giovedì 26 agosto 2010

Vogliono liberare altri responsabili del massacro diActeal

 

La Jornada – Mercoledì 25 agosto 2010

Vogliono liberare altri responsabili del massacro di Acteal

Hermann Bellinghausen

L'organizzazione civile Las Abejas, del Chiapas, denuncia che prosegue la campagna per liberare altri paramilitari responsabili del massacro di Acteal avvenuto nel dicembre del 1997. "Con le nostre campagne contro l'impunità non pensiamo solo a noi stessi", sostengono. "Pensiamo a tutti i messicani, affinché non si ripeta da nessuna parte un altro Acteal". Invece, chi vuole liberare i paramilitari "favorisce l'impunità, approfondisce le divisioni, diffonde l'inganno e la menzogna e in questo modo prepara il terreno per altri Acteal ed affinché il popolo possa essere più facilmente spogliato del suo territorio e delle sue risorse".

Las Abejas, aggiungono, "tessiamo la verità e la memoria, il malgoverno e le persone che difendono e proteggono i paramilitari distorcono la nostra parola e preparano strategie politiche per cancellare la memoria". Ancora molti non hanno nella coscienza e nel cuore che Acteal è il prodotto della guerra di contrainsurgencia perpetrata dallo Stato messicano". Intanto, denunciano, sui giornali e in TV appaiono "testimonianze di amici dei paramilitari che dicono che quelli liberati l'anno scorso dalla Corte Suprema non rappresentano un pericolo per i sopravvissuti e che è ingiusto che non possano ritornare nelle proprie case a Chenalhó; e così proseguono nella campagna per la liberazione di coloro che massacrarono 45 persone il 22 dicembre 1997".

Citano le parole "dei rilasciati e di quelli ancora in carcere, i quali dicono di essere in prigione solo perché sono evangelici, o poveri e indigeni". Ed è vero, ammettono Las Abejas. "Sono tzotziles, stanno male come noi a causa delle politiche del malgoverno, ma non è vero che si trovano in prigione perché sono evangelici. Prima del massacro, avevamo denunciato che nel gruppo paramilitare formato dal PRI e dal Fronte Cardenista era ben chiara la loro consegna quando venivano a minacciarci nelle nostre case. Queste bande, unite per distruggere la lotta dell'EZLN e Las Abejas a Chenalhó, erano composte da gente comune (non appartenente a nessuna religione), cattolici, presbiteriani, pentecostali".

Ciò nonostante, il governo "con la complicità di pastori evangelici", cercando "di deviare le indagini sugli autori intellettuali, tentò di liquidare la causa del massacro come 'conflitto religioso', e molti paramilitari che non appartenevano a quella religione sono diventati evangelici in prigione". Con questa "manipolazione" della verità, molti evangelici e laici "sono caduti nella trappola", senza accorgersi che "è una vecchia tattica dei potenti e degli oppressori presentare le vittime come i carnefici, ed i carnefici come le vittime". Così, "ora risulta che i paramilitari che hanno rubato ed ammazzato sono le vittime che soffrono per la loro religione evangelica, mentre le vittime e i sopravvissuti del massacro sono i cattivi che vogliono mettere in prigione degli 'innocenti'".

Con altre "bugie e manipolazioni", i paramilitari si "firmano come 'La Voz de los Mártires', nei loro video usano le immagini dei sopravvissuti di Acteal e sostengono di non aver avuto niente a che vedere col massacro". Tuttavia, secondo Las Abejas "esistono testimonianze di familiari e mogli dei paramilitari che non negano quello che successe prima e durante il massacro, che dissero loro di non mettersi nei guai quando incominciarono a rubare i beni e bruciare le case dei nostri fratelli zapatisti".

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


lunedì 23 agosto 2010

dalla delegazione toscana in CHIAPAS

Visita al Caracol V di Roberto Barrios, ed incontro con i promotori e gli alunni della scuola secondaria autonoma.

"Il lavoro ce n'e´sempre di meno e sono tanti i disoccupati. La scuola autonoma prepara i giovani per sviluppare attivitá, anche di tipo económico, che siano utili alle comunitá"

 

In questi giorni una delegazione del Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista e dell'associazione Ya Basta hanno visitato il Caracol V di Roberto Barrios nella zona Norte del Chiapas.

Abbiamo incontrato i promotori e gli alunni della scuola secondaria autonoma che qua ha preso il nome di CCETAZ (Centro Cultural de Educacion Tecnologica Autonoma Zapatista). E' stata un occasione per conoscere come procede il progetto dell'educazione autonoma, ma anche un momento di confronto tra le esperienze di studenti che lottano contro il sistema dominante e per una scuola che sia utile per il nostro futuro. Infatti nella nostra delegazione erano presenti studentesse e studenti di collettivi universitari, e gli alunni zapatisti sono stati molto curiosi di conoscere come anche in Italia i giovani si stanno organizzando dentro i luoghi di formazione.

In questa regione autonoma, giá da fine anni '90 sono sorte le scuole primearie autonoma cui hanno dato il nome di "semillita del sol", nate come necessitá delle comunitá in resistenza di fronte all'assenza di strutture educative pubbliche e di fronte ad un istruzione ufficiale che non tiene conto della cultura e degli interessi di queste zone rurali ed indigene. "Prima del '94 eravamo dimenticati. L'istruzione del governo é funzionale al capitale, non tiene conto della nostra cultura e ti prepara per andare a lavorare al servicio del sistema dominante". "Il lavoro ce n'e´sempre di meno e sono tanti i disoccupati. La scuola autonoma prepara i giovani per sviluppare attivitá, anche di tipo económico, che siano utili alle comunitá" Con l'educazione autonoma, hanno messo in discussione la stessa maniera di insegnare. "Abbiamo riflettuto che la conoscenza non é solo quella scritta sui libri, ma anche i nostri popoli indigeni hanno molte conoscenze che sono state tramandate nelle famiglie e nelle comunitá , dai piú vecchi ai piú giovani". Il rapporto alunno/promotore non 'e di tipo verticale, ma sicerca una continua interazione e si fanno partecipare alle lezioni gli anziani che raccontano la storia delle comunitá o i promotori di salute che spiegano l'igiene e la prevenzione.

Nel 2008 é iniziato il progetto dell'educazione secondaria, per formare ragazzi e ragazze che possano essere utili nelle attivitá dell'autonomia e dell'autogoverno nelle comunitá. Sono due le scuole secondarie di questa regione. Gli alunni che abbiamo incontrato fanno parte della prima generazione di alunni, che il prossimo anno usciranno dalla scuola. Il pregetto dell'educazione autonoma é un progetto interculturale, gli alunni fanno parte di due etnie, i Choles e gli Tzeltales. Si addestrano a leggere e scrivere nelle proprie lingue, e in spagnolo; imparano la matematica; quella che chiamano "la vera" storia, cioé quella delle loro comunitá, dei popoli indigenei del messico e delle lote del loro paese; la materia "vita nell'ambiente" che riguarda il lavoro nei campi, con gli animali e la relazione con le risorse che offre la natura. Infine c'é una materia chiamata "integrazione" dove si cerca di mettere in relazione gli insegnamenti con le richieste della lotta zapatista. Ogni studente sceglie un laboratorio nel quale si specializza, per esempio in falegnameria, veterinaria, sartoria, elettricista etc..

Il governo ha risposto alla lotta di queste comunitá che cercano di costruirsi un futuro dignitoso costruendo strutture educative da tutte le parti. Spesso sono molto attrezzate, con computer, ma mancano i maestri che ci insegnano. Da alcuni hanni sta promuovendo programmi assistenziali (come Oportunidades) che tentano di "comprare" le famiglie povere, e che prevedono un elargizione di ingenti Somme di denaro a coloro che mandano i loro figli nelle scuole ufficiali. Inoltre gli alunni della scuola secondaria sono stati spesso oggetto di minacce ed aggressione da parte dei paramilitari della confinante comunitá di Roberto Barrios. Ma l'esperienza delle comunitá in resistenza non si ferma. Questi giovani che abbiamo incontrato ci hanno detto che non le interessano le briciole con cui il governo sta probando a comprarli e che non gli fanno paura le azioni repressive che stanno compiendo contro di loro. Ci sono in ballo cose molto piú importanti: qui stanno costruendo la possibilitá di un futuro dignitoso per loro e per la propia gente.

 

giovedì 12 agosto 2010

San Cristóbal de Las Casas verso il collasso ambientale

 

La Jornada – Martedì 10 agosto 2010

Specialisti: San Cristóbal de Las Casas verso il collasso ambientale

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 9 agosto. Questa città negli Altos del Chiapas potrebbe trovarsi sull'orlo del collasso ambientale, perché attraversa una crisi di rilevanti dimensioni, concordano decine di organizzazioni e cittadini. Così, le Comunità Ecclesiali di Base delle sette parrocchie del centro di San Cristóbal, oggi denunciano "la situazione triste e dolorosa per il deterioramento e la devastazione delle colline, lo sfruttamento indiscriminato delle cave di sabbia e ghiaia (a Salsipuedes ed altri luoghi), e la concessione di permessi di cambiamento d'uso del suolo per lottizzazioni in zone verdi".

Solo giovedì scorso, cittadini, reti ed organizzazioni ambientaliste e della società civile, come noti studiosi di Ecosur, Ciesas e della UNAM, "preoccupati per il futuro e la sopravvivenza della nostra bella città ed impegnati nella difesa dell'inalienabile diritto della popolazione sancristobalense alla salute, alla cultura, allo svago e ad un ambiente sano", hanno dichiarato che la città, dal 1974 Monumento Storico Nazionale, "è sottoposta alla brutale depredazione ambientale e distruzione della sua ricchezza culturale architettonica, realizzata dall'ambizione di potenti catene commerciali che contano sulla complicità delle autorità statali e locali corrotte".

L'abbandono ufficiale della elementare manutenzione della struttura urbana aggrava il deterioramento ambientale. Le piogge torrenziali hanno reso inservibili strade e ponti, hanno distrutto i sistemi di scolo; grandi aree della città sono soggette a costanti inondazioni ed altre a scarsità di acqua. Il caos nelle strade è permanente.

Ambientalisti, accademici e comunità ecclesiali sono d'accordo nel denunciare i danni che causerebbe la programmata costruzione di un centro commerciale della catena La Soriana, "con l'appoggio del governo statale e del presidente municipale Mariano Díaz Ochoa", sul viale Juan Sabines, spostando gli stadi municipali di calcio e baseball, palestre ed altre strutture sportive "che per oltre 40 anni servono allo svago e all'esercizio di sportivi e giovani sancristobalensi".

Le autorità promettono "in cambio" nuovi stadi, molto più piccoli, che verrebbero costruiti nelle paludi del podere La Primavera, "contribuendo così alla scomparsa di questi importanti ecosistemi acquatici che contengono alta biodiversità e contribuiscono in maniera importante all'introduzione di migliaia di metri cubi d'acqua nei manti freatici ed alla regolazione climatica della valle di Jovel".

Le comunità di base, rivolgendosi ai governi federale, statale e municipale ed alle giunte di buon governo dell'EZLN, sottolineano che non sono stati consultati i cittadini. "Le autorità agiscono in maniera arbitraria, ignorando i loro obblighi di proteggere, curare e difendere gli spazi decretati come zone di ricreazione e conservazione ecologica".

Tali opere ubbidiscono ad interessi di imprese "che col pretesto di creare 'posti di lavoro e sviluppo' vengono imposte a costo del deterioramento ambientale", che "porterà conseguenza gravi nel nostro futuro". Invitano la società in generale ad unirsi "nella difesa delle risorse naturali nei nostri territori" e costruire una fronte comune contro "l'avanzata di progetti multinazionali sostenuti dai governi, che vogliono derubarci". 

Citano come esempio i progetti ecoturistici a San Sebastián Bachajón, Agua Clara, Agua Azul e l'autostrada San Crisóbal-Palenque e Comitán, progetto che "ha causato divisione, morte, minacce ed incarceramento, come nel caso di Mitzitón". http://www.jornada.unam.mx/2010/08/10/index.php?section=politica&article=014n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

venerdì 6 agosto 2010

Il modello di istruzione zapatista

 
 

La Jornada – Giovedì 5 agosto 2010

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È alternativo a quello ufficiale; la finalità è "condividere, imparare tutti insieme"

GLI ZAPATISTI ESPONGONO IL LORO MODELLO DI ISTRUZIONE

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Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, 4 agosto. La commissione di educazione della zona del caracol di La Garrucha, nella selva tzeltal, afferma che "stiamo costruendo l'educazione con le idee delle comunità" e a partire dalle loro richieste. Questo, durante un incontro con i membri della brigata europea di solidarietà con gli zapatisti che sono rimasti in Chiapas dopo il viaggio formale della commissione.

In quello che risulta essere la radiografia dal processo educativo autonomo nei quattro municipi zapatisti della zona, promotori e promotrici hanno spiegato che la finalità "è condividere, imparare tutti insieme".

Bisogna dire che l'esperienza educativa nelle comunità ribelli ha dovuto necessariamente essere sperimentale per tre lustri, costruita controcorrente rispetto all'insegnamento ufficiale, rispetto al quale si pone come alternativa dal versante della resistenza.

Nel 2008, costituendosi a La Garrucha, si è rinnovata la dinamica educativa, "dopo aver lavorato per diversi anni nei quattro municipi", la scuola autonoma zapatista Semillita del Sol sarà organizzata su tre livelli, dei quali fino ad ora ne funzionano due in tutte le scuole delle comunità.

Al primo livello, ha spiegato la commissione zapatista, "i bambini imparano a scrivere e disegnare; al secondo, a capire le richieste zapatiste, e al terzo si elaborano testi, comunicati, denunce, strategie del governo, la situazione del perché lottiamo e la costruzione dell'autonomia".

A tutti i livelli, si studiano quattro aree (non "materie", come le definisce la scuola ufficiale, avvertono i promotori indigeni): la storia, le lingue, vita e media, e matematica.

"Nella nostra storia, gli antenati si prendevano cura della terra, della natura, e si deve insegnare questo affinché queste esperienze non si perdano", spiegano. E come gli indigeni costruiscono la propria autonomia "tenendo il passo con la storia degli antenati, prendendosi cura della terra e amandola". Studiano la storia passata e quella attuale, la preservazione delle sementi, il lavoro collettivo, e "come si rafforzano la comunità e la resistenza".

Si prende in considerazione la lingua materna, che può essere tzeltal (la più parlata nella zona), tzotzil, chol o tojolabal. I contenuti dell'insegnamento includono l'attenzione e la conservazione della terra e la natura, la distruzione e l'inquinamento, la gestione sostenibile della terra. E la matematica si impara "a partire dalle misure degli attacchi ai popoli indigeni, dallo sfruttamento". Il tema dell'agroecologia è trattato nelle diverse aree e livelli, "poiché è presente nelle richieste delle comunità".

Come riferisce la brigata europea, "nella scuola autonoma non si danno pagelle, ma si fanno valutazioni, si spiega come va il bambino o la bambina". Non c'è nemmeno un'età fissa per andare a scuola, "anche agli adulti possono frequentarla". 

La commissione autonoma sostiene che i bambini vanno a scuola "per servire il popolo, non per andare poi a lavorare per il capitalismo". 

La formazione dei promotori si svolge in due centri, uno nel caracol di La Garrucha ed un altro, nella comunità La Culebra. 

I contenuti educativi, come in generale l'esistenza quotidiana delle comunità ribelli, sono articolati nel loro stesso processo di lotta.

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)



lunedì 2 agosto 2010

Invasione di terra e spari contro gli zapatisti

 
 

La Jornada – Sabato 31 luglio 2010

 

Hanno sparato agli abitanti, abbattuto alberi e rubato attrezzi, denuncia la JBG

ELEMENTI DELLA CIOAC-I HANNO INVASO UN PODERE OCCUPATO DALLE BASI DI APPOGGIO ZAPATISTE

Nel podere lavorano i municipi autonomi Lucio Cabañas, Comandanta Ramona e 17 de Noviembre

Hermann Bellinghausen

Membri della Centrale Indipendente Operai Agricoli e Contadini, chiamata Indipendente (CIOAC-I), provenienti dalle comunità Nueva Virginia (municipio ufficiale Altamirano), Jalisco e Getsemaní (municipio Las Margaritas), tutti di filiazione perredista, hanno invaso questo giovedì il podere Campo Alegre, recuperato dalle basi di appoggio zapatiste dopo la sollevazione del 1994. 

La giunta di buon governo (JBG) Corazón del arco iris de la esperanza, nel caracol di Morelia, ha denunciato che gli invasori hanno sparato contro i contadinii zapatisti, hanno abbattuto alberi, rubato attrezzi e minacciato di impossessarsi di una sorgente, "dove stiamo lavorando noi dei tre municipi autonomi: Lucio Cabañas, Comandanta Ramona e 17 de Noviembre".

La JBG riferisce che, sul posto, le basi dell'EZLN stavano svolgendo lavoro collettivo di allevamento "quando sono venuti ad interrompere la nostra tranquillità". Ed aggiunge: "Entrando nel terreno hanno abbattuto due pini con le motoseghe." 

Lo stesso giorno, verso le nove, "sono arrivati i nostri compagni incaricati del bestiame collettivo per vedere gli animali e sono stati colti di sorpresa sul nostro terreno recuperato da degli spari calibro 22, hanno iniziato a sparargli addosso quando erano a 100 metri".

Più tardi, gli aggressori li hanno inseguiti "sullo stesso terreno. Una persona è sbucata dalla montagna e "da quattro metri ha sparato ai nostri compagni, per fortuna non colpendo nessuno; questa persona vive a La Virginia, lo conosciamo di faccia, ma non di nome", dichiarano le autorità autonome. 

"Queste persone si sono appostate a 50 metri, dove prendiamo l'acqua da bere e dove si abbeverano i nostri animali, ed a 20 metri da dove si trova la recinzione, ed inoltre è la strada che comunica con altre comunità. Hanno fermato un compagno di un'altra zona chiedendogli se fosse coinvolto nel problema. Il nostro compagno ha risposto di no, e così l'hanno lasciato passare; ci domandiamo, ma ci chiediamo, se è uno dei nostri, che cosa gli faranno?"

La JBG spiega che le mucche "sono spaventate per il suono delle pallottole, vogliamo riprenderle perché si sono disperse e possono perdersi, stiamo cerando di non avvicinarci per evitare problemi maggiori". Tuttavia, "l'atteggiamento di queste persone sta peggiorando e con presunzione dicono di essere stati macellai e che non gliene importa niente hanno pena quello che stanno facendo." 

La JBG ha identificato tra gli aggressori 17 coloni di Nueva Virginia, 10 di Jalisco, e di Getsemaní ignora quanti. Denuncia che gli organizzatori "di questa provocazione" sono Mario Pérez López, Paulino López Pérez e Genaro Vázquez Hernández, leader locali della CIOAC-I, i tre di Nueva Virginia.

"Queste persone seguono le istruzioni di Luis Hernández, leader della CIOAC-I", che a sua volta, denuncia la JBG, "obbedisce" al governatore Juan Sabines Guerrero, e questo "obbedisce a Felipe Calderón". Avverte che "se il problema si aggrava", questi "saranno ritenuti i responsabili diretti.

"Se non provvederanno a cacciare queste persone dal nostro terreno collettivo, sarà chiaro che vogliono peggiorare la situazione che ora stiamo subendo. Sul terreno recuperato dal 1994 stiamo sviluppando il nostro lavoro collettivo di allevamento di zona, promuovendo la nostra produzione autonoma e provocatori estranei sono venuti ad interrompere la nostra tranquillità." 

La mattina di venerdì, gli invasori hanno strappato un'insegna che indicava il "trabajadero" della zona autonoma Tzot'z Choj, e ne hanno messo un'altra che dice: "ejido Los Tres Pinos, municipio bananero (sic), gruppo CIOAC". 

La JBG dichiara: "Non abbandoneremo mai la nostra terra, la difenderemo come abbiamo sempre fatto".

http://www.jornada.unam.mx/2010/07/31/index.php?section=politica&article=013n1pol

 

Comunicato della JBG: http://www.jornada.unam.mx/2010/07/31/index.php?section=politica&article=013n2pol

 

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)



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