lunedì 28 aprile 2008

Avanza il piano di cancellare il Coordinamento per ilDialogo in Chiapas

 

La Jornada – Lunedì 28 aprile 2008
 
 
Il governo ha utilizzato le basi di appoggio per cercare di rintracciare i leader dell'EZLN
Avanza il piano di far sparire il coordinamento per il dialogo in Chiapas
Fabiola Martínez
 
Funzionari della Segreteria di Governo hanno cercato - all'inizio di questo anno - di usare componenti delle basi dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) per rintracciare i leader di questo movimento. 
 
"È stato chiesto loro di portarci dai comandanti dell'EZLN, ma (le basi zapatiste) hanno detto che è da molto tempo che non sanno nulla del subcomandante Marcos né dei comandanti zapatisti, credono che siano fuori del paese", segnala un rapporto ufficiale del Governo. 
 
Da gennaio a marzo, il Coordinamento per il Dialogo ed il Negoziato in Chiapas ha realizzato 19 visite nella zona zapatista, in particolare dove si trovano i caracoles e le giunte di buon governo. Tuttavia, quello ente (incorporato nella struttura di Governo da un decennio) non è riuscito a raggiungere gli obiettivi sostanziali che gli diedero origine: "arrivare ad un accordo di concordia e pacificazione che raggiunga la soluzione del conflitto armato". 
 
Invece, in base ad argomenti di tipo amministrativo (risparmio di risorse, fondamentalmente) il governo calderonista vuole relegare il conflitto in Chiapas ad una questione di tipo sociale legata alla povertà degli indigeni della regione.
 

Denuncia da La Otra Jovel: Tre arresti a VenustianoCarranza

 
 

DENUNCIA DE LA OTRA JOVEL
27 aprile 2008
 
 
TRE ARRESTI IN UN OPERATIVO DI POLIZIA NEL VILLAGGIO DI CRUZTON, MUNICIPIO DI VENUSTIANO CARRANZA, CHIAPAS.
 
Compagni e compagne,
 
Abbiamo ricevuto notizia di un operativo di polizia nella comunità di Cruztón, Municiopio Venustiano Carranza. Ricorderete che questi compagni, aderenti all'Altra Campagna, avevano recuperato le loro terre il 5 maggio dello scorso anno, e ci avevano invitato per l'anniversario.
 
Oggi alle 5 del mattino, 12 camion con 500 elementi della Polizia Statale Preventiva sono entrati in maniera violenta nella comunità di Cruztón, nel Municipio Venustiano Carranza, Chiapas. I poliziotti erano armati, hanno preso a calci e porte delle case ed hanno fatto irruzione violenta nelle case degli abitanti della comunità.
 
Hanno arrestato tre persone della comunità: José Lázaro López López, Roberto López López e Manuel Gómez. Al momento nessuno sa dove si trovano questi compagni, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas sta svolgendo indagini per rintracciare i nostri compagni e conoscere il motivo e le accuse per l'arresto.
I poliziotti erano guidati da civili appartenenti al gruppo (si presume membri dell'organizzazione OCEZ-CNPA) che dice di essere propietario di un podere di 308 ettari che i compagni hanno recuperato il 5 maggio del 2007, perché questa terra appartiene legittimamente a loro.
 
Bisogna segnalare che questo brutale operativo poliziesco avviene nell'ambito di un tavolo di dialogo col governo dello stato aperto mesi fa a condizione che non ci fosse nessuna azione contro i compagni da parte del governo: né esecuzione di mandati di cattura (già esistenti contro alcuni compagni della comunità) né sgombero della proprietà. Come sempre il governo non mantiene la parola.
 
Riteniamo responsabile di questa violenta repressione Juan Sabines, Governatore dello Stato, chiediamo di sapere dove sono i nostri compagni e la loro liberazione.
 
Alle nostre compagne e compagni chiediamo di denunciare questa situazione e di seguire con attenzione gli avvenimenti.
 
La Otra Jovel
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

domenica 27 aprile 2008

G.M. Ramirez: Solidarieta' Europea

La Jornada – Sabato 26 aprile 2008
Los de Abajo
Gloria Muñoz Ramírez
Solidarietà Europea
Una campagna di solidarietà con gli zapatisti percorre l'altra Europa. Nata dal basso, con l'interesse autentico di accompagnare e difendere l'autonomia dei popoli indigeni zapatisti e denunciare l'escalation di violenza imbastita dal potere contro di loro, la Campagna Europea di Solidarietà con l'autonomia zapatista e contro la guerra in Chiapas si fa strada con azioni concrete in Grecia, Stato Spagnolo, Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Scozia, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia, tra altri paesi che si preparano al prossimo Incontro Europeo in difesa ed in lotta con i popoli zapatisti e L'Altra Campagna messicana, che si terrà nei giorni 9, 10 e 11 maggio, ad Atene, capitale della Grecia zapatista e solidale.
"Il movimento zapatista - segnala l'iniziativa - conta ormai 14 anni di lotta pubblica e 24 anni di vita. La repressione e le aggressioni contro le comunità ribelli non sono mai cessate, incrementandosi nell'ultimo anno fino a metterci davanti ad un scenario in Chiapas molto pericoloso: i popoli zapatisti di nuovo subiscono un forte, coordinata, crudele e criminale attacco del governo messicano: aggressioni, sgomberi forzati, sequestri, minacce, ostacolo alla funzione delle autorità e cooperative autonome, distruzione delle attrezzature di scuole ed ospedali autonomi, espropri 'legali' di terre, detenuti ed ostaggi politici, fabbricazione di reati ed attacchi di gruppi paramilitari"... Questo è lo scenario che segna le azioni che collettivi ed organizzazioni del vecchio continente hanno deciso di intraprendere per dimostrare, ancora una volta, che gli zapatisti non sono soli e continuano a rappresentare un'alternativa di lotta ed organizzazione per il mondo intero (l'unica, per molti di noi).
Dall'Italia è stato diffuso un manifesto congiunto che denuncia che al centro dell'offensiva contro le comunità zapatiste "c'è la volontà di attaccare quello che l'EZLN ha costruito dal 1994: la resistenza divenuta pratica di autonomia e governo". E' questo che è in gioco ed è questo che si difende. 
 
Le iniziative di solidarietà includono una carovana europea che sarà presente in Chiapas la prossima estate, oltre ad azioni congiunte che saranno discusse dai partecipanti, come quelle lanciate dal Comitato di Solidarietà di Parigi, Francia, che suggerisce di realizzare una "quincena zapatista" con azioni concentrate sul turismo, perchè, come è noto, esistono mega-progetti turistici che si vogliono realizzare in terre zapatiste.
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

sabato 26 aprile 2008

La JBG di Roberto Barrios rivendica gli zapatistiincarcerati

> La JBG del Caracol V rivendica e lancia un appello ad esigere la libertà
> immediata ed incondizionata dei compagni BAZ Concepción Pérez G. e
> Francisco
> Pérez V., trasferiti dalla prigione di Tacotalpa, Tabasco, a Chiapas
>
> GIUNTA DI BUON GOVERNO NUEVA SEMILLA QUE VA A PRODUCIR
> CARACOL V QUE HABLA PARA TODOS
> CHA'AN LAK PEJTELEL
> TE PUY YA XC'UPOJ HABLA PARA TODOS
> PUY MU'UBATI T' ' YU'UN TA JPISILTIC
>
> AGLI ED ALLE ADERENTI ALL'ALTRA CAMPAGNA ED ALLA ZEZTA INTERNAZIONALE
> ALLA SOCIETÀ CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
> AI POPOLI DEGNI DEL MESSICO E DEL MONDO
>
> Compagne e compagni
> Sorelle e fratelli
>
> ci rivolgiamo a voi per informarvi del fatto che ieri giovedì 24 aprile,
> verso le 16 e 30, i nostri compagni Basi dell'Appoggio dell'EZLN, Ángel
> Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez sono stati portati
> via
> dalla prigione dove si trovavano in Tacotalpa senza dare nessuna
> spiegazione
> alle loro famiglie, e sono stati trasferiti nella città di Tuxtla
> Gutiérrez,
> dove sono stati ricoverati in un ospedale della città. Oggi venerdì, dalle
> 3
> del pomeriggio sappiamo che li hanno portati nella prigione di Yajalón,
> Cereso numero 12.
>
> Noi, come autorità autonome di Buon Governo dichiariamo che il Mal Governo
> li
> ha sequestrati e li tiene sequestrati e con questo ha provocato un gran
> dolore e una gran sofferenza ai loro cuori ed i loro corpi ed è per questo
> che oggi sono malati. Ma non solo loro, ma anche tutti i loro famigliari e
> tutti quelli, come noi, che abbiamo camminato insieme a loro. E tutto ciò
> è
> avvenuto per il solo fatto di appartenere a questa nostra degna lotta.
>
> Come Giunta di Buon Governo esigiamo l'IMMEDIATA ed INCONDIZIONATA
> liberazione dei nostri compagni Basi d'Appoggio che sono innocenti di
> tutte
> le accuse rivolte loro. Non accetteremo che proseguano ancora sotto
> sequestro
> in altre prigioni. Lo abbiamo detto prima ed ora lo diciamo più con più
> forza
> ed indignazione, neanche un giorno in più del loro ingiusto e doloroso
> sequestro da parte della Mal Giustizia dello Stato Messicano e dei suoi
> Mal
> Governi.
>
> Lanciamo un appello URGENTE alla società civile nazionale ed
> internazionale
> affinché richiediamo tutti insieme, in tutti i modi possibili, la
> liberazione
> dai nostri compagni Basi d'Appoggio che sono stati sequestrati per più di
> 11
> anni e 8 mesi.
>
> DEMOCRAZIA, LIBERTÀ E GIUSTIZIA
>
> DISTINTAMENTE
>
> COMANDARE UBBIDENDO
>
> GIUNTA DI BUON GOVERNO NUEVA SEMILLA QUE VA A PRODUCIR
> CARACOL V, QUE HABLA PARA TOD@S
> Zona Nord, Chiapas, Messico, 25 aprile 2008
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
>
>

giovedì 24 aprile 2008

RISCHIANO DI MORIRE I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN CHIAPAS E TABASCO

- Gli indigeni in sciopero della fame a Tacotalpa manterranno a tempo indefinito la loro protesta

I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN TABASCO E CHIAPAS RISCHIANO DI MORIRE

Hermann Bellinghausen

Sono "a rischio di morte i 'detenuti politici' zapatisti in Tabasco e della Voz e los Llanos in Chiapas", ha dichiarato questo mercoledì L'altra Jovel, in relazione alla situazione nella prigione di Tacotalpa e nel Cereso 5 di San Cristóbal de las Casas.

Lunedì 21, gli indigeni zapatisti Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e suo padre, Francisco Pérez Vázquez, avevano iniziato a Tacotalpa uno sciopero della fame di 72 ore per chiedere la loro liberazione. Ieri sera, davanti alla mancanza di risposta da èarte delle autorità statali e federali, hanno deciso di continuare lo sciopero a tempo indefinito fino ad ottenere la loro liberazione.

Lo stesso giorno 21, nel Cereso 5, i membri della Voz de los Llanos erano stati vittime di un pestaggio da parte di una banda di reclusi non indigeni. "Sono feriti in modo grave e sono minacciati di essere portati lontano dalle loro famiglie e reti di appoggio". Alcuni di questi erano tra i "detenuti politici" che hanno realizzato lo sciopero della fame tra il 25 febbraio ed il 5 aprile.

Lo stato di salute di Ángel e Francisco, diabetici, è "precario". Non hanno mai ricevuto assistenza medica adeguata. Ora chiedono un sostegno "contro le azioni repressive del governo" contro di loro o contro il presidio solidale installato all'esterno della prigione di Tacotalpa.

Intanto, i membri della Voz de los Llanos sono feriti dalle percosse ricevute da altri reclusi con la complicità dei secondini della prigione. Gli aggressori sono stati chiaramente identificati: Elías Domínguez Trejo, Damián Gutiérrez García, Eleuterio de la Cruz Martínez, Héctor de Jesús Bautista Hernández, José Luis Urbina Gamboa, Próspero Gonzalo Flores, Darinel Alfaro Gallego, Juan Cristóbal Magdaleno, Iván Estrada, José Capuino, Rigoberto López Alza, Juan Díaz Meléndez, Carlos Rodrigo, Tomás de la Cruz Martínez, Manuel López Pérez, Juan Trejo, el Loco, El Disco e El Zorro. Tutti agli ordini del Preciso general, Bartolo García Suárez.

Le vittime hanno dichiarato a Diego Cadenas, avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, che "quest'azione contro la loro dignità è a causa della resistenza politica e pacifica in corso per chiedere la loro liberazione e per le loro denunce di corruzione e la violenza razziale nel sistema penitenziario del Chiapas".

I membri della Voz de los Llanos sono: Antonio Díaz Pérez, Tiburcio Gómez Pérez, Juan Díaz López, Miguel Díaz López, Diego Rodríguez Hernández, Nicolás Pérez Núñez y Agustín Rodríguez Jiménez. Questi ed i loro simpatizzanti Mateo Gómez Santiz, Agustín Díaz Gómez ed Orlando Santizo Castillo, sono stati bastonati e colpiti con pugni e calci. Mateo Gómez Santiz "è stato gettato in una vasca d'acqua per asfissiarlo"; Tiburcio Gómez Pérez riferisce dolore alla testa, collo, schiena, stomaco e petto, difficoltà a respirare, dolore negli occhi e nelle orecchie. Miguel Díaz López presenta una ferita al sopracciglio sinistro.

Subito dopo l'aggressione, i "fedelissimi" ed il giudice Sergio Lázaro Vicente hanno fatto firmare alla popolazione carceraria la "richiesta" di trasferimento in un'altra prigione delle vittime dell'aggressione. La Voz de los Llanos accusa di "aver falsificato" le firme. Il Centro Fray Bartolomé de las Casas ha denunciato "l'intervento diretto dell'autorità per costringere la popolazione carceraria e mettere a tacere le denunce di anomalie e corruzione che regolano la vita interna di questo centro di reclusione".

I "fedelissimi" mantengono di una rete di complicità ed estorsione ed impongono "lavori forzati" a chi non paga le "tariffe" stabilite da loro. E le autorità del Cereso 5 partecipano "ad atti e pratiche di discriminazione nei confronti dei detenuti indigeni che sono un'alta percentuale della popolazione penitenziaria".

Ora i feriti sono in isolamento, senza assistenza medica e con il timore di essere di nuovo aggrediti.

Foto: Notimex - Membri della Unión de los Pobres, della comunità indigena tzotzil Casa del Pueblo, hanno realizato una carovana verso Tuxtla Gutiérrez per chiedere la liberazione dei detenuti politici in Chiapas


(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

RISCHIANO DI MORIRE I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN CHIAPAS E TABASCO

RISCHIANO DI MORIRE I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN CHIAPAS E TABASCO

          - Gli indigeni in sciopero della fame a Tacotalpa manterranno a tempo indefinito la loro protesta       I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN TABASCO E CHIAPAS RISCHIANO DI MORIRE       Hermann Bellinghausen        Sono "a rischio di morte i 'detenuti politici' zapatisti in Tabasco e della Voz e los Llanos in Chiapas", ha dichiarato questo mercoledì L'altra Jovel, in relazione alla situazione nella prigione di Tacotalpa e nel Cereso 5 di San Cristóbal de las Casas.          Lunedì 21, gli indigeni zapatisti Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e suo padre, Francisco Pérez Vázquez, avevano iniziato a Tacotalpa uno sciopero della fame di 72 ore per chiedere la loro liberazione. Ieri sera, davanti alla mancanza di risposta da èarte delle autorità statali e federali, hanno deciso di continuare lo sciopero a tempo indefinito fino ad ottenere la loro liberazione.       Lo stesso giorno 21, nel Cereso 5, i membri della Voz de los Llanos erano stati vittime di un pestaggio da parte di una banda di reclusi non indigeni. "Sono feriti in modo grave e sono minacciati di essere portati lontano dalle loro famiglie e reti di appoggio". Alcuni di questi erano tra i "detenuti politici" che hanno realizzato lo sciopero della fame tra il 25 febbraio ed il 5 aprile.          Lo stato di salute di Ángel  e Francisco, diabetici, è "precario". Non hanno mai ricevuto assistenza medica adeguata. Ora chiedono un sostegno "contro le azioni repressive del governo" contro di loro o contro il presidio solidale installato all'esterno della  prigione di Tacotalpa.          Intanto, i membri della Voz de los Llanos sono feriti dalle percosse ricevute da altri reclusi con la complicità dei secondini della prigione. Gli aggressori sono stati chiaramente identificati: Elías Domínguez Trejo, Damián Gutiérrez García, Eleuterio de la Cruz Martínez, Héctor de Jesús Bautista Hernández, José Luis Urbina Gamboa, Próspero Gonzalo Flores, Darinel Alfaro Gallego, Juan Cristóbal Magdaleno, Iván Estrada, José Capuino, Rigoberto López Alza, Juan Díaz Meléndez, Carlos Rodrigo, Tomás de la Cruz Martínez, Manuel López Pérez, Juan Trejo, el Loco, El Disco e El Zorro. Tutti agli ordini del Preciso general, Bartolo García Suárez.       Le vittime hanno dichiarato a Diego Cadenas, avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, che "quest'azione contro la loro dignità è a causa della resistenza politica e pacifica in corso per chiedere la loro liberazione e per le loro denunce di corruzione e la violenza razziale nel sistema penitenziario del Chiapas".       I membri della Voz de los Llanos sono: Antonio Díaz Pérez, Tiburcio Gómez Pérez, Juan Díaz López, Miguel Díaz López, Diego Rodríguez Hernández, Nicolás Pérez Núñez y Agustín Rodríguez Jiménez. Questi ed i loro simpatizzanti Mateo Gómez Santiz, Agustín Díaz Gómez ed Orlando Santizo Castillo, sono stati bastonati e colpiti con pugni e calci. Mateo Gómez Santiz "è stato gettato in una vasca d'acqua per asfissiarlo"; Tiburcio Gómez Pérez riferisce dolore alla testa, collo, schiena, stomaco e petto, difficoltà a respirare, dolore negli occhi e nelle orecchie. Miguel Díaz López presenta una ferita al sopracciglio sinistro.       Subito dopo l'aggressione, i "fedelissimi" ed il giudice Sergio Lázaro Vicente hanno fatto firmare alla popolazione carceraria la "richiesta" di trasferimento in un'altra prigione delle vittime dell'aggressione. La Voz de los Llanos accusa di "aver falsificato" le firme. Il Centro Fray Bartolomé de las Casas ha denunciato "l'intervento diretto dell'autorità per costringere la popolazione carceraria e mettere a tacere le denunce di anomalie e corruzione che regolano la vita interna di questo centro di reclusione".          I "fedelissimi" mantengono di una rete di complicità ed estorsione ed impongono "lavori forzati" a chi non paga le "tariffe" stabilite da loro. E le autorità del Cereso 5 partecipano "ad atti e pratiche di discriminazione nei confronti dei detenuti indigeni che sono un'alta percentuale della popolazione penitenziaria".          Ora i feriti sono in isolamento, senza assistenza medica e con il timore di essere di nuovo aggrediti.       Foto: Notimex  - Membri della Unión de los Pobres, della comunità indigena tzotzil Casa del Pueblo, hanno realizato una carovana verso Tuxtla Gutiérrez per chiedere la liberazione dei detenuti politici in Chiapas            (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

RISCHIANO DI MORIRE I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI INCHIAPAS E TABASCO

 
 

La Jornada – Giovedì 24 aprile 2008
 
 
- Gli indigeni in sciopero della fame a Tacotalpa manterranno a tempo indefinito la loro protesta
 
I DETENUTI POLITICI ZAPATISTI IN TABASCO E CHIAPAS RISCHIANO DI MORIRE
 
Hermann Bellinghausen
 
Sono "a rischio di morte i 'detenuti politici' zapatisti in Tabasco e della Voz e los Llanos in Chiapas", ha dichiarato questo mercoledì L'altra Jovel, in relazione alla situazione nella prigione di Tacotalpa e nel Cereso 5 di San Cristóbal de las Casas. 
 
Lunedì 21, gli indigeni zapatisti Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e suo padre, Francisco Pérez Vázquez, avevano iniziato a Tacotalpa uno sciopero della fame di 72 ore per chiedere la loro liberazione. Ieri sera, davanti alla mancanza di risposta da èarte delle autorità statali e federali, hanno deciso di continuare lo sciopero a tempo indefinito fino ad ottenere la loro liberazione.
 
Lo stesso giorno 21, nel Cereso 5, i membri della Voz de los Llanos erano stati vittime di un pestaggio da parte di una banda di reclusi non indigeni. "Sono feriti in modo grave e sono minacciati di essere portati lontano dalle loro famiglie e reti di appoggio". Alcuni di questi erano tra i "detenuti politici" che hanno realizzato lo sciopero della fame tra il 25 febbraio ed il 5 aprile. 
 
Lo stato di salute di Ángel  e Francisco, diabetici, è "precario". Non hanno mai ricevuto assistenza medica adeguata. Ora chiedono un sostegno "contro le azioni repressive del governo" contro di loro o contro il presidio solidale installato all'esterno della  prigione di Tacotalpa. 
 
Intanto, i membri della Voz de los Llanos sono feriti dalle percosse ricevute da altri reclusi con la complicità dei secondini della prigione. Gli aggressori sono stati chiaramente identificati: Elías Domínguez Trejo, Damián Gutiérrez García, Eleuterio de la Cruz Martínez, Héctor de Jesús Bautista Hernández, José Luis Urbina Gamboa, Próspero Gonzalo Flores, Darinel Alfaro Gallego, Juan Cristóbal Magdaleno, Iván Estrada, José Capuino, Rigoberto López Alza, Juan Díaz Meléndez, Carlos Rodrigo, Tomás de la Cruz Martínez, Manuel López Pérez, Juan Trejo, el Loco, El Disco e El Zorro. Tutti agli ordini del Preciso general, Bartolo García Suárez.
 
Le vittime hanno dichiarato a Diego Cadenas, avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, che "quest'azione contro la loro dignità è a causa della resistenza politica e pacifica in corso per chiedere la loro liberazione e per le loro denunce di corruzione e la violenza razziale nel sistema penitenziario del Chiapas".
 
I membri della Voz de los Llanos sono: Antonio Díaz Pérez, Tiburcio Gómez Pérez, Juan Díaz López, Miguel Díaz López, Diego Rodríguez Hernández, Nicolás Pérez Núñez y Agustín Rodríguez Jiménez. Questi ed i loro simpatizzanti Mateo Gómez Santiz, Agustín Díaz Gómez ed Orlando Santizo Castillo, sono stati bastonati e colpiti con pugni e calci. Mateo Gómez Santiz "è stato gettato in una vasca d'acqua per asfissiarlo"; Tiburcio Gómez Pérez riferisce dolore alla testa, collo, schiena, stomaco e petto, difficoltà a respirare, dolore negli occhi e nelle orecchie. Miguel Díaz López presenta una ferita al sopracciglio sinistro.
 
Subito dopo l'aggressione, i "fedelissimi" ed il giudice Sergio Lázaro Vicente hanno fatto firmare alla popolazione carceraria la "richiesta" di trasferimento in un'altra prigione delle vittime dell'aggressione. La Voz de los Llanos accusa di "aver falsificato" le firme. Il Centro Fray Bartolomé de las Casas ha denunciato "l'intervento diretto dell'autorità per costringere la popolazione carceraria e mettere a tacere le denunce di anomalie e corruzione che regolano la vita interna di questo centro di reclusione". 
 
I "fedelissimi" mantengono di una rete di complicità ed estorsione ed impongono "lavori forzati" a chi non paga le "tariffe" stabilite da loro. E le autorità del Cereso 5 partecipano "ad atti e pratiche di discriminazione nei confronti dei detenuti indigeni che sono un'alta percentuale della popolazione penitenziaria". 
 
Ora i feriti sono in isolamento, senza assistenza medica e con il timore di essere di nuovo aggrediti.
 
Foto: Notimex  - Membri della Unión de los Pobres, della comunità indigena tzotzil Casa del Pueblo, hanno realizato una carovana verso Tuxtla Gutiérrez per chiedere la liberazione dei detenuti politici in Chiapas
 
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

venerdì 18 aprile 2008

mercoledi 23 APRILE dalle ore 22 OTRO ECUADOR: Video narrazione della carovana in Ecuador


Il coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista e l'associazione YA BASTA ORGANIZZANO AL CSA INTIFADA/Comunità in Resistenza>> Ponte a Elsa, Empoli, via 25 aprile


mercoledi 23 APRILE dalle ore 22

con la partecipazione di Eugenio dell'Associazione Ya Basta
"OTRO ECUADOR: Video narrazione della carovana in Ecuador"

Presentazione del video-documentario "Toxi-tour": la narrazione dell'itinerario del viaggio-carovana "Otro Ecuador" chiamato ironicamente "Toxi-tour". Un viaggio seguendo da Quito la ruta del Petroleo per incontrare le comunità indigeno-campesine che resistono allo sfruttamento petrolifero e alla devastazione ambientale.

Parleremo di:
-comunità e pozzi in Amazzonia nella zona di Coca: Toxi-tour contro la devastazione dello sfruttamento petrolifero.
-Salango, Costa Pacifica: turismo comunitario e spiagge autogestite dalla "Comuna" per la difesa della terra
-Quito: organizzazioni sociali e movimenti metropolitani


guarda il diario della carovana in Ecuador su>> http://www.globalproject.info/art-13606.html


Nel corso della serata è possibile avere informazioni sulle carovane in Ecuador Messico e Brasile  dell'assocazione Ya Basta! Che si svolgeranno in estate.


http://isole.ecn.org/intifada/   

http://dignidad-rebelde.blogspot.com/        >>    intifada@ecn.org


www.yabasta.it

martedì 15 aprile 2008

GIOVEDI 17 /04 ORE 16 INIZIATIVA YA BASTA a PISA


Per la campagna "Los zapatistas no estan solos" in collaborazione con il centro interdipartimentale in scienze per la pace e l'associazione Ya Basta il collettivo di scienze di Pisa organizza un seminario sui municipi autonomi del Chiapas gIOVEDI 17 alle 16:00 a Palazzo torricelli dipartimento di scienze per la pace Pisa.

Interverranno:


Vilma Mazza, che ripercorrerà le tappe storiche della lotta in Chiapas;
Roberto Marinello, pediatra responsabile del progetto sanitario nei municipi autonomi zapatisti;
Lorenzo Milazzo, filosofo del diritto che analizzerà il percorso politico zapatista alla luce delle sue influenze nei movimenti europei.

lunedì 14 aprile 2008

Dichiarazione Oaxaca Libera

>
>
> Quello che segue e' il documento redatto al Foro Statale per i Diritti dei
> Popoli di Oaxaca, ovvero a un incontro di tutte quelle organizzioni,
> popoli
> indigeni, collettivi, gruppi che in gran maggioranza hanno rappresentato
> l'area anti-elettorale in seno alla APPO. Si fa una sintesi dell'attuale
> situazione e un appello alla riorganizzazione della APPO sui principi
> fondatori.
>
>
> -----------------
> -----------------
>
>
> Dichiarazione Oaxaca Libera
>
>
> I popoli, le organizzazioni, i collettivi e i gruppi riuniti nella citta'
> di Oaxaca nel Foro Statale per la Difesa dei Diritti dei Popoli di Oaxaca,
> provenienti da tutte le regioni del nostro Stato e contando anche sulla
> presenza solidale di osservatori nazionali e internazionali
>
> Dichiariamo:
>
> • Che a Oaxaca governa una mafia, che utilizza le risorse pubbliche a
> proprio beneficio, che promuove la privatizzazione delle terre,
> dell'acqua,
> delle risorse forestali e minerarie e che utilizza in maniera aperta la
> violenza e la repressione per frenare la giusta lotta dei nostri popoli.
>
> • Che la miseria, l'ingiustizia e la violenza che subisce il popolo
> oaxacachegno e' prodotto di un sistema di caporalato mafioso protetto dal
> governo federale. A Oaxaca viviamo in uno stato d'eccezione dove le
> garanzie costituzionali e i diritti umani sono costantemente violati dagli
> stessi governanti.
>
> • Che condanniamo energicamente l'assassinio e la detenzione dei
> rappresentanti indigeni e del movimento cittadino e manifestiamo la nostra
> indignazione e condanna per i recenti omicidi di Felicitas Martinez,
> Teresa
> Bautista, Placido Lopez Castro, Lauro Juarez e Rosalino Diaz ed esigiamo
> il
> pieno chiarimento di questi crimini e il castigo dei colpevoli materiali e
> intellettuali dei medesimi.
>
> • Che esigiamo il rispetto della terra e delle risorse naturali
> proprieta' dei nostri popoli indigeni, ratifichiamo il nostro diritto di
> consulta davanti ai mega-progetti e reclamiamo la fuoriuscita dalle nostre
> terre delle imprese elettriche, minerarie, turistiche e forestali
> multinazionali.
>
> • Che reclamiamo il rispetto delle radio comunitarie e la fine della
> persecuzione che attuano i vari caciques (capi mafia locale, ndt) del PRI,
> i militari e i funzionari federali. Esigiamo che venga rispettato il
> diritto dei popoli indigeni alla libera espressione e all'utilizzo dei
> mezzi di comunicazione per difendere il nostro patrimonio e la nostra
> cultura.
>
> • Che con il pretesto della guerra al narcotraffico, le differenti
> regioni del nostro stato sono state militarizzate, il che significa la
> costante violazione ai diritti umani della popolazione indigena. Queste
> operazioni militari provocano paura e cercano di intimidire le richieste
> delle nostre comunita'. Le violazioni dei diritti umani raggiungono anche
> i
> nostri fratelli e sorelle centroamericani che hanno bisogno di
> attraversare
> il nostro Paese.
>
> • Che una debolezza nella lotta dei nostri popoli e' l'assenza di
> organizzazione e l'isolamento, per questo siamo d'accordo che e'
> necessario creare un'alleanza tra i nostri popoli e le nostre
> organizzazioni basata sui principi, sulla storia e sui costumi comunitari
> dei nostri popoli; un'alleanza indipendente da tutti i partiti politici,
> senza burocrazia e ne' leader, un'alleanza costruita dal basso dove le
> donne e gli uomini siano rispettati. Un'alleanza che ci aiuti a frenare la
> repressione, che ci permetta di difendere il nostro patrimonio e cultura,
> e
> che ci aiuti a raggiungere l'autonomia dei nostri popoli.
>
>
> APPELLO
>
>
> Facciamo un appello urgente alle organizzazioni e gruppi, indigeni, di
> donne, dei diritti umani di Oaxaca, Messico e a livello internazionale
> affinche' l'assassinio delle nostre compagne Teresa Bautista e Felicitas
> non resti impunito, ed e' per questo che vi sollecitiamo di unirvi alla
> nostra richiesta che sia la Procura Specializzata per l'attenzione ai
> delitti contro i giornalisti che realizzi l'indagine sopra questo crimine
> che ci indigna.
>
> Facciamo appello ad accompagnare in forma solidale la lotta di resistenza
> del Municipio Autonomo di San Juan Copala, di San Pedro Yosotatu,
> Chalcatongo, San Juan del Rio e El Pipila seriamente minacciati dal
> governo
> di Ulises Ruiz e dalle bande di pistoleri che operano in queste regioni
> con
> la protezione del governo statale. Reclamiamo la punizione degli assassini
> Andres Castro Garcia e Inocente Castro Victoria, autori intellettuali del
> crimine contro il nostro compagno Placido Lopez.
>
> A impulsare con rinnovato brio la lotta per la liberazione dei nostri
> compagni prigionieri politici: Pedro Castillo Aragon, Flavio Sosa, Miguel
> Juan Hilaria, Adan Mejia, Miguel Angel Garcia, Victor Hugo Martinez,
> Roberto Cardenas Rosas, Reynaldo Martinez Ramirez, Constantino Hilario
> Castro, Homero Castro Lopez, Juliantino Martinez Garcia. Lottare per la
> fine delle persecuzione contro i nostri compagni e per la cancellazione
> delle centinaia di mandati di cattura che sono stati emessi contro i
> rappresentanti comunitari, della zona mixteca, Sierra Juarez, Valles
> Centrales, La Cuenca e l'Istmo de Tehuantepec.
>
> Manifestiamo che i diritti delle donne devono essere rispettati, ed e' per
> questo che esigiamo la fine delle violenze di genere, che sia
> depenalizzato
> a livello nazionale l'aborto e che l'equita' di genere sia una delle
> richieste centrali del movimento sociale.
>
> Di fronte la difficile situazione che vive il popolo di Oaxaca, facciamo
> un
> appello fraterno e rispettoso ai villaggi, ai quartieri, alle barricate,
> alle organizzazioni, ai sindacati, a gruppi di donne, alle ONG, ai
> giovani,
> agli artisti, agli intellettuali per ricostruire l'Assemblea Popolare dei
> Popoli di Oaxaca sotto gli stessi principi che gli dettero vita, basati
> sull'autonomia, l'indipendenza, il collettivismo, il consenso ed il
> rispetto. La APPO non deve essere patrimonio di nessun gruppo politico,
> ne'
> il suo consiglio, ne' uno spazio settario di leaders. La Appo deve
> recuperare il suo carattere di assemblea, dove sia rispettata la
> diversita', dove siano riconosciuti la voce e i diritti delle donne, dove
> le decisioni si prendano per consenso e che abbia un programma di lotta
> completo che permetta al nostro popolo la difesa effettiva dei propri
> diritti. Solo una APPO forte potra' affrontare la barbarie nella quale
> viviamo noi popolo di Oaxaca.
>
> Adesso basta con le spoliazioni, adesso basta con l'impunita', mai piu'
> morte.
>
>
> Scritto a Oaxaca de Juarez, la citta' della dignita' e della resistenza,
> il
> giorno in cui ricordiamo la morte di Emiliano Zapata, 10 aprile 2008.
>
>
> Firmatari:
>
> * Municipio Autonomo di San Juan Copala
> * Comunidad di Yosotatu
> * Udepi-mixteca
> * Coordinadora de organizaciones y pueblos de la Chinantla
> * Bienes comunales de Chalcatongo
> * Organizaciones Indias por los Derechos Humanos de Oaxaca
> * Radio Huave
> * Cerec-Tepeuxila
> * Colectivo Autonomo Magonista
> * Ucizoni
> * Comunidad de Monte Aguila, Mazatlan
> * Red de Radios Comunitarias e Indigenas del Sureste de Mexico
> * Comunidad la esmeralda Chimalapa
> * Radio Ayuuk
> * Centro de derechos humanos Tepeyac
> * Ceapi
> * Tierra blanca, chimalapa
> * Cactus
> * Codedi-Xanica
> * Codeci
> * Comunidad de San Pedro Evangelista, Matiias Romero
> * Comision Magisterial de derechos humanos (seccion 22 del SNTE)
> * Uvi
> * Fundar
> * Radio Arco Iris
> * Comunidad de San Juan Jaltepec
> * Ejido el Pipila
> * Ojo de agua, comunicacion
> * Radio Tezoatlan
> * Asamblea Universitaria UAM-A
> * Mpr
> * Frente coordillera norte-mixteca
> * Comunidad de Santa Cruz Mixtepec
> * Ceuco
> * Maiz
> * Asoc. Nacional de Abogados Democraticos
> * Amap
> * Radio Planton
> * Cimac
> * Oaxacalibre
> * Centro social libertario
> * Grupo solidario La Venta
> * Frente de Pueblos del Istmo en Defensa de la Tierra
> * Codep
> * Codem
> * Comite' de liberacion 25 de noviembre
> * Radio Bemba
> * Nodho por derechos humanos
> * Consorcio por la equidad de genero
> * Radio Ke-huelga
>
>
>
>
> _______________________________________________
> Ezln-it mailing list
> Ezln-it@ecn.org
> http://www.ecn.org/mailman/listinfo/ezln-it
>
>

sabato 12 aprile 2008

La OCEZ chiede la liberazione di 5 contadini

 

La Jornada – Sabato 12 aprile 2008
LA OCEZ CHIEDE LA LIBERAZIONE DI CINQUE CONTADINI
Ángeles Mariscal (Corrispondente)
Tuxtla Gutiérrez, Chis., 11 aprile. Dopo aver percorso i chilometri che separano il capoluogo municipale di Venustiano Carranza fino al centro di questa capitale, centinaia di appartenenti dell'Organizzazione Contadina Emiliano Zapata (OCEZ), si sono installati davanti agli uffici centrali del governo statale al quale chiedono la liberazione di cinque contadini della loro zona. 
I manifestanti, comprese donne e bambini, hanno dichiarato che che rimarranno lì fino a quando vedranno liberi Angel Hidalgo Espinosa, i fratelli Mario, Enrique ed Alberto Coutiño Morales, e José Arnulfo Díaz Vázquez, detenuti dal 2003. 
"La detenzione e la condanna a 300 anni di prigione dei nostri compagni è ingiusta ed illegale", sostengono, spiegando che quattro dei detenuti sono stati accusati di aver ucciso otto persone con le quali si contendevano una proprietà, ed il quinto per aver effettuato manifestazioni per chiedere la loro liberazione.
Irregolarità nei processi
Ribadiscono l'inconsistenza e le irregolarità dei processi penali ed affermano che un legale potrebbe provarle. 
Una commissione è stata ricevuta dal sottosegretario delle Relazioni Politiche del governo statale, Seth Vázquez Hernández, che ha detto loro che "nella settimana dal 14 al 18 aprile potrebbero essere ricevuti dal segretario di Governo, Antonio Morales Messner" per esporgli la loro richiesta.
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

giovedì 10 aprile 2008

LA MANO DEL POTERE HA UCCISO LA VOCE DELLE NOSTRE COMPAGNE TERE E FELI.

----- Original Message -----
From: "p f" <pablecito48@hotmail.com>
To: <ezln-it@ecn.org>
Sent: Thursday, April 10, 2008 3:39 PM
Subject: [Ezln-it] LA MANO DEL POTERE HA UCCISO LA VOCE DELLE NOSTRE
COMPAGNE TERE E FELI.

LA MANO DEL POTERE HA UCCISO LA VOCE DELLE NOSTRE COMPAGNE TERE E FELI.

COMPAS, ANCORA UNA VOLTA LA MANO DEL POTERE HA UCCISO LA VOCE DELLE NOSTRE
COMPAGNE TERE E FELI. DONNE TRIQUI GIOVANISSIME CHE HANNO ALZATO LA VOCE,
ROTTO IL SILENZIO E LIBERATO LA PAROLA. OGGI CACTUS [Centro de Apoyo
Comunitario Trabajando Unidos, associazione civile aderente alla APPO della
regione La Mixteca dello stato di Oaxaca, ndt]CONDIVIDE CON VOI LA PROPRIA
INDIGNAZIONE E RABBIA PER QUESTA MALEDETTA IMBOSCATA CHE LE HA AMMAZZATE. A
OAXACA IL GOVERNO ADDESTRA I PARAMILITARI PER METTERE A TACERE LA VOCE DEI
POPOLI INDIGNENI ORGANIZZATI.
MAI PIÙ UN OAXACA SENZA MEZZI DI INFORMAZIONE LIBERI.
TERE E FELI. LA LORO PAROLA CI DA LA FORZA E IN PIEDI CONTINUIAMO A GRIDARE
PIÙ FORTE.

(Teresa Bautista Merino, di 24 anni, e Felícitas Martínez Sánchez, di 20,
speaker radiofoniche della radio comunitaria La Voz que Rompe el Silencio,
del municipio popolare di San Juan Copala, sono state assassinate a colpi
d'arma da fuoco mentre si stavano dirigendo verso la città di Oaxaca per
partecipare all'Incontro Statale per la Difesa dei Diritti dei Popoli di
Oaxaca.)

(traduzione a cura di radio silvanetti)

LA MANO DEL PODER ACABÓ CON LA VOZ DE NUESTRAS COMPAÑERAS TERE Y FELI.

COMPAS, PUES OTRA VEZ LA MANO DEL PODER ACABÓ CON LA VOZ DE NUESTRAS
COMPAÑERAS TERE Y FELI.
MUJERES CASI NIÑAS TRIQUIS QUE ALZARON LA VOZ, ROMPIERON EL SILENCIO Y
LIBERARON LA PALABRA.
HOY CACTUS LES COMPARTE SU INDIGNACIÓN E IRA POR ESTA MALDITA EMBOSCADA QUE
ACABÓ CON ELLAS.
EN OAXACA EL GOBIERNO ENTRENA PARAMILITARES PARA QUE CALLEN LA VOZ DE LOS
PUEBLOS INDÍGENAS ORGANIZADOS.
NO MÁS UN OAXACA SIN MEDIOS LIBRES.
TERE Y FELI. SU PALABRA NOS DA FUERZA Y SEGUIMOS DE PIE GRITANDO MÁS FUERTE.

(Teresa Bautista Merino, de 24 años, y Felícitas Martínez Sánchez, de 20,
locutoras de la radioemisora comunitaria La Voz que Rompe el Silencio, del
ayuntamiento popular de San Juan Copala, fueron asesinadas a balazos cuando
se dirigían a la ciudad de Oaxaca a participar en el Encuentro Estatal por
la Defensa de los Derechos de los Pueblos de Oaxaca.)

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/denuncias/911/

Viaggio tra i movimenti sociali messicani e le comunità zapatiste

Carovana "Resistenza e Autonomia" in Messico e Chiapas estate 2008

Viaggio tra i movimenti sociali messicani e le comunità zapatiste


organizzata da Associazione Ya Basta e Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista

- per partecipare alla Carovana Europea "Los Zapatitas no estan solos!"

- per continuare il Progetto Agua para Todos nella Comunità La Realidad

- per sostenre la sanità autonoma la Brigata Sanitaria

- per sostenere l'educazione autonoma nei Caracoles di Oventic e Roberto Barrios

Le date definitive si stanno concordando con gli altri gruppi e comitati italiani ed europei della Campagna "Los Zapatistas no estan solos!": indicativamente dal 27 luglio al 10 agosto 2008.

A seguire:

- Brigata Sanitaria a sostegno de Sistema sanitario autonomo

-  Progetto Agua para todos

 -  Biblioteca comunitaria di Oventic

Per informazioni:
yabasta@sherwood
coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org

mercoledì 9 aprile 2008

Per ritorsione i 12 indigeni rilasciati perderanno leloro terre

 

La Jornada – Mercoledì 9 aprile 2008
 
Per ritorsione i 12 tzeltales rilasciati perderanno le loro terre
 
- I paramilitari vogliono appropriasi di 151 ettari, denunciano.
- Sono stati obbligati a firmare che non sarebbero tornati nella loro comunità.
 
 
Hermann Bellinghausen (Inviato)
 
Tuxtla Gutiérrez, Chis. 8 aprile. La libertà è costata molto cara ai 12 tzeltales dell'ejido Busiljá (municipio di Ocosingo) scarcerati dal Centro di Reinserimento Sociale (Cereso) 17 di Playas de Catazajá la settimana scorsa, dopo uno sciopero della fame realizzato con una trentina di reclusi nelle prigioni di Cintalapa e San Cristóbal de las Casas. Tutto indica che perderanno le loro terre, perché il governo statale non garantisce la loro sicurezza davanti alle minacce dei membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) che, dopo aver assassinato uno del proprio gruppo, li fecero arrestare.
 
Anche se il governo ha riconosciuto la loro innocenza (erano accusati di sequestro), ha condizionato la loro liberazione. Tavita Sánchez Gómez, portavoce del gruppo di ex detenuti ed oggi profughi, rivela che Juan Jesús Mora e Mora, coordinatore dei Cereso dello stato, "ha fatto firmare loro un documento secondo cui per nessun motivo dovevano ritornare, perché la gente di Busiljá sono paramilitari della Opddic, i quali avevano detto che se fossero tornati avrebbero 'fatto giustizia' per proprio conto".
 
La donna, che ha firmato questo "accordo" come testimone, chiede "che il governo faccia giustizia, perché non è possibile che i delinquenti della Opddic, soprattutto l'ex deputato Pedro Chulín Jiménez, siano liberi mentre altri innocenti, come i compagni ancora rinchiusi a El Amate e Los Llanos, siano accusati di gravi reati che non hanno commesso".
 
Aggiunge: "I paramilitari vogliono appropriasi dei 151 ettari che abbiamo nell'ejido. Il governo, per ritorsione, avrebbe liberato i compagni purché non tornassimo più nella nostra terra, ed abbiamo dovuto accettarlo per forza, perché quello che vuole la mia famiglia prima di tutto è la loro liberazione".
 
Il segretario di Governo, Jorge Antonio Morales Messner, l'ha detto ieri in forma più eufemistica: "Il rispetto della legalità è e continuerà ad essere una delle basi fondamentali per la sana convivenza nello stato". Questo, secondo un comunicato dell'ente, "rivolgendo un invito alle persone liberate di non tornare nelle loro comunità di origine fino a che non esistano le condizioni necessarie".
 
Davanti alla "presunta minaccia" degli indigeni di Busiljá di "aggredire" gli scarcerati, Morales Messner ha chiesto di "mantenere la calma e non tornare nella propria comunità". La Segreteria di Governo "sta realizzando avvicinamenti affinché, attraverso il dialogo, si risolva questo problema ma invito a non favorire atti che violino la legge". Lo stesso comunicato afferma: "L'incaricato della politica interna del Chiapas ha detto che nessuno può farsi giustizia da sé, in caso contrario si applicherà la legge a chi la infrangerà. Ha sottolineato che la liberazione di più di cento detenuti ha dimostrato la piena volontà del governo di fare giustizia nei confronti di chi era in carcere per reati che non aveva commesso".
 
Il 2 aprile, a Nazaret (Ocosingo), il governo ha dato molta pubblicità ad una "diserzione" nella Oppdic, dopo una dissociazione light in vista dell'impunità per alcuni militanti. Carlos Moreno Hernández, dirigente dell'organizzazione, annunciò una "Opddic Indipendente" riconoscendo però il suo fondatore e "leader morale" come "compagno di lotta", in un'assemblea realizzata il 28 marzo da circa 200 indigeni (il governo ne contò "mille"), avendo come testimone il vice-delegato di Governo, Germán de la Rosa. Secondo le registrazioni di giornalisti locali, Moreno Hernández disse che Chulín "non è nostro nemico" ma in base agli accordi presi col governo "lui si è separato". In senso stretto, i separati sarebbero i "disertori".
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

martedì 8 aprile 2008

La liberazione dei detenuti politici è stata grazie alla gente

 

La Jornada – Martedì 8 aprile 2008
 
 
La gente, non il governo, ha deciso la nostra liberazione: ex detenuti politici in Chiapas
 
- Manifestano appoggio ai 17 detenuti di Tacotalpa, Tabasco, ed anunciano azioni per la loro scarcerazione.
- Chiedono alle ONG di stare in allerta e chiedere al governo di Sabines il ritiro dei corpi dimpolizia.
 
 
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
San Cristóbal de las Casas, Chis. 7 aprile. "La nostra liberazione non è avvenuta per volontà del governo, ma per l'unità del popolo, di diverse organizzazioni", hanno dichiarato oggi gli ex "detenuti politici" scarcerati una settimana fa dai Ceresos 5, 14 e 17.
 
Senza citare esplicitamente lo sciopero della fame che hanno sostenuto tra febbraio e marzo (i loro compagni non scarcerati l'hanno sostenuto fino al 6 aprile), gli ex "detenuti politici", in conferenza stampa, hanno chiesto la liberazione di quanti sono ancora reclusi nei Ceresos 5 e 14, e nella prigione di Tacotalpa, Tabasco. "Non sono stati considerati, in quanto durante la loro detenzione hanno subito tortura, minacce, ed i loro reati sono stati prefabbricati. La maggioranza di loro, per il fatto di essere indigeni, non ha avuto né difensore né un interprete".
 
"Realizzeremo nuove azioni per la liberazione dei 17 compagni che rimangono in prigione", hanno annunciato i familiari degli imputati ed ex detenuti politici che fino a domenica hanno mantenuto un presidio davanti al palazzo di governo a Tuxtla Gutiérrez. Questo, "è quanto concordato nella nostra nuova tappa di lotta".
 
Collettivamente, "come ex detenuti politici", gli indigeni rilasciati grazie alla protesta che ha scosso il sistema penale del Chiapas ed ha ottenuto la liberazione di 30 uomini ed una donna imprigionati ingiustamente, chiedono al governo il rispetto dei loro diritti umani "nel proseguimento della nostra lotta per la liberazione dei detenuti politici", e che "non ci sia repressione contro i nostri familiari".
 
Hanno concordato "di continuare a lavorare per la liberazione dei compagni, insieme ai familiari". Invitano "tutti e tutte ad unirsi alla nuova tappa di lotta" e reclamarono "sicurezza e rispetto" per loro. In particolare gli ex detneuti del Cereso 17 (Playas de Catazajá), abitanti della comunità Busiljá, ed i loro familiari. 
 
"Sono stati cacciati dalle loro terre da membri della Opddic, paramilitari, e non possono ritornare nelle proprie case perché li hanno minacciati di morte. Siamo preoccupati per quello che potrebbe accadere loro e riterremo responsabile il governo accadrà loro qualcosa".
 
Chiedono alle organizzazioni dei diritti umani di "stare in allerta" e chiedere al governo del Chiapas il ritiro dei corpi di polizia acquartierati nelle loro terre a Busiljá. Hanno recuperato la loro libertà, ma il governo non ha sanato l'usurpazione subita da queste famiglie.
 
I membri de la Voz del Amate, di la Voz de los Llanos (aderenti all'Altra Campagna) e di altre organizzazioni che ancora sono reclusi sono: Alberto Patishtán Gómez, Julio César Pérez Ruiz, Marcelino Díaz González, José Pérez Pérez, Jesús López López, María Delia Pérez Arizmendi, Antonio Gómez Díaz e Miguel Gómez Gómez, tutti nel Cereso 14. Nel Cereso 5, Tiburcio Gómez Pérez, Diego Rodriguez Hernández, Agustín Rodriguez Jiménez, Antonio Díaz Pérez, Miguel Díaz López, Juan Díaz López e Nicolás Pérez Núñez.
 
Nel carcere municipale di Tacotalpa sono rinchiusi ingiustamente da 12 anni Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez, basi di appoggio dell'EZLN.
 
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

lunedì 7 aprile 2008

SOSPESO LO SCIOPERO DELLA FAME IN ATTESA DELLA REVISIONEDEI CASI

 

Notimex / La Jornada On Line
Publicado: 06/04/2008 20:21
 
 
INTERROTTO LO SCIOPERO DELLA FAME IN ATTESA DELLA REVISIONE DEI CASI
 
 
San Cristóbal de las Casas, Chis. Familiari e simpatizzanti degli indigeni che erano in sciopero della fame in diverse prigioni del Chiapas, hanno interrotto la protesta nell'attesa che il governo riveda i loro casi ed ottengano la loro liberazione. 
 
In risposta alla sollecitazione (qui allegata) inviata sabato scorso dal vescovo emerito Samuel Ruiz García di desistere dal digiuno per evitare danni irreversibili alla salute, gli indigeni hanno annunciato in un comunicato la decisione di sospendere la protesta.
 
I componenti delle organizzazioni La Voz del Amate, aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN e del Grupo Zapatista, hanno ringraziato la comunità locale, nazionale ed internazionale per l'appoggio fornito loro nei 41 giorni trascorsi. 
 
Riconoscono che la loro protesta ha dato i primi frutti, perché nei giorni scorsi diversi indigeni sono stati liberati "grazie a questo sciopero".
 
I familiari degli indigeni in presidio davanti al palazzo del governo hanno dato l'annuncio dicendo di aspettare a breve termine che si concretizzi l'offerta di rivedere i procedimenti.
 
In un'intervista in questa città, il vescovo Felipe Arizmendi Esquivel ha appoggiato la petizione ed ha chiesto al governo di rivedere i casi dei 13 indigeni che avevano lanciato la protesta e di quelli ancora pendenti. 
 
Lo scorso 12 febbraio, l'indigeno Sacario Hernández Hernández aveva iniziato lo sciopero della fame per chiederee la sua liberazione, lo scorso 18 marzo è stato scarcerato e lunedì 31 il governo chiapaneco ne ha rilasciati altri, mentre restavano in sciopero 13 indigeni che ora hanno interrotto il digiuno..
 
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

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