

Ad Aguascalientes, federo irruzione nell'abitazione di Mateo Arcos Guzmán, lo colpirono ripetutamente con i machete "in presenza della moglie, lo trascinarono fuori e da allora non se ne sa più nulla". Lo stesso giorno, a Cruz Palenque, i paramilitari assassinarono Nicolás Mayo Gutiérrez.

"Di fronte ai fatti di sparizioni forzate in Chiapas, il governo messicano continua a negare il suo coinvolgimento diretto", sottolinea il CDHFBC, nonostante l'esistenza di rapporti e manuali "che proverebbero il suo coinvolgimento in piani di contrainsurgencia" per fermare le proteste della gente. Con la sparizione forzata si è cercato di "bloccare la diffusione del processo organizzativo dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale" ed stata parte di "un progetto strategico che prevede uno Stato militarizzato e para militarizzato". Attraverso la "guerra preventiva, e con un forte apparato repressivo, si vuole neutralizzare ogni possibilità di lotta e di solidarietà mutua".

Contro l'impunità istituzionalizzata che occulta crimini di lesa umanità e violazioni dei diritti umani, "popoli indigeni ed organizzazioni civili mantengono viva la memoria". Questo ispira la lotta per la giustizia "e non la ripetizione di fatti vergognosi avallati da questo sistema di governo in degrado". http://www.jornada.unam.mx/2010/09/01/index.php?section=politica&article=020n2pol

Traduzione "Maribel" - Bergamo)



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