lunedì 29 giugno 2009

Notizie da La Jornada 27Sab-28Dom-29Lun Giugno 2009

 
 

La Jornada – Sabato 27 giugno 2009

 

EJIDATARIOS CONTINUANO A CHIEDERE AL GOVERNO DI LIBERARE I SETTE INDIGENI DETENUTI

Hermann Bellinghause

 

San Sebastián Bachajón, Chis., 26 giugno. I rappresentanti ejidales di San Sebastián Bachajón pongono tre richieste al governo dello stato, come dichiarato questo pomeriggio: "In primo luogo, vogliamo la liberazione immediata dei nostri sette compagni arrestati perché sono innocenti. Secondo, che se ne vadano dalle nostre terre tutti gli agenti della 'polizia di settore' (o Statale Preventiva, PEP). Terzo che ci restituiscano il banco di ghiaia dell'ejido."

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http://www.jornada.unam.mx/2009/06/27/index.php?section=politica&article=017n1pol

 

 

 

La Jornada – Domenica 28 giugno 2009

 

La Opddic non è riuscita a prendere il controllo di Bachajón nonostante i privilegi concessi dal governo

Hermann Bellinghausen

 

San Sebastián Bachajón, Chis., 27 giugno. I privilegi concessi dal governo statale al gruppo minoritario della Organizzazione per i Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) non sono serviti a far sì che l'organizzazione si impadronisse della gestione di questo vasto ejido, molto conteso per lo sfruttamento turistico. Sono serviti invece per arricchire i suoi dirigenti locali e consegnare al governo ed alle imprese costruttrici il banco di ghiaia della comunità. 

 

In una catena di arbitri e corruzione, oggi è sfruttato intensivamente da diverse ruspe, due scavatrici, forni ed innumerevoli camion a rimorchio che portano il materiale in località sconosciute, in combutta con commissari e rappresentanti dell'assemblea ejidale.

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http://www.jornada.unam.mx/2009/06/28/index.php?section=politica&article=015n1pol

 

 

La Jornada – Lunedì 29 giugno 2009

 

 

Restano in carcere 8 aderenti dell'Altra Campagna nonostante le irregolarità del loro processo

Le autorità chiapaneche accusate di fabbricare reati per arrestare i leader

Ejidatarios di San Sebastián Bachajón aspettano una sentenza favorevole al ricorso in appello. 

Il maestro Alberto Patishtán continua ad essere privato della libertà dal governo di Albores Guillén.

Hermann Bellinghausen - Inviato

 

San Cristóbal de las Casas, Chis. 28 giugno. In Chiapas esistono detenuti considerati politici benché la loro carcerazione si basi su presunti reati comuni che in determinati casi non sono stati dimostrati o sono state istruite indagini apposite per sostenere sentenze erronee. Otto di essi sono aderenti dell'Altra Campagna dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

 

Sette sono gli ejidatarios di San Sebastián Bachajón in carcere dall'aprile scorso per aver difeso i loro diritti territoriali sulle rive del fiume Agua Azul, minacciate da progetti turistici di grande ampiezza e senza l'autorizzazione dei contadini tzeltales che vi abitano. Oggi sono ancora nella prigione El Amate ed entro questa settimana aspettano la risposta del giudice al ricorso in appello presentato il 22 giugno.

 

L'ottavo detenuto dell'Altra Campagna, Alberto Patishtán Gómez, è l'unico membro de La Voz del Amate a restare dietro le sbarre. Ora prosegue la sua lunga condanna nella prigione di Los Llanos, a San Cristóbal de las Casas. Rispettato maestro tzotzil nel municipio El Bosque, in maniera inverosimile nove anni fa fu accusato di aver partecipato ad un'imboscata contro dei poliziotti, accusa che permise all'allora governo di Roberto Albores Guillén di archiviare la questione, che era molto seria.

 

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http://www.jornada.unam.mx/2009/06/29/index.php?section=politica&article=017n1pol 

 



domenica 28 giugno 2009

Pattugliamenti militari ad Agua Clara

 

La Jornada – Venerdì 26 giugno 2009

 

 

"Ejidatarios filogovernativi" hanno cercato di impedire il passaggio della carovana di appoggio agli indigeni

Pattugliamento militare nei dintorni del sito turistico di Agua Clara gestito dalle basi zapatiste

Nel 2008 la JBG di Morelia aveva rioccupato le strutture che i priisti avevano trasformato in un motel

HERMANN BELLINGHAUSEN

 

Agua Clara, Chis., 25 giugno. Lo scorso lunedì decine di ejidatarios filogovernativi hanno tentato di impedire il passaggio della carovana civile nazionale ed internazionale arrivata qui per solidarizzare con le basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che montano la guardia in questa località balneare, in difesa del progetto alternativo di turismo avviato qui dal governo autonomo zapatista nell'ottobre scorso.

 

Tanto la carovana come gli indigeni mandati dalla giunta di buon governo (JBG) di Morelia per accompagnarli, hanno deciso di evitare l'inaspettato scontro e si sono rivolti alle autorità della regione autonoma San José en Rebeldía, alla quale appartiene Agua Clara. I rappresentanti priisti sono quindi andati a Tuxtla Gutiérrez per consultarsi col governo statale.

 

Herminio, ejidatario del luogo e responsabile del presidio, racconta che ore dopo la carovana è entrata nello stabilimento balneare accompagnata dalle basi di appoggio zapatiste che hanno impedito un'eventuale aggressione. "Da allora, un'auto del governo passa a chiedere su di noi ai priisti, ma non osa entrare."

 

È un altro episodio delle tensioni nella zona, dove in aprile è stato realizzato un operativo di polizia per cacciare gli ejidatarios dell'Altra Campagna. Attualmente la Polizia Statale Preventiva mantiene una presenza massiccia. Oggi, truppe dell'Esercito federale hanno realizzato inusuali pattugliamenti. "Sono passati nove volte; vanno e vengono", dice Herminio.

 

Situato sul tratto di strada tra il crocevia di AguamAzul e Palenque, lo stabilimento balneare si trova sulle rive del fiume Xumuljá, che nasce dall'unione dei fiumi Pashilá ed Agua Azul che attraversano il municipio di Chilón fino a qui, a Salto de Agua, ma contiguo al tormentato ejido San Sebastián Bachajón, quello dei sette campesinos dell'Altra Campagna arrestati ad aprile con l'accusa di essere "rapinatori di strada".

 

Si tratta di uno stabilimento balneare più modesto e meno frequentato di Agua Azul. Prima faceva parte del podere Agua Clara, di proprietà dell'ingegnere Flavio Coutiño. Gli indigeni che vivevano dentro o nelle vicinanze della proprietà l'hanno occupato dopo l'insurrezione dell'EZLN, nel 1994, anche se, come accaduto in molti casi, non si erano dichiarati zapatisti.

 

Verso il 1996, un'organizzazione civile - sostenuta dal governo - spinse la costruzione di un motel nell'attuale ejido Agua Clara. Herminio imparò a fare lo chef e si incaricò della cucina. Quando lui e altri indigeni si dichiararono apertamente zapatisti, furono cacciati. Siccome sono contadini, si dedicarono a coltivare le generose terre che circondano il fiume.

 

Il gruppo priista trasformò l'immobile in bar e motel per poliziotti e soldati, e cadde nell'abbandono. I turisti smisero di arrivare. Nell'ottobre del 2008 la JBG decise di restaurare le strutture, pulire le rive del fiume e realizzare lo stabilimento balneare El Salvador, portando avanti un progetto di turismo non speculativo che privilegia la conservazione naturale e la preservazione delle rive.

 

Fu allora che i priisti "ricordarono" l'uso turistico del sito e installarono un casello a pagamento vicino alla strada per Palenque, dopo che le basi zapatiste del municipio autonomo Comandanta Ramona ne avevano installato uno per accedere al fiume. Oggi il visitatore paga 20 pesos ai priisti della società Chen Ajaw, e 10 agli zapatisti che si occupano del sito.

 

Le tensioni e le aggressioni contro i simpatizzanti dell'EZLN si acutizzarono, mentre nel tratto di strada di Betel Yochip si moltiplicavano gli assalti agli autobus dei turisti. In diverse occasioni i priisti di quella comunità e di Agua Clara, in combutta con la Polizia Stradale dello Stato, cercarono di incolpare delle rapine le basi zapatiste, coprendo i veri delinquenti.

 

Agli inizi del 2008 erano stati catturati, torturati ed incarcerati gli zapatisti Eliseo Silvano (padre e figlio dello stesso nome). Davanti allo scandalo internazionale, la mobilitazione civile per l'ingiusta detenzione degli indigeni e la flagranza dei poliziotti negli atti di tortura e falsa testimianza, furono presto liberati. Le rapine proseguirono, benché fosse orami evidente la connivenza tra priisti e poliziotti che proteggevano (e proteggono) i veri rapinatori, identificati dalla JBG come abitanti di Agua Clara e Betel Yochip.

 

(Traduzione "Maribel"  - Bergamo)

http://www.jornada.unam.mx/texto/021n1pol.htm


sabato 6 giugno 2009

da la Jornada scontri in Perù tra indigeni e polizia

http://www.jornada.unam.mx/ultimas/el-dia-en-imagenes-3/Peru.JPG/image_preview

Reportan 22 indígenas y 9 policías muertos en un enfrentamiento en Perú

Habitantes amazónicos bloquearon una carretera en pro de derogar ley para explotar crudo en sus tierras.

Reuters
Publicado: 05/06/2009 12:02

Lima. Duros enfrentamientos en el norte de Perú dejaron este viernes al menos 31 muertos y 50 heridos, entre indígenas y policías, en la peor protesta contra el Gobierno del presidente Alan García de parte de nativos amazónicos que piden eliminar leyes que afirman vulneran sus territorios.

Entre las víctimas están nueve policías y 22 indígenas amazónicos, que iniciaron una protesta en abril para exigir la derogatoria de varias leyes aprobadas el año pasado por el Gobierno de García, que busca incentivar la inversión privada en zonas ricas en recursos naturales, como petróleo y gas.

"Yo quiero responsabilizar al Gobierno del presidente Alan García por ordenar el genocidio. Ellos nos están tirando balas como animales", dijo el líder de los nativos de la zona, Alberto Pizango, en una conferencia con la prensa extranjera.

El espiral de violencia podría generar una crisis política con la posible renuncia del primer ministro de García, en un país con una historia de discordias entre las zonas élites ricas de la costa y los pobres indígenas de los Andes y Selva.

Las protestas han obligado a la empresa estatal Petroperú a cerrar temporalmente el único oleoducto que transporta crudo de la selva norte hasta la costa del Pacífico. Asimismo, la argentina Pluspetrol paró su producción en el norte del país debido a la falta de capacidad de almacenamiento.

El presidente García lamentó las muertes y acusó a los dirigentes de los nativos de provocar a la policía al momento de despejar las carreteras bloqueadas, en una protesta que según dijo tiene el apoyo de políticos opositores.

"Pizango ha caído así en un nivel delincuencial. Asaltar una comisaría, arrebatar armas a los policías, victimar policías que mueren en el cumplimiento de su deber", afirmó el mandatario, cuya popularidad cayó en mayo por segundo mes consecutivo para ubicarse en un 30 por ciento.

CRISIS POLITICA

Opositores critican al Gobierno de García por no trasladar los beneficios del crecimiento económico que ha registrado el país minero sudamericano en los últimos años.

El Producto Interno Bruto (PIB) de Perú repuntó en el 2008 en un 9.8 por ciento, uno de los mayores crecimientos de un país en el mundo, pese a que para el 2009 las previsiones apuntan a una desaceleración del 3.5 por ciento.

La pobreza en Perú, cuya economía se basa en la exportación de materias primas, bordea el 36 por ciento.

Los nativos dicen que la protesta es por la intransigencia del Gobierno y el Congreso que no quieren derogar las leyes que afirman afectan la propiedad de sus tierras.

El Congreso, con mayoría oficialista, suspendió el jueves la discusión para derogar "La Ley Forestal y Fauna Silvestre", que según el Gobierno regula la inversión privada en el sector, pero los nativos dicen que permite depredar los bosques.

Analistas afirman que el conflicto podría provocar la renuncia del primer ministro Yehude Simon, con lo cual se generaría una crisis en el gabinete de García.

"Probablemente lleve a Simon a renunciar porque su política de diálogo ha fracasado indudablemente", dijo a Reuters el sociólogo de la Universidad Católica Sinesio López.

El director de la Policía Nacional, José Sánchez Farfán, informó que los policías chocaron con los nativos en la zona "Curva del Diablo" cuando intentaban desbloquear una carretera de la localidad de Bagua Grande, en la región de Amazonas.

El oficial dijo que fueron atacados con armas de fuego.

Sánchez Farfán informó que 639 policías iniciaron una operación para recuperar el orden en Bagua y restablecer el paso de vehículos varados desde hace más de una semana.

Según reportes de radio y televisión, habría al menos 2 dos mil indígenas en protesta en Bagua, a unos mil 400 kilómetros al norte de Lima, muchos de ellos portando flechas y lanzas.

El líder opositor el nacionalista Ollanta Humala rechazó las acciones del Gobierno en la localidad de Bagua.

"El Gobierno ha decidido resolver el problema social, económico y político, no en el Congreso, sino en el campo de batalla", dijo Humala en una conferencia de prensa.

La Defensoría del Pueblo, la Iglesia Católica y organismos de derechos humanos exigieron al Gobierno, en comunicados separados, detener los enfrentamientos en Bagua.

Según la policía, en Bagua continuaban los choques, lo que ha obligado el cierre de todos los negocios en la zona, que vive principalmente de la agricultura y el comercio.

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